Il canto di Natale, storia di una redenzione
Sembra impossibile ma quando "Il canto di Natale" di Dickens uscì per la prima volta, correva l'anno 1843, la storia ebbe ben poco successo. Poco importa però, perché nel giro di qualche anno divenne una delle storie natalizie più famose. La trama la conoscono tutti, si è perso il conto di tutti gli adattamenti fatti.
La frase di Scrooge «Bah! Humbug!» (in italiano "Bah! Sciocchezze!") è entrata come espressione idiomatica nella lingua inglese. Il racconto parrebbe inoltre essere la causa dell'enorme rivalutazione delle feste natalizie che avvenne nell'epoca vittoriana.
Il personaggio di Scrooge è, all'inizio della storia, il prototipo dell'avaro, personaggio che ritroviamo in tutte le culture e le epoche. La bravura di Dickens sta proprio nel permettere all'avaro di evolvere, di cambiare. Laddove molti degli avari precedenti rimangono statici Scrooge evolve durante una sola notte, quella della Vigilia di Natale, certamente una scelta simbolica. I viaggi del nostro protagonista avvengono inoltre in seguito alla comparsa del suo defunto collega e amico Marley, il quale doveva non essere molto diverso da lui. La morte di Marley è avvenuto proprio sette anni prima, la Vigilia di Natale. Impossibile non notare la strana coincidenza. Forse Scrooge ripensa involontariamente a Marley e da questo pensiero ha inizio un viaggio simbolico.
Il primo da cui verrà visitato Scrooge è lo Spirito del Natale passato che lo porterà in un viaggio nel tempo. Si tratta di una figura androgina, luccicante, con un viso che continua a cambiare, che unisce i fiori estivi all'agrifoglio. Un omaggio ai ricordi che non sono mai uguali, ma uniscono più cose. Capiamo così come Scrooge è diventato quello che è. Mandato in un collegio dal padre, dopo la morte della madre, è un bambino solo, che studia sempre. Ci viene mostrato l'affetto per la sorella, la madre del nipote Fred. Conosciamo inoltre il suo rapporto con il primo datore di lavoro, un uomo giusto e onesto che ci mostra come sia possibile essere sia uomo d'affari sia buono. Infine ci viene mostrata la fidanzata con la quale si lascia per il troppo attaccamento al denaro. Lo spirito gliela mostra anche anno dopo, quando lei è sposata, povera ma felice. Sarà proprio a questo punto che Scrooge, furioso, aggredirà lo spirito, non riuscendo a sopportare quello che sta vedendo. Forse per la prima volta si rende conto di quello che ha perso, di come avrebbe potuto essere la sua vita.
Lo spirito seguente è quello del Natale Presente, simile a Babbo Natale. Porta Scrooge a vedere i luoghi della città più poveri. Ad un certo punto lo spirito inizia a invecchiare fino a diventare polvere allo scoccare della mezzanotte.
L'ultimo che si presenta è lo Spirito del Natale Futuro. Tra tutti e tre è il più misterioso, perché il futuro non si può conoscere. Ha le sembianze di uno scheletro con un lungo mantello, chiaro riferimento alla morte. Bisogna inoltre considerare che le epidemie erano comuni in quell'epoca. Lo spirito diventa quindi un memento mori e mostra la misera fine di Scrooge, dimenticato quasi da tutti, con la cameriera che rivende le cose che gli ha rubato.
Il percorso è completo, Scrooge si sveglia da questo orribile sogno. Finalmente è consapevole di quanto la sua avarizia ha danneggiato sia se stesso sia gli altri ed è pronto a rimediare. Inutile dire che il percorso fatto da Scrooge è soprattutto psicologico. L'uomo comprende i suoi sbagli e si rivela pronto a rimediare. Il lieto fine è garantito.
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