Elena, la più bella
Faust: è questo il viso che mosse mille navi e che diede fuoco alle alte torri d'Ilio? Fammi immortale con un bacio, Elena.
La frase è tratta nientemeno che dal Faust, a indicare che la figura di Elena non è legata solo all'antica Grecia, ma a tutte le epoche. Elena di Sparta è sinonimo di bellezza, seduzione, perfezione femminile, ma non solo.
Il nome Elena è già carico di aspettative non felici. "Helénan", rovina di navi ("helénas"); Elena, rovina di uomini ("hélandros"); Elena, rovina di città ("heléptolis"). Nelle Troiane di Euripide (415 a.C.), Andromaca la collega alla desolazione e al tormento, ed elenca i dei suoi "padri":
«O germoglio di Tindareo [Elena, figlia di Tindaro], tu non sei figlia di Zeus, ma di molti padri io dico che tu sei nata: primo il Dèmone vendicatore, poi l'Astio, quindi l'Assassinio e il Lutto e quanti altri orrori nutre la terra».
La figura di Elena ha provocato reazioni opposte nel pubblico. C'è chi la vede come una seduttrice, colpevole di aver provocato una guerra, chi invece la considera una pedina del Destino. Ma chi era davvero Elena? E soprattutto fu vittima o carnefice?
Partiamo con il dire che in quasi tutte le leggende Elena ha origini divine, sarebbe infatti la figlia di Zeus. Qualcuno si spinse a sostenere che la madre fosse Nemesi, la dea della vendetta, o Afrodite, la dea dell'amore che sempre la protesse. Secondo la versione più diffusa però Elena è figlia di Zeus (tramutato in cigno) e della mortale Leda, moglie di Tindaro. Leda diede alla luce quattro figli: Elena, Clitemnestra e i gemelli Castore e Polluce. Elena e Polluce erano figli di Zeus, mentre Clitemnestra e Castore sarebbero stati figli di Tindaro e come tali mortali.
Elena venne rapita una prima volta dall'eroe Teseo, quando era poco più di una bambina. In questa occasione viene salvata dai suoi fratelli.
In seguito uomini da tutta la Grecia arrivarono a Sparta per chiedere la sua mano. Sarà la stessa Elena a scegliere come marito Menelao, mentre la sorella Clitemnestra si sposerà con Agamennone. Ulisse, per evitare rivalità tra i vari pretendenti, propose un giuramento per cui, chiunque la ragazza avesse scelto come sposo, gli altri sarebbero intervenuti in caso la giovane fosse stata rapita. Elena darà a Menelao una figlia, la poco conosciuta Ermione, che per tutta la vita dovrà sopportare il peso di una madre bellissima e accusata di aver provocato morte e distruzione.
Il topos della donna più bella in realtà è tipico di molte storie, si pensi anche alle fiabe. Elena quindi porta sulle sue spalle una tradizione millenaria, forse potremmo spingerci a dire che sono le altre a ispirarsi a lei. Sarà proprio per la sua bellezza che Paride deciderà di rapirla (con la complicità di Afrodite). Ed è qui che iniziano i dubbi riguardo all'innocenza della ragazza. Se ai tempi di Teseo possiamo dire che la giovanissima Elena sia stata portata via contro la sua volontà, ora non ne siamo più così certi. Paride è bello, giovane, affascinante. Di ciò gli scritti concordano. Che poi sia poco coraggioso e valoroso, beh, a prima vista Elena non deve averlo notato. Non sappiamo se fu amore o rapimento. Paride la portò a Troia, dove Elena resterà ben dieci anni, senza perdere un grammo del suo fascino, al contrario. Eroi di entrambi gli schieramenti verseranno sangue per lei, che mai si schiererà davvero, aiutando l'uno e l'altro. Inganna i Troiani nascondendo Ulisse, inganna gli Achei simulando la voce delle loro donne per farli uscire dal cavallo.
Quando infine Troia sarà presa Menelao deciderà di riportarla a Sparta, grazie all'intervento della dea Afrodite. La fine di Elena? Beh, c'è chi dice che fu uccisa da alcune donne, furiose. Altri sostengono che fu portata sull'Olimpo, resa dea.
Nelle opere omeriche Elena sembra mostrare pentimento e rendersi conto che l'apparenza l'ha ingannata riguardo a Paride. A Troia la bella regina è oggetto di disprezzo. Gli unici che la trattano bene sono Priamo ed Ettore, per la cui morte lei mostrerà dolore sincero. In seguito all'uccisione di Paride sarà costretta a sposare un altro principe troiano, Deifobo, destinato a una triste fine.
Nell'Odissea scopriamo che Elena s'intende di erbe e di pozioni. Un dato interessante, che l'avvicina alla figura della strega (sconosciuta comunque agli uomini del periodo omerico). Elena usa la voce, racconta, si discosta dalla donna greca perbene (di cui ho parlato in un precedente capitolo) che non parla. Narra anche della sua ambiguità durante la guerra senza provocare reazioni nei presenti.
Eschilo nella sua opera paragonò la figura di Elena a quella di Ecuba, il confronto tra la donna fatale e la madre. Elena per l'autore è vittima della tyché (il destino).
Euripide abbraccia una visione innocentista. Elena non ha colpa, addirittura non è lei ad andare a Troia, ma una sua immagine, mentre la regina resta prigioniera in Egitto. È vittima del Fato e degli uomini.
In realtà Paride non si limitò a rapire Elena, ma rubò del denaro ed è proprio questo a provocare la rabbia di Menelao e degli altri achei. Il rapimento di una moglie non giustifica una guerra protratta per così tanti anni, a costo di vite e di denaro. E poi c'è la ricchezza di Troia, una città piena di risorse economiche.
La colpa di Elena forse è quella di essere bellissima. Se nell'antica Grecia la bellezza era spesso sinonimo di bontà, questo non era del tutto vero per le donne, si pensi solo a Pandora, prima donna e colei che, dietro un'apparenza perfetta, nasconde una punizione per il genere maschile. La bellezza femminile genera insomma guai.
Secondo alcuni Elena avrebbe potuto essere in origine una dea della fertilità o del sole. Soprattutto nella zona di Sparta c'erano molti templi in suo onore e abbiamo traccia di alcuni riti a lei dedicati. Questo spiegherebbe perché la sola presenza di Elena generi guai. Nella mitologia è pericoloso guardare in viso una dea. Si pensi ad Atteone che viene punito dalla dea Artemide perché l'ha vista nuda, intenta a fare un bagno. Non deve quindi sorprendere che Elena porti guai e distruzione.
Anche Saffo dedica una poesia a Elena, in cui la paragona alla sua innamorata Anattoria.
«Alcuni di cavalieri un esercito, altri di fanti,
altri di navi dicono che sulla nera terra
sia la cosa più bella, mentre io ciò che
uno ama.
Tanto facile è far capire
questo a tutti, perché colei che di molto superava
gli uomini in bellezza, Elena, il marito
davvero eccellente
lo abbandonò e se ne andò a Troia navigando,
e né della figlia, nè dei cari genitori
si ricordò più, ma tutta la sconvolse
Cipride innamorandola.
E ora ella, che ha mente inflessibile,
in mente mi ha fatto venire la cara
Anattoria, che non mi è
vicina.
Potessi vederne il seducente passo
e il lucente splendor del volto
più che i carri dei Lidi e, in armi,
i fanti.»
Elena viene interpretata da Saffo come una donna attiva, che prende la decisione di lasciare Menelao. Non c'è nessuna condanna morale.
Lucano nel I secolo la paragona a Cleopatra: «Cleopatra, la vergogna dell'Egitto, la fatale Furia del Lazio, la cui impudicizia costò cara a Roma. Come la pericolosa bellezza della regina spartana rovesciò Argo e la città di Troia, allo stesso modo Cleopatra alimentò la frenesia d'Italia».
Elena sedusse i poeti per secoli, tra i quali annoveriamo anche Allan Poe che le dedicò una poesia. Perfino Shakespeare non fu immune al fascino della bella spartana.
Mostrami la sgualdrina che ha dato inizio a questo trambusto,
Che con le mie unghie io possa strappare la sua bellezza!
Il tuo calore di lussuria, affezionato Paride, incorse in
questo carico di ira che Troia in fiamme sopportò;
Il tuo occhio ha acceso il fuoco che arde qui,
e qui a Troia, per la violazione del tuo occhio,
il padre, il figlio, la donna e la figlia muoiono.
(Shakespeare, Lucrezia 1, 471 – 7)
Elena divenne l'esempio di femme fatale, il prototipo di tutta una serie di figure femminili seduttrici. Colei che con il proprio fascino riesce ad annebbiare il pensiero degli uomini. Non è solo questo.
Elena fu quindi vittima o carnefice? Credo che sia una domanda a cui nessuno potrà dare risposta. Forse è proprio la sua ambiguità intrinseca a renderla così moderna, così viva anche ai giorni nostri.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Vi piace questo capitolo? Mi scuso per eventuali errori, ma l'ho scritto in fretta per poterlo pubblicare il prima possibile.
A presto!
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