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1. Il duca di Rumk

<Principessa Kaila! Per favore non correte!>
Kaila non diede ascolto alla voce della cameriera e continuò a correre lungo il corridoio lasciando ondeggiare la lunga treccia bionda dietro di se, quasi fosse una scia di luce.

Si chiese perché, dopo diciotto anni, i domestici cercassero ancora di frenarla. In fin dei conti il comportamento ribelle della figlia maggiore di re Ur era famoso, se non in tutto il regno sicuramente in tutto il palazzo.

Lei era sempre stata così, sin da bambina: Se le andava di fare qualcosa la faceva, se voleva dire qualcosa la diceva. E suo padre non l'aveva mai rimproverata per questo. A volte la guardava con occhi pieni di nostalgia e le sussurrava che era proprio identica a sua madre. Kaila amava suo padre, e aveva amato anche sua madre, prima che morisse dando alla luce la sorellina Nenia, quando lei aveva solo tre anni.

Ed ora stava correndo a perdifiato per giungere alle finestre che davano sul cortile interno del palazzo al fine di poter finalmente vedere l'uomo che avrebbe dovuto imparare ad amare. Il duca di Rumk. Uomo famoso per la sua grande intelligenza e fedeltà verso il sovrano, nonché l'uomo scelto da suo padre come suo futuro sposo.

In diciotto anni questa era la prima decisione che re Ur aveva imposto a sua figlia. Il perché? Semplice; il re era molto malato e avendo paura del peggio aveva deciso di indire questo matrimonio al fine di lasciare in mani fidate sia il suo amato regno che la sua amata figlia. E chi meglio di un uomo appunto famoso per virtù e fedeltà come il duca?

Kaila arrivò alla finestra del cortile nel momento esatto in cui le trombe suonarono per annunciare l'arrivo del duca. Poi il portone si spalancò, ed un uomo entrò a cavallo seguito da una scorta armata. L'uomo smontò da cavallo e si diresse verso i portici del palazzo, dove Kaila immaginava lo stesse aspettando il gran ciambellano per dargli il benvenuto in nome del re malato.

A giudicare da ciò che Kaila riusciva a vedere dalla finestra il duca sembrava avere anche un fisico molto atletico, che unito alla regale cadenza del suo passo rendeva quasi impossibile togliergli gli occhi di dosso.

<Sembra un bell'uomo> disse una voce al suo orecchio.

Kaila sussultò, e si girò verso la fonte della voce trovandosi faccia a faccia con una splendida fanciulla dai capelli biondo platino raccolti in una regale crocchia.

<Nenia> disse Kaila <mi hai spaventata.>

<Oh, mi spiace> rispose la fanciulla con una punta di divertimento nello sguardo verde. Poi si appoggiò con la schiena contro la finestra e la guardò maliziosa <allora, emozionata?>

<Affatto.> ribadì Kaila cercando di mascherare la sua eccitazione, ma lo sguardo della sorella le fece capire di non esserci riuscita. Era sempre stato così con Nenia. Qualsiasi cosa facesse o dicesse era difficile nascondere la verità a sua sorella.

Nonostante la sua giovane età, Nenia sembrava quasi in grado di vedere cose che ad altri sfuggivano. Sicuro riusciva a vedere più verità della sorella maggiore, a cui piaceva passare le giornate a sognare ad occhi aperti.

<Dici che potrebbe essere un buon marito?> chiese Kaila guardando nuovamente fuori dalla finestra.

Un sorriso incurvò le labbra della sorella < Chi può dirlo...>

Kaila guardò attentamente sua sorella. Quel giorno c'era qualcosa di strano in lei, però non riusciva a capire cosa.

<Senti Nenia...>

<Principessa! Finalmente vi ho raggiunta.> La cameriera arrancò lungo il corridoio puntando dritta verso di Kaila.  <Come ha potuto scappare via così? Deve prepararsi per incontrare il duca> disse prendendola con forza per il braccio e trascinandola per dove era venuta.

Kaila lanciò uno sguardo supplice alla sorella che però si limitò ad alzare le spalle e ad osservarla mentre la cameriera la portava via.

Kaila si trovava di fronte al grande portone in mogano che permetteva di accedere alla stanza del trono, attendendo di essere chiamata dal padre così da poter finalmente conoscere questo fantomatico duca.

Si toccò per l'ennesima volta i capelli, sperando che l'acconciatura e il diadema fossero ancora al loro posto. Poi passò al vestito, di un intenso azzurro - che le metteva in risalto gli occhi- che le stringeva il busto lasciando scoperte le spalle, per poi ricadere in lunghe pieghe iridescenti. Sembrava tutto in ordine.

Il cuore le batteva all'impazzita, quasi fosse un uccellino in gabbia. A differenza della sorella non era mai stata molto brava a controllare le emozioni. Nel tentativo di sfogare un po' di nervosismo iniziò a giocherellare con uno degli orecchini che le pendevano dalle orecchie leggermente appuntite. Era la forma di quelle orecchie a denotare la sua appartenenza alla razza dei Pures.

Erano passati ormai secoli da quando Yhdea, Madre degli dei, indignata dagli orrori commessi dagli uomini, aveva provveduto a creare da tale razza infetta una nuova razza, incapace di uccidere. I Pures, il gioiello della natura, la razza prediletta. Gli umani invece si erano pian piano estinti, lasciando di loro solo il ricordo delle nefandezze compiute e qualche storiella per i bambini cattivi, del tipo "se non mangi tutto l'umano cattivo verrà a prenderti".

Kaila si lasciò sfuggire una risatina nervosa. Che sciocchezze. Gli umani erano belli che estinti, punto e basta.

Kaila alzò lo sguardo verso lo stemma posto sul grande portone. Esso raffigurava una montagna con una stella sulla cima. Lo stemma di Ardrovia, la terra verde, la più fertile tra tutte le quattro terre dei Pures. Poi vi erano Berullia, la terra dei laghi, Anskaya, la terra del vento e Lur, la terra dei vulcani.

Kaila aveva studiato a fondo la storia di quelle terre. Secondo una leggenda, era stata sempre Yhdea a crearle, infondendo in ognuna di esse lo spirito di uno dei quattro elementi: la terra per Ardovia, l'acqua per Berullia, l'aria per Anskaya e il fuoco per Lur, e questo spiegava la grande diversità delle terre del mondo di Sherisia- come venivano chiamate le terre conosciute.

Ma nonostante le loro diversità, queste terre non avevano possibilità di farsi la guerra, perché i Pures non possono uccidere. Quindi i vari popoli avevano imparato a convivere tra loro.

Fu proprio mentre era persa in questi suoi pensieri che la porta iniziò ad aprirsi riportandola drasticamente alla realtà. Kaila rimase momentaneamente accecata dal fascio di luce che si riversò nel buio corridoio, ma nonostante ciò avanzò nella stanza e pian piano i contorni di questa si fecero sempre più definiti.

Il padre sedeva sul trono e la guardava orgoglioso mentre lei avanzava verso di lui e il suo ospite che stava irto dinanzi al trono. Arrivata a metà  della stanza Kaila si inchinò e così rimase finché non sentì un rumore di passi avvicinarsi.

<Vi prego, non c'è bisogno di inchinarsi. Anzi, dovrei essere io ad inchinarmi dinanzi a così tanta bellezza.> disse una voce profonda.

Kaila si raddrizzò e per la prima volta poté avere una visione chiara dell'uomo che presto avrebbe chiamato marito.

Il duca era decisamente un bell'uomo. Aveva lineamenti duri e regali, che mettevano in risalto gli occhi dorati da predatore. Il viso era incorniciato da un ombra di barba, dello stesso colore dei folti capelli castani che gli arrivavano fino alle ampie spalle. Era molto alto, almeno una spalla più di Kaila, e come lei aveva già notato era di fisico atletico, perfettamente fasciato da abiti di ottima fattura. Era decisamente il tipo di uomo al quale le donne si buttavano ai piedi, e stava per diventare suo marito. Kaila gli prose la mano e lui la baciò con devozione.

<Signor duca, è un piacere fare la vostra conoscenza.> disse rivolgendogli un sorriso.

<Lo è ancor di più per me principessa>. Rispose lui rivolgendole uno sguardo rapace che mise un po' Kaila a disagio. Fortunatamente la tensione fu rotta dal re.

<Mia adorata figlia, sono felice di presentarti il tuo futuro sposo e di annunciarvi che, in comune accordo con questi, la data del matrimonio è stata fissata nel giro di un mese>.

Kaila sussultò. Solo un mese? Non era pronta a sposarsi dopo solo un mese. Il duca la guardò comprensivo.

<Non temete, nonostante il breve tempo farò in modo che mi accettiate, che mi conosciate, così che quel giorno possiate dire "lo voglio" senza ripensamenti>.

Le parole del duca rincuorarono un poco Kaila, ma c'era ancora qualcosa che le provocava uno strano senso di inquietudine, anche se non capiva cos'era.

<Allora è deciso> disse il padre.

< chiamate gli araldi, che diffondano la notizia per tutto il regno, mia figlia si sposa!> urlò con entusiasmo. Ma fu subito stroncato da un forte attacco di tosse.

< padre!> urlò Kaila precipitandosi al suo fianco. Ma lui agitò la mano mormorando un fievole "sto bene" e annunciò che si sarebbe congedato per via della sua salute.

Kaila lo guardò preoccupata allontanarsi sostenuto dai medici. Le sue condizioni stavano peggiorando. Il duca attirò la sua attenzione schiarendosi la voce.

<Mi chiedevo se foste così gentile da mostrarmi il castello> disse mostrandole un sorriso radioso.

Kaila si ricompose e rispondendo al sorriso disse < ma certo signor duca>.

<Oh vi prego, siamo promessi sposi, chiamatemi Alaster. E se mi consentite posso chiamarvi Kaila?>

Il sorriso di Kaila si allargò  <ma certo> disse, e poi gli fece strada nel castello.

Secondo numerose voci, il castello reale di Shandra, capitale di Ardrovia, era il più bello tra tutti quelli dei quattro re Pures. Forse non tanto per l'architettura -poiché, a quanto sembrava, le sue bellissime pareti in marmo bianco non avevano nulla a che vedere con le stupende costruzioni in cristallo del palazzo di Orian, capitale di Berullia- quanto per la sua posizione.

Esso sorgeva in una valle situata tra il grosso golfo di Shaar e l'ampia montagna di Sherin, che ne abbracciava il perimetro, creando una barriera naturale per ipotetici attacchi - che però non si erano mai avuti. Tale posizione permetteva di avere dal castello due viste estremamente diverse. Se ci si affacciava dal lato occidentale, si poteva osservare l'immensa montagna che sovrastava il castello al cui interno era stata costruita la città di Shandra, mentre se ci si affacciava dal lato orientale si poteva avere un ottima vista del mare delle Niadi, nonché dell'intero golfo.

Personalmente Kaila preferiva la visione orientale. Non che non amasse la visione della città-montagna di Shandra, specialmente di notte, quando le case si illuminavano e da lontano sembravano tante piccole stelle. ma ormai conosceva a memoria quella montagna e, a volte, le sembrava quasi che volesse nasconderle la visione di orizzonti nuovi.

Invece il mare non le celava nulla, anzi, la invitava ad osservare, alla ricerca di terre inesplorate e avventure ancora tutte da vivere. E Kaila voleva seguire quel richiamo, voleva avventura, voleva passione. Se solo avesse potuto scegliere sarebbe nata marinaio, e si sarebbe imbarcata sulla prima nave diretta verso il nulla.

Ma era una principessa, e il suo compito era guidare il suo regno e sposare l'uomo che ora guardava estasiato l'immensa biblioteca reale nella quale Kaila lo aveva portato.

<Che magnifica collezione> disse osservando i grandi scaffali di mogano che si ergevano quasi fino alla bellissima cupola di vetro che donava luce alla stanza nelle ore diurne.

<La ringrazio> disse Kaila <questo è il risultato di generazioni di lavoro. E' la più grande biblioteca esistente>.

<Ne avevo sentito parlare, ma non pensavo potesse esistere qualcosa di così maestoso> disse con gli occhi che gli brillavano, come quelli di un bambino.

<Vi piace leggere?> chiese Kaila

<Oh si, lo adoro> rispose Alaster con lo sguardo adorante rivolto ancora verso le immense pile di libri. Poi la sua attenzione si rivolse a Kaila <E voi?>

<Be' Alaster, con una biblioteca così grande a portata di mano, sarebbe quasi impossibile non amare leggere>

Il duca le sorrise <E ditemi, che tipo di libri amate di più leggere?>

Kaila sorrise di rimando <Ci sono tantissime tipologie di libri che mi piacciono> disse spaziando con lo sguardo lungo le numerose sezioni della biblioteca. <Ad esempio vi raccomanderei di dare un'occhiata alla sezione di storia e mitologia, se vi piace essere ben informato sul passato, ma personalmente, la sezione che amo di più è quella dei libri d'avventura>.

<Libri d'avventura?> chiese il duca sollevando un sopracciglio <Una principessa bella come voi legge cose così puerili?>

Kaila si sentì leggermente offesa dal commento, ma decise di cogliere la sfida al volo e guardando il duca con un piccolo sorriso disse <Se avrete la gentilezza di seguirmi, vi mostrerò come alcuni interessi puerili possano essere estremamente coinvolgenti se accompagnati dallo scenario adeguato>

Il duca le lanciò uno sguardo interrogativo, ma non chiese niente mentre la seguiva fuori dalla stanza.

Kaila mise la mano sulla maniglia d'argento e spalancò la bellissima porta a vetri. L'aria le carezzò il viso, portando con se un dolce odore di salsedine. La vista del mare si stagliava dietro un bellissimo terrazzino in marmo circondato da una balconata formata da colonne di un marmo leggermente più rosato. L'unica cosa presente sul terrazzino era una vecchia sedia a dondolo in legno di betulla girata verso il mare. Kaila si avviò verso la balconata e guardò in basso, verso lo strapiombo che dava dritto nel mare, poi si girò verso il duca, che era rimasto incantato sulla soglia.

<Ebbene mi dica Alaster, non verrebbe voglia anche a lei di leggere un bel libro d'avventura di fronte a questa vista?>

<Devo ammettere, mia cara Kaila, che avete estremamente ragione> disse, dopodiche i due ripresero il giro del palazzo.



Spazio autrice:

Ave popolo di Wattpad!

Ebbene? Cosa ne pensate di questo primo capitolo? E del Duca e di Kaila?

Pensate che re Ur abbia scelto bene il marito per la nostra principessa?

Be', una cosa è certa, fino a qui le cose sono andate anche fin troppo lisce, ma se c'è una cosa che dovete sapere su di me è che mi piace spesso incasinare le cose.

Quindi se volete  un vero colpo di scena non perdetevi il prossimo capitolo ;)

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