Le passanti, tutti gli amori mancati
Voglio dedicare questa poesia
A tutte le donne amate
Per qualche istante segreto.
A quelle conosciute appena,
Che un destino diverso porta via
E che non si ritrovano più.
A quella che si vede apparire
Per un secondo alla finestra
E che, rapida, scompare via,
Però la sua sagoma snella
È tanto graziosa e sottile
Da rimanerne rasserenato.
Alla compagna di viaggio,
I cui occhi, affascinante paesaggio
Fan sembrare breve il cammino
E che si è il solo, forse, a capire
Ma che, però, si lascia scendere
Senza averle sfiorato la mano.
All'esile e leggera ballerina di valzer
Che vi è parsa così triste e nervosa
In una notte di carnevale,
Che è voluta rimanere ignota
E che non è più ritornata
A volteggiare in un altro ballo.
A quelle che sono già prese
E che vivendo delle ore grigie
Accanto a uno ormai troppo diverso
Vi hanno, inutile follia,
Fatto vedere la malinconia
D'un avvenire disperante.
A quelle timide innamorate
Che sono restate in silenzio
E che ancora vi rimpiangono,
A quelle che se ne sono andate
Lontane da voi, tristi, abbandonate,
Vittime d'uno stupido orgoglio.
Immagini care appena scorte,
Speranze d'un giorno deluse,
Domani sarete nell'oblio
Per quel poco di felicità che sopravvenga
E' raro che ci si ricordi
Degli episodi del cammino.
Ma se la vita è andata male,
Si pensa con un po' di rimpianto
A tutte quelle felicità intraviste,
Ai baci che non si osò prendere,
Ai cuori che forse vi attendono,
Agli occhi mai più rivisti.
Allora, nelle sere di stanchezza
Mentre si popola la propria solitudine
Di fantasmi del ricordo
Si piangono le labbra assenti
Di tutte quelle belle passanti
Che non si è saputo trattenere.
Questa bellissima poesia di Antoine Pol parla delle passanti, ovvero quelle donne con le quali l'autore è entrato in contatto un attimo solo, abbastanza però da lasciare il segno. Ma chi sono queste donne?
Possiamo affermare che sono spettri di amori mancati, d'infatuazioni. Il poeta non osa approfondire questi rapporti, forse neppure vuole, non è forse meglio una bella fantasia ad una realtà deludente? Le osserva, le sfiora, le vuole, ma non potrebbe sopportare un rifiuto. Il tema delle passanti è anche trattato da Proust nella sua opera principale Alla ricerca del tempo perduto. La donna che diviene quasi un oggetto, osservata ma non realmente posseduta, La donna che provoca paura in colui che la osserva, tanto da impedirgli di avvicinarsi. La donna come oggetto sacro, abbastanza da essere ammirata, ma non da poter avere un reale rapporto con lei.
Unica consolazione diventa quindi il ricordo, ma anche il pensiero di ciò che sarebbe potuto essere ed alla fine non era stato. Un modo forse per difendersi da una realtà che non rispetta le proprie aspettative. Poco importa in fondo il motivo per il quale non si è approfondito il contatto con la passante, che sia per la brevità del tempo, la volontà di restare ignota della fanciulla, o ancora per orgoglio, la donna è al di là della portata del nostro protagonista, è una donna lontana, probabilmente perché è lo stesso protagonista che non riesce a rapportarsi a lei. Si potrebbe quasi dire che proietta sulle passanti i suoi sentimenti, che sia il nervosismo della ballerina, o la timidezza d'amore di tutte quelle che non si sono dichiarate. Che il nostro protagonista sia un "inetto a vivere"? Che la vita alla fine gli sia realmente andata male? Non lo possiamo sapere, ma non dubito che se avesse conosciuto veramente le sue belle passanti non tutte avrebbero mantenute il loro aureo fascino.
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