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15. La tana

Milo e Kaila si aggiravano tra i vicoli della città cercando di confondersi il più possibile con ombre proiettate dalla fioca luce dei cristalli.

Kaila si gurardò intorno. Si aspettava che per quando fossero usciti la città sarebbe stata deserta, ma si era sbagliata. E di molto.

Le strade brulicavano ancora di persone che ridevano e parlavano. Certo, i mercanti della mattina erano stati soppiantati da alcune anime in pena in cerca di una qualche fonte di divertimento che potesse placare- almeno momentaneamente- i loro coflitti interiori e i drammi delle loro vite, ma questo non cambiava il risultato. L'aria era comunque piena di chiacchiere, urla, risate e anche musica che il più delle volte si riversava al di fuori delle taverne che, con le loro porte aperte, invitavano i passanti a cercarvi dentro un po' di riposo e divertimento.

Agli angoli dei vicoli invece, delle donne in vesti succinte guardavano ammiccanti i passanti, tentandoli con promesse che non potevano essere rivelate a voce.

Nel frattempo i bambini correvano in mezzo a quella folla a volte urtando per sbaglio qualche passante.

No, non per sbaglio, comprese Kaila vedendo un bambino scappare con in mano un sacchetto che probabilmente conteneva i risparmi di qualche povero sfortunato.

<Dove stiamo andando Milo? Hai detto che potevamo raggiugere la grotta attraverso i tunnel. Non potevamo entrare direttamente in quello davanti a casa di Elia?> chiese Kaila.

Milo scosse la testa <La cosa è più difficile di quel che sembra. I tunnel nella parete sono un vero e proprio labirinto e non sempre sono collegati tra loro. E' facilissimo perdersi al loro interno se non li si conosce bene. Per questo la maggior parte delle persone che ne conosce l'esistenza non li usa, senza contare che solo le persone di piccola statura ci possono camminare tranquillamente. Insomma, noi bambini li possiamo usare comodamente, ma resta sempre la possibilità di perdere, sopratutto se si tratta di tunnel che non usi spesso. Per questo motivo alcuni di noi sono stati scelti per fare una mappa dei tunnel. Ricordi l'amico con cui ti ho detto di aver scoperto la grotta? Lui è uno di quelli. Quel giorno mi chiese di accompagnarlo alla scoperta di quel tunnel nuovo per poterlo mappare. Quindi sono abbastaza certo che lui possa dirci con esattezza dove si trova la grotta> concluse.

Kaila guardò il bambino che le stava davanti. Doveva avere al massimo dodici, tredici anni, ma sembrava già più maturo di lei. La vita per strada doveva fare quell'effetto, pensò tristemente.

<Quindi, dove troviamo questo tuo amico?>

<A quest'ora dovrebbe essere alla tana . Seguimi e ti porterò da lui>.

Kaila annuì. Milo stava per avviarsi sulla strada, uscendo dalla protezione delle ombre quando Kaila lo fermò e lo costrinse nuovamente a nascondersi.

Milo la guardò interrogativo e Kaila gli rispose portandosi un dito alle labbra- intimandogli di fare silenzio- e poi gli indicò un punto preciso della strada. O meglio una persona precisa. Poco più avanti rispetto al vicolo in cui si trovavano vi era un uomo, completamente coperto da un mantello nero. Certo, poteva non essere un umano, molti altri andavano girando vestiti più o meno nello stesso modo, ma appena gli occhi di Kaila si erano posati su quella figura, un piccolo campanello di allarme aveva iniziato a suonare in un angolo della suo cervello. Inoltre se inizialmente aveva qualche dubbio, più osservava il modo di muoversi dell'uomo, incredibilmente fluido e silenzioso -dannatmente simile a quello di Valik- più se ne convinceva.

<Avevi ragione> disse a Milo <Ci stanno cercando>

Milo spalancò gli occhi comprendendo finalmente a cosa la ragazza si riferisse.

<Non c'è qualche tunnel che ci può portare direttamente a questo rifugio?> gli chiese.

<Si, ma sappi che è molto stretto> disse lui.

Kaila scosse la testa <Fidati, preferisco stare un po' compressa che incontrare uno di quelli> gli rispose.

E poi fece segno a Milo affinché il ragazino le facesse strada.

Un'ora dopo riemersero finalmente dal tunnel. Kaila prese un profondo respiro. Aveva seriamente creduto di soffocare ad un certo punto. Certo, Milo l'aveva avvisata che il tunnel sarebbe stato stretto, ma lei non immaginava così tanto. Non si era sentita così compressa neanche quando le domestiche la obbiligavano ad indossare il corsetto sotto i vestiti.

Per un attimo ringraziò mentamente il fatto che il tunnel per il quale aveva trascinato Valik non era stato così, altrimenti non avrebbe proprio saputo come far passare quel bestione la dentro.

Pensare a Valik però la riportò istintivamente a pensare a ciò che era successo prima nella sua stanza. Kaila era quasi indecisa se arrossire o piangere. Ma alla fine decise semplicemente di non pensarci e di concentrarsi piuttosto su ciò che la circondava.

L'ennesimo quartiere povero, naturalmente.

<Dove stiamo andando esattamente> chiese Kaila seguendo Milo tra i vari vicoli.

<Alla tana. E' praticamente una casa abbandonata dove io e Tia viviamo con altri ragazzi come noi> rispose <Sai, quando la vita non è tanto generosa, tanto vale allearsi con i propri simili> le spiegò.

Kaila pensò che un tempo gli avrebbe dato tranquillamente ragione, ma dopo tutto ciò che le era capitato nell'ultimo periodo non era più certa della veridicità di quelle parole.

<Sai> disse tutto d'un tratto <Ho sempre pensato che tutte le case di Shandra avessero almeno una finestra che si affacciasse verso il castello, ma in tutte le case in cui sono stata non ne ho ancora vista una>

Milo rise <Stai scherzando? La parete ovest della montagna è riservata ai ricchi. Solo loro possono permettersi di affacciarsi verso il castello, è una cosa risaputa. Si vede che non sei di Shandra>

<Si, hai raggione> sussurrò Kaila tristemente, ferita non tanto da quelle parole quanto dal non sapere nulla della sua stessa città.

<Comunqe siamo quasi arrivati> disse Milo indicando una casetta poco più avanti.

Dalle finestre filtrava della luce. Segno che evidentemente non tutti stavano dormendo al suo interno.

Milo si avvicinò alla porta e bussò forte.

<Chi è?> fece una voce puerile dall'interno.

<Sono io Phil, apri la porta>

<Io chi?> chiese la voce.

<Milo, razza di idiota> rispose Milo irritato <Muoviti, ho un'ospite con me!>

La porta venne aperta di poco e un piccolo bambino dai capelli castani si affacciò per vedere chi fosse la persona accanto a Milo.

<Chi è lui?> chiese curioso.

Milo spalancò la porta costringendolo a spostarsi. <Prima di tutto è una lei, anche se non si vede dai vestiti, e poi è una mia amica> gli disse <Hai per caspo visto Dan?>

Il piccolo bambino annuì <E' di sopra. Sta disegnando la mappa di un nuovo tunnel che ha esplorato oggi>

<Perfetto> disse Milo, poi si avvicinò al bambino per accarezzagli i capelli <Stai facendo un ottimo lavoro qui. Continua a sorvegliare soldato>

Il volto del piccolo Phil si illuminò <Agli ordini> disse, e poi si volatilizzò in un'altra stanza.

Kaila guardò Milo interrogativa.

Il ragazzo scrollò le braccia <E' sempre meglio che qualcuno resti di guardia alla porta. Non si sa mai che qualche mal intenzionato possa farsi venire strane idee> rispose e iniziò ad avviarsi verso delle scale che li avrebbero portati al piano di sopra.

<Milo, sei tu> lo chiamò una voce squillante da un'altra stanza.

Milo roteò gli occhi sussurrando <Ti prego, no>

Non appena ebbe finito di dire queste parole un piccolo tornado dai capelli color mogano entrò nella stanza. Kaila la guardò. Era una ragazza poco più bassa di lei, col viso pieno di lentiggini e contratto per la rabbia.

Si avvicinò minacciosa a Milo e iniziò a gridare <Piccola peste, dove diavolo sei stato? Hai idea di quanto fossimo in pensiero io e tua sorella?>

<Non rompere Brie, avevo una cosa da fare> rispose lui acido.

<Ah, e cosa?> chiese Brie rossa di rabbia in viso. Poi i suoi occhi si posarono su Kaila e finalmente si accorse della sua presenza.

<E tu chi cavolo sei?> chiese mettendosi sulla difensiva.

Kaila si abbassò il cappuccio del mantello così da farle capire in realtà era una donna <Tranquilla> la rassicurò <Sono un'amica di Milo, mi chimo Kaila>.

Brie sgranò gli occhi <Non dirmi che tu sei...> iniziò.

"Merda" pensò Kaila. Che l'avesse riconosciuta?

<Tu sei la ragazza che ha salvato Milo e Tia più o meno una settimana fa, vero? Tia mi ha parlato di te> disse.

Poi si avvicinò e le prese le mani tra le sue <Ti sono veramente grata per quel che hai fatto per loro. Non so veramente come sdebitarmi>

Kaila le sorrise sollevata. Fortunatamente non aveva scoperto la sua vera identità.

<Figurati> le disse <Piuttosto ora sono io ad essere in debito con voi. Se non fosse stato per l'aiuto che Milo mi ha dato in questi giorni anch'io me la sarei vista brutta, mi scuso se vi ha fatto preoccupare per colpa mia>

Brie guardò prima Kaila e poi Milo <Quindi è per questo che sei sparito per un po'>

Milo annuì infastidito <Si, ora che abbiamo finito la parte dei ringraziamenti e delle spiegazioni possiamo andare? Dovremmo parlare con Dan>

Brie annuì comprensiva <Va bene, ma poi passa a salutare anche tua sorella. Le sei mancato terribilmente.>

Milo annuì e poi si diresse nuovamente su per le scale.

<Quanti siete in questa casa?> chiese Kaila curiosa.

<Solo io, Tia, Phil, Dan e Brie> rispose <Ma questa non è l'unica. Siamo praticamente sparsi in varie case>

<E non avete nessun adulto che badi a voi?> chiese Kaila triste.

Milo sbuffò <E' meglio non fidarsi degli adulti. Guardati intorno Kaila, tutti i bambini come noi che vedrai in questa città sono stati abbandonati dai loro stessi genitori. Personalmente l'unico adulto di cui mi fido è Elia, e penso di poter aggiungere anche te in questa lista, anche se ci conoscamo da poco.>

<E chi bada a voi quindi?>

<Non abbiamo bisogno che qualcuno badi a noi. Brie ci basta già>

Kaila ripensò alla ragazza di poco prima.

<Quanti anni ha Brie?>

<Diciassette>

Diciassette anni e aveva già il peso di quattro bambini sulle spalle, pensò Kaila. A volte la vita sapeva essere proprio dura. E lei che si lantava.

<E come fate a vivere e comprare da mangiare?>

Milo alzò le spalle <Diciamo che facciamo quel che possiamo per sopravvivere. Brie lavora come serva presso una famiglia di nobili. La paga è buona, e a volte riesce a portarci anche qualcosa di buono dalle cucine. Io invece faccio da garzone in un piccolo emporio poco lontano. Be' quello invece non mi paga molto, ma qualche moneta in più non fa mai male> le spiegò camminando nel piccolo corridoio sul quale affacciavano tre stanze.

Milo si diresse a passo sicuro verso quella in fondo. L'unica, tra l'altro dalla quale usciva un piccolo spiraglio di luce.

Milo bussò leggermente alla porta.

<Avanti> rispose la voce di un ragazzino.

Milo aprì la porta e fece a Kaila segno di entrare.

<Ehi Dan, sono io, ho bisogno di un favore> iniziò a dire il ragazzino.

Kaila entrò nella stanza. Dentro non vi era quasi niente. Solo un piccolo letto e un tavolo
sul quale stava chino un ragazzo dai capelli rossi.

<Che vuoi stavolta, Milo?> gli chiese infastidito. <Non vedi che ho da fare?>

<Ho bisogno che tu porti me e la mia amica in un posto>

Dan si girò verso di loro curiso di vedere questa "amica". Appena la vide emise un fischio di apprezzamento.

<Non è un po' troppo grande per te, Milo?>

Milo arrossì fino alla punta appuntita delle orecchie <Ma che hai capito? E' solo un'amica. Allora, sei disposto a farci da guida si o no?>

Il ragazzo, Dan, si alzò in piedi e si diresse verso Kaila e Milo. Aveva anche lui il viso pieno di lentiggini ed era anche leggermente sporco di inchiostro, così come le sue mani. Doveva avere al massimo quindici anni.

<Be' dipede da dove volete andare> disse pulendosi le mani sul pantalone e porgendone una a Kaila che la stinse.

<Ti ricordi la grotta che scoprimmo quel giorno? Quella con la sorgente termale?>

Dan annuì <Si, dovrei avere la cartina di quel tunnel qui da qualche parte> disse iniziando a cercare tra vari fogli sparsi sul foglio. Alla fine riuscì a trovare ciò che cercava e alzò vittorioso la mano che stringeva la suddetta cartina.

<Eccola qui. L'avevo già messa da parte perchè pensavo di ritornarci. In fin dei conti è un bel posto dove farsi il bagno e poi volevo esaminare meglio il fondale. Te l'ho detto che ho visto qualcosa l'altra volta> disse. Poi guardò i due ancora sulla porta <Ma perché vi interessa proprio quella grotta> chiese.

Anche Milo rivolse il proprio sguardo curioso su Kaila. Alla fin fine aveva accettato quella missione senza saperne niente. Ora però era un po' curioso e voleva delle risposte.

Kaila sospirò. <Se ho raggione> disse <quello che hai visto nell'acqua dovrebbe essere una stele. Purtroppo non posso rivelarvi come io sappia della sua esistenza e perché ci devo andare. Anche perché non mi credereste. Fatico anche io a credere a tutto ciò che sta succedendo, ma so che devo raggiungerla. Sono anche disposta a pa...> aspetta, a fare cosa? Non aveva denaro con se e non sapeva se Valik ne avesse ancora e se fosse stato disposto a cederlo a loro.

Fortunatamente Milo scosse la testa <Non ti preoccupare. Non c'è bisogno che ci paghi. Sei d'accordo Dan>

<Non del tutto> disse il rosso <Io voglio una cosa in cambio>

<Che cosa?> chiese Kaila.

<Voglio che una volta che tutto sarà finito mi riveli cosa c'è sotto quell'acqua. Anche se pensi che io non possa crederti>

Kaila lo guardò per un lungo momento <Va bene, basta che poi tu non mi prenda per pazza>

<Affare fatto> disse il ragazzo con un sorriso.

<Allora abbiamo un'accordo> concluse Kaila.





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