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Il fantasma dell'opera e la fuga dal mondo

È il 1910 quando esce un romanzo destinato a un enorme successo: "Il fantasma dell'opera". La storia ricorda un po' La bella e la bestia. Si dice che Leroux s'ispirò al ritrovamento di uno scheletro deformato nei sotterranei del teatro parigino per scriverlo, poco importa comunque la sua origine, Erik, il "fantasma" è destinato a entrare nei sogni, o meglio negli incubi, di tutti. 

Erik non è un vero mostro, ma un essere umano nato con una deformazione fisica. Questo lo rende differente da molte altre creature che popolano la letteratura gotica, come Dracula o il mostro di Frankenstein. Erik è un essere umano dalla grande intelligenza e abilità, tanto che è lui stesso a costruire il teatro in cui poi andrà ad abitare. L'autore descrive il suo aspetto fisico paragonandolo a quello di un morto, Erik assomiglia in tutto e per tutto a uno scheletro e per nascondersi utilizza una maschera. Inoltre dorme in una bara e protegge il suo rifugio con delle trappole mortali, create da lui stesso.

Inutile dire che Erik rimane affascinato dalla bella protagonista, che a sua volta è incantata dalla voce di lui, una voce angelica, che le ricorda l'Angelo della Musica, una figura legata alla infanzia. Inizia quindi un rapporto maestro-allieva, un rapporto in cui c'è anche una sorta di erotismo latente. Erik ha una voce che è capace d'incantare, di sedurre, una voce che è opposta al suo aspetto.

Ma chi è veramente Erik? Un'oscura figura o un uomo solo e infelice?

Erik non accetta il suo aspetto per questo si nasconde dietro una maschera, per questo fugge da tutti. Le esperienze infantili hanno sicuramente un peso nelle sue scelte. Siamo infatti a conoscenza del fatto che Erik è stato abbandonato dalla madre e che il padre non lo ha neppure voluto vedere. Inoltre non ha mai avuto delle persone che si affezionassero completamente a lui. Erik è sempre stato solo, non sorprende quindi che resti affascinato dalla bella Christine e cerchi di conquistarla con la sua voce. Ha trascorso diverso tempo in Oriente, dove ha incontrato il Persiano, altro personaggio presente nel romanzo.

Erik fugge da un mondo che lo ha sempre rifiutato e si nasconde nei sotterranei dell'Opera di Parigi, sua creazione, l'unico luogo in cui si possa sentire a casa, dal suo nascondiglio domina sul teatro, è lui che gestisce ogni cosa, finalmente padrone di qualcosa. Il suo grande obiettivo è quello di terminare un'opera che mostri al mondo tutta la sua bravura, il Don Giovanni trionfante, interessante notare che vuole scrivere di un personaggio che è palesemente opposto a lui. È un uomo geniale ma infelice. Lui stesso ammette che l'amore avrebbe potuto renderlo buono. Quando Christine gli toglie la maschera lui la minaccia di non poterla lasciare andare via e possiamo intuire dalle sue parole che altre donne, visto il suo aspetto, siano fuggite. Ma alla fine Erik non è crudele, è solo un uomo che cerca l'amore e lascerà andare Christine, permettendole di sposare il fidanzato, Raul, che non possiede nessuna particolare dote in realtà. Unica promessa che le strappa è quella di tornare da lui e di seppellirlo.

Erik muore, probabilmente di mal d'amore, cercando di trovare la redenzione. Una fine triste per un uomo triste.

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