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Capitolo-3 Una cruda battaglia

Accompagnate dalla flebile luce sfumata d'arancio del nuovo crepuscolo, Draica e Sebille continuarono la loro avanzata verso uno dei templi del Culto di Luastra; abbandonarono il sentiero battuto, facendosi strada e districandosi tra piante e arbusti. Draica si ritrovò a sbuffare più del dovuto dato che i rami, drappeggiati dal vivido verde fogliame, erano così bassi da incastrarsi costantemente tra le sue corna.

Non che Sebille si stesse ugualmente divertendo, dato che la stessa donna non aveva mai gradito passeggiate forzate nei boschi.

Troppo fango e insetti.

Ma questo non l'avrebbe di certo fermata, si era ripetuta Draica più volte rammentando le parole della Vampira.

"Quando segui la strada della vendetta, tutte le vie non diventano altro che un sentiero dritto e vuoto. Basta solo percorrerlo." 

All'inizio fu un'affermazione che preoccupò non poco la Demoniaca; una Vampira che aspirava alla furia della vendetta, poteva esserci qualcosa di più letale al mondo?

Fortunatamente ogni suo timore venne messo a tacere nei dieci anni in cui aveva imparato a conoscerla; una Vampira vivace e matura, quando ne aveva voglia, quasi più attenta alla cura della propria schiava che viceversa.

Tra un'inciampata nelle grosse radici sepolte nel terreno, e altro, le due arrivarono davanti a delle mura di pietre antiche, usurate, e ricoperte dal muschio; alcune erano ancora in piedi, altre erano cadute, ma dalla loro posizione era facilmente intuibile che secoli prima fossero un qualche tipo di costruzione fortificata. Tutto ciò che ne restava ora però, era solo un cumolo di rocce e storia vecchia.

"Ecco qua."

"Quindi il cultista ti ha detto che uno dei loro templi è qui da qualche parte?"

"La paura è un ottimo siero della verità per le menti deboli. Da come se la stava facendo addosso, durante il mio interrogatorio, dubito mentisse."

Draica avanzò con passo cauto in mezzo a ciò che rimaneva delle mura. Oltre al silenzio del bosco, e il suono pesante dei propri stivali sulla pietra, la Demoniaca non riuscì a capire come potesse esserci un tempio segreto in un posto tanto vuoto e spoglio, circondato solo da sassi abbandonati alla natura selvaggia.

Con i sensi in allerta continuò a ispezionare i dintorni; poco più avanti a quello che apparentemente poteva sembrare un vicolo cieco, il suo occhio venne attratto verso il basso sulla pavimentazione di pietra.

Forse il caldo stava giocando brutti scherzi, ma Draica poté giurare che in quel punto il pavimento sembrava muoversi leggermente, come una quieta marea smossa dalla corrente; si allontanò di qualche passò, e lanciò un sasso nel punto sospetto. Appena fece contatto, la pavimentazione svanì come un miraggio, rivelando una scalinata conducente verso il basso.

"Ci sei arrivata. Brava, Belle corna!"

"Riuscivi a vederla? Perché cavolo non me lo hai detto, Sebille?"

"Gli occhi da Vampiro sono utili per incantesimi illusori di media potenza. E poi volevo vedere, appunto, se ci saresti arrivata da sola. Brava piccina."

"...Vaffanculo."

"Faccio del mio meglio." Rispose Sebille, scoppiando a ridere e procedendo verso la scalinata, per nulla mortificata dal fastidio della Demoniaca.

                                                                                                             ***

I passi si amplificarono alla discesa di ogni gradino, fino a riecheggiare per tutto il corridoio in solida pietra levigata. Alle pareti v'erano agganciati dei sostegni per le torce, che andavano a illuminare la via davanti a loro; con tutti questi piccoli dettagli però, chiunque avrebbe potuto sentirle e vederle chiaramente.

Draica lo sapeva bene, e questo la portò a tenere costantemente la mano sull'elsa della spada, pronta per essere estratta in qualsiasi momento; Sebille, come al suo solito, camminava davanti a lei tranquillamente con le mani dietro la testa e sguardo distratto.

Dopo qualche minuto di camminata videro nel fondo del corridoio un portone, in legno di mogano, dai cardini e la serratura annerita.
Davanti ad esso però due uomini, dalle vesti blu con il simbolo della casata di Sebille sul petto, erano di guardia e visibilmente armate.

Esattamente come a vista d'occhio delle due donne, le guardie le videro all'istante e uno dei due si apprestò a gridare. Draica distese la mano nella sua direzione ed evocò il suo potere; la massa oscura spuntò dal muro come un tentacolo nero, proprio a fianco della testa della guardia. Gli coprì la bocca, attirando poi la sua testa con violenza contro il muro mettendolo fuori gioco all'istante.

"Cosa diavolo!?" Urlò l'altra guardia generando una sfera congelata nella mano destra. Con rapida tensione lanciò la sfera addosso alle due; questa si frantumò, formando una serie di lance ghiacciate scagliate a gran velocità.

Nuovamente, Draica agì.

Alzò entrambe le mani con rapidità e la massa nera stavolta fuoriuscì dal pavimento proprio davanti a lei; il muro protettivo, fatto d'oscurità, bloccò l'avanzata delle lance lasciandole incastonate e perfettamente dritte.

Quando il muro oscuro iniziò a dissiparsi Sebille, quasi danzando in mezzo a quell'alone d'ombra, si mosse agilmente verso la guardia; con un aggraziato e preciso movimento incise il collo dell'uomo con la sua daga, lasciandolo ad una morte lenta e agonizzante.

Il corpo della guardia cadde, rilasciando un piccolo fiume di sangue fluire fuori dal suo collo.
Sebille non ripulì nemmeno la lama, riponendola nel fodero ancora sporco.

"Dobbiamo solo sperare che chi sia oltre quella porta non ci abbia sentite..." Mormorò Draica, notando come la guardia, a cui aveva fatto sbattere la testa contro il muro, fosse ancora vivo e rantolante nonostante la botta.

"Un veloce spuntino prima di una presunta strage? Ottimo!" Canticchiò Sebille, affondando senza esitazione le zanne nel collo dell'uomo.

Contrariamento alla sua abitudine morale, dove a differenza degli altri Vampiri Sebille evitava di dissanguare una vittima fino a ucciderla, con ogni membro incontrato del culto non aveva mai avuto alcun briciolo di pietà.

Non che Draica l'avesse mai biasimata, dopo tutto quello che la sua padrona aveva passato.

Sebille lasciò così il corpo senza vita della guardia a terra, sospirando sollevata come se avesse bevuto dell'acqua dopo ore di camminata nel deserto.

"Aaaah, non c'è niente di meglio. Una bella bevuta è un ottimo potenziamento. Andiamo, Belle corna, facciamogli vedere l'inferno!"

Draica, motivata dall'audacia della Vampira, annuì. Dalla cinta della guardia prelevò una chiave nera e, andando per la probabilità maggiore che si aprisse, la inserì nella serratura della porta.

Un giro completo, un semplice 'click' , e la porta si aprì.

Una volta varcata la soglia, sebbene vi fosse comunque la presenza di alcune torce, la luce iniziò a farsi flebile. Draica e Sebille avanzarono a passo felpato, ritrovandosi in un'ampia sala piena di colonne dalle incisioni antiche, arazzi ricamati con il simbolo dei Cultisti, e svariate tombe poste agli estremi della stanza con residui umanoidi distesi sul terreno come un lungo tappeto d'ossa.

Più avanti, verso il centro dove tutta la luce rimasta sembrava concentrarsi, le due intravidero un altare di pietra accerchiato da una decina di Cultisti; erano concentrati in un qualche tipo di preghiera e intonando canti in un lingua sconosciuta.

Draica seguì la Vampira, estraendo finalmente la spada per prepararsi al vero scontro.
I Cultisti, nel loro rituale, iniziarono a girare attorno al tavolo; fu li che le due notarono una giovane ragazza, posta sull'altare di pietra incosciente.

Il labbro di Sebille si contrasse alla vista della giovane distesa sull'altare, trovando una macabra affinità con lei, dettata da un'orribile sorte.

La Vampira rimase rigida per pochi istanti, quando però Draica la vide scoprire le zanne e flettere le ginocchia iniziò a preoccuparsi, capendo cosa sarebbe presto accaduto.

"Sebille! Non ci hanno ancora viste, abbiamo l'effetto sorpresa. Per favore non essere avventata." Le sussurrò la Demoniaca nella speranza di farla desistere da uno scontro scoperto e frontale.

Tuttavia Sebille la fulminò con lo sguardo. "La stanno trasformando, proprio come hanno fatto secoli fa con me! Dobbiamo intervenire subito!"

Quando il diacono della setta, dagli abiti blu e decorazioni sgargianti, alzò le braccia verso l'alto pronunciando delle parole incomprensibili, ma familiari alla Vampira, questa scattò verso il punto del rituale senza esitazione.

"Fermi bastardi!" Urlò la donna, con la daga nella mano e un incantesimo pronto nell'altra.

I Cultisti, udendo il suo grido animalesco, interruppero il rituale e cinque di loro si posizionarono davanti all'altare come a fargli da scudo.

I cinque, gesticolando con le mani, evocarono un cerchio runico blu a mezzaria; dal suo centro, dei fasci di luce vennero sparati nella direzione di Sebille.
Per la donna fu cosa da poco schiavare con abilità ogni raggio lanciatole, avvicinandosi sempre di più alla fonte.

Una pugnalata in piena faccia in un Cultista, e un incantesimo inceneritore a un altro, per assottigliarne il numero.

Dietro di lei, a darle man forte, arrivò Draica a spada sguainata. Con un fendente netto colpì il collo di uno dei tre uomini rimasti, senza staccargli completamente la testa, ma lasciandogliela a penzoloni nel vuoto poco prima che il corpo cadesse a terra.

La Demoniaca e la Vampira tennero la guardia alzata, pronte per fronteggiare il resto dei Cultisti.

Il loro diacono però estrasse un pugnale ingioiellato dalla sua tunica blu...

"Il Rituale è stato compromesso! La donna di Stirpe Umana la sostituirà!"

Il diacono sollevò il pugnale, facendo ricadere con brutalità la lama nel petto della giovane donna distesa, inconscia, sull'altare. La lama scavò e lacerò il suo cuore, in una cruenta esplosione di sangue.

"NO!!!" Urlò Sebille, incredula di non essere riuscita a salvare una vittima, come lo era stata lei prima.

Avrebbe dovuto procedere cautamente come suggerito da Draica? Si sarebbe dovuta sbrigare ad uccidere tutti quei cani, fissati con una vecchia strega ormai morta da tempo?

Non sapeva darsi una risposta....

"Uccidete la Demoniaca! Catturate la donna!" Urlò il diacono, indicando davanti ai suoi adepti con il pugnale sporco di sangue.

Draica, guardando con orrore il corpo della fanciulla ormai morta, iniziò a preoccuparsi per la piega che stava per prendere quella situazione di svantaggio. Erano in inferiorità numerica, ma con il suo potere oscuro e la magia di Sebille avrebbero potuto ribaltare la cosa.

"Inferiorità numerica... Sebille... Si. Forse può funzionare!"  Elaborò Draica dando una veloce occhiata alla Vampira dagli occhi omicidi.

"Sebille! Le tombe!"

Senza fare domande, come se fosse un comando autonomo, la Vampira spalancò le braccia e iniziò a urlare furente; attorno a lei si sprigionò una specie di barriera fatta da fulmini violacei.

La barriera si allargò, investendo tutta la sala e i suoi presenti.

I Cultisti, sebbene inizialmente intimoriti dall'incantesimo sconosciuto, rimasero confusi quando non avvertirono il minimo danno o dolore, ma solo una breve scossetta sui tessuti della loro pelle.

Finché.

L'intera sala venne pervasa da un frastuono di forti striduli, come marmo che scivola su pietra.
I coperchi delle tombe vennero rimossi dai cadaveri al loro interno, risvegliati momentaneamente dal loro riposo eterno.

I corpi raggrinziti, dalla consunta pelle grigia e gli occhi luminosi, uscirono dai loro luoghi di riposo ancora investiti con le armi e le armature con la quale erano stati seppelliti; le ossa sul terreno, invece, iniziarono a ricomporsi dando vita a un piccolo esercito di scheletri.

"Uccideteli! Fateli soffrire!" Comandò loro Sebille con collera, spronando i guerrieri non-morti alla battaglia.

"Ha risvegliato i morti!? Come ha fatto!? L'arte della Negromanzia non è stata perduta da secoli!?" Domandò tremante uno dei Cultisti, a cui il diacono rispose immediatamente con altrettanta paura. "Lo possono fare solo i Vampiri! Quella puttana è una Vampira!"

I Cultisti materializzarono in tutta fretta le loro magie, lanciando fulmini e ghiaccio contro i cadaveri marcianti nella loro direzione.

"Idioti! Dovete bruciarli con il fuoco!!!" Urlò il diacono nascondendosi con codardia dietro ai suoi adepti.

Nella confusione Draica corse in mezzo ai corpi rianimati guidandoli verso i nemici rimasti; non che si sentisse particolarmente entusiasta, o non poco a disagio, nello spalleggiare dei cadaveri rianimati, ma in fondo era consapevole del fatto che in quella situazione il detto "a mali estremi, estremi rimedi"  fosse un' ottima motivazione per farsi forza.

Inoltre, era stata una sua idea...

Quando i Cultisti si decisero finalmente a utilizzare il fuoco, Draica approfittò del fatto che fossero concentrati a utilizzarlo contro i non morti; avanzò a passi rapidi, e indisturbata, verso di loro.

Alla giusta distanza, il potere oscuro della Demoniaca riuscì a mobilitarsi proprio sotto i piedi del diacono, bloccandolo in una morsa stretta per impedirgli di agire, o tentare comunque una possibile fuga.

"E adesso cos'è questa roba!?" Urlò uno degli adepti, totalmente nel panico da portare le sue ginocchia a cedere in un tremante cumulo di disperazione.

"Che stai facendo idiota!? Alzati dobbiamo..." 

In quell'attimo, i non-morti accerchiarono in massa i Cultisti; iniziarono a tagliare, lacerare e massacrare senza alcuna pietà, proprio come aveva ordinato la loro padrona.

Draica volse lo sguardo altrove, nascondendo il suo sussulto per ogni grido d'agonia rimbombante nella sala, seguito dal fremito suono di ossa rotte e ferreo odore sanguigno.

Quando non rimase altro che un ammasso di arti e carni martoriate, l'incantesimo di Sebille si dissipò; tutti i corpi rianimati persero la loro breve e ritrovata vita artificiale, cadendo a terra assieme ai corpi freschi.

Draica, portandosi dietro la sua oscura prigione con dentro il diacono, si avvicinò a una Sebille visibilmente turbata e in ginocchio.

"Sebille... L'hanno uccisa loro, non tu. Non fartene una colpa..."

Mormorò Draica osservando mogia il tormento della Vampira.

Sebille, tuttavia, spalancò gli occhi notando un movimento, proveniente dalle ombre, avvicinarsi in modo tempestivo alla Demoniaca.

"Draica!" Cercò di avvertire in vano la Vampira, osservando con ansia la lama affilata di una spada appoggiarsi proprio sotto la gola della Demoniaca.

"Non azzardati a muoverti..."

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