Il vampiro ed il tabù del morto
Essere legato all'oscurità, il vampiro affascina da sempre i vivi nonostante si trovi in una condizione decisamente svantaggiosa, quella del morto. Ma ora analizziamo un po' questa misteriosa figura e soprattutto la paura che pareva innescare nelle epoche passate.
Prima di tutto il vampiro è un essere ambiguo, appartenente a due mondi contemporaneamente, quello dei vivi e quello dei morti, una condizione che è tipica di altre creature (si pensi ai fantasmi o ad altri esseri del folklore), il vampiro però si deve nutrire dell'essenza vitale dei vivi ( molto spesso il sangue) per poterlo fare. È quindi molto simile ad un parassita. Nei primi racconti i morti fanno prima visita ai loro parenti più stretti. Ma perché questa scelta? Possiamo spiegarla usando Totem e Tabù di Freud. I vampiri sarebbero il frutto dei sensi di colpa dei vivi. Il malato provoca dei sentimenti di risentimento in coloro che lo accudiscono, sentimenti che non vengono elaborati consciamente. Il parente deve accudire il malato, così facendo molto spesso rinuncia a vivere tranquillamente la propria vita, ciò provoca un risentimento nei confronti del malato. Quando però questo muore il senso di colpa per questi sentimenti prendono il sopravvento e così si decide di proiettare il risentimento sul morto, come se fosse lui ad odiare il vivo perché essendo morto non può più godere delle gioie dei vivi, e cosa può fare un morto risentito? Semplice, torna dalla tomba per cercare la propria vendetta, ma anche per riuscire a mantenersi in una condizione di non morte (rubando ciò che dona la vita ai vivi, l'essenza vitale, che sia il sangue, come nella maggior parte delle storie, oppure la semplice energia). Il non morto vuole che il vivo, il parente in particolar modo, soffra e così lo morde, gli toglie la vita.
Si noti inoltre che in un tempo passato si credeva che nessuno morisse di morte naturale, ma sempre a causa di un incantesimo, di un desiderio che l'altra persona muoia, magari anche un desiderio che non viene espresso esplicitamente, ma che si trova in qualche angolo della mente. Solo successivamente diventano vampiri le anime infelici oppure quelle condannate in vita. Il morto così torna per vendicarsi.
Un'ultima cosa: una spiegazione per cui i vampiri sceglievano per primi i parenti poteva essere che in origine il vampirismo deriva dalle epidemie di tubercolosi. Laddove moriva uno dei componenti della famiglia, spesso anche gli altri membri s'ammalavano e morivano, come se il defunto fosse tornato per portarli via con loro.
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