Il cuore rivelatore, confessione di un delitto
È la verità! Sono nervoso, sono stato e sono molto, molto, terribilmente nervoso; ma perché volete dire che sono un pazzo? Il male ha affinato i miei sensi, non distrutti, non annientati. Più di chiunque altro avevo avuto acuto il senso dell'udito. Ho ascoltato tutte le voci del cielo e della terra. Molte ne ho intese dall'inferno. Per questo sono pazzo? Uditemi! e osservate con che precisione, con che calma io posso narrarvi tutta la storia.
Non è possibile dirvi come in principio l'idea entrò nel mio cervello; ma una volta concepita, essa mi possedé giorno e notte. Non v'era né scopo né passione. Io amavo il vecchio, non mi aveva mai colpito. Non mi aveva mai insultato. Non desideravo affatto il suo oro.
Un racconto che mette i brividi, perché è la storia di un omicidio senza una reale motivazione. Il protagonista infatti nega di avere un qualche odio verso la sua vittima, nonostante ciò la uccide e occulta il corpo. La giustificazione? L'occhio diabolico del vecchio che lo fissa. Ma andiamo per ordine.
La storia, scritta da Allan Poe, maestro dell'horror, è principalmente la confessione di un individuo, di cui non sappiamo nulla, neppure il nome od il suo rapporto con la vittima, colpevole di aver ucciso una persona, ma è soprattutto la manifestazione dei suoi sensi di colpa. L'assassino sente il cuore del morto battere, lo sente nonostante abbia nascosto il corpo sotto le assi del pavimento. Sarà proprio questo battito a spingerlo a confessare l'atroce delitto.
Ma chi è questo assassino? Possiamo solo fare delle supposizioni sulla sua identità basandoci sul fatto che viva con la sua vittima e definisca questa come vecchia. Potrebbe trattarsi di un figlio che nutre un odio particolare per il padre, oppure di un maggiordomo, o ancora di un qualche parente, magari un nipote. Che soffra di disturbi psicologici è palese, molto probabilmente è la monomania, ovvero una fissazione per un determinato oggetto, in questo caso l'occhio azzurro e malefico del vecchio, che lo porta a compiere un atto atroce e privo di senso, un tipo di follia molto usata da Poe.
L'assassinio viene commesso di notte, quasi ad indicare il buio della ragione, il protagonista resta per ore immobile, indeciso sul da farsi, sarà solo la visione dell'occhio aperto del vecchio a convincerlo dell'impossibilità di rinunciare a quel piano. L'uccisione è efferata e quindi il cadavere viene nascosto sotto il pavimento, forse un modo per dirci che in fondo una colpa resta sempre nascosta dentro di noi, nonostante cerchiamo in tutti i modi di nasconderla.
Interessante notare che il protagonista sottolinea il fatto di non essere pazzo, sebbene dal suo racconto traspari chiaramente che non lo si possa definire in nessun altro modo.
In conclusione un'interessante storia di quello che succede nella mente di un assassino quando il senso di colpa ha la meglio su ogni altro pensiero.
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