CAPITOLO 2: CONSEGUENZE PER IL RITARDO
Dopo aver udito quello strano suono la Trayana alzò la testa verso il soffitto, e sgranò gli occhi quando vide una moltitudine di buchi aprirsi in esso. Dai suddetti buchi immediatamente uscirono quelle che sembravano delle lunghissime braccia metalliche culminanti in mani, probabilmente metalliche a loro volta, coperte però da guanti bianchi.
Le braccia si snodarono verso il basso, facendo saettare le mani guantate verso di loro. Alcuni, come Laionel, cercarono di reagire, ma Syril rimase completamente paralizzata sul posto vedendo quelle cose che si avvicinavano.
La Trayana cacciò un urlo mentre due di quelle mani la afferravano ognuna per un braccio, cominciando ad alzarla da terra. Altre due mani le afferrarono le caviglie e la tirarono su a loro volta, finendo per portarla verso il soffitto come un sacco di patate.
"Ehy, mettetemi giù!" strillò, divincolandosi senza però ottenere alcun risultato "Aiuto, aiuto!"
Ma nessuno giunse in suo soccorso: le mani avevano ghermito quasi tutti i presenti, e i pochi che avevano fatto un po' più di resistenza erano stati catturati giusto qualche secondo dopo.
L'atrio era diventato un concerto di grida e insulti rivolti alle mani e alla donna misteriosa, che osserva la scena dal soppalco mantenendo una compostezza glaciale, senza l'ombra di alcuna emozione in volto.
"Signori, signorine, siete pregati di non urlare e di non usare linguaggio scurrile." disse, senza urlare ma con un tono così alto da essere udita al di sopra del fracasso "L'uso di gergo inappropriato peggiorerà la punizione."
"Vaffanculo, stronza!" fu la pacata risposta di Laionel, che si agitava come un'ossessa nel vano tentativo di liberarsi dalle mani.
Le braccia si stavano ritraendo verso il soffitto, portando così i ragazzi e le ragazze verso l'alto. Quando l'ebbero raggiunto e Syril temette di finirci spiaccicata contro, si aprì in esso una grossa apertura rettangolare, grande a sufficienza per permettere il passaggio di una persona adulta.
Quando le braccia furono lì, gettarono in alto i ragazzi e le ragazze come sacchi dell'immondizia, facendoli passare attraverso il buco rettangolare. Ovviamente ci furono altre grida, ma non accadde nulla di tragico: appena oltre l'apertura, altre mani afferravano man mano chi arrivava dal basso, portandoli in avanti e facendo poggiare i loro piedi su quello che sembrava un nastro trasportatore.
Syril fu adagiata per terza, dietro ad un paio di ragazzi Trayani, e fu proprio quando mise i piedi a terra che il nastro si azionò, cominciando a portarli in avanti. Nel frattempo, dietro di lei, venivano messe man mano le altre persone.
C'era una forte agitazione nell'aria, le strane mani bianche tenevano fermi tutti per i polsi rendendo inutile ogni tentativo di fuga mentre il nastro andava inesorabilmente avanti, trascinando i presenti verso chissà quale sorte. Tutto era avvolto dal buio, salvo il nastro.
"Laionel, aiutami!" strillò Syril, palesemente spaventata.
La Cavaliere Verde non era subito dietro di lei, c'erano un altro paio di persone in mezzo, una Trayana come loro e un Listrid.
"Tranquilla, bambolina, adesso ci libero entrambe." asserì la ragazza, con una certa sicumera.
Sicura di sé, Laionel torse i polsi per farli scivolare fuori dalla presa delle mani, una cosa che aveva già fatto ogni volta che qualcuno l'aveva afferrata in quel modo. Ma con sua amara sorpresa, la morsa delle mani metalliche era estremamente più salda di quella di una persona e i guanti che indossavano contribuivano a rendere la presa ancora meno scivolosa, facendo sì che ogni tentativo della Cavaliere Verde fosse vano.
"Fanculo, fanculo, fanculo..." cominciò a dire, a ripetizione, continuando a fare inutilmente forza.
Mentre la ragazza continuava a lottare senza risultati, il nastro continuava ad avanzare e si fermò solo quando il primo ragazzo fu arrivato sotto a quello che sembrava un cono di luce rossa.
"Che accidenti...?" fece quello, cercando la fonte di luce.
Ma non ebbe il tempo di farlo: dalle tenebre circostanti fuoriuscì una grossa lastra di metallo posizionata orizzontalmente, come un tavolo senza gambe sostenuto da un lato, dritto davanti al ragazzo. Subito dopo, apparvero altre mani che bloccarono il ragazzo per le gambe e spinsero la sua schiena fino a farlo piegare sul tavolo.
"Che cazzo fate?! Ehy!" gridò, cercando di divincolarsi.
Sotto gli occhi sbigottiti di Syril, di Laionel e di chiunque fosse abbastanza vicino da vedere la scena, un'altra mano afferrò i pantaloni del ragazzo, abbassandoli fino alle caviglie e mostrando il suo intimo, un paio di boxer rossi. Nemmeno il tempo di lamentarsene, che anche quelli furono tirati giù, lasciando in piena vista il didietro bianco come latte.
"Pervertiti, come osate?!"
L'urlo del ragazzo non ricevette risposta, se non la comparsa di un'altra mano. Quella però non era vuota: brandiva infatti una lunga asse di legno piuttosto spessa dalla forma arrotondata che si stringeva all'impugnatura. Sembrava un tagliere di legno, solo più lungo e molto più stretto.
Syril non capì subito a cosa servisse, ma le divenne chiaro quando la mano lo agitò e colpì con forza il sedere del ragazzo, facendolo strillare. Tutti i presenti sussultarono al colpo. Sulla zona colpita si formò un grosso segno rosso.
Un secondo colpo seguì il primo, poi un terzo. Il ragazzo strillava senza contengo alcuno, implorando la mano di fermarsi.
Syril osserva la scena come alienata, gli occhi fissi sul sedere del ragazzo che stava passando dal bianco al rosso. Non capiva cosa stesse esattamente accadendo.
Quando il quarto colpo cadde, il ragazzo cominciò a singhiozzare. Il quinto lo fece scoppiare in lacrime. La mano a quel punto si alzò di nuovo, dando un sesto colpo ancora più forte che gli strappò un grido particolarmente intenso.
Quando il sesto colpo fu caduto, le mani aiutarono il ragazzo a tornare in piedi e lo tennero fermo, impedendogli di massaggiarsi la parte lesa, il cui rosso risaltava particolarmente sulla pelle solitamente esangue.
La tavola di ferro simile ad un tavolo si ritrasse e il nastro si azionò di nuovo, portando il ragazzo in lacrime oltre al cono di luce rossa. Quando il ragazzo che lo seguiva fu al suo posto, il nastro si fermò ancora.
"No, non anch'io!" implorò il secondo ragazzo, mentre la lastra di ferro fuoriusciva nuovamente.
Nonostante le sue proteste, anche lui subì la stessa sorte dell'altro: le mani lo bloccarono, lo fecero piegare sulla superficie metallica e lo spogliarono dalla vita in giù.
Syril arrossì violentemente per l'imbarazzo: il sedere completamente nudo del ragazzo era proteso nella sua direzione, e dalla sua posizione la ragazza aveva in piena vista anche il suo grosso organo riproduttivo. Era la prima volta che ne vedeva uno dal vivo, e non era esattamente la situazione in cui si sarebbe aspettata sarebbe successo.
La mano con lo strumento di legno tornò in posizione, e senza la minima esitazione sferrò il primo colpo, strappando un grido al ragazzo.
La scena fu identica alla precedente: Syril vide la mano sferrare colpo dopo colpo, lasciando vistosi segni rossi su quel culetto candido.
L'organo riproduttivo ondeggiava sotto i colpi, facendo arrossire la ragazza sempre di più.
Quando il sesto colpo fu caduto, il ragazzo era in lacrime proprio come quello che l'aveva preceduto. Le mani lo fecero alzare e il ripiano di ferro si ritrasse.
Il nastro di riattivò, e Syril, che stava ancora contemplando il didietro arrossato dell'altro Trayano, ben presto realizzò di trovarsi sotto al cono di luce rossa.
La ragazza sgranò gli occhi vedendo il ripiano metallico apparire proprio davanti a lei, nell'immediata realizzazione che era il suo turno.
"No, no!" si mise ad urlare "Non voglio!"
Ma le mani non diedero il minimo peso alle sue proteste, la afferrarono saldamente e la fecero piegare sulla superficie. Al solo contatto, pur attraverso i vestiti, Syril percepì il freddo del metallo. Cercò di fare forza per alzarsi, ma fu tutto inutile.
Le mani a quel punto le abbassarono i pantaloni, mostrando a coloro che erano in fila le attillate mutandine nere di pizzo che indossava.
Rossa come un peperone, la ragazza bofonchiò degli insulti a mezza bocca mentre le mani senza esitare le abbassavano anche l'intimo. Il freddo pungente che aleggiava in quel luogo le penetrò nella pelle, portandola d'istinto ad irrigidire i glutei.
La Trayana deglutì pesantemente, sentendo la mano con lo strumento ligneo appropinquarsi. Aveva visto i ragazzi davanti a lei ridotti in lacrime, e non poteva negare di avere una certa paura.
Mentre era ancora assorta nei suoi pensieri fu bruscamente riportata alla realtà dal duro impatto sulle sue natiche, che la fece gridare per il forte dolore che la attraversò come una scarica elettrica.
"Cazzo!" urlò "Fa malissimo!"
Il sedere le bruciava tantissimo, era un dolore a cui non era minimamente abituata. Ma mentre il suo cervello stava ancora processando l'accaduto, la mano cominciò a sferrare i colpi seguenti.
Ogni volta che lo strumento faceva contatto la Trayana gridava ed imprecava, in preda ad un dolore che percepiva come atroce, come se la sua pelle si stesse staccando dalla carne. Bastò il secondo colpo per farle inumidire gli occhi, mentre al terzo scoppiò a piangere come una bambina.
"Basta! Basta!" gridò, agitandosi inutilmente e ottenendo solo di mostrare per bene a chi aveva dietro in fila la sua farfallina.
Le mano però non si fermò, dando il quarto colpo, poi il quinto. Il culetto bianco di Syril era tutto rosso, ma soprattutto era tutto dolorante.
Il sesto colpo fu più forte e la Trayana lanciò un grido particolarmente alto.
Finalmente, le mani la fecero rialzare e la superficie si ritrasse, mentre il nastro si rimetteva in funzione.
La ragazza stava piangendo sommessamente a quel punto. Aveva un desiderio ardente di massaggiarsi le natiche, che era certa fossero completamente martoriate, ma le mani glielo impedivano.
Il culetto le bruciava da morire, una sensazione mai provata prima.
Poco dopo il nastro di fermò di nuovo, e toccò anche alla Trayana che era dietro di lei. Anche quella gridò e imprecò durante tutta la punizione, ma Syril non vide nulla, forse girandosi per quel poco che le mani le consentivano avrebbe intravisto qualcosa, ma la verità era che non le interessava, era troppo concentrata sul suo povero sedere acciaccato.
Il nastro riprese, per poi fermarsi: toccò la stessa sorte anche al Listrid.
Laionel, subito dietro, non poté nascondere uno sguardo disgustato alla visione dei glutei color ghiaccio del ragazzo.
Dopo che anche lui si fu beccato sei colpi di quell'oggetto e il sedere color ghiaccio fu diventato tutto rosso, fu fatto alzare e come la lastra si fu ritratta il nastro continuò, facendo ben presto finire la Cavaliere Verde sotto il cono di luce rossa.
"Non esiste, non osate toccarmi!" gridò, continuando a dimenarsi "Non potete trattare Trayani e Listrid allo stesso modo, imbecilli!"
Non ricevette alcuna risposta, se non un mormorio scocciato da una Listrid alle sue spalle.
Il ripiano metallico riapparve e le mani costrinsero la ragazza a piegarsi su di esso, mentre quella lanciava talmente tanti improperi e maledizioni da battere ogni record esistente.
Nonostante le sue proteste, però, le mani implacabili le sciolsero la grossa cintura e le abbassarono la gonna fino alle caviglie, rivelando così un paio di mutandine verdi con decorazioni floreali. Ma stettero lì ben poco, giacché anch'esse furono poi calate lasciando Laionel con il sedere bianco latte al vento.
"Giuro che ti smantellerò fino all'ultimo bullone, lattina troppo cresciuta!" ringhiò "Dico sul serio, ti farò AAAAAH!"
La frase fu interrotta dall'urlo che cacciò allorché l'oggetto si abbatté con forza sulle sue natiche. Giusto il tempo di computare l'accaduto, e un secondo colpo seguì il primo, facendola grida di nuovo, poi giunse anche il terzo, seguito da un quarto.
Laionel era maggiormente abituata al dolore rispetto a Syril, ma questo non significa fosse abituata ad essere colpita, il suo addestramento si basava sullo schivare e il divincolarsi, non sul resistere agli impatti.
Il quinto colpo si abbatté sul suo sedere, ormai tutto rosso, e infine anche un sesto, molto più forte che la fece gridare a pieni polmoni.
Quando finalmente fu fatta rialzare, la Cavaliere Verde aveva male ai polmoni da tanto che aveva urlato e si sentiva gli occhi inumiditi, ma a differenza di tutti coloro che erano stati percossi prima di lei non era scoppiata a piangere.
"Fanculo, stronzi." mormorò, la voce interrotta da un lieve singhiozzo.
Il nastro riprese e Laionel fu portata oltre, mentre Yota, subito dietro di lei, si ritrovò al suo posto, sotto al cono di luce rossa.
La Yulnen stava già piangendo, implorando perdono prima ancora che la tavola metallica fosse comparsa.
Quando essa fece la sua apparizione, le mani costrinsero la povera ragazza a piegarsi su di essa, incuranti dei suoi pianti, e le abbassarono la gonna mostrando un paio di culotte bianche a vita alta di cotone, tipico indumento da servitrice domestica. Furono in vista per poco, però, giacché le mani abbassarono anch'esse fino alle caviglie, mettendo in mostra il suo culetto violaceo.
"No, vi prego..." piagnucolò, mentre la mano con lo strumento si avvicinava.
L'impatto che seguì le strappò un grido acuto, stampando sul suo sedere un grosso livido rossastro, un rosso vivo ed acceso in contrasto con la tinta viola scuro della sua pelle.
I colpi si susseguirono rapidi, in un concerto di strilla, mentre Yota piangeva come una bambina piccola. Il grido più acuto fu lanciato al sesto e ultimo colpo che, come con coloro che l'avevano preceduta, era stato più forte.
La servitrice domestica a quel punto era un fiume in piena: piangeva incessantemente, completamente abbandonata alle mani che la sostenevano. Non che avesse fatto alcuna resistenza durante la punizione, ma una volta finita si era lasciata cadere a peso morto, e senza le mani a reggerla sarebbe certamente caduta giù dal nastro.
In modo sorprendentemente delicato in totale contrasto con quanto avvenuto fino a quel momento, le mani la fecero rialzare. Mentre il tavolo svaniva nelle ombre e il nastro si rimetteva in moto, una nuova mano spuntò vicino a Yota, accarezzandole dolcemente la testa per tranquillizzarla.
Il nastro continuava a fermarsi e ripartire, amministrando ogni volta la punizione. Dopo Yota fu punita la Listrid che era subito dietro di lei, poi toccò ai due Yulnen che chiudevano la fila, il primo un maschio, per ultima una femmina. Come era accaduto per Yota, una mano era scesa a confortare entrambi gli Yulnen, cosa non avvenuta né per i Listrid né per i Trayani.
Una volta che tutti e dieci i ragazzi e le ragazze sul nastro ebbero ricevuto le percosse sui glutei, il nastro riprese il proprio movimento in modo fluido, almeno fino a che un altro cono di luce rossa non fu in vista.
Come la colonna si appropinquò ad esso, una serie di mugugni e lamentele pervase la zona, mischiandosi ai pianti.
"Che altro volete farci?" ringhiò Laionel, guardando il cono di luce con occhi feroci. Non aveva intenzione di sottostare ad un'altra punizione.
Stavolta, con stupore di tutti, una voce fredda e metallica risuonò nel buio, rispondendo "BIP. BIP. Linguaggio scurrile rilevato. Seconda punizione necessaria per alcuni soggetti. BIP. BIP."
I presenti si guardarono attorno con sconcerto, domandandosi in cosa consistesse la seconda punizione appena promessa.
Il mistero però fu ben presto svelato non appena il ragazzo Trayano che apriva la fila si ritrovò sotto al cono di luce. Dalle tenebre comparvero infatti quattro mani: una gli afferrò la mascella e un'altra il naso, costringendolo ad aprire la bocca. A quel punto la terza mano infilò in essa una saponetta piena di schiuma, cominciando a strofinare accuratamente per non lasciare zone scoperte.
Dopo un po', la mano rimosse infine la saponetta, non prima di aver dato un'ultima strofinata anche alle labbra. La quarta e ultima mano portò quindi vicino alla bocca del ragazzo un piccolo tubo simile a quelli usati dai dentisti dal quale uscì un getto d'acqua concentrato che risciacquò la bocca del ragazzo, che emise versi schifati per l'intera durata della punizione.
Una volta finito, le mani lasciarono andare la sua faccia e il nastro si riattivò, portando il ragazzo punito oltre il cono di luce e sostituendolo con colui che aveva alle spalle.
Sotto gli occhi spaventati di Syril, che era dritta dietro di lui, anche il secondo ragazzo subì lo stesso trattamento, con una saponetta diversa. Una volta finito, il nastro lo portò oltre e Syril si ritrovò sotto al cono di luce.
"No, no, questo no!" esclamò, con gli occhi sgranati e ancora umidi "Non sono una bambina!"
A differenza di quanto avvenuto con le botte sul sedere, infatti, Syril conosceva quella punizione. Non che l'avesse mai subita, ma sua madre l'aveva più volte minacciata quand'era bambina di lavarle la bocca col sapone in seguito a parolacce e bugie.
Nonostante le sue proteste, non troppo convinte a causa del sedere ancora dolorante che occupava parte della sua attenzione, le mani la costrinsero ad aprire la bocca e una nuova saponetta schiumosa fu spinta in essa.
La mano cominciò subito a sfregare, facendo sì che il sapore tremendo del sapone si diffondesse, aggredendo il palato della ragazza come un cane rabbioso.
Syril sgranò gli occhi e si dimenò, in un vano tentativo di scacciare quel saporaccio. Era la cosa peggiore che avesse mai sentito, perfino peggio di quelle stupide caramelle che andavano di moda qualche anno prima con dei gusti assurdi. Mai come in quel momento la ragazza fu grata a sua madre di essersi limitata a minacciare la punizione senza mai eseguirla.
Quando finalmente la saponetta fu estratta, la mano concluse la sequenza passandogliela sulle labbra. Disgustoso, aveva una voglia matta di vomitare anche l'anima.
La mano col tubo procedette quindi a risciacquare a fondo la bocca della Trayana, facendola gemere per il fastidio. Una volta conclusa l'operazione, nella bocca della ragazza non c'era più traccia di sapone ma il saporaccio era ancora lì, dannatamente presente.
Fatto ciò, le mani le lasciarono andare la bocca e il nastro riprese la propria marcia.
Syril era ridotta alle lacrime: il sedere, ancora rosso fuoco, continuava a bruciarle e adesso sentiva anche il sapore del sapone continuare a pervaderle la bocca, non avrebbe saputo dire cos'era peggio e ogni volta che cerca di non pensare ad uno dei due l'altro le invadeva con violenza il cervello. Non era mai stata punita così duramente in vita sua.
Il nastro si fermò poco dopo, e man mano punì allo stesso modo chi era dietro di lei: prima l'altra Trayana, poi il Listrid. Dopo di lui, toccò a Laionel.
Come fu sotto al cono di luce, la Cavaliere Verde lanciò improperi e insulti alle mani, minacciandole di smontarle e di rivenderne i pezzi online, ma non ottenne alcuna reazione. Le mani si limitarono a fare come con coloro che l'avevano preceduta, aprendole la bocca e insaponandogliela tutta. L'unica differenza fu la durata: andò avanti per un bel po' più rispetto agli altri, forse in risposta all'utilizzo smodatamente alto di parole volgari pronunciate dalla ragazza.
Quando ebbe finito il lavaggio e il risciacquo, perfino Laionel sembrava sul punto di cedere. Non era scoppiata a piangere, ma pareva essere al limite.
Il nastro si riattivò, portando Laionel fuori dal cono di luce e Yota vi finì sotto al suo posto.
La Yulnen, ancora in lacrime, scosse debolmente la testa, mormorando "No, vi prego..."
Con sua somma sorpresa, però, il nastro continuò la propria marcia senza arrestarsi, portandola oltre. In effetti, lei non aveva pronunciato volgarità e il lavaggio della bocca se lo beccò la Listrid dietro di lei.
Una volta che la bocca della ragazza dalla pelle di ghiaccio fu insaponata e poi sciacquata, il nastro riprese la propria avanzata, senza far fermare sotto il cono di luce il ragazzo e la ragazza Yulnen in chiusura. Nessuno di loro era stato volgare, dopotutto.
Il nastro continuò a procedere, facendo chiedere ai dieci ragazzi ben puniti cos'altro li attendesse, se altre punizioni o la fine di quel calvario.
Infine, furono in vista di un cono di luce non dissimile dai precedenti se non per un non trascurabile dettaglio: la luce era blu.
Quando il ragazzo che apriva la fila fu sotto ad esso ed il nastro si fu fermato, una genuina preoccupazione per cosa stesse per avvenire pervase i suoi occhi. Si guardò attorno e altrettanto fecero gli altri in colonna, nel tentativo di vedere attraverso il buio l'arrivo di altre mani.
Ma non fu ciò che accadde. Invece, le mani che già tenevano fermo il ragazzo lo sollevarono e sparirono nel buio, provocando una certa agitazione tra i presenti.
"Dove l'ha portato?" mugugnò Syril "Vogliono sbarazzarsi di noi?"
"No, non credo." replicò con voce rotta dal pianto la Trayana alle sue spalle "Però non so."
Il nastro riprese e fece fermare sotto al cono il secondo ragazzo, che fu portato via a sua volta. Poi fu Syril a ritrovarsi lì.
A differenza della luce rossa, quasi impercettibile una volta nel cono, la luce blu era accecante: una volta lì sotto la ragazza non vedeva quasi più niente e fu costretta a chiudere gli occhi. Sentì le mani alzarla come un sacco di patate, facendo ondeggiare al vento i suoi glutei arrossati e trascinandola via dal nastro.
Parve passare un tempo infinito, ma in realtà fu un viaggio di una manciata di secondi e quando esso fu concluso Syril sentì chiaramente il terreno sotto i propri piedi e le mani finalmente la lasciarono andare.
La ragazza ondeggiò a causa della perdita di equilibrio, ma rimase in piedi e una volta rimessasi salda sulle gambe riaprì lentamente gli occhi.
Si trovava in un corridoio piuttosto ampio, con delle grandi finestre, illuminato da lampadari di ferro dall'aria antica. C'erano diverse porte, e tra una e l'altra erano appesi dei quadri raffiguranti quella che sembrava arte classica. Oltre a lei, nel corridoio c'erano i due ragazzi Trayani che la precedevano sul nastro, intenti a strofinarsi le natiche arrossate.
Vedendoli, la ragazza realizzò di avere le mani libere e senza esitare li imitò subito, cercando di dare un minimo di sollievo ai glutei. Sussultò al contatto, ma poi il massaggio le alleviò un po' la pena.
La Trayana che era in fila dietro di lei ben presto li raggiunse, e fu vedendola arrivare nuda dalla vita in giù che Syril, fino a quel momento troppo presa dal dolore, realizzò di essere nelle sue stesse condizioni. Anche gli altri due ragazzi probabilmente fecero le stesse considerazioni, perché sia lei che loro si rialzarono l'intimo all'unisono, al fine di coprire le parti intime e non mostrarle più del dovuto ai presenti.
Uno dopo l'altro, tutti coloro che erano sul nastro arrivarono lì e tutti loro fecero la stessa cosa: si massaggiarono il sedere e poi si coprirono. Alla fine di tutto erano tutti e dieci nel corridoio, completamente vestiti.
"Bastardi, come hanno osato?!" ringhiò Laionel, asciugandosi gli occhi "Giuro che farò a pezzi questo posto, pezzo per pezzo."
"Oh, e piantala! Fai la dura, ma sei quella che si lamenta più di tutti!"
La Cavaliere Verde si voltò di scatto e un'espressione ancora più furente le si dipinse in volto nel vedere che a parlarle così era stata la Listrid, una ragazza piuttosto alta e dai lineamenti affilati, con capelli rossi come il fuoco uniti in una lunga coda. Aveva occhi color quarzo che sostenevano senza timore lo sguardo della Cavaliere Verde.
"Stai parlando con me, ghiacciolo?"
"Nessun'altro qui si sta lamentando, panna montata."
Quell'insulto fu la ciliegina sulla torta: Laionel si portò i pugni davanti al petto e fece un passo verso l'altra ragazza, pronta alla rissa.
Syril, l'altra Trayana e i due ragazzi della loro etnia si misero dietro alla Cavaliere Verde, pronti a darle man forte, sicuri di essere la razza dominante di Tray e determinati a non darla vinta ad un ghiacciolo un po' troppo arrogante. Nessun rifiuto della società poteva osare chiamare panna montata un'esponente la loro etnia.
Di contro, il Listrid maschio si posizionò accanto all'altra ragazza, col chiaro intento di battersi al suo fianco nello scontro imminente.
Agli occhi di Syril quei due erano dei poveri idioti, che da Trayani purosangue quali erano avrebbero potuto pestare senza nemmeno il vantaggio numerico che effettivamente avevano in quel momento.
In tutto quello, Yota e il ragazzo e la ragazza Yulnen erano defilati e guardavano la scena con occhi terrorizzati.
La tensione era palpabile nel corridoi, solo poche frazioni d'istanti e si sarebbe consumata una scena di violenza.
Fu allora che una delle porte si aprì, e da essa fuoriuscì una donna dal volto corrucciato. A occhio era sulla trentina, di media altezza e parecchio robusta, con gli occhi marroni e i capelli biondi, corti e molto ricci.
Per il resto era uguale alla donna dell'atrio: pelle rosata, posa rigidissima e abiti austeri, comprendenti la lunga gonna a vita alta, la camicetta bianca a maniche lunghe e il grosso fiocco al collo. Come per l'altra donna, anche lei portava la gonna ed il fiocco dello stesso colore, ma i suoi non erano neri, erano rossi.
"Basta così." fece, con voce piatta ma estremamente severa "Se vedo volare un solo pugno finite tutti di nuovo sul nastro. È questo che volete?"
La minaccia ebbe un effetto immediato: tutti sussultarono e si portarono le mani sul sedere, mentre ci fu uno scuotimento generale di teste.
"Immaginavo." annuì la donna "Forza, signori e signorine, tutti in classe, siete già in ritardo."
"Possiamo sapere tu chi diamine sei?" le domandò Laionel, incrociando le braccia.
La donna, lesta come un gatto, fu in secondo accanto a lei. Con una rapidità tale da non essere quasi vista dalla Cavaliere Verde, ella le afferrò un polso e con la mano libera le sferrò un poderoso sculaccione che la fece sussultare.
"Sono miss Rogers, signorina, la vostra insegnante di lettere, la responsabile della vostra classe e un'insegnante che pretende rispetto." la sgridò.
Syril strinse le natiche in un movimento involontario. La situazione decisamente non le piaceva per niente.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro