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I cigni selvatici e la crescita

La fiaba de I cigni salvatici  di Anderson ha come protagonista la giovane Elisa, costretta a scappare dal suo castello per fuggire alla perfida matrigna che già aveva trasformato in cigni i suoi undici fratelli.

Tutta la storia si può vedere come un viaggio d'iniziazione, una crescita da bambina a donna. Prima di tutto il tema della matrigna, in realtà la si potrebbe pensare come una madre con cui Elisa entra in competizione una volta diventata adolescente e dalla quale fugge. L'allontanamento da casa è un modo per rompere i legami con i genitori e la scusa è proprio quella di ritrovare i fratelli tramutati in cigni. Il cigno è un animale particolare, quasi regale, famoso per la sua bellezza e la sua eleganza (si pensi al Brutto anatroccolo).

Durante il suo viaggio la giovane incontrerà in sogno la fata Morgana, quasi un surrogato della figura materna, un residuo di quella madre buona che l'ha accudita durante l'infanzia e che di nuovo viene in suo aiuto dicendole come liberare i fratelli dalla maledizione: dovrà cucire delle camicie per ognuno di loro con delle ortiche prese in un cimitero e per tutto il tempo dovrà restare in silenzio, pena la morte dei fratelli. E qui inizia la prova. Il fatto che debba stare in silenzio ha sicuramente un suo lato simbolico (la ragazza viene come "bloccata", infatti non può né piangere, né ridere, sembra quasi che venga condannata a un sonno da sveglia, durante il quale la sua unica occupazione sarà quella di cucire le camicie per i fratelli). La scelta delle ortiche poi è sicuramente collegato al fatto che siano fortemente urticanti e che quindi la giovane deve sopportare il dolore da esse prodotto. Durante questo compito incontrerà anche un re che, innamoratosi di lei, deciderà di sposarla. Purtroppo ci saranno alcuni ostacoli e alla fine Elisa verrà scoperta mentre si reca al cimitero a prendere le ortiche, accusata di stregoneria e condannata a morte. Poco prima dell'esecuzione però riuscirà a finire le camicie e a liberare i fratelli dalla maledizione.  Elisa può a questo punto dichiarare la propria innocenza, può parlare, come se si fosse finalmente "risvegliata", come se fosse rinata. Interessante è che il popolo l'acclami all'improvviso come una santa, impedendone la condanna a morte. A questo punto il lieto fine è garantito ed Elisa, diventata finalmente una donna, si sposerà con il suo amato re.

Una storia un po' diversa, visto che normalmente in Anderson i personaggi, caratterizzati per la loro unicità, vanno incontro a una triste fine.

Esistono altre versioni della fiaba scritte dai fratelli Grimm e da Yeats. Quest'ultimo in particolare pare rimandare alla fiaba di Biancaneve (la parte iniziale richiama un po' quella di Biancaneve, con la madre che desidera una figlia con determinate caratteristiche e il nome della ragazza è Biancaneve-Rosarossa). Che si tratti di cigni oppure oche  tutti i fratelli della protagonista vengono trasformati in animali da una matrigna cattiva (nel caso della fiaba di Yeats si tratta in realtà di una madre che desidera avventatamente di rinunciare ai suoi figli maschi pur di avere una femmina) e sarà solo la sorella, dopo un lungo periodo di sacrifici a riportarli alla loro forma umana. Nelle fiabe dei Grimm e di Yeats, a differenza di quella di Anderson, la protagonista viene accusata di aver divorato i propri figli. Probabilmente le tre versioni della fiaba derivano da una versione originaria. Ma in fin dei conti l'importante è che in tutte ci sia il lieto fine.

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