Biancaneve e l'oscuro richiamo della vanità
Voglio una figlia bianca come la neve e rossa come il sangue.
Questo è il desiderio della madre di Biancaneve mentre osserva una goccia del suo sangue cadere sulla neve, e la donna viene realizzata. Le nasce infatti una bellissima bambina, con la pelle bianca come la neve, le labbra rosse come il sangue ed i capelli color dell'ebano. Peccato che la regina muoia poco dopo aver dato alla luce la piccola. Questo almeno succede nella versione più conosciuta della fiaba dove la matrigna sostituisce una figura materna che ormai non può che essere una concorrenza per una figlia che sta diventando donna. Così da figura positiva la madre diventa negativa.
Biancaneve è così costretta a fuggire nel bosco, una fuga che potrebbe coincidere con una crescita interiore. Il cacciatore, rappresentante un padre impotente che non può aiutare attivamente la figlia, la lascia andare via, preferendo allontanarla da una madre con cui è entrata in competizione.
La fanciulla percorre quindi il bosco fino ad arrivare alla casa dei sette nani, ed in questo ricorda un po' Riccioli d'Oro, in cui entra e si addormenta. Al loro arrivo i nani trovano la ragazza addormentata in uno dei loro letti e decidono di ospitarla a casa loro. Nel frattempo la matrigna riceve in dono dal cacciatore ciò che dovrebbero essere il cuore ed il fegato della figliastra e che lei vorrebbe mangiare. Un tema antico quello del cannibalismo per assumere le potenzialità dell'avversario, in questo caso la bellezza e la giovinezza.
La vita di Biancaneve prosegue nella casetta dei sette nani che la mettono in guardia contro le tentazioni del mondo. I nani rappresentano una via di mezzo tra l'adulto ed il bambino, sono quindi da considerarsi esseri quasi asessuali, lontani da tutti gli impulsi che può provare Biancaneve, nella prima adolescenza. I loro avvertimenti sono però inutili, Biancaneve si lascia convincere dalla strega prima ad accettare un pettine, poi un nastro, entrambi richiami alla sua vanità, ed infine anche la mela. Interessante che la mela sia metà rossa e metà bianca e che la strega l'assaggi dalla parte bianca. La parte rossa infatti rappresenta l'eros e tutto ciò che è legato alla vita adulta, quella bianca è legata invece alla purezza ed alla fanciullezza. Biancaneve è quasi una donna, per questo sceglie la parte rossa, ovvero la parte avvelenata. E così la fanciulla cade in un sonno profondo, una morte come fanciulla per poter rinascere donna. A svegliarla deve per forza essere l'incontro con il principe, ovvero l'amore, che la farà diventare finalmente una donna. Interessante che in alcune versioni non viene risvegliata con un bacio ma con la caduta della bara in cui si trova, cosa che fa uscire il pezzo di mela dalla sua bocca.
Alla fine della storia c'è anche una punizione per la strega cattiva, madre incapace di accettare la crescita della figlia: viene costretta ad indossare un paio di scarpette di ferro rovente, si consideri che questa era una punizione tipica delle streghe in epoca medioevale.
Una domanda sorge a questo punto spontanea: Biancaneve, che facilmente si fa tentare da nastri, pettini e mele, non diventerà forse un giorno vanitosa come la sua odiata matrigna?
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