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Terza chiave: i mirtilli

La sua apri-soglia preferita era quella adornata dal fiocchetto rosa. Non era una chiave chissà quanto utile, ma apriva il mondo dello zucchero filato, quello in cui dei buffi omini viola le regalano dolciumi ogni volta che desiderava.

Poi c'era la chiave a stella, dove andava per contare le galassie invece di tempestare di stelle cadenti la sua pelle.

Sua nonna avrebbe adorato la chiave-libro: bastava che Lena pensasse ad un romanzo, infilasse la chiave nella toppa sul suo fianco e quello si presentava sulle sue gambe munite di collant.

Il giorno in cui Lena trovò la sua ultima chiave non era in alcun modo diverso dai soliti, non fosse per il fatto che era uscita appositamente per guardare l'acqua scorrere sotto al ponte barocco. Negli anni si era riempito di pittura spray, ma Lena riteneva che fosse comunque incantevole.

La brezza estiva le solleticava il naso, costringendola a trattenere starnuti continui. Camminava stando attenta a non toccare i tombini; era un modo per distrarsi e mantenere la sua mente funzionante e non sul costante orlo dell'oblio.

Aveva alzato la testa per caso, stuzzicata da una litania profonda. Una ragazza, che forse aveva la sua età, stava in piedi sul bordo del ponte. Ricordandosi una vecchia lezione del primo anno di università, Lena l'aveva paragonato a "Ragazze sul ponte" di Munch, ma forse non aveva subito compreso le intenzioni della sconosciuta.

La chiave, questa volta in argento con intarsi dorati, la più bella che avesse mai visto, era proprio dietro alle AllStar consumate della ragazza.

«Prendila», le disse. Le somigliava tanto.

«Non è tua?»

Quando la sconosciuta non rispose, Lena strinse l'oggetto fra le mani, il freddo del metallo a darle conforto.
Non fece nemmeno in tempo a infilarla nella sua collana, che la ragazza si era buttata verso l'acqua.
Spinta da una forza che non sapeva di avere, Lena si tuffò con lei, le mani allungate per afferrarla.

«Usala!» le aveva urlato l'altra guardandola con occhi caleidoscopici.

Lena sentiva una strana morsa allo stomaco: più di quanto non avesse provato negli ultimi anni.
Strinse forte la chiave con indice e pollice, agguantò la giacca della ragazza e con un colpo di reni fece girare l'argento nella sua serratura.

Chiuse gli occhi, avvolta da una luce accecante e calda.
Il profumo di mirtilli le monopolizzò i sensi.

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