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Capitolo 9 - Il campo di Aslan

Dopo aver abbandonato le pellicce, Anakin, Peter, Susan, Lucy e i Castori continuarono verso nord, ormai si erano lasciati i lupi alle spalle o meglio era quello che tutti speravano.

-Pensi che abbiamo guadagnato del terreno, rispetto ai lupi? - domandò Peter affiancando Anakin, il quale, questa volta, precedeva il gruppo.

-Il fiume lì terrà occupati per un po', anche se credo che non perderanno tempo ha inseguiti, senza l'aiuto della neve sarà difficile per loro inseguirci.- dichiarò il giovane mentre avanzavano sotto le fronde del bosco.

La temperatura si stava alzando e Anakin non poteva dire di non esserne contento, visto che mal sopportava il freddo, forse perché era nato su un pianeta desertico, tuttavia il ragazzo continuava a sentire freddo, ma dette la colpa a tutto quello che era successo.

Lo scioglimento della neve però aveva causato un altro disagio per quanto riguardava lo Jedi, ovvero una quantità spasmodica di fango che si attaccava agli stivali e ai vestiti.

Il motivo era presto detto, dopo il bagno nelle acque gelide del fiume, Anakin aveva pensato che si sarebbe sicuramente preso una broncopolmonite, invece, per sua fortuna, ciò non era ancora avvenuto, e il ragazzo sperava che non accadesse, anche perché non aveva accettato la missione per stare a guardare.

-Pensi che torneranno dalla Strega? - volle sapere Susan.

-Probabile.

-Con lei c'è anche Edmund - sospirò Lucy.

La mancanza del fratello si faceva sentire, nessuno di loro riusciva a capacitarsi di come fosse possibile che Edmund li avesse traditi.

Erano una famiglia, dopotutto.

Peter era quello che più si rimproverava per quella situazione, aveva promesso alla loro madre che si sarebbe preso cura dei suoi fratelli e ora, ne aveva perso uno.

-Non torturarti, non è colpa tua, Edmund ha scelto da solo la sua via - dichiarò Anakin, intuendo i pensieri del maggiore dei Pevensie.

-Sono stato troppo severo con lui, non avrei dovuto - rispose Peter torturando l'elsa della spada.

-Tutti commettiamo errori, io ne faccio una quantità industriale, il mio maestro passa più tempo a giustificarmi con il consiglio dei Jedi, piuttosto che altro - ridacchiò Anakin.

-Vuoi dire che c'è ne sono altri come te? - volle sapere Lucy.

-Sí, nel mio mondo siamo in tanti, anche se molti di noi sono morti in guerra - sospirò lo Jedi.

-Nostro padre è partito per la guerra anche lui - intervenne Susan.

-Guerra?

-Nel nostro di mondo, è in corso una lunga guerra, nostro padre è stato chiamato al fronte, come molti uomini, noi siamo stati mandati in campagna perché il governo ha deciso di mandare i bambini lontano dalle città, in modo da proteggerci. In città è rimasta solo nostra madre - raccontò  Susan.

-La guerra è terribile, di qualunque natura essa sia, spero che vostro padre torni a casa presto - sorrise Anakin.

I fratelli non dissero altro, mentre i Castori si limitavano ad ascoltare le parole che i ragazzi si stavano scambiando.

Lo Jedi starnutí.

Ci mancava solo il raffreddore. Fu il pensiero di Anakin, anche se gli starnuti erano il suo ultimo problema.

Sentiva freddo, e sperava che nessuno se ne accorgesse, visto che, ormai le temperature si erano alzate e faceva caldo, quindi lui non avrebbe dovuto avere freddo.

-Sicuro di stare bene, Anakin? Sembri abbastanza pallido. - affermò la signora Castoro.

-Sí, sto bene, è solo un po' di raffreddore, sono nato su un pianeta desertico, non ho tutta questa familiarità con i fiumi ghiacciati - Anakin cercò di buttarla sull'ironia, ma qualunque osservatore attento si sarebbe accorto dei brividi che scuotevano le ampie spalle del guerriero.

-Sicuro? Altrimenti posso usare il cordiale - Lucy non voleva certamente che il loro amico stesse male.

-Certo, Lucy, non preoccuparti, sono solo un po' stanco e ho un po' di raffreddore, non è niente di grave, conserva il tuo cordiale per quando sarà più necessario - Anakin sorrise, mentre le gambe cominciavano a fargli veramente male, sperava che non mancasse molto alla loro meta, perché non sapeva per quanto tempo avrebbe resistito.

La febbre stava iniziando a salire, se non fossero arrivati presto al campo di Aslan, sarebbero stati guai per lui.

La Foresta ben presto, fece spazio ad un ampia pianura spazzata dalla brezza primaverile.

Il sole del pomeriggio accarezzava la pelle dei ragazzi e le pellicce dei castori riscaldandoli, ma, nonostante questo, Anakin continuava ad essere scosso da brividi sempre più forti.

A differenza del bosco, il quale dava qualche problema perché era pieno di radici scoperte, le quali avevano rischiato di far finire Anakin a faccia in giù più volte, la pianura si estendeva piana davanti a loro, lo Jedi tuttavia non era molto tranquillo, perché erano allo scoperto e quindi vulnerabili a possibili attacchi, e, inoltre lui non si sentiva per nulla in forma.

Smettila di pensare male! Stai bene si rimproverò lo Jedi.

Dopo un'altra ora di cammino, durante la quale nessuno propose di fermarsi, poiché la meta era talmente vicina che non volevano sprecare tempo prezioso.

Anakin avrebbe preferito fermarsi, ma sapeva che, se ciò fosse successo, tutti si sarebbero accorti della febbre alta e lui non poteva certamente permetterlo, avrebbe riposato quando avessero raggiunto Aslan.

Giunsero in vista dell'accampamento che era pomeriggio inoltrato e, appena ne superarono l'ingresso tutte le creature magiche lì presenti si votarono a guardarli.

Le tende riprendevano i colori del rosso e dell'oro e la colonna sonora di quel luogo erano il suono dei martelli dei fabbri che colpivano il metallo caldo.

Vi erano Nani Rossi, centauri, satiri, fauni e animali parlanti.

Se Anakin non avesse avuto la febbre probabilmente avrebbe apprezzato ancora meglio il paesaggio circostante.

Erano quasi arrivati alla tenda di Aslan, quando le gambe di Anakin cedettero e lo Jedi vide solo buio.

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