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Tarpea, storia di un tradimento

« ...la ragazza era andata oltre le mura ad attingere acqua per i culti rituali. Dopo averla catturata, la schiacciarono sotto il peso delle loro armi e la uccisero, sia per dare l'idea che la cittadella era stata conquistata più con la forza che con qualsiasi altro mezzo, sia per fornire un esempio in modo che più nessun delatore potesse contare sulla parola data. »

(Tito Livio)

Non tutti conoscono la storia di Tarpea. La giovane era una vergine vestale, ovvero una ragazza devota alla dea Vesta e come tale impegnata a proteggere il suo fuoco sacro in modo che la dea non si vendicasse con la popolazione. La storia, riportataci da Tito Livio, racconta di come la fanciulla aprì le porte di Roma ai Sabini che volevano invaderla per riavere indietro le loro donne, e di come questi la uccisero. Sul motivo di questo tradimento le fonti sono discordanti: alcuni dicono che fu per avere i bracciali d'oro dei Sabini e che questi appena entrati, le gettarono addosso non solo i loro monili, ma anche gli scudi, approfittando del fatto che lei avesse chiesto ciò che tenevano al loro braccio, uccidendola, per altri che fosse in realtà la figlia del capo dei Sabini, oppure che gli invasori fossero i Celti Boii e che lei fosse innamorata del loro re.

Ma per quale motivo Tarpea tradì i Romani? Beh, dobbiamo prima di tutto pensare al suo ruolo: era una vestale, era costretta ad una vita con ben poche distrazioni. Una ragazza così deve aver visto nell'arrivo dei Sabini la propria salvezza, un modo per fuggire da un mondo che non le dava altre possibilità.

Un'ultima cosa: la storia narra che a Tarpea fu dedicata una rupe, quella dalla quale, secondo alcune leggende, fu gettata dai Romani visto che era riuscita a salvarsi dai Sabini. Un monito per tutti i traditori.

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