Confronti
Quando il sole sorse Vento era già sulle piazzole dove si allenavano i ribelli con la spada. Il mago doveva ammettere di non essere molto abile, anche perché non aveva mai avuto la possibilità di imparare, un po' come per i suoi poteri. Nessuno aveva potuto insegnargli a dominare la sua magia, perché chiunque avrebbe rischiato la vita.
Fece un paio di affondi e alcune stoccate quando la sua spada cozzó con un pugnale.
Il mago incroció lo sguardo con quello di Luce che gli sorrideva appena.
-Bisogno di aiuto?
-Si, sarebbe ben accetto.
Luce iniziò a spiegargli alcune mosse base della scherma ma poi Vento lo fermò per chiedergli un'informazione che voleva sapere da tempo.
-Posso sapere dove siamo esattamente?
Il Ladro lo osservò un attimo come se stesse prendendo tempo, o se stesse riflettendo.
-Avevo fatto solenne giuramento di non dirlo a nessuno, ma penso che un mago sappia difendere bene la propria mente. Questo è un cratere creato nottetempo dagli elfi della Notte, poco prima di stabilirsi nella foresta di Schinen, nessuno sa come arrivarci, io uso un portale per arrivare qui, ma ad esempio chi arriva volando deve bendarsi gli occhi. Il cratere si trova sopra la foresta, ed è protetta da una cupola magica che impedisce a chiunque di vedere cosa ci sia all'interno. - spiegò Luce.
Vento era a dir poco sorpreso, non pensava che i ribelli potessero essere così organizzati.
-Avevo intenzione di andare a Tallulah oggi, se vuoi venire...
-Devo venire Luce, stanotte ho fatto un sogno e so che solo Alcarohtar può darmi tutte le risposte che cerco. E io ho bisogno di sapere.
Luce annuì convinto, anche lui aveva delle domande da porre ad Alcarohtar, soprattutto riguardo al viaggio che avrebbe dovuto compiere verso l'isola di Knockainy. Non era mai stato laggiù, ma era certo di potersela cavare.
-Quando partiamo?
-Tra mezz'ora, non voglio perdere troppo tempo e so che tu non puoi aspettare oltre.
Vento annuì mentre tornava verso la sua tenda dove lo aspettava Freya. Da quando erano arrivati dai ribelli la ragazza pareva spenta come se avesse perso la voglia di vivere.
-Freya, cosa succede?
Il mago le appoggiò le mani sulle spalle mentre la ragazza si volatava verso di lui.
-Mi sento inutile, Ven.
A quelle parole Vento sentì come se avesse ricevuto una stilettata al cuore. Non voleva che Freya, la donna più importante della sua vita, pensasse di essere inutile, anche perché non era così.
-Perchè dici questo? - domandò il mago inginocchiandosi davanti a lei prendendole le mani.
-È la verità non sono una guerriera, né una guaritrice, sono solo una donna normale.
-Non è vero Freya, senza di te io non sarei qui, ma in città ad aspettare che mi arrestino. Ti devo la vita e non solo.
Come spesso gli capitava avrebbe tanto voluto poter togliere quel velo che separava il suo viso da quello dell'amata per poterla baciare, ma non era possibile, non erano ancora marito e moglie.
-Vorrei poterti baciare.
-E allora fallo, non ce la faccio più ad aspettare il matrimonio, Vento anche perché ogni giorno potrebbe essere l'ultimo che passiamo insieme.
Era terribilmente vero. Si erano imbarcati in una guerra della quale non conoscevano la portata, avevano sempre e solo sentito parlare della resistenza. Ma a Millennium tutto sembrava lontano e irraggiungibile come se non riguardasse per niente Ekbor.
Ora invece erano lì, nell'accampamento dei ribelli, a pochi passi da uno degli avamposti più importanti delle legioni di Bargund, e cominciavano a comprendere cosa significasse rischiare davvero la vita tutti i giorni.
Vento le tolse il velo che nascondeva quel viso dolce e puro iniziando a baciarla. Freya ricambiò consapevole del fatto che stavano per compiere qualcosa di sbagliato e proibito, poiché a Ekbor non si poteva giacere insieme prima del matrimonio.
Era una consuetudine che Bargund aveva sempre appoggiato, ma in quel momento ai due innamorati non importava nulla delle convenzioni. Il loro amore era stato represso per troppo tempo.
Erano giovani, certo, e volevano lasciarsi andare alla passione, quella sensazione travolgente alla quale nessuno può resistere, nemmeno un mago.
****
Luce tirò fuori da sotto la sua branda un lungo scrigno di legno finemente decorato e sospirò. Lì dentro vi era custodito uno dei ricordi più cari di suo padre.
-Liunil, tutto bene?
Nymphe era volata subito verso di lui poggiandosi sulla sua spalla.
-Si, tranquilla, stavo solo pensando, se lui fosse d'accordo con quello che sto facendo.
-Il saggio Morrigane lo è sicuramente, Liunil.
Sorrise dolcemente la fata accarezzandogli appena il viso.
-Nym, cosa farei senza di te?
Fu la risposta di Luce. Era vero, senza la regina il ragazzo si sentiva davvero perso.
-Cosa c'è qui dentro?
Il Ladro aprì lo scrigno rivelando una lunga spada, dall'elsa lunga perfetta per essere impugnata a due mani. Il fodero di cuoio bianco era decorato con del semplice filo d'argento che dava un tocco di eleganza alla lama.
-Questa è Speranza, la spada di mio padre. La salvai dall'incendio insieme ad alcuni libri. Morrigane voleva che la usassi in battaglia, ma io non ne ho mai avuto il coraggio. Adesso è il momento di usarla.
-Vuoi andare da Alcarohtar con quella?
-Si, Nym. Questa spada è rimasta chiusa qui dentro per troppo tempo. Se vuoi scusarmi ora devo cambiarmi.
Le fece l'occhiolino e Nymphe sorrise mentre la fata usciva dalla tenda per dare il tempo al suo protetto di cambiarsi.
Il loro rapporto era sempre stato di tipo affettivo e Nymphe si affezionava di più a lui ogni anno che passava. Tuttavia aveva molta paura di perderlo, non sapeva come avrebbe potuto reagire se a Luce fosse successo qualcosa di brutto. Chiuse gli occhi e le tornarono alla mente le parole del saggio Morrigane le aveva detto due notti prima che lo giustiziassero.
Ricordati Nymphe che anche se non sarò presente, io continuerò a vivere nei vostri ricordi, e, anche se Bargund non lo ammetterà mai, nei suoi incubi. Qualsiasi cosa accada, mia regina, continua a proteggere mio figlio. Sarà un grande leader anche senza di me.
Nymphe era rimasta sconvolta quando le aveva detto quelle frasi, ma non le aveva mai messe in dubbio.
Si fidava ciecamente di Morrigane e, in quel momento, giurò a se stessa che nessuno avrebbe mai toccato con un solo dito Luce.
-Eccomi!
Qualche minuto dopo Luce uscì dalla tenda vestito in modo completamente diverso da come chiunque era abituato a vederlo.
Indossava una lunga maglia blu notte fermata ai fianchi da una cintura di cuoio, i pantaloni erano dello stesso colore della maglia erano infilati in alti stivali di cuoio. Sulle spalle portava un mantello. La lunga spada di Morrigane riposava nel fodero al suo fianco. Gli abiti erano di una foggia molto raffinata.
-Liunil... sei davvero bellissimo.
Il ragazzo arrossì appena.
-Non dire così, mi imbarazzo.
Nymphe sorrise.
-Che dici andiamo a chiamare Vento?
Luce annuì sorridendo mentre si incamminavano verso la tenda di Vento e Freya.
****
Vento sorrise mentre accarezzava il fianco nudo di Freya. Avevano fatto l'amore per la prima volta senza pensare alle conseguenze che quel gesto avrebbe portato.
-E ora cosa succederà? - domandò Freya guardando il mago.
-Non lo so, ma non voglio che pensi di essere inutile, perché non lo sei. Io ti amo Freya e sono pronto a tutto per te.
La ragazza lo baciò dolcemente poi lo guardò di nuovo.
-Quando tornerai da Tallulah, mi troverai qui e sono certa che avrò capito qual è il mio ruolo. Non sarò un peso per te, ma un valido aiuto.
Vento sorrise mentre si alzava dalla branda rivestendosi. Il desiderio di restare tra le lenzuola insieme a Freya era forte ma sapeva che probabilmente Luce lo stava cercando e non voleva farlo aspettare.
Anche Freya si rivestí in fretta. Non voleva che qualcuno la vedesse in quelle condizioni. Non poteva negare che le fosse piaciuto stare con Vento in quel modo anche se avevano dato uno schiaffo alla tradizione e saltato a piè pari tutti preamboli. Tuttavia la ragazza non poteva non dire che lo amava ancora di più.
-Coraggio andiamo.
Uscirono dalla tenda e si separano poco dopo perché Vento decise di andare ad allenarsi con Klaus, per cercare di migliorare con la spada. Mentre Freya era andata a cercare Amy Lee, voleva chiederle alcune cose importanti.
La trovò poco dopo un una tenda adiacente a quella del consiglio.
-Scusate, Amy Lee.
La donna alzò lo sguardo dal lettino dove dormiva la piccola Diantha e le sorrise.
-Prego, vieni pure.
Seppur con molto imbarazzo Freya si fece avanti e la raggiunse all'interno della tenda.
-Dimmi.
Il sorriso che le mostrò era davvero dolce come quello di una sorella maggiore.
Freya spiegò in due parole come si sentiva ed Amy Lee ascoltò fino alla fine lo sfogo della ragazza per poi sorriderle.
-Sai Freya, c'è un modo per imparare a combattere senza rinunciare all'essere donna. Io so combattere e conosco anche tutte le erbe medicinali che esistono a Ekbor e ti assicuro che è molto utile. Sento che tu vuoi imparare per sentirti utile alla nostra causa. Posso dirti solo una cosa, Freya questo addestramento aiuterà non solo noi, ma anche te stessa.
Quelle parole colpirono Freya che annuì convinta. Era pronta ad affrontare qualsiasi cosa.
Angolo autrice: Bentornati in quel travagliato mondo che è Ekbor:) spero che questo aggiornamento vi piaccia.
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