7: Visita a casa
Lo Iudex di Fontaine, Monsieur Neuvillette, è noto per la sua imparzialità e autocontrollo. Tuttavia, è impossibile non notare la sua recente distrazione, che sembra legata a un misterioso amico avvistato al suo fianco nei pressi del porto. L'identità dell'uomo in questione, che ieri era voltato di spalle, è del tutto sconosciuta all'autore di questo articolo. Tuttavia, l'autore non sarebbe sorpreso, se divenisse presto noto per la forma perfettamente sferica del suo fondoschiena.
Nel frattempo, Lord Tartaglia, nella sua frenesia romantica, sembra voler disboscare Fontaine per raccogliere fiori a sufficienza per il suo amato Lord Zhongli. Chiudete a chiave i vostri giardini, miei cari lettori! Le vostre rose non sono più al sicuro da tempo.
Da: Le cronache mondane di Lord Irminsul, 1814.
Ajax non riusciva ancora a credere di essere finalmente stato invitato a casa di Zhongli. La giornata era iniziata con una conversazione strategica con suo zio Pantalone, che gli aveva dato la sua benedizione per iniziare un reale corteggiamento con Lord Zhongli.
Aveva impiegato un po' di tempo a comprendere i propri sentimenti, ma ora che gli erano sempre più chiari, voleva concedersi di esplorarli del tutto. Non c'era un'occasione migliore per farlo che frequentare Zhongli in uno spazio privato: la sola idea di trascorrere altre ore con lui lo emozionava.
Per un attimo, ripensò alla missione che gli aveva proposto zio Pantalone: doveva sedurre Zhongli, per distrarlo durante il furto, nei giorni successivi. Se tutto fosse andato per il verso giusto, avrebbe unito l'utile al dilettevole, pensò, con una certa malizia: che incarico migliore poteva ricevere, se non quello di sedurre l'uomo di cui si era invaghito?
Quel giorno avrebbe iniziato a porre le basi di quel piano, dato che finalmente non era più preoccupato di finire nei guai con la propria famiglia, a causa dei sentimenti che aveva iniziato a covare.
La prospettiva di iniziare a farsi avanti con Zhongli, in maniera più diretta che in passato, era entusiasmante. Concentrarsi sull'orologio d'argento e la parte più pratica del piano sembrava così difficile, in quel momento.
Appena entrato, il primo dettaglio che lo colpì fu l'eleganza della casa di Zhongli e Neuvillette. L'interno era sobrio ma raffinato, con mobili antichi e libri che riempivano scaffali in legno scuro. Candele sparse qua e là emanavano una luce soffusa, mentre il profumo del tè appena preparato si mescolava con l'aroma dei fiori essiccati, che pendevano da piccoli ganci in corridoio.
Ciò che però lo incuriosì più di tutto il resto, erano i manufatti e i disegni provenienti da Liyue: c'erano alcuni quadri che ritraevano paesaggi di una cultura ormai lontana, ma che Ajax aveva studiato: i palazzi antichi di Liyue, il suo porto con gli edifici rossi e le sue splendide montagne, le statue degli antichi adepti. Provò una fitta al cuore, chiedendosi se Zhongli non li avesse appesi per provare meno nostalgia.
"Vedo che i quadri sono di vostro gradimento. Li ho fatti dipingere da Lord Albedo, per non dimenticare mai la mia casa.", sorrise debolmente Zhongli, notando il proprio sguardo curioso. "Mi manca comunque immensamente, ma di certo leniscono in parte il dolore del mio cuore."
"Sono splendidi. Spero che possiate rivedere questi luoghi, un giorno, quando torneranno accessibili.", si augurò sinceramente Ajax, facendolo sorridere un po' più ampiamente.
"Vi ringrazio, Milord."
Dei tappeti scarlatti coprivano il pavimento e conferivano calore all'ambiente. Una grande finestra si apriva su un giardino interno, da cui si intravedeva una serra nascosta tra le piante. Una luce soffusa, che filtrava attraverso delle tende di seta, creava un'atmosfera intima e rassicurante. Ajax cercò di memorizzare quei dettagli, avendo promesso di riferirli allo zio, ma al contempo, si lasciò avvolgere dalla calma di quel luogo. Si era aspettato forse un luogo più austero e cupo: invece, era tutto così confortevole e profumato da fargli rilassare all'istante la postura, mentre i suoi occhi si beavano di quell'atmosfera. Nonché, ovviamente, del bell'uomo che aveva di fianco.
"Sono lieto di potervi finalmente mostrare la mia dimora," disse Zhongli con il suo solito tono basso e profondo, conducendolo attraverso il corridoio. Anche se sembrava leggermente agitato, a giudicare dal modo in cui la sua voce era leggermente affannata, si muoveva perfettamente a suo agio in quell'ambiente.
Indossava, come sempre, degli abiti eleganti. Si tolse la giacca, restando con indosso una camicia e un gilet scuro, che si stingeva in maniera perfetta sulla sua vita. Ajax distolse lo sguardo con fatica, specialmente quando si rese conto che, per una volta, Zhongli aveva meno strati addosso, e non c'era più la parte inferiore della giacca a coprirgli il fondoschiena, che era decisamente interessante da osservare. Affondò le mani nelle tasche, fingendo di essere improvvisamente interessato a un soprammobile, tornando presto sulla conversazione.
"Anche io ve ne sono grato.",mormorò Ajax, osservando attentamente ogni dettaglio, un po' per ricrearsi una precisa mappa mentale, un po' per cercare tracce di personalità di Zhongli in ogni angolo, e un po', naturalmente, per togliersi dalla testa la visione a cui aveva appena assistito. "Immagino che abbiate scelto voi molti dettagli.", sorrise, poco dopo, con una punta di tenerezza.
Sapeva che Zhongli non era cresciuto specificatamente in quella dimora, ma Ajax notò subito delle piccole statuette di cervi, che sapeva essere gli animali preferiti di Zhongli, delle collezioni di té e, naturalmente, i libri di cui gli parlava spesso. "Questo luogo mi ricorda voi. E' davvero bello."
Zhongli si fermò per un attimo, girando leggermente il capo per guardarlo con un sorriso cortese, ma curioso. "Lo considero un complimento sia per me che per l'abitazione, in tal caso."
"Beh, vi assicuro che il complimento è sincero," affermò, con naturalezza. "Entrambi avete un certo fascino."
Zhongli sembrò sorpreso, ma non poté trattenere un lieve sorriso, di nuovo. "Un'affermazione piuttosto audace, Lord Tartaglia. Vi ringrazio."
Ajax si sentì martellare il cuore nel petto, osservando il suo volto illuminarsi di un'espressione così compiaciuta.
Pensò alla missione, a ciò che suo zio gli aveva detto, ma poi le parole di Pantalone gli sembrarono improvvisamente lontane. Doveva sedurre Zhongli un po' per volta, distrarlo in modo naturale e strategico, fino ad arrivare al giorno in cui si sarebbero chiusi in camera sua.
Ma in quel preciso istante, mentre si guardavano negli occhi per secondi che sembravano infiniti, osservando la figura dell'uomo accanto a lui, non voleva seguire un piano. Voleva avvicinarsi a Zhongli non certo per la missione, ma perché ne era sinceramente attratto, perché lo trovava intrigante e desiderava che quei momenti fossero veri. Desiderava attrarlo realmente, non solo per distrarlo, ma per vederlo pendere dalle proprie labbra ancora e ancora, come in quel momento. Per ammirarlo così adorabilmente agitato di fronte ai propri complimenti, per vederlo sussultare ai propri gesti gentili.
"Non lo nego. Ma non me ne pento," ribatté Ajax con un tono più sfacciato del solito, i suoi occhi che brillavano di una sfida leggera. Quello era il luogo migliore per osare un po' di più, finalmente. Si rese conto di adorare provocarlo, di non riuscire più a resistere al modo in cui Zhongli sembrò trattenere il fiato, perso in quel gioco sempre più diretto. "Mi piace comportarmi in maniera audace, soprattutto quando ne vale la pena.", confessò.
Avrebbe voluto farlo molto tempo prima, realizzò. Si era frenato molte volte, probabilmente perché troppo spaventato dall'idea di creare danni alla propria famiglia, di dover poi rinunciare a Zhongli e spezzargli il cuore. Lo adorava e lo voleva per sé, ma non voleva di certo ferirlo, soltanto per averlo per poche settimane. Invece, adesso era tutto possibile, realizzabile, e meraviglioso. Aveva davvero una possibilità di provare a conquistarlo, e non intendeva sprecarla.
Entrarono in una stanza più ampia, probabilmente il salotto principale. Il camino era acceso, e il crepitio delle fiamme riempiva l'aria con un sottofondo accogliente. Ajax si sentiva leggermente agitato, per quanto cercasse di comportarsi in maniera disinvolta.
Zhongli lo osservò per un momento, come se stesse valutando attentamente le sue parole. "E adesso..ne vale la pena?"
Ajax si lasciò andare a un piccolo sorriso, decidendo che, per quel giorno, avrebbe semplicemente vissuto il momento senza pensare alla missione. "Con voi? Certamente."
Zhongli sollevò un sopracciglio, leggermente divertito dall'audacia di Ajax. La stanza era immersa in una quiete ovattata, e il calore del fuoco gli stava annebbiando i sensi. Si sentiva il volto scottare, mentre camminava all'altro con passi lenti, godendosi ogni istante di quella sottile tensione.
"Mi parlate sempre con sorprendente naturalezza, Lord Tartaglia. Lo penso dal primo giorno in cui vi ho visto. Lo apprezzo." disse infine Zhongli, mantenendo il tono calmo e misurato, ma con una scintilla di curiosità negli occhi, come attendendo che Ajax facesse il passo successivo. "Non molti si permetterebbero di parlarmi in questo modo."
Ajax inclinò appena il capo, il suo sorriso diventando ancora più provocatorio. Adorava quel gioco. Avevano parlato con naturalezza per settimane, e iniziare a farlo anche per quanto riguardava il proprio interesse era rigenerante.
"Non molti hanno l'onore di trovarsi da soli con voi." rispose, guardandolo direttamente negli occhi. "E anche se dovessero trovarsi qui, dubito saprebbero apprezzare la vostra compagnia tanto quanto me.", ammise, non senza una punta di gelosia.
Non voleva soffermarsi troppo sugli altri pretendenti di Lord Zhongli, che si era categoricamente rifiutato di incontrare, ma non poteva negare a sé stesso di provare una certa invidia nei loro confronti, quando pensava che erano già andati a trovarlo a casa. Zhongli, tuttavia, li aveva rifiutati: bastava quello, a farlo sentire più fortunato, più deciso a proseguire quel corteggiamento.
Zhongli si fermò a pochi passi da Ajax, un leggero sorriso che sfiorava le sue labbra, mentre la luce calda del camino illuminava il suo volto. Lo invitò a sedersi a un tavolino, e mentre si versarono del té caldo nelle tazze, sembrò riflettere attentamente. Lasciò girare il cucchiaino nella tazza con lenta eleganza, prima di prendere un sorso, senza mai abbassare lo sguardo dal suo. Ajax percepì il proprio respiro irregolare, mentre un piacevole sentimento di impazienza gli stringeva il petto. Aveva iniziato lui quel gioco, ma Zhongli sembrava essersene accorto, tenendolo volutamente sulle spine.
"Vedo che sapete bene come esprimere i vostri apprezzamenti," rispose Zhongli, la sua voce morbida, ma carica di sottile approvazione. "Non posso negare di trovare piacevole questa vostra audacia. Ma mi viene spontaneo domandarsi se questa sera aveste qualche piano in mente in particolare, nei miei confronti.", commentò, provocandolo sottilmente. "Sono lieto che siate finalmente mio ospite. Anche se...",proseguì, con un accenno di divertimento sulle labbra. "...mi chiedo cosa penserebbe Lord Irminsul, vedendoci nella mia dimora completamente da soli."
"Cosa dovrebbe pensare, secondo voi, Lord Zhongli?",lo provocò a sua volta Ajax, senza perdere il sorriso. "Stiamo condividendo una tazza di tè. Lo ritenete inappropriato?", domandò, prima di abbassare la voce, quasi non volesse spezzare quell'atmosfera. "Vorreste che ci fosse qualcosa di inappropriato tra di noi, forse?"
Zhongli posò la tazza sul tavolo con grazia, incrociando le braccia e inclinando leggermente la testa, quasi come a voler esaminare meglio l'uomo seduto davanti a lui. Ajax notò il modo in cui la mano gli stava tremando, ma ancora di più, non gli sfuggì il sorriso che tentò di trattenere. "Mi sembra che voi stiate insinuando molto, Lord Tartaglia."
"Solo insinuando?" mormorò Ajax, con un leggero tremito nella voce, mentre sentiva il battito del cuore accelerare impercettibilmente. Ogni parola che Zhongli pronunciava, con quel tono pacato e misurato, non faceva altro che accendere in lui un desiderio sempre più ardente di avvicinarsi. Si sporse in avanti, appoggiando i gomiti sul tavolino, riducendo la distanza tra i loro volti. "Stavo cercando di essere un po' più chiaro, in realtà."
Zhongli lasciò che il silenzio calasse per qualche istante, come se stesse pesando attentamente le parole appena udite. Il suo sguardo penetrante rimase fisso su Ajax, e lentamente, il sorriso che inizialmente cercava di trattenere si fece più evidente. Nei suoi occhi dorati brillava una scintilla rara, un lampo di compiacimento che rivelava quanto lo intrigasse ciò che stava accadendo.
"Molto bene," mormorò infine Zhongli, la voce sempre calma, ma con una sfumatura di soddisfazione che faceva capolino, appena contenuta. Il movimento della sua mano che tracciava il bordo della tazza era quasi impercettibile, come se stesse soppesando ogni istante, gustandosi la reazione di Ajax.
Ajax percepì quel lampo di approvazione, la complicità nascosta dietro l'aria composta di Zhongli, e sentì il cuore stringersi di soddisfazione. Il corteggiamento, finora solo un gioco sottile fatto di battute e sguardi, sembrava finalmente dirigersi verso qualcosa di più concreto.
Zhongli si inclinò leggermente in avanti, riducendo ulteriormente la distanza tra loro, fino a sfiorare la linea invisibile che separava i loro respiri. "A Lord Irminsul piace chiacchierare, e non da poco," sussurrò, la sua voce più bassa e vellutata. "Sono mesi che specula su di noi e sul nostro reciproco interesse, benché non sia capace di distinguere la farsa dalla realtà."
Gli occhi di Ajax brillarono di curiosità, e prima che potesse rispondere, Zhongli proseguì, il tono appena più intimo. "Ma se posso permettermi di fare un'insinuazione, Lord Tartaglia... temo che nemmeno voi sappiate più distinguere quella linea sottile tra finzione e verità." Una pausa, breve, ma sufficiente a far mancare un battito al cuore di Ajax.
"Così come non la so cogliere più nemmeno io," concluse Zhongli, lasciando che le sue parole cadessero con dolcezza. "Forse perché la finzione è ormai solo un ricordo lontano."
Il cuore di Ajax si riempì di una gioia che quasi gli toglieva il fiato. Le parole di Zhongli, cariche di quella quieta ammissione, risuonarono dentro di lui con una forza disarmante. Non era più un semplice gioco di battute sottili o di sguardi enigmatici, o una scusa per far scrivere al giornale di cronache locali. Era tutto reale, per entrambi. E lui era incredibilmente fortunato.
Finalmente, dopo settimane di ambiguità, anche Zhongli stava confermando che il sentimento tra loro non era solo una finzione, ma qualcosa di vero, autentico. Un'ondata di felicità travolgente lo attraversò, facendolo quasi tremare.
Ogni fibra del suo essere desiderava avvicinarsi, stringere Zhongli a sé, e lasciare che il bacio che stava trattenendo da così tanto tempo fosse il culmine di quell'intenso scambio di emozioni. Era così vicino a confessare tutto ciò che provava, a mettere da parte ogni riserva e dirgli quanto fosse stato importante, quanto fosse cresciuto il suo affetto per lui. La mano di Ajax, posata sul tavolo, si strinse a pugno per controllare l'impulso di allungarsi verso di lui e rendere reale quel momento.
"Lord Zhongli, io.."
Ma, proprio mentre il pensiero di avvicinarsi si faceva sempre più forte, Zhongli lo interruppe, con un pacato cenno della mano.
"Zhongli," disse con un sorriso gentile. "Chiamatemi soltanto Zhongli, ve ne prego."
"Ma certo. Zhongli.", sorrise Ajax. La formalità tra di loro stava cadendo, come se tutto il peso del passato e delle maschere che avevano indossato si stesse dissolvendo. Prima che potesse reagire, Zhongli si alzò lentamente.
"Vorreste venire a vedere una cosa con me?" chiese, la sua voce gentile e lo sguardo carico di aspettative.
Ajax esitò per un attimo, confuso da quel cambio di argomento, ma poi annuì. La mano di Zhongli, calda e ferma, si tese verso di lui, e Ajax non poté fare a meno di stringerla. Indossava un guanto, ma il tepore delle sue dita lo fece sciogliere all'istante. Fu un gesto semplice, eppure carico di significato.
Lo seguì senza esitazione, curioso più che mai di vedere cos'aveva da mostrargli.
Mentre camminavano per un altro corridoio, i propri occhi non poterono fare a meno di notare un ritratto piuttosto grande, incorniciato da una cornice dorata, sotto il quale c'era un mobile con dei bastoncini d'incenso e dei fiori. Sembrava quasi un piccolo altare, con delle offerte.
In quel ritratto, era raffigurato un uomo con i capelli neri e gli occhiali, e un sorriso gentile. Ma ciò che più colpì Ajax fu l'oggetto che teneva tra le mani: quando lo vide, si trattenne a stento dal sussultare. Era l'orologio d'argento, il manufatto che i Fatui cercavano.
Chi era quell'uomo? Doveva assolutamente ottenere più informazioni, e le avrebbe chieste a Zhongli. Ma non adesso. Adesso, era troppo impegnato a seguirlo, con il cuore che scoppiava dopo l'ultimo discorso che avevano fatto.
*****
Zhongli aveva risposto a ogni provocazione di Lord Tartaglia con un autocontrollo che non sapeva neppure di possedere. La verità, più pura e semplice, era che era stato agitato per ogni istante, al punto tale da sentire la tensione tra di loro tendersi come un filo, pronta a spezzarsi. E adesso, adesso che gli aveva detto la verità, su quanto ormai nessuno dei due stesse fingendo, si sentiva crepitare dentro una felicità immensa.
Era stato impossibile non notare l'interesse che Tartaglia gli aveva dimostrato per giorni e settimane, ma non si era aspettato che glielo palesasse in maniera così diretta, quella sera. E adesso, mentre cercava di riordinare i pensieri di euforia che gli stavano affollando il cervello, lo stava conducendo nel proprio posto preferito: sarebbe stato lo sfondo perfetto, per dare spazio a quei sentimenti per troppo tempo trattenuti.
Che cosa ne sarebbe stato di loro, adesso? Non vedeva l'ora di scoprirlo, per quanto avesse ancora paura.
Condusse Ajax oltre la porta finestra del salotto, per raggiungere la serra situata nel cortile interno. Poi, entrarono nel tepore confortevole della serra.
Il contrasto con l'esterno fu immediato e avvolgente. Un calore soffuso li circondò, come se avessero varcato una soglia verso un altro mondo. L'aria, carica del profumo di fiori freschi, aveva una qualità quasi eterea. La foschia leggera, illuminata dalle luci soffuse dei lampioni, che filtravano attraverso le vetrate, creava un'atmosfera sospesa nel tempo. Ogni pianta, ogni fiore sembravano brillare di una luce propria: le foglie di alcune piante risplendevano con riflessi dorati, come se avessero catturato frammenti di stelle. Altre erano illuminate da piccole luci artificiali, sistemate al suo interno. Anche se pioveva, quel luogo era un piacevole rifugio confortevole.
Ajax si fermò, affascinato da quella visione. Zhongli fu felice di vederlo così ammirato: aveva messo tutto il proprio cuore in quel luogo privato, così delicato e fragile, ma allo stesso tempo resistente, dove crescevano sia piccoli fiori che antichi arbusti.
"Non sapevo che aveste una serra," disse Ajax, la sua voce ridotta a un sussurro, quasi timoroso di disturbare la perfezione di quel luogo. "E' deliziosa."
Zhongli si fermò al centro della stanza, circondato dalla sua creazione. Il suo sguardo si posò dolcemente sulle piante che aveva curato con pazienza, come se ogni singolo fiore raccontasse una storia. "Vi ringrazio molto. Sono un grande appassionato di piante", confessò, realizzando, con gioia, di poterne finalmente parlare con qualcuno che non avrebbe mai giudicato quel suo passatempo come una perdita di tempo, poco pratica per un uomo del suo rango. "Questa serra è cresciuta sotto la mia cura, ma c'è qualcosa in particolare che volevo mostrarvi."
Con movimenti lenti e misurati, indicò una parte più appartata della serra, dove si spostarono. Tra i vasi disposti con cura, fiori dai colori vibranti — rosso, arancione, blu — si alternavano in un'esplosione di bellezza.
"Questi," disse Zhongli con una dolcezza nuova nel tono, "sono i fiori che mi avete regalato per tutte queste settimane. "
"Oh..li avete conservati tutti.", osservò Tartaglia, ammirato, sfiorandogli poi con delicatezza la mano. "E' meraviglioso. Vi ringrazio. Avete avuto davvero cura dei miei regali."
Zhongli lo osservò con un sorriso sincero, ma il suo cuore era avvolto da un lieve velo di malinconia.
Gli occhi color ambra si posarono sui fiori che Tartaglia gli aveva donato nel corso del tempo, e per un istante si lasciò andare a un pensiero che lo tormentava da giorni. Quando Ajax sarebbe tornato a Snezhnaya, quelle piante sarebbero rimaste lì, come testimoni silenziose di una vicinanza che, forse, non avrebbe più riavuto.
"Ogni fiore ha trovato il suo posto qui," mormorò, il tono più basso e riflessivo. "Ma... mentre li piantavo, pensavo spesso a quando sareste partito. A cosa sarebbe rimasto, se non questi ricordi silenziosi. E... mi domandavo quanto avrei sofferto, sapendo che voi non eravate più al mio fianco. Quindi, ho cercato di soppesare a questi sentimenti malinconici, dando longevità ai vostri regali. Il pensiero di veder crescere i vostri fiori mi dava pace." Le parole erano dolci, ma c'era un'ombra di vulnerabilità in quel momento, una fragilità che raramente traspariva da lui. Si sforzò poi di sorridergli ,non volendo rattristarlo, o opprimerlo, parlandogli del futuro.
"Sapete, volevo dirvi...che per tutte queste settimane, in vostra compagnia, ho vissuto le giornate più belle che potessi mai desiderare.", confessò, finalmente, sentendosi finalmente libero. "Vi ho condotto qui per ringraziarvi. Per dirvi quanto vi sono grato di tutto. Voi..mi piacete, davvero tanto."
Ajax non esitò un istante. Senza dire nulla, gli afferrò la mano con fermezza, come a voler scacciare via quelle paure.
"Zhongli," disse con una dolcezza inaspettata, avvicinandosi di più, fino a che non ci fu più spazio tra loro. "Non dovete temere questo. Non voglio lasciarvi indietro, e non lo farò." Gli occhi azzurri di Tartaglia brillarono di determinazione. "Se dovessi tornare a Snezhnaya, vorrei che veniste con me."
Zhongli sussultò, non riuscendo a credere a ciò che aveva appena sentito. "A Snezhnaya?" chiese, come se cercasse di comprendere appieno le parole di Ajax. Non poteva ancora credere di meritare quella fortuna. "In qualità di...ospite?"
Il sorriso sulle labbra di Tartaglia si allargò. "In qualità di ciò che desiderate essere," rispose con voce bassa ma decisa. "Ho parlato di voi a mio zio. Gli piacete," aggiunse, con un tono che cercava di celare la propria emozione, "e vorrei che veniste con me. Non solo come ospite, ma... per rimanere. Per tutto il tempo che vorrete. Se...lo desiderate, naturalmente."
Le parole di Ajax sembravano risuonare nella serra, cariche di una sincerità disarmante. Zhongli si fermò a riflettere un istante, il cuore che batteva forte. Le emozioni che Tartaglia stava esprimendo non erano più solo insinuazioni, ma promesse, desideri tangibili.
"Ma certo. Certo che lo desidero.",si affrettò a dire Zhongli, facendo subito sorridere l'altro.
Poi, tutti gli istanti che aveva atteso con pazienza in tutte quelle settimane si condensarono in quell'unico momento. Il momento in cui Tartaglia lo strinse tra le braccia, avvolgendolo nella sua presa, posandogli una mano sul fianco. Le sue dita erano calde su di sé, e il suo volto era così vicino da non fargli capire più niente. Zhongli non poteva più trattenersi. Sapeva che era tutto tremendamente sconveniente, ma non voleva fermarsi.
Le dita di Ajax si allungarono, sfiorando il viso di Zhongli con infinita delicatezza, come se stesse toccando qualcosa di prezioso.
Quel gesto accarezzò il cuore di Zhongli, accendendo una scintilla di ardore che si espandeva dentro di lui. Zhongli gli sorrise, facendogli un cenno di assenso con il capo.
Poi, la presa di Tartaglia si fece più decisa; gli afferrò il volto, e, finalmente, finalmente, lo baciò.
Le sue labbra erano calde, morbide, e Zhongli avrebbe tanto voluto assaporarle con più calma e pazienza, e sapeva che avrebbe dovuto baciarlo con delicatezza, la prima volta, ma nessuno dei due sembrò trattenersi. Avevano passato troppo tempo a rincorrersi per potersi fermare, adesso.
Si aggrappò ai fianchi di Tartaglia, travolto da un'onda di desiderio. Il calore del loro contatto, il profumo dolce dei fiori che li circondava, ogni singolo istante sembrava infuocare l'aria intorno a loro. Senza pensarci, Zhongli si lasciò andare, baciando Ajax con sempre maggiore urgenza. Sentì Tartaglia stringerlo ancora più forte, prima di spingerlo contro al muretto della serra, alle proprie spalle. E poi, Zhongli cercò le sue labbra, ancora e ancora, fino a schiuderle e lasciargli libero accesso.
Non avrebbe dovuto sfiorargli la schiena, né lasciare che la sua lingua gli esplorasse la bocca a quel modo, prima che i suoi baci si spostassero sulla propria gola. Non era ciò che si raccomandava di fare a un Lord non sposato, ma non voleva pensarci. In quel momento, voleva pensare soltanto a lui, a tutte le volte che avevano ballato insieme e aveva faticato a guardarlo negli occhi, a tutte le volte che lo aveva fatto ridere, a tutte le sere in cui aveva sofferto la sua mancanza, vedendolo andare via.
E ora, Tartaglia voleva addirittura che lo accompagnasse a Snezhnaya. Era una notizia così bella che Zhongli non riusciva ancora a crederci. Aveva avuto così tanta paura di perderlo, che adesso non riusciva a fare altro che stringerlo sempre più forte, e baciarlo ancora e ancora, quasi volesse assicurarsi che fosse tutto reale.
Tartaglia risalì a baciarlo sulle labbra, e quel gesto si fece più intenso, come se stessero cercando di assaporare ogni istante, di catturare il tempo in quell'unico momento. Zhongli affondò le dita nei suoi morbidi capelli rossi, perso in ogni sospiro, nel suo sapore dolce che aveva sognato di assaporare per giorni. Le palpebre di Zhongli si chiusero, e il mondo esterno svanì, lasciando solo il suono dei loro respiri e il battito dei loro cuori che si fondevano in un ritmo unico.
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NOTE DELL'AUTORE
Ho scritto tutto in un unico giorno, e infatti non ho manco la forza di rileggerlo (ho sonnnoooo), semplicemente perché sti due hanno accumulato così tanta tensione che volevo soltanto farli limonare LOOOL
Spero apprezziate questo regalo :'D
Naturalmetne ci sono sempre casini in agguato, ma apprezziamo questo momento!!!
Con affetto,
il vostro amico Kieran
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