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21. Per sempre tuo

NdA: Consiglio vivamente l'ascolto del brano qui sopra (dotato anche di testo) per esperire nel modo più completo il sentimento generale di questo capitolo. Enjoy!
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Il regno di Arendelle durante la reggenza di Elsa fu felice e prosperoso: la regina fu molto amata dai suoi sudditi e temuta dai nemici, era generosa e spietata; eccellente nelle arti della guerra e della politica, riuscì ad ottenere per il regno le migliori alleanze e i migliori partner commerciali che avesse mai avuto.

Elsa non si sposò, nonostante avesse molti, e anche aitanti, pretendenti, e per questo gli annali di Arendelle la ricordano come la "vergine di ghiaccio", al pari di Elisabetta I d'Inghilterra.

Non ebbe figli, poiché Jack non era un essere umano vero e proprio, ma crebbe come suoi molti bambini dell'orfanotrofio del regno, garantendo loro una vita agiata.

Elsa abdicò in favore del primogenito di sua sorella quando questo raggiunse la maggiore età, ma rimase comunque a consigliarlo e aiutarlo nel difficile compito di regnante.

Anna morì a 65 anni a causa di una polmonite: il regno intero la pianse con grande dolore, poiché la principessa era molto amata per la sua semplicità e allegria.

Elsa soffrì molto per la perdita della sorella, ma al suo fianco c'erano Kristoff e Jack, che la aiutarono a superare il dolore, che comunque non sparì mai del tutto.

Elsa e Jack vissero sempre insieme, senza che nessuno sapesse dell'esistenza dello spirito del ghiaccio, nemmeno Anna e i suoi figli.

Elsa si spense alla veneranda età di 91 anni, una dei regnanti più longevi nella storia del regno.

I funerali furono grandiosi, ovunque c'erano fiori bianchi e azzurri, a ricordo del potere della regina tanto amata.

La "vergine di ghiaccio" fu seppellita accanto alla sorella, nello stesso luogo dov'erano sepolti i loro genitori.

Jack sapeva che avrebbe dovuto affrontare quel passo, quando si era innamorato di Elsa.

Ma come ci si può preparare ad affrontare la morte della persona amata?

Tornò alla sua tomba ogni giorno: si sedeva lì, le lasciava dei fiori freschi (gigli bianchi e rose gialle, i preferiti di Elsa) e le raccontava la sua giornata in giro per il mondo, quante palle di neve aveva tirato e in testa a chi, quante volte aveva litigato con il Coniglietto di Pasqua, quante volte gli Yeti lo avevano sbattuto fuori dal palazzo di Nord ... e dopo aver finito di raccontare, scoppiava a piangere, chino sull'erba che ricopriva la fossa.

Qualche volta incontrava Kristoff, che veniva a salutare le sorelle, e non poteva fare a meno di essere invidioso di lui: quando anche Kristoff sarebbe morto, avrebbe potuto rincontrare Anna in paradiso, nell'aldilà, in quel posto che c'è dopo la morte.

Jack invece no: lui non poteva sperare in un eterno riposo, lui che non poteva morire né uccidersi.

Lui Elsa l'aveva persa per sempre.

Forse solo con l'arrivo della fine del mondo e del Giudizio Universale avrebbe potuto rivederla e ricongiungersi a lei.

Un giorno Jack decise di andarsene per svolgere il suo compito e per lasciare finalmente riposare in pace la sua amata.

Accarezzò il monolite che faceva da lapide, lasciandoci sopra dei ricami di ghiaccio perenni; congelò i fiori preferiti di lei, in modo che non appassissero mai e, per ultimo, scrisse sotto l'iscrizione della lapide:

"Ti amo. Per sempre tuo, Jack Frost"

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