Artemisia I, che amò il mare più di ogni altra cosa
Regina controversa, donna priva di scrupoli, saggia consigliera. Tutto si è detto su Artemisia I, ma chi era questa donna?
Artemisia di Caria (l'odierna Turchia) visse tra il VI e il V secolo a.C. e divenne regina di Alicarnasso alla morte del marito (del quale non ci fu tramandato neppure il nome). Lei stessa era comunque di nobili origini e governò al posto del figlio, ancora troppo piccolo per farlo da solo (pare però che continuò a farlo anche quando il figlio crebbe). Il regno di Alicarnasso faceva parte della Persia, quindi Artemisia doveva sottostare al re Serse. Lei però aveva sangue greco per via materna, questo è solo il primo dei motivi per cui molti Greci la considerarono una traditrice. Infatti Greci e Persiani in quel periodo erano in guerra e lei decise di combattere per la Persia.
Poco sappiamo su di lei, ma su una cosa gli storici concordano, Artemisia al palazzo sempre preferì il mare. Condusse lei stessa le proprie navi in aiuto del re Serse contro i Greci più volte. Si dice che lo stesso re fosse impressionato dal suo carattere, tanto da ascoltare i suoi consigli (ma non da seguirli sempre), nonostante fosse una donna.
Riporto qui un estratto di Erodoto su di lei:
"Tralascio tutti gli altri ufficiali [dei Persiani] perché non c'è bisogno che li citi, tranne Artemisia, perché trovo particolarmente notevole che una donna abbia preso parte alla spedizione contro la Grecia. Ha assunto la tirannia (la parola tirannia all'epoca non aveva un'accezione negativa) dopo la morte del marito, e sebbene avesse un figlio adulto e non avesse bisogno di unirsi alla spedizione, il suo coraggio virile l'ha spinta a farlo... Il suo era il secondo squadrone più famoso dell'intera marina, dopo quello di Sidone. Nessuno degli alleati di Serse gli diede consigli migliori di lei" (VII.99).
La vicenda più nota però riguarda la battaglia di Salamina. Artemisia sconsigliò Serse d'intraprenderla, ma il re, pur ringraziandola, non l'ascoltò. Di nuovo Erodoto ci riporta le sue parole.
"... Risparmia le navi, non combattere sul mare; loro sul mare sono tanto più forti dei tuoi uomini quanto gli uomini lo sono delle donne. Ma poi, che bisogno hai di rischiare flotta contro flotta? Non possiedi già Atene, l'obiettivo della tua spedizione, e non possiedi anche il resto della Grecia? Nessuno ti si oppone; e quelli che ti hanno resistito sono finiti come meritavano.
Te lo dico io come andranno le cose per i nostri nemici: se tu non ti fai trascinare in una battaglia sul mare, ma tieni le navi qui, presso la costa, che tu stia fermo o che avanzi sul Peloponneso, facilmente, mio signore, raggiungerai lo scopo che ti eri prefissato con la tua spedizione, perché i Greci non sono in grado di tenerti testa a lungo..." (VIII, 68)
La battaglia presto si svolse a favore dei Greci. Artemisia, capito il pericolo e presa di mira da una nave ateniese, ordinò ai suoi uomini di abbattere la nave di un alleato (qualcuno sostiene che con esso avesse avuto una lite) .
"Quando ormai le forze del re erano in preda a una terribile confusione, la nave di Artemisia si trovò braccata da una nave attica; non poteva più sfuggire (davanti aveva altre navi amiche, la sua era la più vicina a quelle nemiche) ed ecco cosa decise di fare, e riuscì nel suo intento: inseguita dalla nave attica, speronò una nave amica di gente di Calinda, sulla quale era imbarcato il re dei Calindi in persona, Damasitimo. Non so dire davvero se avesse qualche conto in sospeso con lui, di quando stavano ancora all'Ellesponto, e se fece quel che fece con premeditazione o se la nave di Calinda si trovò per caso in rotta di collisione. Dopo averla speronata e affondata, ebbe la fortuna di trarne due vantaggi: il trierarca della nave attica, vedendola assalire una nave barbara, credette che la nave di Artemisia fosse greca oppure che stesse cambiando bandiera e passando a difendere i Greci; perciò virò di bordo e attaccò altre navi".(VIII, 87)
Per sua fortuna nessuno di quella nave sopravvisse e Serse, che stava osservando la scena più da lontano pensò che avesse abbattuto una nave greca. Sembra che in quell'occasione abbia detto: "Gli uomini mi sono diventati donne, e le donne uomini'
Gli ateniesi da parte loro furono così confusi da sospendere l'attacco permettendo ad Artemisia e al suo equipaggio di salvarsi.
Polieno racconta di come la donna fu premiata da Serse con un'armatura da oplita completa, nonostante lui fosse infine venuto a conoscenza di com'erano realmente andate le cose. Questo autore aggiunge un'altra curiosità. Sembra che Artemisia avesse le bandiere di entrambe le fazioni e che ordinasse, in base alla necessità di alzarne una o l'altra.
Serse a questo punto chiede nuovamente consiglio ad Artemisia che gli dice di rinunciare alla guerra. Lui l'ascolta e le affida alcuni dei suoi figli illegittimi, in segno del rispetto che nutre per lei. Erodoto smette qua di parlare di questa regina. La sua attenzione data a un personaggio così particolare (a discapito degli altri partecipanti alla battaglia) fu molto criticato dai suoi contemporanei. Interessante inoltre notare che Erodoto in molti casi fu critico verso le donne. Artemisia rappresenta una doppia eccezione, perché donna (anche se il suo comportamento, per i canoni dell'epoca, non è molto femminile) e perché straniera.
Da Polieno possiamo avere altre informazioni. Ci racconta di come la regina volesse conquistare la città di Eraclea al Latmo. Inscenò quindi una processione e i cittadini, curiosi, uscirono dalla città e la seguirono, nel frattempo i suoi uomini la conquistarono.
Antiche leggende sussurrano che si uccise per amore. Artemisia infatti s'innamorò follemente di un giovane che la rifiutò. La donna, furiosa, lo accecò, ma neppure così la sua furia d'amore si placò, così si rivolse a un oracolo che le consiglio di andare alla rupe di Leucade, dalla quale si suicidò anche Saffo. La storia infatti dice che chi si lancia da questa rupe guarisce dal mal d'amore... beh, probabilmente non si trattava della cura migliore. Artemisia seguì, secondo certi, questa indicazione. Interessante che una donna come lei sia legata a una fine simile, quasi a dire che l'amore, l'eros, non si può comandare, ma è come una malattia che divora e distrugge.
I pareri su Artemisia sono sempre stati discordanti. Certo è che passò alla storia come una donna forte, forse addirittura crudele, sicuramente con pochi scrupoli. Non possiamo negare però che in un'epoca in cui la brava donna non parlava e non si faceva vedere in giro, Artemisia fu una donna decisamente moderna, capace di tenere testa a molti uomini. Un personaggio atipico e certamente molto moderno.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Che ne pensate di questo capitolo? È dedicato a una regina poco conosciuta (sebbene sia apparsa in qualche film), ma che secondo me merita attenzione.
Se questa storia vi è piaciuta fatemelo sapere!
A presto!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro