Medea, storia di una barbara
Si tratta probabilmente del personaggio più controverso del panorama mitologico greco. Medea. Figlia, sorella, innamorata, madre. Sbagliò in tutti questi suoi compiti.
Medea era la figlia del re Eete, fratello di Circe e figlio del dio Elios. Fu iniziata all'arte della magia fin da giovanissima. Alcuni sostengono che fosse addirittura una discendente di Ecate, in molti miti ne è comunque la sacerdotessa (ci viene per esempio detto che fu proprio dalla dea che imparò a usare le erbe). Crebbe sull'isola di Colchide, dove si trovava il mitico vello d'oro. Proprio per prendere questo vello (e dimostrare di essere il vero re di Iolco) Giasone si recò in Colchide, dove Eete lo sottopose a molte prove, dalle quali probabilmente il giovane non sarebbe uscito vivo se non avesse avuto l'aiuto di Medea. Qui troviamo la prima discrepanza tra Medea e la brava donna greca, che mai avrebbe tradito il proprio padre per un estraneo. A ben vedere però Medea non è greca e sul fatto che lei sia straniera torneremo in seguito, perché in tutta la storia di questa donna è importante ricordare il fatto che sia "straniera". Un mito inoltre racconta di come la stessa Afrodite abbia ordinato al figlio Eros di colpire con una freccia Medea per farla innamorare di Giasone. Questa potrebbe essere un'attenuante. L'eros era un amore passionale e irrazionale, un amore insomma che nei miti greci porta danni.
Eete, furioso delle continue vittorie di Giasone, era comunque determinato a non dargli il vello. Medea così aiutò nuovamente il suo innamorato e i due fuggirono insieme con il vello, subito rincorsi dal re. Per permettere alla nave di scappare Medea uccise il proprio fratello, lo fece a pezzi e lo gettò in mare, in modo tale che il padre si dovesse fermare per ricomporre il corpo e dargli una degna sepoltura. In seguito, per essere purificata da questo crimine, la giovane andò dalla zia Circe.
Chi ci racconta la storia di Medea, dopo la fuga dalla sua isola, è Euripide, un autore teatrale controverso. Euripide infatti è sia il paladino delle donne, sia colui che le definisce "l'ambiguo malanno" (Zeus, perché hai dunque messo fra gli uomini un ambiguo malanno, portando le donne alla luce del sole? Euripide, Ippolito, 616-617.). Le eroine di Euripide sono spesso trasgressive, come la sua Fedra, capace di tutto pur di vendicarsi del figliastro Ippolito che non aveva ceduto alle sue lusinghe. Non è comunque un caso che Euripide scelga Medea, che rappresenta in pieno l'archetipo dell'esule e che ha già un passato fosco, come protagonista della sua tragedia. La storia inoltre potrebbe essere una critica velata dell'autore alla guerra del Peloponneso, scoppiata proprio in quegli anni.
Sappiamo che non appena tornò a casa Giasone, dopo aver sfruttato ancora l'aiuto di Medea per uccidere l'usurpatore Pelia (Medea convinse le figlie a ucciderlo convinte di ringiovanirlo) e diventare re (ruolo che gli aspettava comunque di diritto), ebbe da lei ben due figli, cosa che ci fa pensare che il loro rapporto sia durato per parecchio tempo. Giasone però, essendo re, non poteva sposare Medea, in quanto lei era una straniera. Optò quindi per convolare a nozze con un'altra donna. Medea, furiosa, fece arrivare una veste alla rivale, che non appena la indossò andò a fuoco. non contenta di questa vendetta uccise i propri figli. Questo è forse uno dei più cruenti gesti raccontati nel teatro greco. Una madre che uccide i propri figli.
Si può solo immaginare l'effetto che una Medea possa aver fatto ai suoi contemporanei e in particolare alle donne ateniesi che per prime assistevano alla tragedia. Medea però era straniera, questo permetteva di guardare la tragedia senza che le donne si sentissero troppo coinvolte. I greci vedevano i barbari come esseri capaci di fare ogni cosa, anche le più crudeli.
Lei stessa, nell'opera teatrale, si rivolge alle donne, e possiamo pensare che sia Euripide stesso a parlare attraverso la sua voce.
Noi donne siamo le più sfortunate. Per prima cosa abbiamo bisogno di un marito, qualcuno che otteniamo a un prezzo eccessivo. Poi diventa il dominatore dei nostri corpi... Perché un divorzio perde ogni rispetto per le donne, eppure non possiamo rifiutarci di prendere marito. Noi donne dobbiamo guardare un solo uomo...
Il ruolo di donna era sottoposto a molte condizioni sfavorevoli. Un esempio era quello del divorzio (che la stessa Medea cita). Sebbene all'epoca il divorzio fosse permesso a entrambi i coniugi non abbiamo traccia di donne che lo richiesero. O meglio, ci viene raccontata la storia della moglie di Alcibiade che provò a divorziare, ma che fu riportata a casa dal marito, furioso. In pratica quindi solo gli uomini potevano divorziare.
La cosa però che forse lascia più perplessi è che non ci sia una punizione per Medea. Lei semplicemente se ne va, torna alla sua terra d'origine, lasciando Giasone sconvolto. Euripide non la condanna. Perché?
Per alcuni l'uccisione dei figli sarebbe da interpretarsi dal punto di vista simbolico. Medea uccide la maternità, si ribella al ruolo di donna come madre. Forse per questo Euripide non la punisce.
Esisterebbero inoltre altre versioni della storia in cui non fu Medea a uccidere i propri figli, questo potrebbe far pensare che ci sia stata una contaminazione tra i vari miti. Forse l'infanticidio fu aggiunto da Euripide stesso. In alcune versioni invece Medea uccide i figli per errore, nella speranza di dar loro l'immortalità. Giasone, visto quello che lei ha fatto, l'abbandona.
Forse però Euripide ci voleva dire dell'altro. Medea era priva di una casa paterna. Questo per i greci era una cosa degna di nota. La donna greca restava per tutta la vita, anche dopo essersi sposata, legata al padre, che poteva decidere di proteggerla in caso di problemi con il marito (e se non c'era un padre, c'era magari un fratello). Medea non ha questa possibilità, Medea è più sola delle donne ateniesi (che a ben vedere sono già parecchio svantaggiate). E così a ben guardare lo sono i figli avuti con Giasone, non solo perché figli illegittimi, ma soprattutto perché avevano una madre straniera. Nel suo delirio Medea pensa di salvare i figli.
Sappiamo che dopo la fuga da Iolco, Medea tornò dal padre Eete e lo aiutò a scacciare Perse, suo zio, che aveva preso l'isola. I due si riappacificarono. Forse questo è il lieto fine per Medea, ritornare alla casa paterna.
La figura di Medea è viva ancora oggi, soprattutto grazie a Euripide e alla sua opera teatrale.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate della storia di Medea? Fatemi sapere cosa ne pensate. L'app ha fatto i capricci durante la correzione del capitolo, per cui spero che non ci siano problemi nella lettura.
A presto!
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