2. La notte in cui tutto cambiò
Era passata già una settimana da quando il duca, o meglio Alaster era giunto al castello.
Lui e Kaila avevano passato molto tempo insieme. Lui la cercava spesso e Kaila stava iniziando a pensare che forse il padre ci aveva visto giusto nello scegliere lui come suo futuro sposo. Oltre ad essere molto affascinante, infatti il duca era anche un uomo di grande intelligenza e cultura. Lui e Kaila avevano passato molto tempo a parlare di libri e poesia, scambiandosi pareri e critiche su molti autori.
Kaila doveva ammettere che la compagnia di Alaster le piaceva molto. E ormai le voci del loro futuro matrimonio si erano già sparse per tutto il regno di Sherisia. Eppure, nonostante le piacesse così tanto parlare col duca, quando quella sera Kaila si coricò nel letto dovette ammettere a se stessa una cosa. Quando era con lui non sentiva quelle famose "farfalle nello stomaco" che tutte le donne innamorate affermano di sentire. Cosa significava questo?
Certo, era presto per innamorarsi del duca, si conoscevano da poco, ma si chiedeva comunque se in lei ci fosse qualcosa che non andasse. In fin dei conti si trattava di un uomo bellissimo ed intelligentissimo che inoltre sembrava molto interessato a lei. Eppure c'era qualcosa che la frenava. Come una piccola consapevolezza nell'angolo più recondito del suo cervello che le diceva che c'era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa.
Senza contare il fatto che da quello che aveva capito in quella settimana il duca era decisamente qualcuno a cui piaceva avere il controllo della situazione, e quindi si chiedeva se questo non sarebbe andato ad influire sul suo atteggiamento nei suoi confronti quando avesse scoperto la tendenza ribelle del carattere della principessa, che non ammetteva le si imponessero divieti o obblighi in generale.
Furono questi pensieri a tenerla sveglia quella notte. Continuava a rigirarsi nel letto tenendo gli occhi ostinatamente chiusi facendo finta di dormire come se così il sonno potesse realmente giungere.
E fu proprio perché rimase sveglia che quella notte riusci ad udire il rumore della finestra che lentamente si apriva, seguita da una serie di passi felpati che si avvicinavano al suo letto.
Il cuore di Kaila si fermò.
Forse era la sua immaginazione pensò. Ma il suo istinto le diceva che non era così. C'era qualcuno in quella stanza, li con lei. Poteva quasi sentire il cuore dell'estraneo battere all'unisono col suo.
Decise di continuare a far finta di dormire. In fin dei conti l'estraneo non poteva mica ucciderla, no? Nessuno poteva uccidere. Doveva solo aspettare il momento migliore per agire.
Da bambina le piaceva giocare spesso con i figli degli scudieri e dei soldati, e loro le avevano insegnato alcune mosse che poteva usare per difendersi.
Stava cercando di ricordare quegli insegnamenti sperando di essere ancora in grado di metterli in pratica quando delle fredde dita le sfiorarono la guancia. Un fremito l'attraversò dalla testa ai piedi, e per un attimo dimenticò tutto ciò a cui stava pensando.
Ma poi l'istinto si fece strada e approfittando di quel contatto Kaila scattò, prendendo di sorpresa l'estraneo. Gli avvolse entrambe le mani al braccio e usando tutta la forza che aveva lo tirò verso di lei facendolo cadere sul letto per poi salirgli a cavalcioni addosso immobilizzandolo -come poteva- col peso del proprio corpo.
Nella chiara luce della luna, così Kaila poté finalmente avere una visione dell'intruso. Visione per così dire, perché quell'intruso sembrava parte stessa della notte che li circondava. I capelli erano neri come l'inchiostro e neri erano anche gli occhi freddi e calmi che la osservavano sotto sopracciglia spesse e incorniciati da zigomi alti e cesellati. Sotto il suo corpo Kaila sentiva i muscoli sodi dell'uomo contrarsi, come a volersi trattenere dal reagire - cosa che fece capire a Kaila che se solo avesse voluto, l'estraneo non ci avrebbe messo molto a ribaltare la situazione- mentre il petto ampio si alzava e abbassata regolarmente, al contrario di quello di Kaila, ormai completamente agitata.
<Chi siete?> chiese Kaila in un soffio.
L'uomo non rispose e continuò a fissarla.
<Ditemi chi siete o giuro che mi metto ad urlare. Le guardie saranno qui in un lampo e vi sbatteranno in cella.>
Un sorriso enigmatico incurvò le labbra dell'uomo, che guardando con aria di sfida Kaila disse con voce fredda e profonda <Pensate davvero che abbia paura delle vostre guardie? Cosa potrebbero mai farmi oltre a sbattermi in cella?>
Detto questo -come Kaila aveva già immaginato- le strinse la vita e con un movimento fluido ribaltò la situazione e lei si ritrovò immobilizzata sotto il peso dell'uomo con il viso a pochi centimetri dal suo.
<Io potrei fargli cose di gran lunga peggiori> aggiunse sempre con quel sorriso freddo. Kaila cercò inutilmente di divincolarsi. L'uomo continuava impietoso a guardarla dritto negli occhi.
<Mi avete chiesto chi sono. Ebbene io sono l'uomo che è stato mandato ad uccidervi.>
Una risata di scherno partì spontanea dalle labbra di Kaila.
<Uccidermi? E come fareste, ditemi? Forse vi è sfuggita qualche nozione riguardo la natura della vostra razza>.
Uno lampo attraverso lo sguardo dello sconosciuto che con voce asciutta disse <la mia razza, non ha nulla a che vedere con la vostra, mia signora.>
Uno strano pensiero attraversò Kaila che si immobilizzò sotto l'uomo alzando lo sguardo verso il suo capo, lasciato scoperto dal cappuccio del mantello che indossava - che era probabilmente caduto durante lo scontro. Kaila guardò le orecchie dello sconosciuto. Perfettamente rotonde, proprio come quelle che si vedevano nei libri, proprio come quelle che descrivevano le favole, proprio come quelle degli umani. L'uomo di fronte a Kaila non era un Pures, era un umano.
Tutta la spavalderia di Kaila venne meno in un attimo. Sbiancò e un urlo di terrore iniziò a farsi strada dentro lei. Ma l'uomo lo bloccò sul nascere mettendole una mano sulla bocca.
<shhh!> le intimò <devo ammettere che siete sveglia, mia signora. Avete capito immediatamente cosa sono e cosa posso farvi, ma ora dovete ascoltarmi attentamente. Lei ora verrà con me, senza dire nulla...>
Kaila era consapevole che l'uomo le stesse parlando, ma non riusci comunque ad afferrare il senso di quelle parole. Riusciva solo a pensare "mi ucciderà" e "devo avvisare mio padre".
Ricominciò ad agitarsi sotto l'uomo che cercava inutilmente di tenerla ferma. Allungò la mano verso il tavolino vicino al suo letto e continuò a toccarne spasmodicamente la liscia superficie finché le sua mano non toccò finalmente qualcosa di utile. Kaila strinse la mano intorno al vaso e prima che l'intruso potesse capire cosa stesse facendo glie lo spaccò sulla testa.
L'estraneo cadde privo di sensi su di lei. Kaila, ansimante per lo shock, riuscì a fatica ad uscire da sotto il peso dell'uomo e appena fu libera, senza guardarsi indietro, scappò via.
Iniziò a correre per il corridoio implorando aiuto, ma nessun servo, nessuna guardia si fece viva. Allora corse verso la stanza del padre e aprì la porta di slancio, senza bussare né altro. Ma ciò che vide la colpì più di ciò che era appena successo in camera sua.
Un uomo dai corti capelli castani e interamente vestito di nero stava spostando un cuscino dal volto -ormai esanime- di suo padre, mentre un uomo a lei molto famigliare osservava compiaciuto la scena.
<Alaster> riuscì a dire Kaila tremante.
L'uomo si voltò a guardarla.
<Mia cara principessa> disse lui con voce vellutata. Poi lanciò uno sguardo al re. <Oh, mi spiace che abbiate dovuto assistere, ma mi aspettavo che, come posso dire, ormai foste... morta>.
Kaila guardò Alaster, l'uomo che sarebbe dovuto divenire suo marito, e le sembrò di vederlo davvero per la prima volta. Il viso bello e gentile che aveva imparato ad apprezzare in quella settimana era stato rimpiazzato da uno freddo e affilato. Gli occhi erano due fiamme gemelle, che alla luce delle candele brillavano di un intensità tale che Kaila se ne sentì risucchiata. Le gambe le credettero e si ritrovò a terra, con gli occhi rivolti al viso dell'amato padre tradito proprio da colui che aveva scelto come suo successore, l'uomo a cui avrebbe affidato i suoi beni più preziosi. La grandezza di quel tradimento sembrò quasi soffocare Kaila, che riuscì a trovare fiato solo per chiedere un semplice <Perché?>
<Perché mi chiedete>, disse il duca con freddezza e poi iniziò a camminare per la stanza <semplice, per il trono.>
<L'avreste avuto comunque> disse Kaila guardandolo con disprezzo.
<È qui che vi sbagliate mia cara> disse l'uomo. <Dovete sapere che il giorno del mio arrivo, mentre lei era impegnata ad indossare il suo graziosissimo abito azzurro, quella volpe di vostro padre mi stava costringendo a firmare un accordo secondo cui, se volevo avere la vostra mano, dovevo promettere di rispettare sempre le vostre volontà, sopratutto in merito alle decisioni di stato. In un certo senso io sarei stato solo un fantoccio, mentre il vero regnante sareste stata voi.> le rivolse dunque uno sguardo freddo <Capirete quindi il mio disappunto, dovuto anche alle svariate voci che girano sul carattere ribelle della principessa. Be'diciamo solo che non sareste stata facile da gestire>
<così avete pensato bene di togliere di mezzo sia me che mio padre>
<sempre molto sveglia> disse il duca con un sorriso. <diciamo solo che avrei preferito al mio fianco qualcuno di più collaborativo, come ad esempio vostra sorella Nenia>.
Un brivido scosse Kaila.
Il sorriso del duca si allargò <naturalmente per assicurarmi la successione avevo bisogno che prima si spargesse la voce che il re mi aveva scelto come sposo per la sua preziosissima figliola.>
<Così avete aspettato che gli araldi diffondessero la notizia del matrimonio>.
<Esattamente> confermò il duca in tono compiaciuto. <Il resto sarebbe stato ancora più semplice> disse accarezzando il volto dell'umano che aveva appena ucciso il re.
<Dal momento che nessuno sa dell'esistenza degli umani, nessuno sospetterà di omicidio, e poi il re era così tanto malato... Quanto a voi, mia cara> disse ora rivolgendosi a lei <be', diciamo solo che il grande dolore per l'aver perso il vostro amato padre vi ha talmente sconvolta da portarvi alla pazzia e a fuggire dal castello, per non tornarvi mai più>.
Kaila fu attraversata da un senso di sconfitta. Il duca aveva ragione; nessuno sapeva dell'esistenza degli umani - nemmeno lei fino a qualche minuto prima- quindi nessuno avrebbe sospettato che la morte del padre fosse un omicidio.
Ma la sua fuga? Sicuramente a qualcuno sarebbe sembrato strano che la principessa fosse fuggita dal castello - nonostante lo shock per la morte del padre. Sicuramente sua sorella non avrebbe creduto a questa storia. No, Nenia sapeva che Kaila non l'avrebbe mai abbandonata, sopratutto dopo la morte del padre. Alzò lo sguardo verso il duca, ma prima che riuscisse a proferire parola l'attenzione del duca fu attratta da qualcosa - o qualcuno- alle spalle della principessa.
<Oh, assassino> disse il duca con un sorriso beffardo <immagino abbiate già fatto la conoscenza della nostra principessa>.
Kaila fu attraversata da un fremito, lo stesso che l'aveva scossa poco prima nelle sue stanze. Non aveva bisogno di girarsi per capire con chi stesse parlando il duca, ma lo fece lo stesso.
In piedi alle sue spalle stava l'umano che l'aveva aggredita.
Nonostante la luce delle candele, il suo aspetto non era tanto cambiato, sembrava ancora una proiezione della notte. L'unico tocco di colore che spezzava il mare di nero che l'avvolgeva era un rivolo di sangue scarlatto che dalla tempia gli colava verso il mento, risultato della lotta di prima.
L'uomo le rivolse uno sguardo di rimprovero, ma la sua attenzione si spostò così velocemente sul duca che Kaila pensò quasi di esserselo immaginato.
<Perdonatemi mio signore, la ragazza è riuscita a fuggire, ma ecco, ci sono state delle... complicazioni>
<Ah, lo vedo> disse il duca in tono divertito soffermando lo sguardo sul sangue sul viso dell'uomo. <In fin dei conti ero consapevole sin dall'inizio dei possibili problemi della missione che ti avevo affidato. Ma capirai che dovrò comunque riportare l'accaduto al tuo Padrone>
L'umano dai capelli neri deglutì, e per la prima volta Kaila notò la spessa catena d'acciaio che portava al collo.
<Naturalmente> disse poi con calma.
Il duca posò lo sguardo su Kaila <D'altro canto, se magari finissi il lavoro ora, potrei mettere comunque una buona parola per te> disse con un gesto noncurante della mano.
<La ringrazio infinitamente mio signore> disse l'umano. Poi sollevò Kaila per il braccio e se la portò al fianco estraendo un grosso pugnale dalla spessa cintura che portava in vita.
Kaila osservò il viso dell'uomo realizzando che sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto. Sembrava poco più vecchio di lei, forse uno o due anni. Kaila doveva ammettere che era molto bello, e si dispiacque di come un viso tanto bello potesse appartenere ad un'anima tanto nera. Ma in fin dei conti non era lo stesso per Alaster?
Kaila guardò l'umano dritto negli occhi, e si rese conto che non erano neri come aveva pensato prima, ma di un blu estremamente intenso. Era la prima cosa colorata che scorgeva in quell'uomo. Decise di soffermarsi su quel particolare, in modo da poter vedere qualcosa di colorato prima che il buio eterno calasse su di lei.
Lacrime di disperazione le premevano gli occhi, ma Kaila si rifiutava di piangere perché così avrebbe dato ai suoi assassini un'ulteriore soddisfazione. Ma nonostante la sua determinazione di ferro una lacrima ribelle sfuggì al suo controllo rigandole la guancia. L'uomo la catturò con un dito per poi asciugarle il volto. Stranamente quel contatto restituì un po' di calore al suo cuore pietrificato.
Poi l'uomo le avvicinò le labbra all'orecchio e le sussurrò <Spero che sappiate correre>.
Kaila non ebbe neanche il tempo di metabolizzare quelle parole che il colpo partì.
Il coltello volò per la stanza e si andò a conficcare perfettamente nel cuore dell'altro assassino che con un gorgoglio sinistro stramazzò a terra. L'umano dai capelli neri non aspettò oltre. Afferrò Kaila per la mano e poi i due si riversarono nel corridoio buio inseguiti dalle urla del duca che chiamava i rinforzi.
Kaila correva il più velocemente possibile cercando di tenere il passo dell'uomo. La mente, annebbiata sia dalla sorpresa che dal sollievo le impedivano di riconoscere i corridoi che stavano attraversando, che mai le erano sembrati così estranei come quella notte. E fu forse anche per questo che non riuscì a rendersi conto di dove quella corsa sfrenata li stesse portando, e quando lo fece, be', era ormai troppo tardi.
L'uomo mise le mani su una maniglia e spalancò una grande porta a vetri, e così i due riuscirono ad uscire all'aperto. Ma l'iniziale sollievo fu sostituito dalla consapevolezza dell'essere in trappola, perché la terrazza sulla quale i due erano appena usciti era la preferita di Kaila. Quella che dava direttamente sullo strapiombo.
L'uomo imprecò e fece per tornare indietro, ma era già troppo tardi. Sulla soglia della terrazza si stagliavano due figure completante vestite di nero. Umani, penso Kaila. Il respiro dell'uomo si fece più veloce, mentre l'agitazione si impossessava sempre più di lui sostituendo la calma che aveva ostentato fino ad allora.
Le due figure si scansarono, permettendo ad un terzo uomo di occupare la soglia della terrazza, Alaster. Kaila e l'uomo indietreggiarono verso la balconata, mentre il duca avanzava di un passo con un sorriso vittorioso sul volto.
<Fine dei giochi> disse, poi rivolgendosi all'uomo continuò <Pensavi seriamente di poter fuggire? Guardati, ora sei in trappola! Hai idea di cosa ti faranno quando ti riporterò nel buco da cui ti ho pescato?> chiese rabbioso.
L'uomo affianco a Kaila fece un profondo sospiro, poi con aria risoluta guardò dritto negli occhi il duca e disse con voce ferma <Preferisco morire, che tornare lì>.
Poi tutto si successe in maniera estremamente veloce. L'uomo avvolse Kaila tra le braccia e con uno slancio si buttò verso l'indietro.
Kaila inizialmente non capì cosa stava accadendo. Riusciva a sentire solo le urla del duca e una gran sensazione di vuoto allo stomaco. Stava volando? No. Stava cadendo. Lo capì vedendo la balconata che si allontanava sempre più dai suoi piedi. Poi ci fu il freddo impatto con l'acqua, ed infine solo il buio.
Spazio autrice:
Ave popolo di Wattpad!
Be' avrete notato che quì la mia mente malata ha iniziato a partorire i primi casini XD
Alla fine sembra Alaster si è rivelato per quello che è veramente e che gli umani in realtà non si siano estinti come tutti pensavano.
E Kaila? Riuscirà la nostra principessa a sopravvivere? E soprattutto dovrebbe fidarsi dell'uomo che l'ha salvata, lo stesso che era stato incaricato di ucciderla?
Se volete sapere cosa accadrà leggete il prossimo capitolo de "Le Croache di Sherisia".
(Ok, mi piace da matti fare queste chiusure in stile "Riusciranno i nostri eroi a...")
Ps: Se vi piace questo libro e volete sostenermi o darmi consigli, vi prego di farelo sapere con una stellina o con tanti commenti :)
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro