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I padri nelle fiabe

Assenti, trascuranti, innamorati delle donne sbagliate. I padri in molte fiabe non compaiono, hanno ruoli marginali oppure mettono involontariamente nei guai le loro figlie.

Tipico di molte fiabe è il padre assente. Cappuccetto Rosso ne è un esempio lampante. Nella storia non compaiono né il padre né il nonno della bambina. Non c'è quindi nessuna figura di riferimento. A ben vedere però abbiamo ben due figure maschili d'impatto: il lupo e il cacciatore. Proprio quest'ultimo potrebbe rappresentare il surrogato di una figura paterna. Salva infatti sia Cappuccetto Rosso sia la nonna. Si pone come unico personaggio maschile buono in contrasto con il lupo. Spesso le figure salvifiche possono rappresentare in realtà quelle genitoriali. A ben pensarci i genitori salvano i figli, esattamente come il cacciatore.

A volte la figura paterna è presente, ma marginale. È il caso di storie come Biancaneve o Cenerentola, in cui ci sono delle figure femminili molto ingombranti.

In Biancaneve abbiamo delle figure maschili sostitutive: il cacciatore e i nani. Il primo salva la ragazza, ma non riesce a opporsi direttamente alla matrigna (un padre protettore, ma incapace di combattere). I secondi consigliano Biancaneve senza essere mai ascoltati. Abbiamo quindi delle figure di riferimento maschili che non possono realmente essere d'aiuto alla ragazza.

In Cenerentola non troviamo nulla di simile a un padre. In realtà c'è chi vede nelle restrizioni imposte dalla fata madrina (riguardo il tornare prima di mezzanotte) un'impostazione quasi paterna. In alcune versioni della fiaba inoltre il padre della giovane compare ed aiuta il principe a cercare di prendere la misteriosa dama che si presenta al ballo. Si tratta forse di un tacito passaggio da una figura di riferimento a un'altra (dal padre al marito).

In Raperonzolo e La bella addormentata i padri ci sono, ma non possono fare nulla per proteggere le figlie. Sono figure che impallidiscono davanti ai personaggi femminili (in particolare a quelli delle cattive).

In Hansel e Gretel c'è un padre che vuole sbarazzarsi dei figli per far felice la nuova moglie (di nuovo la matrigna viene preferita ai propri figli).

In una fiaba è invece presente un padre apparentemente positivo (almeno nel rapporto con la figlia): La Bella e la Bestia. Proviamo ad analizzarla.

Prima di tutto Belle è orfana di madre, vive con il padre e, in alcune versioni, le sorelle (da notarsi che in ogni versione lei è sempre la sorella minore e la prediletta dal padre). La ragazza è molto legata al genitore, tanto da rifiutare qualsiasi pretendente, a differenza delle sorelle, pur di restare con lui. Quando l'uomo perde tutti i suoi averi Belle resta stoicamente al suo fianco, non lamentandosi e iniziando a vivere con gioia in campagna, differenziandosi anche qui dalle sorelle che rimpiangono la vita lussuosa che avevano prima. A ben guardare Belle prende un po' il posto della figura materna, decidendo di restare al fianco del padre e di prendersi cura di lui (c'è un'inversione dei ruoli). Interessante è anche il regalo che chiede al padre, mentre le sorelle domandano gioielli e vestiti, lei chiede solamente una rosa rossa. Il padre deciderà di rubare la rosa alla Bestia, ma verrà catturato e Belle sarà costretta a prenderne il posto, come se il padre non fosse realmente in grado di badare a lei e fosse così costretto a cederla a qualcuno che si può realmente prendere cura di lei. A ben vedere in effetti il padre aveva già dimostrato di non saper gestire il proprio lavoro.

È necessario esaminare il significato della rosa. La rosa era il simbolo della dea Venere e presso gli antichi romani la rosa rossa era simbolo di lussuria. Che ci sia quindi una sorta di legame morboso tra Belle e il padre? La bella decide di sacrificarsi per il genitore e si offre al mostro (estremo sacrificio che pare quasi quello di una madre che si sacrifica per un figlio, come se ci fosse una sorta d'inversione dei ruoli, il padre che diventa figlio, la figlia che diventa madre) che non solo non la uccide, ma inizia a corteggiarla. Ed ecco quindi che subentra un nuovo corteggiatore, ai suoi occhi di fanciulla-vergine una bestia. Sarà solo con molta fatica che la Bestia riuscirà a conquistare la Bella e alla fine dimostrerà la sua magnanimità, permettendole di tornare dal padre malato proprio perché lontano dalla figlia. Qui c'è di nuovo un'inversione dei ruoli. La figlia deve accudire il padre. Bella alla fine sceglierà di tornare dalla Bestia, malato d'amore e passare così dall'essere una fanciulla al diventare una donna.

Se ci spostiamo nei miti possiamo trovare una figlia legatissima al padre, che forse vorrebbe sostituire la figura materna. Mi riferisco al rapporto tra Elettra e Agamennone.

Avrete notato che finora ho parlato di padri di figlie... e il rapporto tra i padri e figli maschi?

Nelle storie non è raro il conflitto tra i personaggi maschili e i loro padri (Mordred e re Artù, Edipo e il padre,... ). Questo rappresenta certamente la lotta per crescere, per diventare uomo. Un conflitto tra "padre e figlio" potrebbe anche essere quello tra Capitan Uncino e Peter Pan, infatti il primo potrebbe rappresentare il surrogato di una figura paterna, furiosa perché il figlio non si mostra rispettoso verso di lui e i suoi ideali. C'è poi un altro padre molto importante... Geppetto, che addirittura crea suo figlio Pinocchio. Anche qui riscontriamo un conflitto e una risoluzione finale (per fortuna positiva) con la maturazione di Pinocchio (che diventa umano).

Le figure di riferimento maschili in molte fiabe non sono positive, ma neppure direttamente negative... e le madri nelle fiabe? Beh, questo potrebbero essere l'oggetto di un altro capitolo.


NOTE DELL'AUTRICE: 

Ciao!

Cosa ne pensate? Volete fare degli altri esempi di padri nelle fiabe (non li ho citati tutti per non essere troppo ridondante)?

A presto!

https://youtu.be/vEGc3J4YK5I

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