Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

18. Hertha


Plin... Plin... Plin

"Che rumore fatidioso" pesò ascoltando quell'unico, ripetitivo rumore che disturbava il meraviglioso silenzio di cui era circondata.

"Spero che smetta in fretta."

Plin... Plin...Plin

Continuò invece il rumore.

Sbuffò infastidita. Possibile che non potesse mai riposare in santa pace? Ma non si sarebbe comunque alzata solo per colpa di quello stupido rumore.

"Che continui pure" pensò girandosi sul fianco.

Ma poi qualcosa di piccolo e freddo le cadde sull'orecchio.

Kaila si girò di scatto e, mettendosi supina, aprì gli occhi osservando confusa le stalattiti luminescenti che pensevano dal soffitto.

Si portò una mano all'orecchio e vide che era leggermente bagnato. Evidentemente una goccia d'acqua doveva essere caduta da una delle stalattiti finendo proprio su di lei.

In ogni caso, Kaila fu estremamente felice di scoprirsi ancora viva. Era la seconda volta in meno di un mese che rischiava di morire affogata, ma anche questa volta era riuscita a salvarsi chissà come. O meglio grazie a chssà chi.

Che Dan si fosse tuffato a salvarla? O forse era stata opera di Yhdea?

Non poteva dirlo con certezza, anche perché non aveva la minima idea di cosa fosse successo dopo che aveva perso i sensi.

Ma di una cosa era certa.

Non ce l'aveva fatta. Non era riuscita a trovare l'accesso che le avrebbe permesso di raggiungere Hertha.

"Che illusa" pensò coprendosi il viso con un braccio. Davvero aveva pensato di poter riuscire a fare qualcosa di così difficile da sola?

Mai prima di allora si era sentita così delusa di se stessa.

Ma mentre stava lì a piangersi addosso per la sua inutilità, notò qualcosa di strano.

I suoi vestiti erano asciutti, così come i suoi capelli. Doveva essere uscita dall'acqua da un bel po' di tempo allora.

"Aspetta" si disse "Dov'è Dan?" si chiese impovvisamente.

Tese l'orecchio, ma non riuscì a sentire altro che il rumore delle gocce d'acqua che si infrangevano sul suolo.

Kaila si mise a sedere, e finalmente si guardò intorno. Effettivamente era ancora in una grotta, peccato che quasi sicuramente non fosse era quella di prima.

Questa era molto più stretta e non vi era traccia dello specchio d'acqua nel quale si era immersa.

"Dove sono?" si chiese, completamente confusa "E come cavolo ho fatto ad arrivare qui?"

Un bruciore al palmo destro la disolse dai suoi pensieri. Kaila si guardò la mano e notò che era segnata da un profondo taglio che sanguinava ancora.

"Maledizione" pensò irritata "Non solo non ho la minima idea di dove mi sono cacciata, ma ora riesco anche a ferirmi senza rendermene conto adesso. Facciamo progressi" si disse.

Strappò una piccola striscia di tessuto dalla parte inferiore della sua casacca e se l'avvolse intorno al palmo. Dannazione se bruciava.

Si guardò poi la casacca rovinata. "Valik mi ucciderà" pensò "Sempre che prima non lo faccia perché sono venuta qui senza dirgli niente"

Poi si guardò intorno, concentrandosi nuovamente sulla sua situazione "Ah, giusto" pensò "Non che io sappia dove sia questo qiu..." realizzò.

In ogni caso ora la prima cosa che doveva fare era capire come era arrivata lì e soprattutto come tornare indietro.

Osservò ciò che la circondava, ma non vide nulla che potesse in qualche modo sembrare ad una pozza d'acqua o a una entrata. Provò a guardare in alto, per vedere se per caso fosse caduta da qualche buco del soffitto, ma nulla. Poi scandagliò il terreno, e ancora niente. Era un vero mistero come fosse arrivata lì. Non che ormai si sorprendesse di non capire cosa cavolo succedesse intorno a sé, dal momento che sembrava essere diventata la prassi.

Kaila sbuffò infastidita. Non poteva certo rimanere lì in eterno!

Improvvisamente un piccolo spiffero le accarezzò la guancia. Kaila si guardò intorno.

"Spiffero uguale corrente d'aria. Corrente d'aria uguale uscita" Pensò. Ma da dove maledizione arrivava quella corrente d'aria? Quello si che era un mistero.

Improvvisamente un piccolo bagliore argeteo attirò la sua attenzione. Si diresse verso la parete dalla quale aveva visto provenire il bagliore, ma non trovò nulla che potesse averlo prodotto.

"Che strano" pensò, e fece per tornare sui suoi passi.

Ma improvvisamente una nuova ventata d'aria, questa volta più forte, la convinse a girarsi nuovamente verso la parete.

Si avvicinò di più e guardando meglio finalmente riuscì a vederla. Nascosta tra i cristalli della parete, infatti, vi era un'insenatura, così stretta che solo una donna o un ragazzino vi sarebbe potuto entrare.

Era da lì che proveiva la corrente d'aria. Era l'uscita.

Kaila superò i cristalli cercando di non tagliarsi nuovamente e raggiunse così l'insenatura. Non era propriamente sicura di ciò che stava facendo. Non sapeva cosa l'aspettava al di là di quel buco nella parete rocciosa, ma non poteva certo rimanere in quella grotta. Così, fatto un profondo respiro, Kaila raccolse quel che era rimasto del suo coraggio ed entrò nella fessura.

Inizialmente aveva pensato che sarebbe stato l'ennesimo tunnel stretto, come quello che aveva percorso con Dan per raggiungere la grotta con lo specchio d'acqua, ma non fu così. Anzi, al contrario. Poco dopo essere entrata nel piccolo cunicolo sbucò in un tunnel molto più grande, nel quale poteva tranquillamente camminare in piedi. C'era solo un piccolo problema.

Il tunnel era completamente buio. Niente critalli, niente luci.

Così Kaila fu costretta a procedere alla cieca, completamente iconsapevole di dove stesse mettendo i piedi o di dove stesse andando.

Camminò in quell'oscurità per un bel po', finché in lontananza non iniziò a scorgere una forte luce.

Kaila la guardò incredibilmente sollevata. Ce l'aveva fatta, aveva trovato l'uscita!

Accellerò il passo, portandosi la mano davanti agli occhi quando la luce divenne eccessivamente forte, e finalmente uscì dal tunnel riusciendo a prendere una boccata d'aria.

Si guardò intorno, ma inizialmente non riuscì a distinguere niente per via dei suoi occhi momentaneamente accecati. Poi, pian piano, cominciò ad abituarsi alla luce e i contorni iniziarono a farsi sempre più distinti. Ma quando finalmete Kaila potè vedere cosa aveva davanti ne rimase estremamente delusa.

No, quella non era l'uscita. Quella era un'altra grotta, così immensa che non riusciva a vederne neanche la fine.

Kaila guardò disperata quel mare di roccia e cristalli comprendendo che sarebbe stata la sua prigione, o peggio la sua tomba.

La ragazza strinse i pugni - ignorando le fitte di dolore della mano destra che diventavano sempre più forti- e convogliò tutta la sua rabbia e la sua disperazione in un unico, potente grido che rimbombò nella grotta dirigendosi versò l'infinito alla ricerca di una qualche possibile fine di quel posto.

Kaila stava ancora fremendo per l'intensità di quello sfogo quando anche la terra iniziò a tremare.

La ragazza si guardò intorno spaventata in cerca di qualcosa a cui appigliarsi. Che fosse stata di nuovo lei a provocare il terremoto?

Eppure questa volta non aveva sentito nessuna scarica di energia attraversarla.

Inoltre, mentre l'altra volta era praticamente incosciente di quel che stava facendo questa volta era in sé, ed era abbastana sicura di non essere la causa di quelle scosse.

Ma la risposta a quelle domade non tardò ad arrivare.

<Chi osa entrare nella mia dimora?> chiese una voce così profonda che sembrò provenire dalle profondità stesse della terra..

Kaila si guardò intorno, cercando di comprendere a chi potesse appartenere quella voce, e poi, improvvisamente, lo vide.

Inizialmente pensò che fosse solo un'enorme masso, ma poi questo si sollevò dal suolo diventando sempre più grande e imponente. I suoi contorni, prima indefiniti, si fecero sempre più netti e maestosi e un paio di minacciosi occhi rosso cremisi si puntarono sulla ragazza che ricambiò con sguardo incredulo e spaventato.

Kaila osservò la creatura levarsi in tutta la sua altezza e sfiorare con la propria testa il soffito della grotta -che doveva essere alto circa quanto dieci uomini- occupando così, con la propria figura completamente ricoperta di scaglie nere come l'ossidiana, l'intero campo visivo della ragazza.

Kaila non poteva credere ai propri occhi. La creatura che aveva davanti sembrava appena uscita da un libro di fiabe illustrato o da una delle leggende che spesso si sentivano raccontare dai menestrelli di palazzo.

Quello di fronte a Kaila era un vero e proprio drago.

No. Non un semplice drago, comprese.

Quello di fronte a Kaila era Hertha.

Kaila guardò l'enorme drago d'ossidiana che si avvicinava minaccioso a lei. Ad ogni suo passo la terra tremava, rendendo ancor più difficile alla ragazza trovare una qualche stabilità sulle sue gambe già di per sé instabili.

<Tu sei Hertha... vero?> chiese con voce tremante.

Il drago si fermò di fronte a lei, guardandola sempre minaccioso.

Improvvisamente Kaila avvertì una forte fitta al palmo destro, e, istitivamente lo portò al petto.

Uno strano guizzo di comprensione parve passare negli occhi del dio, che si puntarono sulla bendatura improvvisata che le copriva la mano.

<Scopri il palmo e mostramelo> ordinò duro.

Kaila lo guardò, sempre più spaventata, ma decise comunque di obbedire. Tolse la fascia, intrinsa ormai di sangue, dalla propria mano, e mostrò il palmo ancora sanguinante alla creatura.

Hertha avvicinò l'enorme muso al palmo della ragazza e questa, in un primo momento, pensò di ritrarsi. Ma poi una qualche forza dentro di lei la costrinse a rimanere ferma in quella posizione, quasi come se il suo stesso sangue fosse richiamato dal dio.

Hertha leccò il sangue via dal palmo della ragazza e subito si rialzò di scatto.

<Non è possibile...> disse sempre con la sua voce cavernosa <Non può essere. Il tuo sangue è ricco di potere...> affermò osservandola torvo <Non puoi essere una figlia della terra.>

Kaila guardò la creatura. Non avrebbe concluso niente rimanendo immobilizzata dalla paura, doveva reagire. Così, raccolto tutto il suo coraggio, guardò la creatura dritto negli occhi e disse:

<Invece si. Sono stata mandata qui da Yhdea, Madre di tutti gli Dei, per assolvere al mio destino>

Hertha la guardò pensieroso <Uhm, dunque la Madre ha deciso di mettere di nuovo in campo voi figli degli elementi, capisco.> disse <In ogni caso cosa ti fa pensare di essere all'altezza di ottenere il mio potere?> le chiese.

Kaila scosse la testa <Io non voglio alcun potere> disse con grande sorpresa del Dio <Io voglio solo risposte e penso che al momento tu sia la persona migliore a cui chiederle>

<Così tu pensi di poter profanare la dimora di un Dio solo per delle insulse risposte? Mi dispiace ragazzina, ma dovrai cercarle altrove> le rispose e fece per andarsene.

<Aspetta> lo implorò Kaila <Ti prego, ho vissuto la mia intera vita in una menzogna. Non sono mai riuscita a conoscere veramente quelli che mi circondavano, e non mi sono mai interessata di scoprire la terra in cui vivevo dando per scontato di non appartenerle. Ma ora è diverso. Non voglio più vivere nella menzogna, voglio risposte, voglio conoscere la verità, anche se questa non dovesse piacermi.> disse tutto d'un fiato.

Il Dio la guardò sdegnato <Tu, insulsa Pures, vieni qui a chiedermi risposte. Perché dovrei dartele? La tua specie ha da lungo tempo dimenticato me e i miei fratelli, lasciandoci a marcire in questi posti dimenticati. Un tempo noi dei eravamo liberi e venerati, ora guardami, cosa mi distingue dai tanti massi polverosi che occupano questo luogo? Il mio potere? A cosa serve il mio potere se sono ingabbiato qui?> Urlò furioso.

Kaila scosse la testa <Hai ragione> disse <Questo mondo è dannatamente malato. Io stessa ho potuto vedere parte di quella malattia nell'ultimo periodo. Non abbiamo più nulla in cui credere, non abbiamo più valori... Cosa ci differenzia dagli umani? Solo l'incapacità di uccidere?> chiese triste <Una persona una volta mi ha detto che ci sono infiniti modi di uccidere una persona senza toglierle la vita>.

<Be', allora quella persona era molto saggia> disse Hertha guardandola serio.

<Hertha, io ti chiedo scusa in nome del mio popolo, e sappi che se sono qui oggi a chiederti risposte è per capire se il mio destino è legato alle sorti di questo mondo. Quindi ti prego Dio della Terra, ascolta la mia supplica e se mai riuscirò a riottenere il mio trono giuro che farò i modo che il mio popolo ti veneri come un tempo> concluse inchinandosi.

Hertha assottigliò gli occhi <Chi sei tu, ragazzina?>

<Io?> chiese Kaila <Io sono Kaila, primogenita di Ur, re della terra verde. Io sono la legittima erede al trono di Ardrovia, spodestata dalla mia stessa sorella, e ora sono qui da te Hertha perché non ho più niente per cui vivere se non cercare di assolvere al destino che voi dei avete disegnato per me>

<Una principessa...> disse Hertha sovrappensiero <Come cambiano i tempi, la prima volta un ladruncolo e ora una principessa>

Kaila alzò la testa di scatto <Cosa?>

Hertha scosse il grosso testone squamoso <Va bene principessa, ho deciso di assecondare a tua richiesta. Ti dirò tutto, ma prima dimmi una cosa, hai detto di voler accettare il tuo destino, quindi questo sigifica che in realtà sei qui perché vuoi i miei poteri. Dunque, perché dovrei cederli proprio a te? Perché mi hai fatto la vana promessa che il tuo popolo tornerà a venerarmi? Questa promessa mi era già stata fatta in precedenza e non è stata mantenuta. Per secoli sono rimasto qui a guardarvi da lontano, mentre voi vi autodistruggevate, quindi cosa dovrebbe convincermi ad aiutarti?>

<Perché noi siamo uguali> disse Kaila convinta.

<Uguali...> Hertha rise <Cosa mi rende uguale a te?>

<Il fatto che entrambi avremmo dovuto proteggere questa terra, ma abiamo finito col guardarla da lontano mentre questa si autodistruggeva, tu per la tua rabbia contro la nostra empietà e io per la mia stupidità. Ma possiamo veramente stare qui senza fare nulla? Se anche tu un tempo hai amato questa terra, Hertha, allora credi in me e insieme faremo tornare Ardrovia e anche l'intera Sherisia come era un tempo> concluse.

Il dio la guardò per un lungo momento.

<Seguimi> disse solamente, e senza constatare se Kaila lo stesse seguendo o meno iniziò ad inoltrarsi nella grotta.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro