Extra: Nenia 1/3
Spazio autrice:
Prima di iniziare questo capitolo speciale voglio fare una premessa.
Gli extra che troverete in quest'opera saranno tutti dedicati ad alcuni personaggi de Le Cronache di Sherisia che secondo me non sono stati sufficentemente approfonditi.
Lo scopo dell'extra è dunque quello di farvi conoscere meglio questi personaggi in modo che voi possiate comprenderli meglio e non giudicarli buoni o cattivi a priscindere. Vi mostrerò dunque parti del loro passato che vi permetteranno di scoprire quali sono le ragioni che li spingono a fare determinate cose e che li hanno resi quel che sono in modo da renderli più che semplici comparse, ma persone reali, con una storia alle spalle. Poi starà a voi giudicarli.
Naturalmente non potevo non dedicare il primo Extra alla figura di Nenia che, fidatevi, è molto più complessa di come che è apparsa nei capitoli in cui è stata citata. Quindi spero di farvi immergere meglio nella sua psicologia con questi capitoli aggiuntivi.
ATTENZIONE:
Gli extra sono inoltre solo dei capitoli aggiuntivi. Questo significa che se non siete interessati a questi personaggi potrete tranquillamente saltare l'extra, non preoccupatevi,non andrà ad influire sul corso della storia.
E' solo qualcosa in più che voglio aggiungere per ragioni personali.
Se invece vi piace questa idea potete suggerirmi anche voi dei personaggi di cui volete degli extra ed io provvederò a realizzarli.
Detto questo vi lascio al capitolo.
Un bacio.
4 anni prima:
Nenia camminava per i corridoi del palazzo guardando divertita i servitori che non facevano altro che correre a desta e sinistra, indaffarati in ogni genere di faccende.
Il castello di Shandra era in grande fermento per il meraviglioso ballo che si sarebbe tenuto da li ad un giorno. Nenia sentì il suo cuore fare una piccola piroetta nel petto.
Ora Nenia aveva undici anni, ed era ufficialmente autorizzata a prendere parte agli eventi sociali di quel tipo. Era emozionatissima. Erano anni che ormai sognava il suo primo ballo.
Continuò a camminare baldanzosa lungo il corridoio sognando ad occhi aperti. Come sarebbe stato il vestito che avrebbe indossato? E come sarebbe stata la musica che sera dopo avrebbe riempito l'aria? Allegra? Triste? Dolce? Festosa?
"Spero ci siano i violini" pensò la ragazzina "Adoro i violini".
Immaginò anche di fare la conoscenza di un misterioso principe che l'avrebbe sicuramente presa in sposa.
Insomma, non stava più nella pelle. Di solito non era da lei lasciarsi andare alle fantasticherie, quella era più roba da Kaila. Nenia era più il tipo di bambina con i piedi per terra che cercava di assolvere al meglio a tutti i suoi compiti pur di render orgoglioso suo padre.
Già, suo padre. Il grande re Ur che non l'avea mai degnata della minima attenzione rispetto alla sorella.
Nenia si era spesso chiesta come mai il re suo padre si comportasse in maniera così distaccata con lei, ma non era mai riuscita a trovare una risposta. Vi erano state volte in cui l'aveva chiesto anche alla sua nutrice, ma anche queste non le aveva mai dato una vera e propria ragione. Anzi, la maggior parte delle volte finiva col dirle che era solo una sua impressione e che i realtà il re amava entrambe le sue figlie alla stessa maniera.
A Nenia però non era mai parso così. Non ricordava giorno in cui il re l'avesse covocata per parlare con lei come invece spesso faceva con Kaila, nè tantomeno l'aveva mai lodata per i suoi progressi nello studio o nell'apprendimento delle arti. E pernsare che Nenia ci metteva tutta se stessa per compiacerlo.
Pazienza. Nenia era sicura che un giorno il re si sarebbe accorto di lei. Nelfrattempo Nenia avrebbe continuato a dare il meglio di se.
<Principessa Kaila, insomma, si fermi!> rimbombò una voce nel corridoio.
Nenia non fece in tempo a voltars per vedere a chi appartenesse che un paio di mani le afferrarono il braccio e iniziarono a trascinarla.
La bambina si guardò intorno disorientata e vide un'enorme massa di capelli biondo oro che ondeggiavano.
<Kaila, si può sapere cosa fai?> chiese.
<Shhhh le fece Kaila agitata <Zitta e corri! Devo nascondermi> le disse solo.
Nenia annuì leggermente e seguì sua silenziosamente sua sorella mentre questa si guardava intorno cercando un poossibile nascondiglio. Alla fine aprì una porta a caso e si fiondò dentro. L'interno era incredibilmente scuro e così le due ragazzine non poterono capire di che stanza si trattasse, ma poco importava.
Ciò che al momento interessava a Kaila era scappare dal suo inseguitore.
Passati alcuni minuti Kaila appannò leggermente la porta e sbirciò all'esterno. Il suo precettore stava ritto nel corridoio, pochi passi più avanti rispetto alla stanza, e si guardava intorno infastidito. L'aveva fatta franca. Kaila fece un sospiro di sollievo e richiuse la porta facendo attenzione a non fare alcun rumore.
<Era lord Nyron?> chiese semplicemente Nenia.
<Si>
<Geografia?>
<Esattamente> rispose Kaila avventurandosi nella stanza.
Quel posto era dannatamente buio c'era bisogno di fare un po' di luce.
<Kaila, non potrai salvare le lezioni di geografia in eterno> la stava rimproverando intanto Nenia. Kaila la ignorò continuando a procedere nella stanza in direzione di dove presumibilmente dovevano esserci delle tende.
<E tu che ne sai? Hai solo undici anni. Smettila di fare la saputella> le rispose acida.
Kaila andò a sbattere verso qualcosa di non identificato e lanciò un piccolo urletto di dolore, ma non s fermò. Finalmente le sue mani toccarono qualcosa di morbido.
La ragazza tirò la tenda permettendo finalmente alla placida luce del primo pomeriggio di filtrare dalla finestra.
Kaila si girò per vedere la stanza che aveva dato loro rifugio. Era una camera da letto. E che camera da letto. Le pareti erano rivestite di velluto rosso e il pavimento, coperto di assi di legno di quercia, era disseminato di appeti della miglior fattura. Al centro della stanza, inoltre sorgeva un enorme letto a baldacchino ricco di rifiniture d'oro e con le coperte dell stesso colore delle pareti.
<Madre degli dei, di chi sarà questa stanza?>
Nenia rivolse un sorriso ammonitore alla sorella <Non dovrsti bestemmiare come un plebeo, sei una principessa>
Kaila roteò gli occhi <Si, si. Ma devi ammettere che questa stanza è incredibilmente maestosa. E' forse anche più bella di quella di nostro padre> disse aprendo un'altra tenda così da poter vedere meglio.
Nenia iniziò a camminare per la stanza. Anche lei, suo malgrado, non era meno affascinata della sorella. E fu durante questo suo girovagare che Nenia lo vide. Un enorme quadro era appeso ad una parete. Due occhi dello stesso colore del cielo primaverile la guardavano quasi potessero rendere vita da un momento all'altro.
Nenia guardò la bellissima donna raffigurata nel quadro. Non l'aveva mai vista in vita sua, eppure poteva facimente dire di chi si trattasse. La donna che la guardava dall'alto di quella parete era uguale identica a sua sorella Kaila, a eccezione dei capelli che non erano biondo oro come quelli della sorella, ma di un bondo molto più chiaro, proprio come quelli di Nenia. Quella donna era sua madre.
Kaila la raggiunse ed entrambe guardarono la donna. Anche Kaila sembrava aver capito al volo di chi si trattasse. Era la prima volta che le due principesse vedevano un ritratto della regina. Secondo ciò che le avevano raccontato il re era stato follemente innamorato di loro madre e che aveva sofferto tantissimo per la sua morte. Ma mai le due ragazze avevano visto qualche quadro della regina nel castello. Quello era il primo, e forse anche l'ultimo.
<E' bellissima> disse Kaila.
<Si, lo è> rispose Nenia.
E così rimasero, a contemplare quel volto così famigliare e così estraneo al tempo stesso.
Era ormai quasi sera quando Kaila e Nenia decisero di tornare nelle loro camere. Ma mentre camminavano nel corrdoio furono fermate da due serve.
<Principessa Kaila, dove è stata? Deve provarsi il vestito per il ballo di domani sera, lo avete dimenticato?> la sgridò una delle due.
Kaila roteò gli occhi <No, non l'ho dimenticato ma pensavo che potessimo farlo anche domani>
<Sta scherzando? Se si dovessero fare delle modifiche avremo bisogno di tempo, svelta, venga con noi>
Kaila sospirò <Va bene, va bene> e fece per andare con loro.
Ma Nenia le trattenne <Ferme!>
Le tre donne si girarono nella sua direzione.
<E io? Non dovrei avere un vestito nuovo per il ballo di domani? Sarà pur sempre il mio primo ballo!> disse presa dall'emozione.
Le due serve si scambiaronoo uno sguardo, visibilmente a disagio. Poi una di loro si avvicinò a Nenia e le mise una mano sulla spalla.
<Non te l'hanno detto?> le chiese.
<Cosa?>
<Tu non parteciperai.>
Nenia spalancò gli occhi <COSA? NO! Ormai sono abbastanza grande per prendere parte ad un ballo. Perche non posso partecipare?> chiese con le lacrime agli occhi.
<Ordini del re> disse solo la serva.
In un attimo tutti i sogni ad occhi aperti di Nenia andarono in frantumi. Le lacrime iniziarono a scendere e la bimba si portò le mani agli occhi cercando di placarlr, mentre grossi singhozzi la scuotevano.
<Non è giusto. Non ti preoccupare Nenia, parlerò io con nostro padre. Gli farò cambiare idea vedrai!> la rassicurò Kaila.
<No> disse Nenia tra i singhiozzi <Va bene così Kaila, non preoccuparti> e detto questo scappò via.
Nenia si rigirò nel letto, incapace di prendere sonno. Gli occhi, ancora arrossati dal pianto di poco prima le bruciavano da morire.
La bambina rivolse lo sguardo fuori dalla dinestra dove la luna piena faceva capolino da dietro le nuvole illuminandola con la sua fredda luce.
"Perché mio padre mi fa questo?" si chiese "Ho forse fatto quacosa che l'ha fatto arrabbiare?".
Ma per quanto Nenia continuasse a crucciarsi su quelle domande, ma non riusciva proprio a trovare una risposta.
Alla fine, conscia che non sarebbe riuscita a prendere sonno, decise di farsi una passeggiata per il castello, nella speranza di riprendersi un po' dall'umiliazione subita.
Prese così una piccola candela e uscì dalla sua stanza avventurandosi in quell'intricato labirinto di stanze e corridoi senza meta o scopo alcuno.
Fu così che, per qualche strana ragione si ritrovò proprio davanti alla stanza di quel pomeriggio, quella col quadro.
Ma c'era qualcosa di strano.
Un piccolo fascio di luce infatti usciva da sotto alla porta. Che ci fosse qualcuno all'intrno?
Nenia appoggiò l'orecchio sulla superficie della porta, ma non riuscì a sentire alcun rumore provenire dall'interno.
Alla fine, spinta più dalla curiosità che da altro, decise di entrare nella stanza.
Appannò leggermente la porta e spiò al suo interno.
La luce che aveva visto filtrare dalla stanza, a quanto pareva, era quella di una candela che giaceva abbandonata su un piccolo tavolio proiettando inquietanti ombre sulle pareti che ora apparivano dello stesso colore del sangue.
Al centro della stanza, posizionato proprio difronte al quadro, con in mano quella che sembrava una bottiglia vuota, c'era il re, suo padre.
Nenia entrò.
<Padre!> lo chiamò con voce tremante.
Questo di irrigidì nel riconoscere la sua voce. Poi lentamente si girò indirizzandole uno sguardo di odio puro.
<Cosa diamine ci fai tu qui? Sei l'ultima persona che dovrebbe essere in questo posto!> Urlò fuori di se dalla rabbia.
Nenia lo guardò spaventata <Padre, che sta succedendo?> gli chiese.
<VA VIA!> urlò l'uomo buttandole la bottiglia contro. Questa fendette l'aria e si andò ad infrandere poco lontano dal viso di Nenia.
La bambina rimase pietrificata. Avrebbe tando voluto scappare, ma proprio non riusciva a connettere i muscoli delle gambe al cervello.
<VAI VIA MOSTRO! E' COLPA TUA! E' COLPA TUA SE LEI E' MORTA! LA MIA BELLISSIMA ELEINA!>
<Padre, ma che stai dicendo?> chiese Nenia mentre le lacrime le rigavano gli occhi.
Il re attraversò la stanza con un paio di lunghe falcate e si avvicino a lei. La afferrò per il collo e la spinse contro il muro.
Nenia avvertì la stretta di quelle dita farsi sempre più serrata. Non riusciva a respirare. Non riusciva a gridare. Non avrebbe potuto chiedere aiuto a nessuno.
Guardò spaventata suo padre che le restituì uno sguardo di odio puro. Gli occhi arrossati e fuori dalle orbite, le linee del viso ancora più marcate dalla tensione, il respiro affannoso che sapeva di alcool. No, quello non era suo padre. Quello era un mostro.
<Tu. TU SEI LA CAUSA DI TUTTO! NON SARESTI MAI DOVUTA NASCERE. SEI SOLO UN GRANDISSIMO SBAGLIO> disse stringendo la presa.
Nenia sentì i polmoni bruciare. La sua vista si fece sempre più appannata. Sarbbe morta lì, lo sentiva.
Ma poi improvvisamente le mani vennero meno e Nenia cadde a terra. Alzò lo sguardo verso suo padre che si guardava le mani scosse da violente convulsioni.
L'uomo la guardò nuovamente con odio. <Se non fossi un Pures> sibilò <Ti avrei uccisa con queste mani già da tempo>
E detto questo uscì dalla stanza.
Nenia alzò lo sguardo verso il quadro della madre, che continuava a guardarla come se nulla di tutto quello fosse realmente accaduto e, lentamente, perse conoscenza.
Nenia sedeva sulle scale che davano sulla sala da ballo, cercando di rimanere nascosta nell'ombra. Nel frattempo sotto di lei, illuminata dalla luce di centinaia di candele e cristalli, la sala risplendeva invitante. Dame e cavalieri si aggiravano in tutto quello sfarzo chiacchierando e ballando, contribuendo a rendere l'atmsfera ancor più allegro e festoso. E i violini... Be', quelli erano semplicemente divini.
Nenia riuscì a scorgere in quella massa indistinta di acconciature e vestiti di seta pregiata anche sua sorella Kaila che, vestita con uno stopendo abito verde smeraldo, con i suoi soli quattordici anni riusciva tranquillamente a fare invidia a tutte le donne del regno.
Nenia guardò il viso sorridente della sorella che parlava amabilmente con un'altra dama e la invidiò terribilmente.
Avrebbe voluto essere al suo posto, ma sapeva che questo avrebbe significato rivedere suo padre, e sinceramente non ci teneva. Soprattutto dopo ciò che era successo la notte precedente.
Nenia fu scossa da un tremito e si portò la mano al piccolo nastro col quale aveva nascosco i segni delle dita del re sul suo collo.
Di una cosa era certa. Non lo avrebbe mai perdonato per quel che le aveva fatto. Un giorno avrebbe avuto la sua vendetta, si disse.
Poi riportò lo sguardo sulla sala. E fu così che si accorse di un paio di occhi dorati fissi proprio nella sua direzione.
Nenia si spaventò un po' per l'insistenza di quegli occhi. Ma poi si tranquillizzò.Era completamente coperta dalle ombre, quindi era impossibile che potessero vederla.
O forse no?
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro