9. La curiosità uccise il gatto
Erano passati ben due giorni dal loro arrivo a Shandra. Due giorni che Kaila aveva passato reclusa nella vecchia casa fatiscente che Valik aveva avuto il coraggio di chiamare "rifugio".
<Ho bisogno di fare alcuni sopralluoghi> aveva detto qualche sera prima. <Non sappamo com'è la situazione ora che siamo scappati. Ho bisogno di rendermi conto di quante guardie ci sono in giro e di capire se le ronde sono cambiate>
<Bene> aveva risposto Kaila <Allora vengo con te>
Valik l'aveva guardata divertito <Senza offesa principessa, ma non penso che la vostra presenza possa influenzare in maniera positiva le mie ricerche>
<Perché?> aveva chiesto Kaila leggermente offesa.
<Vediamo, come la posso mettere> disse lui facendo finta di pensarci su <Perché siete incredibilmente impacciata e, oserei dire, eccessivamente rumorosa. Inoltre agite troppo di testa vostra per i miei gusti> concluse.
<Ah> disse Kaila, ora completamente arrabbiata. Decise di andargli sotto a muso duro <Quindi preferisci lasciarmi qui lontano dal tuo occhio vigile> gli chiese sfidandolo.
Ma lui non ci cascò <Meglio qui che vicino a delle guardie reali, o peggio a degli umani> rispose duro. <Se resterai nascosta qui dentro vedrai che non ti accadrà nulla>.
Kaila aveva mantenuto ancora un po' il contatto visivo, cercando una sorta di resa in quegli occhi ghiaciali, ma niente da fare. Sospirando era tornata al suo angolo polveroso.
"Quest'uomo è più testardo di un mulo" pensò.
Valik sorrise <Brava ragazza> disse. E con questo uscì.
E così erano due giorni che Kaila rimaneva sola in quel buco polveroso senza fare nulla. Dannazione, stava impazzendo.
Nel frattempo i rumori provenenti fuori dalla finestra erano dannatamente invitanti. Avrebbe dato qualsiasi cosa per uscire e visitare ancora la città. Certo, il quartiere in cui si trovava non era dei migliori, ma maledizione! Non ne poteva più. Il silenzio della stanza sembrava divenire sempre più opprmente man mano che il tempo passava e inoltre Valik non accennava a tornare. Per quanto gli stesse antipatico l'atteggiamento dell'uomo, Kaila dovette ammettere che ora non sembrava tanto male comparato a quel dannato silenzio.
Kaila guardò fuori dalla finestra, ma tutto ciò che riuscì a scorgere furono le pareti del palazzo davanti.
Ok, basta. Non ne poteva più. Si alzò e indossò il matello.
"Che cosa potrà mai succedere se mi faccio giusto un giretto" pensò chiudendosi la porta alle spalle e calandosi ancora di più il cappuccio sul viso.
"Solo un giro" si disse "tornerò subito e Valik non se ne accorgerà neanche" e detto questo si incammino per le strade.
Così per la prima volta Kaila si ritrovò a girare da sola dentro Shandra, nella sua città.
Percorse vicoli, strade, tunnel. Salì e scese numerose scale. Visitò negozi e botteghe di ogni tipo. Si lasciò trasportare dalla folla e si amalgamò ad essa. Mai come prima si era sentita così libera, così se stessa. Mai si era sentita così a casa.
Si guardò intorno incantata.
"Questa è la mia gente" pensò "Questa è la mia casa".
Ma così facendo finì col perdere il senso del tempo e dello spazio e quando finalmente decise di tornare al rifugio non aveva la minima idea di quanto tempo fosse passato, ne di dove cavolo si trovasse.
Kaila si guardò in giro spaesata. Osservò l'immensa massa di persone che ancora si muoveva come un fiume in piena per le strade, ma non ebbe il coraggio di fermare nessuno per chedere informazioni per paura che potessero scoprire che fosse una donna.
Segundo il suo istinto decise dunque di entrare in uno degli svariati tunnel sperando che fosse quello giusto.
"Maledzione" pensò "E ora chi se lo sente Valik".
Uscita dal tunnel si rassicurò un po'. Be' una cosa era certa, era in un quartiere povero, ma non era sicura fosse quello giusto. Iniziò ad incamminarsi tra le strade, cercando di trovare qualche punto di riferimento o qualche edificio familiare.
Fu durante questo suo ossessivo girovagare che li sentì.
<Lascialo stare> gridò la voce di una bambina.
Kaila spalancò gli occhi e incapace di frenarsi seguì la fonte della voce fino ad un vicolo vicino.
Quello che Kaila vide le fece ribollire il sague nelle vene.
Due uomini si trovavano alla fine del vicolo e uno di loro teneva per il bavero un piccolo bambino che si dimenava nella speranza di liberarsi. A pochi metri di distanza una bambina magrissima era inginocchiata a terra e chiedeva pietà per la vita del suo amico.
<Sai che cosa succede a chi cerca di derubarmi?> urlò l'uomo che stringeva il bambino. <Ti darò tante di quelle botte che ti faranno desiderare di essere morto> Continuò <E poi ti venderò a qualche mercante di schiavi, così con te ci farò anche qualche soldo>. Concluse sorridendo viscido.
Per tutta risposta il ragazzino gli sputò in faccia e girandosi verso la ragazzina gridò <Scappa Tia!>
L'uomo, incazzato per il gesto del piccolo lo tirò per i capelli fino a farlo gridare di dolore e alzò la mano preparandosi per colpirlo.
Questo era troppo. Kaila uscì dal suo nascondiglio e si parò in mezzo al vicolo.
<Lascitelo andare> gridò con il tono più autoritario che riuscì a podurre.
I due uomini si girarono verso la nuova arrivata.
<Vai via ragazzo> gridò uno <Questi non sono affari tuoi>
Kaila non demorse e fece un altro passo avanti nel vicolo <Ho detto lasciatelo andare, altrimenti...>
<Altrimenti cosa?> chiese uno ridendo <Ci costringerai tu?> continuò avvicinandosi minaccioso.
Kaila si strinse nelle spalle. L'uomo aveva ragione, non avrebbe potuto fare nulla da sola, ma non poteva neanche lasciare quei due bambini in pericolo.
Quando l'uomo fu abbastanza vicino Kaila decise di colpirlo con un pugno allo stomaco, ma sfortunatamente questo riusci solo a farlo arrabbiare.
<Oh, ora mi hai fatto icazzare> disse, e la spinse contro il muro.
A causa della botta il cappuccio di Kaila cadde.
<Porca misera Kreig, questa è una donna> gridò l'uomo all'amico che non si era ancora mosso dal suo posto.
<Davvero> disse Kreig con uno scintillio negli occhi <Ottimo! con quelle si guadegna bene> disse.
L'uomo costrinse Kaila ad alzare il viso <Be', in ogni caso penso che con questa però mi divertirò un poco, prima di venderla> disse con un sorriso viscido.
Un brivido attraversò Kaila. La ragazza iniziò a dimenarsi. <Lasciami andare> iniziò a gridare tirando pugni a caso.
<Oh, mi piacciono combattive> disse l'uomo sorridedo mentre le infilava una mano sotto al mantello. Kaila chiuse gli occhi.
<Hai sentito la signora? Levale le mani di dosso> disse una voce fredda.
Kaila riaprì gli occhi.
<E tu chi cazzo sei?> urlò l'uomo girandosi verso il nuovo arrivato, ma Valik non gli diede il tempo di reagire.
Diede all'uomo un pugno in faccia così forte che persinonKaila riuscì a percepire il suo dolore. L'uomo cadde a terra tenendosi il naso - Probabilmente rotto.
Valik la superò senza degnarla di uno sguardo. Tutta la sua attenzione ora era concentrata sull'uomo.
Kaila non l'aveva mai visto così incazzato. Sembrava emanare sete di sangue da tutti i pori e ne ebbe paura.
Si avvicinò all'uomo e gli tirò un calcio nello stomaco così fotre da farlo ribaltare.
<Sai cosa succede ai bastardi come te che si divertono a prendersela con le donne e con i bambini> chiese rabbioso.
"Dannazione" pensò Kaila. L'avrebbe ucciso.
Per quanto quel verme non meritasse di vivere Kaila non poteva permetterlo. Senza pensarci due volte corse verso Valik e gli saltò sulle spalle, cercando di bloccarlo.
<Spostati!> urlò lui infuriato.
<Valik> disse Kaila cercando di non cadere <Basta, questo verme non merita niente di ciò che vuoi fargli. Facendo così ti farai solo notare>.
Valik lottò ancora un po', ma pian piano sembrò calmarsi.
<Va bene, hai ragione>. Rispose più calmo.
Quando Kaila si fu assicurata che avesse recuperato lucidità scese dalle sue spalle.
Valik guardò di nuovo l'uomo e fece per girarsi verso Kaila, ma poi con un gesto fulmineo gli diede un altro calcio alla mascella mettendolo definitivamente KO.
Nel frattempo Kaila si era girata verso i bambini. I due si stavano stringendo l'un l'altra guardando la scena con occhi spalancati.
In fondo al vicolo l'altro uomo, Kreig, giaceva esanime.
Kaila si avvicinò ai bambini, ma questi si ritrassero spaventati. Kaila decise di fermarsi lì dov'era e si inginocchiò, in modo da guadarli negli occhi.
<Va tutto bene ora> disse con voce calma. <Come vi chiamate?> chiese.
I due bambini la guardarono diffidenti, ma alla fine decisero di risponderle.
<Io son Milo> disse il ragazzino <E lei è mia sorella Tia>.
Kaila sorrise leggermente <Piacere Milo e Tia, io sono Kaila, e questo bruto alle mie spalle è Valik> poi li guardò seria <Siete feriti?> chiese.
I due scossero la testa leggermente.
Il sorriso di Kaila si allargò. <Bene, mi raccomando fate più attenzione la prossima volta>
<Grazie Kaila> disse Milo <Non ci dimenticheremo di quello che hai fatto per noi oggi>
E così i due si alzarono e si dileguarono il più velocemente possibile lasciando Kaila sola con Valik.
Kaila si rialzò e si girò verso Valik, ma questo la spinse contro il muro bloccandola col peso del proprio corpo.
<MA SEI IMPAZZITA?> gridò completamente fuori di sé. Kaila lo guardò con occhi sbarrati.
<TI AVEVO SOLO CHIESTO DI RIMANERE IN QUELLA FOTTUTA CASA, E TU CHE FAI? TE NE VAI CAMMINANDO IN GIRO? NO, PEGGIO! DECIDI DI FARE L'EROINA DEI POVERI! HAI INTEZIONE DI FARTI AMMAZZARE?>
Kaila guardò gli occhi di Valik che per la rabbia erano diventati completamente neri. C'erano un sacco di cose che avrebbe voluto dirgli in quel momento, dal "Non ce la facevo più a stare rinchiusa in quel buco fetido" a "Non potevo non fare niente per quei bambini", ma guardando Valik scosso da forti tremiti non potè far altro che sussurrare <Mi dispiace>.
Il Valik si irriggidi. Avvicinò il suo viso a quello di Kaila. Il cuore della ragazza iniziò a battere all'impazzata.
Non era mai stata così vicina ad un uomo, ma non era solo quello. Valik in quel momento era dannatamente bello.
Il viso contratto, gli zigomi affilati, gli occhi che lampeggiavano come due neri fuochi gemelli, il suo profumo di notte e qualcosa di ancor più oscuro. Tutto lo faceva apparire come un dannato dio della morte.
Valik si avvicinò sempre di più. Il suo respiro caldo e affannoso sfiorava ormai le guance di Kaila.
Non riuscendo più a sostenere quella vista Kaila chiuse gli occhi chiedendosi cosa l'uomo avrebbe fatto. Poi sentì un peso sulla spalla.
Kaila riaprì gli occhi e vide che Valik aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Il suo resiro era ancora veloce, probabilmente non si era ancora calmato del tutto.
<Promettimi...> disse con voce roca <Promettimi che non farai mai più niente del genere>
Kaila lo guardò. Aveva appena steso due uomini anche più robusti e alti di lui, ma in quel momento le apparì estremamente fragile.
Kaila gli posò istintivamente un braccio sul collo stringendolo a sé.
<Lo prometto> sussurrò.
Finalmente Valik sembrò rilassarsi leggermente.
<Ti dispiace se rimaniamo così finchè non mi calmo> chiese lui.
Kaila scosse la testa, quasi inconsapevolmente. E così rimasero per un tempo che parve quasi infinito.
Spazio autrice:
Salve popolo di Wattpad!
Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi piaccia :D
Se così fosse fatemelo sapere nei commenti o votandolo.
In ogni caso (piccolo spoiler) volevo avvisarvi che nel prossimo capitolo ci sarà un nuovo colpo di scena ;)
A cosa mi starò riferendo? Come andrà a finire la missione libera Nenia?
Scopritelo leggendo il prossimo capitolo!
Un bacio
Inkheart_97
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