5: L'orologio D'argento
Quando l'autore di questo articolo, così come il resto della corte di Fontaine, ha descritto Lord AlHaitham come un gentiluomo di temperamento riservato, nessuno avrebbe immaginato che le sue notti fossero caratterizzate da tali suoni di passione. È davvero il momento che Lord AlHaitham e il suo enigmatico ospite, Lord Kaveh, si conformino ai più rigorosi standard di decoro, se vogliono donare ai loro vicini di casa il beneficio di sonni tranquilli.
Lord Tartaglia, per contrasto, è invece sorprendentemente silenzioso, di fronte ai suoi già venti nuovi pretedenti, giorno dopo giorno. Che si sia davvero infatuato di Lord Zhongli?
Da: Le cronache mondane di Lord Irminsul, 1814
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"C'è un ospite per voi, Lord Zhongli.", annunciò Miss Lisa, la bibliotecaria con cui lavorava ormai da diversi mesi, con voce allegra.
Zhongli sollevò lo sguardo dagli archivi che aveva quasi finito di compilare, sperando in cuor suo di indovinare già di chi parlasse.
"E'..Lord Tartaglia, immagino.", rispose, facendo sorridere Lisa con aria maliziosa. La sua collega era una grandissima fan degli scandali di corte, e si divertiva a leggere avidamente sia ogni libro della biblioteca, che a osservare l'improvviso movimento delle giornate di Zhongli.
Non aveva neanche provato a nascondere quanto la incuriosisse la relazione tra Zhongli e Tartaglia, senza risparmiarsi alcune battute.
"Non fingete neppure più di esserne sorpreso. Vi concedo un po' di solitudine con il vostro corteggiatore? Ho davvero tanti documenti da compilare, sapete!", osservò Miss Lisa, alzandosi in piedi e raccogliendo dei libri dalla scrivania.
Zhongli accennò una breve risata, rassicurandola. "Non vi dovete preoccupare, Miss Lisa. Non mi arrecate alcun disturbo."
"Non vi dovete preoccupare nemmeno voi. Capisco perfettamente la situazione.",sorrise Lisa, con aria complice.
Zhongli era estremamente grato di avere una collega così gentile e amichevole, per quanto non fosse consapevole della verità sulla sua frequentazione con Tartaglia.
Lui e Lord Tartaglia avevano un accordo con la regina Furina, per far parlare di loro due in quanto coppia, e migliorare la reciproca reputazione.
Tuttavia, anche se ora il mese in cui avevano previsto di fingere di frequentarsi si era concluso da un pezzo, nessuno dei due sembrava intenzionato a smettere di vedersi.
Il giorno dopo la caduta dalla barca e il picnic, Tartaglia lo aveva invitato a fare colazione insieme in riva al mare. Il giorno dopo ancora, erano andati a visitare un museo, e Zhongli si era perso a raccontagli diversi dettagli della storia di Fontaine, prima che si rilassassero in un parco, con dei giochi da tavolo che Tartaglia aveva portato da Snezhnaya. I giorni successivi ancora si erano fusi in un unico, colorato mosaico, in cui passeggiavano a volte fino a tarda notte, si sedevano vicini al fiume e parlavano fino a quando non sembrava del tutto sconveniente rimanere insieme da soli.
In quel periodo difficile, in cui Aether, il suo caro amico, era ancora disperso e richiedeva diverse ore di ricerca insieme a Navia, agente investigativa ingaggiata dalla regina che Zhongli si era offerto di aiutare, Tartaglia gli aveva inoltre offerto molto conforto.
Lord Tartaglia lo invitava fuori così spesso che spesso finivano per incontrarsi ben oltre ai momenti in cui sarebbe stato strettamente necessario per far parlare di loro in pubblico. Tante volte, non lo avevano neppure, un pubblico a guardarli, ma finivano comunque per chiacchierare per ore, senza riuscire a smettere. E Zhongli lo invitava altrettante volte, fino a quando non si ritrovava, ogni notte, a chiedersi esattamente che cosa stesse facendo.
Nella quiete della propria stanza, quando posava la testa sul cuscino e ripensava a quanto si fosse sentito felice durante la giornata, provava sempre più confusione. E, inevitabilmente, entusiasmo all'idea di rivivere quei momenti il giorno successivo.
Aveva la fortuna di avere tanti amici.
Ma mai, prima di allora, si era sentito così in subbuglio all'idea di incontrarli. Mai si era ritrovato a pensare a loro così intensamente, così spesso. Mai si era fermato a guardare qualcuno con lo stesso, genuino interesse. Aveva notato fin da subito quanto Lord Tartaglia avesse un bell'aspetto, ma era stato con il passare dei giorni che aveva imparato ad ammirare il modo in cui le sue labbra si increspavano quando rideva di cuore e non per fare bella figura in una situazione sociale, o il modo in cui i suoi occhi diventavano gentili.
Zhongli non poteva negarlo: i suoi pensieri tornavano spesso a Lord Tartaglia, anche quando non era davanti a lui. Ogni incontro, ogni risata condivisa, ogni sguardo furtivo aveva iniziato a lasciare in lui un segno più profondo di quanto avesse immaginato.
Certo, era iniziato tutto come un accordo strategico, una finzione orchestrata per migliorare le rispettive reputazioni sotto l'occhio vigile della corte. Ma ora, mentre i giorni si trasformavano in settimane, e il tempo che passavano insieme sembrava fluire senza sforzo, Zhongli si ritrovava a chiedersi come sarebbe continuata quella farsa.
Presto lui e Tartaglia avrebbero dovuto parlare di come intendevano gestire la faccenda: avrebbero dovuto fingere di non essere più interessati l'uno all'altro, facendo una dichiarazione diretta? O avrebbero dovuto smettere di parlarsi, un po' per volta? In tutta onestà, detestava quell'idea.
Si erano detti spesso che non avrebbero smesso di essere amici, ma in qualche modo, Zhongli era spaventato all'idea di perderlo, all'interno di quel pericoloso gioco.
Zhongli sospirò, mentre si avviava verso l'ingresso, per rivedere l'uomo, come ormai faceva quasi ogni mattina. Lord Tartaglia sembrava adorare andare a trovarlo in biblioteca. Quelle sale sarebbero state molto più vuote, senza di lui.
Strinse nervosamente le labbra, a un altro pensiero che lo turbava: quel pomeriggio c'erano dei corteggiatori e delle corteggiatrici che volevano andare a trovare entrambi. Glielo aveva annunciato Neuvillette, e lo stesso era stato fatto con Lord Tartaglia dai suoi parenti.
Lo stratagemma della regina Furina aveva dato dei risultati: i pretendenti che avevano ormai considerato Zhongli come un partito irraggiungibile erano tornati a farsi avanti con regali e fiori, dopo tanto tempo. Lo stesso poi era accaduto a Tartaglia, che non era più visto come un nemico Fatui, ma un uomo desiderabile.
Zhongli si era comportato come al solito: li aveva rifiutati gentilmente, o non si era fatto direttamente trovare a casa, impegnato a passare il tempo con Lord Tartaglia.
Per quanto riguardava Lord Tartaglia, invece, Zhongli non aveva voluto indagare troppo a lungo riguardo ai suoi pretendenti, trovando in qualche modo fastidioso l'idea di pensarci troppo. Tuttavia, aveva provato un certo compiacimento, sentendo Tartaglia lamentarsi di quanto lo stancasse ricevere quelle attenzioni indesiderate, o leggere Lord Irminsul che ribadiva quanto Tartaglia continuasse a rifiutare chiunque.
Poi, ogni volta, si dava dello sciocco, e dell'egoista, per provare piacere nel vedere Tartaglia rifiutare le attenzioni altrui.
Come poteva compiacersi per una cosa simile? Lord Tartaglia non era il suo vero corteggiatore. Non gli apparteneva in alcun modo. Era già fortunato a poterlo considerare un amico, viste le premesse.
Come poteva sentirsi così, quando sapeva che la loro era una finzione?
Mentre l'eco delle sue riflessioni lo accompagnava verso l'ingresso, Zhongli sentì la tensione sciogliersi un po' all'idea di vedere Tartaglia, sapendo che, al di là di tutto, avrebbe trascorso una buona mattinata.
Non vedeva l'ora di rivederlo.
Zhongli si avvicinò all'ingresso della biblioteca, cercando di mantenere la compostezza che lo caratterizzava, ma il lieve fremito nel suo cuore tradiva la calma apparente. Non appena vide Tartaglia in piedi davanti alla porta, con quel sorriso spontaneo che gli illuminava il volto, sentì un'ondata di calore invaderlo. Il guerriero dei Fatui sembrava fuori posto in quel contesto solenne, con la sua energia irrefrenabile e l'espressione quasi sfacciatamente curiosa, ma era proprio quella sua natura a renderlo così interessante agli occhi di Zhongli.
"Lord Tartaglia," lo salutò, con un elegante cenno del capo, mentre si avvicinava. "Vi ringrazio per la visita.
"Lord Zhongli, non dovete essere così formale con me, ormai," rispose Tartaglia, ridendo leggermente. "Siamo diventati amici, dico bene?"
Zhongli annuì con un sorriso, notando con piacere che Tartaglia teneva un libro sotto il braccio. Un libro che conosceva molto bene: il primo volume di Honkai Star Rail.
"Ho finito il libro che mi avete prestato," disse Tartaglia, porgendoglielo. "Volevo ringraziarvi per avermelo fatto leggere. Non leggevo da tempo, ma mi avete fatto ricordare quanto mi piacesse.", confessò, con espressione coinvolta. Zhongli sorrise più ampiamente: adorava quando Tartaglia lo coinvolgeva riguardo alla propria vita privata, confessandogli quei dettagli. "Questo libro mi riportato indietro a quando ero ragazzo, quando mi perdevo nelle storie. Avete il secondo libro della stessa saga, per caso? Quello ambientato a Xianzhou Luofu?"
Zhongli prese il libro dalle mani di Tartaglia, le sue dita sfiorando quelle dell'altro per un attimo. Sussultò appena, nonostante portasse i guanti, prima di darsi un contegno, raddrizzandosi con la postura. "Sono contento che vi sia piaciuto. È uno dei miei preferiti.", concordò, prima di annuire. "Certamente, ve lo procuro subito. Qual è il vostro personaggio preferito?", gli chiese poi, incuriosito.
"Oh, non saprei scegliere, ce ne sono tanti interessanti. Sampo e Gepard hanno una dinamica molto divertente, ad esempio.",commentò Tartaglia, allegramente. "E i vostri personaggi preferiti quali sono, Lord Zhongli?"
"Nel secondo libro,ho apprezzato molto Jing Yuan. Spero tanto che vi piacerà la storia di questo volume, l'ambientazione...",iniziò a raccontare Zhongli, prima di perdersi a parlare delle leggende e dei personaggi di Xianzhou Luofu, mentre si addentravano verso altre zone della biblioteca.
Come sempre, poi, si scusò: era un'abitudine, purtroppo, causata da tutte le volte che lo avevano rimproverato di parlare troppo. Per Zhongli era difficile frenarsi, quando raccontava qualcosa che gli piaceva, ma aveva sentito dire spesso, dai propri pretendenti, quanto risultasse pesante, in quelle occasioni.
"Lord Zhongli è molto carino, certo, ma con tutte quelle chiacchiere, fa venire il mal di testa. E' molto più carino quando sta zitto.", aveva sentito mormorare una volta, facendolo sprofondare nello sconforto.
Aveva udito spesso commenti del genere, che lo avevano ulteriormente allontanato dall'idea di sposarsi. Come poteva stare con qualcuno che non sopportava che parlasse?
Tartaglia, invece, scrollò le spalle, con gli suoi occhi scintillanti di gratitudine. "Lord Zhongli, dovete smetterla di scusarvi con me. Io adoro sentirvi parlare di questi libri. La vostra passione per la storia, per la letteratura... è contagiosa."
Zhongli sentì un lieve calore salirgli sul viso, ma lo nascose dietro un leggero cenno del capo. "Siete gentile, come sempre. Anche io adoro sentirvi parlare. Sono felice che apprezziate ciò che vi racconto."
"Apprezzare?" Tartaglia rise. "Lo adoro. E poi c'è qualcosa nel modo in cui raccontate le storie che... non lo so, riesce a rendere tutto più vivido, più reale. Vorrei che mi leggeste altri libri, magari qualche volta, quando abbiamo tempo."
Zhongli fu colto di sorpresa dalla richiesta. Non si aspettava che Tartaglia fosse così entusiasta di ascoltarlo leggere, ma l'idea di trascorrere altro tempo con lui, magari immersi nei racconti di antichi poemi o di leggende, lo riempiva di una gioia inaspettata.
"Sarebbe un piacere," rispose Zhongli, con quella solita grazia che gli apparteneva, anche se nel suo cuore sentiva una strana felicità prendere forma. "Se desiderate, potremmo scegliere insieme un nuovo libro anche oggi."
Gli occhi di Tartaglia si illuminarono. "Dite sul serio? Non ho impegni per il resto della giornata, e ho pensato...magari, dopo potremmo fare un'altra passeggiata, come quelle che abbiamo fatto in riva al fiume."
Zhongli rifletté per un istante. Aveva pianificato di passare il pomeriggio a evitare i corteggiatori che lo attendevano e a portarsi avanti con il lavoro, ma l'idea di trascorrere il tempo con Tartaglia sembrava infinitamente più allettante.
"Mi sembra un'ottima idea, gradirei immensamente la vostra compagnia" rispose infine, chiudendo delicatamente il libro che gli aveva restituito. "Possiamo sistemarci in un'area più tranquilla della biblioteca."
Tartaglia annuì, con un entusiasmo che sembrava difficile da contenere. "Perfetto! È deciso, allora."
Si sedettero in uno dei più appartati angoli della biblioteca, dove l'aria era intrisa di storia e silenzio, e l'odore del legno antico si mescolava alla luce morbida che filtrava dalle ampie vetrate. Il parco all'esterno, in piena fioritura, si distendeva come un quadro vivente, aggiungendo una nota di quieta bellezza a quel momento sospeso.
Zhongli lasciò che fosse Tartaglia a scegliere il libro, guidato da ciò che più lo ispirava. Una volta scelto, lo invitò a sedersi accanto a lui, in quella vicinanza che ormai era divenuta familiare. Con un gesto lento, quasi cerimoniale, aprì il volume e iniziò a leggere, la sua voce bassa e avvolgente, come una melodia che cullava entrambi nel racconto.
Avrebbe voluto che quei momenti, quei giorni, rimanessero impressi per sempre, come le parole incise su antiche pagine. Ogni attimo, ogni respiro condiviso, sembrava destinato a dissolversi, ma Zhongli sperava, in segreto, che potessero durare oltre il tempo stesso, eterni come le storie che narrava.
***
Ajax adorava passare il tempo in biblioteca con Zhongli. A dire il vero, adorava passare il tempo con lui ovunque. I loro appuntamenti erano ormai diventati un naturale rituale, in cui si era invischiato ancora prima che riuscisse ad elaborare i propri sentimenti.
Gli piaceva passare le ore con lui. E gli piaceva avere la scusa perfetta per continuare a farlo, seguendo il piano di Furina, o dei Fatui. Non aveva abbandonato l'idea di rubargli l'orologio d'argento, il prezioso manufatto che avrebbe salvato la Tsaritsa, ma non per questo non si era affezionato a lui.
Guardò Zhongli mentre sfogliava con lentezza il libro tra le mani, la sua espressione sempre calma, rilassata. Era proprio quella tranquillità a stregare Tartaglia, oltre ad altre sue caratteristiche. Adorava il modo in cui si animava quando iniziava a parlare troppo, anche se si scusava ogni volta. Adorava vederlo sempre intento a cercare delle nuove gite da fare, o notare il modo in cui lo ascoltava con attenzione e rispetto.
Era una persona gentile, estremamente devoto agli amici e alla famiglia, senza la presunzione o la falsità di alcuni membri dell'alta nobiltà. Ogni volta che lo guardava, negli ultimi giorni, Tartaglia sentiva sempre qualcosa di più profondo agitarsi dentro di lui, qualcosa che andava oltre l'amicizia o la semplice ammirazione. Era un sentimento ancora silenzioso, un legame che non riusciva a definire, ma che cresceva ogni volta che si trovavano insieme, come quel giorno.
Quando Zhongli iniziò a leggere, la sua voce bassa riempì lo spazio tra di loro con la delicatezza di una melodia antica. Ogni parola sembrava scolpita nel silenzio, avvolgendo Tartaglia come una coperta rassicurante. Quella voce aveva il potere di tranquillizzarlo, di farlo sentire al sicuro, come se nulla al mondo potesse raggiungerlo lì, in quell'angolo nascosto.
Ma il suo cuore, che batteva in sordina da tempo, cominciava a fare più rumore. Aveva bisogno di fare qualcosa, se non voleva ritrovarsi a fissarlo tutto il tempo con l'espressione più stupida del mondo.
Estrasse un taccuino dal giaccone e iniziò a disegnare, cercando di dare forma a ciò che le parole di Zhongli evocavano nella sua mente, con quella storia.
"State disegnando di nuovo, Milord?" sorrise Zhongli dopo un po', interrompendo la lettura, con voce curiosa. Tartaglia gli aveva mostrato spesso i suoi lavori, dopo aver compreso che Zhongli non avrebbe mai definito sciocco quel suo interesse.
Tartaglia sorrise, senza smettere di far scorrere la matita sulla carta. "Già. Le vostre parole... mi ispirano immagini. Non riesco a fare a meno di disegnarle. È come se vedessi tutto quello che descrivete. Devo catturarlo prima che svanisca."
Zhongli lo osservò per un momento, i suoi occhi ambrati fissi sui movimenti fluidi della propria mano. C'era qualcosa di delicato in quel gesto, soprattutto quando sfiorò la pagina con attenzione. "Siete molto bravo. Sono felice di avervi ispirato."
"E' che...adoro la vostra voce," sussurrò Tartaglia, quasi senza rendersene conto, continuando a disegnare. "Potrei ascoltarvi leggere per ore."
Zhongli si fermò per un istante, la sua espressione indecifrabile. Forse era sorpresa, forse era qualcos'altro, ma Tartaglia non osò alzare lo sguardo, temendo di essere stato troppo diretto.
"Dite davvero?" domandò infine Zhongli, con una dolce esitazione che Tartaglia non aveva mai sentito prima in lui.
"Assolutamente," rispose Tartaglia, la sua voce più sicura adesso, anche se il cuore continuava a battere forte nel petto. "C'è qualcosa nel modo in cui leggete che mi fa sentire in pace. Qui, con voi, mi sento finalmente... libero. È come se potessi dimenticare tutto il resto."
C'era una sincerità disarmante nelle proprie parole, una vulnerabilità che Tartaglia non era abituato a mostrare. Era sempre stato un guerriero forte, fin dalla tenera età, colui che non si lasciava mai trasportare troppo dai sentimenti, davanti a coloro che non facevano parte della famiglia. Ma con Zhongli tutto sembrava diverso. Quando uscivano insieme, non c'era bisogno di maschere, di armature invisibili. Poteva essere semplicemente se stesso.
Abbassò lo sguardo, poi, dopo un lungo respiro, si decise a parlare di ciò che lo tormentava da giorni. "Non sopporto più i pretendenti che si recano a farmi visita casa," ammise, la sua voce un po' più bassa, come se stesse confessando un segreto. Era un po' imbarazzante discuterne con Zhongli, ma chi meglio di lui poteva comprendere quel problema? Essendo entrambi scapoli richiesti, si trovavano nella stessa condizione. "A Snezhnaya questo problema non sussisteva."
"Oh. Lo capisco. Me ne rammarico, Milord.", commentò Zhongli. Ad Ajax sembrò, per un istante, di vedere una strana espressione sul suo volto, come l'accenno di un sorriso, ma probabilmente si stava sbagliando. Perché mai avrebbe dovuto trovare la cosa divertente?
"Mi trattano come un soprammobile. Parlano del mio aspetto come se fosse tutto ciò che conta.", proseguì, con una smorfia. Dopo la quinta persona che lo aveva elogiato soltanto per la propria bellezza, senza chiedergli neppure che cosa gli interessasse e avanzando subito delle proposte di matrimonio, Ajax avrebbe voluto soltanto prendere il muro a testate. "O, nel migliore dei casi, vogliono solo sapere dei pettegolezzi sui Fatui, come se non fossi leale alla mia famiglia, e svelassi ogni cosa su di loro a chiunque."
Un sospiro sfuggì dalle proprie labbra, mentre un solco di fastidio si formò sulla fronte. "Non gli importa di me. Non vedono niente oltre la superficie. Mi fanno sentire vuoto, a disagio."
"Comprendo perfettamente cosa intendete. Stavo ripensando, giusto poco fa, a quando ho sentito dei miei pretendenti dire: "Lord Zhongli è carino, ma lo sarebbe molto di più, se stesse zitto.", disse Zhongli, accennando una risata, che tuttavia sembrò troppo forzata. Ajax lo guardò sorpreso, irritandosi subito dopo: chiunque avesse detto una cosa del genere doveva essere un imbecille. Tuttavia, furono le successive parole di Zhongli a fargli sgranare gli occhi e battere il cuore all'impazzata.
"Mi dispiace che stiate vivendo anche voi quest'esperienza, Lord Tartaglia. Mi è stato chiaro fin dall'inizio che siete un uomo interessante sotto molteplici aspetti.", mormorò Zhongli, gentilmente. "Ma ne ho avuto ulteriore conferma nell'ultimo mese. Avete di certo molto di più da offrire di un bel viso."
Furono quelle parole a spronare Ajax a finire il discorso di prima, nel modo più audace, ma al contempo sincero possibile.
"Vi ringrazio per la vostra opinione. Con voi.. tutto è diverso, quando ci vediamo. Trovo ogni scusa per evitare i pretendenti e continuare a frequentare voi, a dire il vero.", ammise, con un sorriso, attendendo con ansia la risposta dell'altro.
Zhongli schiuse le labbra e lo guardò di rimando, con uno sguardo che sembrava scavare più a fondo di qualsiasi parola. Tartaglia sentì un'ondata di calore invadergli il petto. Quel silenzio, quell'attenzione calma e presente, era ciò che desiderava, ciò di cui aveva bisogno. Ogni giorno che passava, si rendeva conto che non provava soltanto ammirazione per la saggezza di Zhongli. Era qualcosa di più profondo, qualcosa che non sapeva se avesse il coraggio di ammettere.
Sapeva solo che quei momenti insieme erano diventati indispensabili per lui. E ogni volta che lo sentiva parlare, ogni volta che lo vedeva leggere o, semplicemente, era accanto a sé, sentiva che una parte del proprio cuore, quella che aveva sempre cercato di proteggere, stava cominciando a cedere.
"Lord Tartaglia...sapete, mi comporto allo stesso modo, con i miei pretendenti, a dire il vero. Li evito per cercare la vostra compagnia.", mormorò Zhongli, prima di farsi pensieroso, quasi stesse cercando le parole giuste per dire altro.
Tartaglia osservò Zhongli, sorpreso da quella rivelazione. Aveva evitato i suoi pretendenti per cercare la sua compagnia? Quel pensiero gli riempì il petto di una strana emozione, calda e potente. Aveva ormai notato che il loro legame era speciale, ma sentire Zhongli ammettere di provare lo stesso per lui era una conferma che lo lasciò senza parole per un momento.
Zhongli, come sempre, mantenne il suo tono calmo e riflessivo, ma Tartaglia percepiva una certa delicatezza nelle sue parole, una fragilità che raramente vedeva in lui.
"Posso farvi una domanda, Milord?" chiese Zhongli, dopo un breve silenzio. Tartaglia annuì, incuriosito, ma anche un po' incerto su cosa sarebbe venuto dopo.
"Cosa fareste se, tra quei pretendenti, ve ne fosse uno che vi sta sinceramente a cuore? Se provaste qualcosa di autentico per quella persona... la rifiutereste comunque, perché non desiderate sposarvi in generale, o la prendereste in considerazione?"
Ajax lo fissò, perplesso. La domanda gli suonava strana, e per un attimo si chiese se Zhongli non stesse cercando di alludere a qualcosa di più personale. Lo infastidiva forse che avesse un pretendente che potesse piacergli? Era forse geloso? Il suo cuore iniziò a battere più forte, una serie di possibilità affollava la sua mente. Perché Zhongli gli stava chiedendo una cosa del genere, ora?
Stava per rispondere, ma il momento venne bruscamente interrotto dall'arrivo di Miss Lisa, la bibliotecaria, che apparve con un sorriso leggermente malizioso, come se avesse intuito l'importanza della loro conversazione. "Mi scuso per l'interruzione, Lord Tartaglia, Lord Zhongli. Sua Maestà, la regina Furina, è appena arrivata e richiede un'udienza urgente con voi, Lord Zhongli."
Zhongli distolse lo sguardo per un attimo, come per riprendere il controllo della situazione. Tartaglia lo osservò attentamente, ancora incerto su ciò che stava per accadere, ma non poté evitare di sentirsi deluso per l'interruzione.
Zhongli si alzò con la sua solita compostezza. Lo guardò con aria sinceramente dispiaciuta, ma Ajax comprese che non poteva certo ribellarsi a un ordine della regina.
La regina di certo non si presentava da qualche parte senza una buona ragione.
"Mi dispiace, Lord Tartaglia. Vi terrò aggiornato circa i miei impegni di questo pomeriggio.", si affrettò a rassicurarlo Zhongli.
"Vi prego, Lord Zhongli, non avete nulla di cui scusarvi. Spero di rivedervi presto.",lo salutò cordialmente Ajax.
Poi, per quante istante, rimase immobile, confuso e silenzioso, mentre osservava Zhongli allontanarsi con Miss Lisa. La domanda di Zhongli continuava a ronzargli in testa, insieme al battito irregolare del suo cuore.
***
Zhongli seguì Miss Lisa verso la sezione più appartata della biblioteca, un angolo tranquillo lontano da sguardi indiscreti. L'aria era calma, ma c'era un sottile fremito nell'ambiente che anticipava l'arrivo di Furina. Era successo forse qualcosa di brutto ad Aether? Cosa poteva volergli dire di così urgente?
Quando la Regina di Fontaine fece il suo ingresso, dopo che le guardie le aprirono il portone, fu preceduta da una leggera brezza, come se la stanza stessa avesse trattenuto il respiro.
Furina avanzò con passo leggero, un sorriso ironico dipinto sulle labbra, ma i suoi occhi tradivano una certa curiosità. "Eccovi, Lord Zhongli," iniziò, con quel tono che mescolava rispetto e un tocco di malizia, "mi chiedevo quando avremmo avuto una conversazione seria, io e Voi."
Zhongli le fece un inchino rispettoso, non potendo fare a meno di provare un certo sollievo, vedendola apparentemente di buon umore. Non doveva essere accaduto nulla di grave, allora.
Vennero fatti accomodare in un piccolo salotto privato, dove venne prontamente servito ad entrambi una tazza di té: fortunatamente, la biblioteca disponeva anche di qualche stanza di cortesia e un café privato.
Quando Zhongli si accomodò nella poltroncina, sprofondando tra i suoi cuscini morbidi col cuore in gola, osservò l'amica, attendendo con ansia il suo verdetto.
"Oh, andiamo! Non restatevene così impettito, sembra che abbiate visto un fantasma!",lo riprese Furina, con una risatina divertita, dopo qualche istante di silenziò.
"Maestà, come posso esserle di aiuto?", rispose Zhongli, rilassandosi piano, di fronte al suo atteggiamento.
Furina fece girare il cucchiaino nella tazza e studiò il suo volto con un'espressione divertita. "Ho notato, mio caro consulente, che avete suscitato un bel po' di attenzione negli ultimi tempi. Il Lord Irminsul non fa altro che blaterare di voi e Lord Tartaglia."
"E' così.", convenne Zhongli, accennando un sorriso. Lui e Tartaglia ci avevano riso su spesso, oramai. Adoravano leggere quelle cronache così esagerate.
"Beh, non era forse questo il nostro scopo? Far scrivere articoli al Lord Irminsul e attirare l'interesse di potenziali pretendenti?", mormorò Furina, con tono divertito, e poi, per un attimo, alzò un sopracciglio in modo teatrale. "Eppure, oggi mi sono recato da voi in seguito a un altro tipo di notizia. Volevo sentire il vostro punto di vista a riguardo."
"Ma certo, Maestà. A proposito di cosa?",domandò Zhongli, anche se, purtroppo, forse aveva intuito dove volesse andare a parare.
"Ho sentito dire che hai rifiutato tutti i tuoi nuovi pretendenti.", disse Furina, con la sua solita schiettezza: non girava mai intorno alle questioni, pur essendo una regina. "So che siete un uomo dai gusti difficili, Lord Zhongli, ma... forse, c'è qualcos'altro che mi sfugge?"
Zhongli inclinò leggermente il capo, non sapendo come mentire di fronte alla sua sovrana. Che cosa poteva dire? Che aveva passato anni a rifiutare dei corteggiatori perché non ne era innamorato, e che ora era interessato all'unico che non lo stava realmente corteggiando?
"Maestà, ho seguito il piano originale. Tuttavia..." Fece una pausa, cercando le parole adatte.
"Tuttavia?" Furina lo incalzò, con un sorriso che si faceva sempre più malizioso. "Non è che forse... avete un interesse particolare per un certo Lord Tartaglia? Lo stesso Lord Tartaglia che, anche oggi, era con voi?"
Quella domanda diretta colpì Zhongli come un fulmine. Rimase calmo, ma sentì un leggero calore risalirgli il collo. Furina lo osservava attentamente, cercando segni di turbamento; come sempre, sembrava divertirsi un mondo nel vedere come avrebbe reagito.
Zhongli mantenne il suo consueto controllo, ma la sua voce si fece più misurata. "Lord Tartaglia è... un uomo interessante, e la sua compagnia è piacevole. Di certo, questo ha contribuito a rendere il nostro accordo più piacevole."
Furina rise piano, scuotendo la testa. "Lord Zhongli, non state affatto rispondendo alla mia domanda. Siete sempre così diplomatico... ma io voglio sapere la verità: ho già troppe persone attorno, a corte, che mi dicono bugie. Voi siete mio amico. Comportatevi da tale.",lo riprese affettuosamente, facendolo sorridere, sollevandogli un peso dal petto.
Aveva ragione. Erano amici, per quanto spesso dovesse tener conto della sua posizione sociale. Lo erano da quando Furina, anni prima, aveva iniziato a invitarlo spesso per dei té privati, e gli era parso evidente di cosa avesse più bisogno: non solo di un fidabile collaboratore che gestisse le sue biblioteche, ma anche di una persona che la trattasse come un'amica, e non soltanto come una regina.
"Non mi direte che, dopo tutte queste settimane, non vi siete chiesto se ci sia qualcosa di più tra di voi?", lo interrogò Furina, prendendo poi un sorso di té con noncuranza.
Zhongli rimase in silenzio per un attimo, riflettendo profondamente. Furina continuava a scrutarlo, ora più curiosa che mai. "Non è soltanto il fatto che rifiutate tutti i vostri pretendenti a farmelo credere. Piuttosto, a insospettirmi, è il modo affezionato con cui vi comportate in compagnia di Lord Tartaglia, anche quando non è richiesto dalla sottoscritta."
Zhongli incrociò le braccia, sentendosi come un canarino in gabbia, scrutato attentamente.
"Forse," aggiunse la Regina, con un tono complice, "siete più interessato a Lord Tartaglia di quanto voi vogliate ammettere, anche a voi stesso."
Zhongli sostenne lo sguardo di Furina, la sua espressione era seria, ma dietro quella calma apparente, si sentiva vulnerabile. "E se fosse così, Maestà?" domandò, con una voce bassa e riflessiva. "Non so se Lord Tartaglia è interessato a quel tipo di legame sentimentale. Inoltre, forse desidera tornare a Snezhnaya presto, una volta conclusi i suoi impegni qui."
Furina si appoggiò allo schienale della poltrona, scuotendo la testa con espressione pensierosa. Non sembrava sorpresa dall'ammissione di Zhongli. "Ditemi, che male ci sarebbe nel tentare di scoprirlo? Non avete nulla da perdere. Vi vedete spesso, siete in sintonia, e lui non sembra disprezzare la vostra compagnia, anzi, lo vedo chiaramente."
Zhongli abbassò lo sguardo verso la sua tazza di tè, sentendo il peso di quelle parole. "Non voglio forzarlo. Non voglio che si senta legato o vincolato a qualcosa che non desidera. Non si è mai sposato fino ad ora, dopotutto."
Furina rise dolcemente, con uno scintillio di comprensione negli occhi. "E nemmeno voi, ma ora eccovi qua, a raccontarmi dei vostri sentimenti di fronte a una tazza di tè. Forse dovreste frequentarlo al di fuori di questa situazione formale. Passate del tempo insieme, come avete fatto finora. Se c'è qualcosa, la scoprirete entrambi con il tempo.", affermò Furina, scrollando le spalle.
Zhongli rimase in silenzio per un istante, considerando le sue parole. Furina non aveva torto. Era stato così cauto nel proteggere Tartaglia da qualsiasi pressione, da qualsiasi coinvolgimento indesiderato, che non si era mai sbilanciato a fargli domande troppo dirette. Forse stava proiettando le sue paure e dubbi, piuttosto che affrontare la verità. Anche prima, nel sondare il suo interesse verso un futuro matrimonio, aveva fatto una domanda piuttosto generica, di certo mandandolo nel panico.
Tuttavia, ripensò a quando Tartaglia gli aveva detto di evitare tutti i suoi pretendenti e di preferire la propria compagnia, e gli venne spontaneo sorridere. Forse, aveva una speranza.
"Chiedetegli se desidera continuare a vedervi, ora che il mese è trascorso," suggerì Furina con un tono incoraggiante. "Non c'è bisogno di affrettare nulla, ma almeno non escludete nulla prima di averci provato."
Zhongli annuì lentamente, il cuore più leggero, ma ancora riflessivo. "Forse avete ragione, Maestà. Forse... dovrei semplicemente parlargli."
Furina annuì, con una certa soddisfazione. "Esattamente, Lord Zhongli. Vedo che avete compreso."
Zhongli rimase in silenzio per un istante, osservando attentamente Furina, che non sembrava intenzionata ad andarsene: "Maestà, perdonatemi, ma siete venuta fin qui solo per discutere di questa questione, o c'è qualcos'altro di cui desiderate parlarmi?"
Furina sorrise, quel suo solito sorriso che era una miscela perfetta tra divertimento e mistero. "Ah, siete perspicace come sempre, Lord Zhongli! No, non sono venuta solo per stuzzicarvi sul vostro caro Lord Tartaglia. C'è dell'altro. Qualcosa di molto interessante."
Zhongli sollevò un sopracciglio, incuriosito. "Di cosa si tratta, allora?"
Furina si avvicinò leggermente, abbassando appena la voce, come se volesse far sembrare la conversazione ancora più privata. "È arrivata una lettera. Una lettera da Aether."
Il nome di Aether fece comparire subito un sorriso entusiasta sul viso di Zhongli. Il sollievo lo invase totalmente: erano stati in pensiero per lui per giorni, trascorrendo le notti dietro ad innumerevoli indagini. Se aveva scritto, era un ottimo segno.
"Aether? È una notizia che mi riempie il cuore di gioia. Come sta? Cosa dice?"
Furina sorrise, ma il suo sguardo si fece più triste. Sospirò appena, quando disse: "Ecco, qui entra in gioco il mistero. La lettera è arrivata, ma non sappiamo esattamente da dove. Non riusciamo a identificarne la provenienza, e il sigillo non appartiene a nessuna delle nazioni che conosciamo."
Zhongli si accigliò, la mente subito attiva nel tentativo di risolvere quell'enigma. "Non è da Aether essere così evasivo. Sospettate che ci sia un messaggio nascosto o una ragione per cui non ha indicato un luogo preciso?"
Furina annuì lentamente. "Esattamente. Aether è sempre stato attento e prudente, quindi questa lettera... potrebbe voler dire molte cose. Non voglio allarmare nessuno, ma è importante scoprire da dove proviene e, soprattutto, se dietro quelle parole c'è un significato nascosto. Seguitemi, Lord Zhongli. Vi mostrerò la lettera. Ci consulteremo domani con Lady Lumine e Lord Dainsleif per indagare. Al momento, sono già impegnati a seguire Lady Navia, a tal proposito."
****
Dopo aver consultato la lettera che Aether aveva scritto a Lumine, Zhongli era stato felice di appurare che l'amico stesse bene. Tuttavia, era stato un po' troppo evasivo in quella lettera: era chiaro che provenisse da lui, dato che aveva scritto dettagli che soltanto Aether poteva conoscere, ma non aveva detto dove si trovava.
"Sto compiendo un lungo viaggio. Tornerò tra qualche giorno. Mi dispiace non averti detto nulla, ma avevo tanti pensieri per la testa. Ci rivedremo presto! Ti voglio bene.",erano alcuen delle parole che aveva scritto.
Lumine, giustamente, si era insospettita, e il giorno successivo, difatti, Zhongli aveva programmato di incontrarla, per discutere di quella situazione.
Nel frattempo, Zhongli aveva salutato Furina ed era tornato a casa, dato che Lumine era già impegnata con le sue indagini in giro con Lady Navia.
Così, aveva deciso, come sempre, di confessare tutti i dubbi che lo affliggevano con la persona che lo ascoltava sempre.
Non era sempre facile parlare con Azhadaha, ma quando poteva farlo, trovava un enorme conforto nella sua compagnia. A sua volta, anche Azhdaha lo ringraziava di quelle conversazioni: grazie a Zhongli e Neuvillette, era in grado di tenersi aggiornato sul mondo dei vivi.
Così, Zhongli si sedette sul divano, prendendo il manufatto che utilizzava per comunicare con Azhadaha: l'orologio d'argento. Un manufatto antichissimo, proveniente da Liyue, con una capacità unica: comunicare con i defunti. O, per la precisione, con un solo defunto specifico, collegando il suo spirito all'orologio con tempo cura.
Non funzionava sempre, né con chiunque, ma la famiglia di Zhongli e Neuvillette lo conservava gelosamente da secoli, e i due cugini lo custodivano con estrema cura.
"Azhdaha...amico mio, quindi, che cosa dovrei fare?", mormorò Zhongli, cercando il contatto con lo spirito dell'amico defunto.
Se qualcuno avesse visto Zhongli in quel momento, lo avrebbe creduto in preda a delle allucinazioni.
Zhongli o era saluto in salotto a parlare apparentemente da solo, con un orologio d'argento in mano.
Tuttavia, non c'era nulla di immaginario nella conversazione che Zhongli stava intrattenendo: Azhdaha, il caro amico che era morto tanti anni prima, poteva davvero parlargli, in quella stanza.
Nessuno, al di fuori della famiglia dei Draghi, sapeva che il manufatto chiamato "orologio d'argento" permettesse di comunicare con una persona proveniente dall'aldilà, e forse era meglio così. Zhongli non osava nemmeno immaginare che cosa avrebbero potuto fare delle persone esterne, se avessero scoperto l'esistenza di un tale manufatto.
Glielo avrebbero portato via, togliendogli la possibilità di parlare ancora con Azhdaha, già spesso a rischio. Zhongli riusciva a sentire quella connessione soltanto nella dimora della famiglia dei Draghi, dove il suo spirito era vicino. Inoltre, collegare un orologio a un nuovo spirito avrebbe ridotto ulteriormente la possibilità di recuperare la comunicazione con lo spirito di Azhaha per i prossimi decenni, se non secoli.
Azhdaha aveva vissuto a Liyue, tanti anni prima, e poi aveva passato i primi anni a Fontaine. Purtroppo, però, la malattia lo aveva portato via troppo presto; Zhongli aveva pianto per settimane, fino a quando, dopo aver provato più e più volte a far funzionare quel vecchio manufatto di famiglia, era riuscito a vedere il suo spirito.
Ormai, era da anni che lui, Neuvillette e Xiao, che ormai consideravano un fratello, ci cominicavano tramite l'orologio d'argento. Azhadaha non poteva rivelargli nulla sull'aldilà, essendo probito da leggi più grandi di tutti loro, ma poteva informarsi su ciò che accadeva sulla terra e parlare con loro. Zhongli non avrebbe mai potuto rinunciare a tale fortuna.
Dopo qualche secondo, il suo spirito si materializzò di fronte a Zhongli, invisibile a chiunque altro: soltanto chi teneva tra le mani l'orologio d'argento, riavviandone il meccanismo delle lancette, riusciva a osservarlo.
L'uomo con gli occhiali e i capelli neri, a cui voleva immensamente bene, gli sorrise con aria serena.
"Zhongli. Avete davvero bisogno della mia opinione su questo?", rise appena Azhadaha. "Vi serve forse la mia benedizione?",
"Certo che sì, amico mio.", rispose subito Zhongli, sincero.
"Allora raccontatemi di questo Lord Tartaglia.", disse Azhdaha, con voce gentile. "Se dovrò lasciarvi vivere nella mia vecchia dimora, è bene che io lo conosca, in effetti."
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NOTE DELL'AUTORE
ZAN ZAN ZAN
L'orologio non era solo un peezzo di antiquariato, ahahahaha
Altrimenti perché tutto questo trambusto da parte dei Fatui? Ma Childe lo saprà??
Povero Azhadaha, deve dare la benedizione a colui che sta per rubare il suo walkie-talkie dei fantasmi. :')
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Sì, ci sono elementi sovrannaturali, lo avevo deciso fin dall'inizio, adoro il concetto dei fantasmi <333
Buona giornata a tutti voi <333
Kieran
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