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Lovecraft, tra incubi e donne

Il mio nome è Howard Phillips Lovecraft. Vivo al 66 di College Street, a Providence, nel Rhode Island. Il 24 novembre 1927 (non so in che anno mi trovi ora) caddi addormentato ed iniziai a sognare. Da allora non sono riuscito più a svegliarmi.

Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo delle acque nere dell'infinito e non era detto che dovessimo viaggiare lontano

Lovecraft è uno scrittore a volte controverso, uno dei massimi esponenti del genere horror e fantascientifico. Le sue opere sono perlopiù racconti, ma scrisse anche poesie e alcuni romanzi (tra cui Alle montagne della follia, seguito de Le avventure di Gordon Pym di Allan Poe). Nei suoi scritti appare spesso un Male che non ha nome, che s'impone dall'esterno su esseri umani privi di speranze di salvezza. I protagonisti delle sue opere sono quasi tutti molto simili: uomini, senza un passato (o almeno questo non ci viene raccontato), privi di vita sociale, un po' come lo scrittore.


Lovecraft era una personalità curiosa, cresciuto lontano dai coetanei, educato a casa per la sua salute cagionevole (e soprattutto perché la madre lo considerava così brutto da non volerlo fare uscire di casa e proprio questo pensiero lo spinse a scrivere L'estraneo, in cui il protagonista scopre di avere un aspetto mostruoso), entrambi i genitori finirono i loro giorni in manicomio. Da piccolo si avvicinò all'astronomia (grazie alla nonna) e alla letteratura (grazie al nonno), lesse in particolare Allan Poe, Le mille e una notte, Le fiabe dei fratelli Grimm.

Molti si sono interrogati sul fatto che le donne nelle sue opere siano poco presenti e quando lo sono normalmente non sono personaggi positivi, ma streghe o esseri alle dipendenze di creature mostruose (La cosa oltre la soglia). Si potrebbe però dire che in realtà gli esseri umani escono sempre come sconfitti nelle sue storie e che quindi non sono le donne a risultare sconfitte ma l'intero genere umano. Lo stesso autore inoltre in una lettera sostiene che la discriminazione riguardo le donne è una superstizione. Lovecraft non sarebbe quindi misogino, non consciamente perlomeno. Inoltre lo scrittore manteneva delle relazioni epistolari con diverse donne. Un altro punto degno di nota è il fatto che Lovecraft eviti di parlare di sessualità nei suoi scritti e quando lo fa o è patologica (in Cari estinti il protagonista è un necrofilo) oppure genera mostri (L'orrore di Dunwich). La vita sentimentale di Lovecraft fu quasi inesistente e travagliata, infatti si sposò solo una volta e il matrimonio durò appena due anni, dopo i quali lei se ne andò per poi risposarsi con un altro (lo scrittore comunque non firmò mai il documento del divorzio, nonostante le abbia fatto credere il contrario, cosa che ci può far pensare che lui volesse negare questo fallimento). Alcuni sostengono che il matrimonio naufragò perché Lovecraft era poco interessato alla sessualità, ma ciò pare sia stato smentito dalla moglie stessa. Certo è che la prima presenza femminile nella vita dell'uomo, ovvero la madre, soffrì di una forte depressione tanto che fu ricoverata. Ciò potrebbe averlo segnato per tutta l'esistenza, non permettendogli di creare un rapporto pienamente soddisfacente con una donna.

Lovecraft fu tormentato tutta la vita dagli incubi, i Magri Notturni, come li chiamava lui e che descrisse nelle sue lettere.

"Nel Gennaio del 1896 la morte di mia nonna gettò la casa in un'atmosfera cupa, dalla quale non uscì mai più. Le vesti nere di mia madre e delle mie zie mi riuscivano paurose e ripugnanti... Fu allora che la mia vivacità naturale si spense. Cominciai ad avere gli incubi più odiosi, popolati di cose che chiamai "Night Gaunts", Magri Notturni... Erano cose nere, magre, rugose, con code lunghe e pelose, ali di pipistrello e nessuna traccia di un volto... Non avevano voce e la loro unica forma di vera tortura era l'abitudine di solleticarmi lo stomaco prima di afferrarmi e portarmi via con loro... In sogno mi trascinavano nello spazio a velocità paurosa e mi tormentavano e trafiggevano con i loro detestabili tridenti(...) una volta sveglio li disegnavo (...)la mia unica preoccupazione, ogni sera, era di farmi restare sveglio e respingere i magri-notturni."

Impossibile non vedere in questi incubi l'origine delle sue storie. Il fatto che non abbiano volto è poi molto interessante, come il fatto che siano iniziati dopo la morte della nonna e che lui stesso parli delle vesti nere della madre e delle zie, mentre poco dopo descrive i Magri Notturni come esseri neri può renderci la cosa un po' più comprensibile. Forse le paure di Lovecraft sono legate alla morte e alla follia e prendono in parte l'aspetto della madre e delle zie che nei suoi sogni vengono trasformate in esseri mostruosi. Possiamo forse vedere qua una sorta di paura verso il genere femminile? Difficile dirlo.

Un tema ricorrente in molte sue storie è inoltre la contaminazione del sangue (La maschera di Innsmouth) oppure le maledizioni di famiglia (Il caso di Charles Dexter Ward) o ancora i segreti familiari (I ratti nel muro). Ciò potrebbe essere legato alla sifilide per cui il padre impazzì quando Lovecraft era molto piccolo.

Altro tema delicato è la conoscenza che per l'autore è sempre pericolosa, i suoi protagonisti vengono infatti schiacciati da essa.

A Lovecraft sono stati diagnosticati sia il disturbo schizoide di personalità, sia la sindrome di Asperger. Difficile dire se soffrisse davvero di una delle due patologie, ma sicuramente resta uno scrittore bizzarro, creatore di una cosmologia di esseri destinati, nei suoi scritti, a sconfiggere l'uomo.

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