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LE NUOVE USCITE #13: BEARER OF MANY NAMES - EREMIT (GIUGNO 2021)

Artista: Eremit

Titolo: Bearer Of Many Names

Tipo: Full-Lenght

Genere: Atmospheric Sludge Death Doom Black Metal

Data di rilascio: 11 giugno 2021

Etichetta: Transcending Obscurity Records

Formati: CD, Vinile, Digitale

Durata: 1 ora 6 mn 25 sec

Valutazioni:

8 - metalitalia.com

2.0 - angrymetalguy.com

7 - distortedsoundmag.com

78% - metal-archives.com

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Sono stata subito catturata dalla copertina di quest'album, dipinta dall'artista polacco Mariusz Lewandowski e incuriosita dal fatto che quest'album abbia solo 3 canzoni, ma dalla durata molto lunga!

Prima di cimentarmi nell'ascolto di questo full-lenght, ho voluto però cercare informazioni sulla sua storyline, perchè, a giudicare dalla copertina e dai titoli molto lunghi dei brani, avevo il presentimento che ce ne fosse una precisa, e non mi sbagliavo.

Infatti le storie degli Eremit si svolgono in un mondo mitologico proprio - come si apprende da una lunga intervista nel Trascended Music Blog (link nei commenti), che parafraserò - che per la prima volta è stato rappresentato nel loro primo album Carrier Of Weight, da loro anche detto Eremit I: la prima tappa si apre con il protagonista Umno, divenuto un eremita, che ha perso entrambi i genitori e decide di intraprendere un lungo viaggio che inizia in mare aperto e lo svolge attenendosi ai loro insegnamenti e alle tradizioni da lui apprese. Successivamente incontrerà un altro personaggio, Anim, proveniente da un background molto diverso, ma che ha in comune col protagonista una forte fede in qualcosa di trascendente e non visibile ai sensi.

Più avanti Umno fa un incontro con una creatura ignota che gli darà un messaggio che poi scoprirà essere in una protolingua chiamata Ûn: per la prima vola si convince a deviare dal suo percorso e anche dalle sue convinzioni.

Nella seconda uscita, l'EP Desert Of Ghouls, del 2020, Umno scopre una città per la quale prova sia attrazione che repulsione e si chiama Râsh-il-nûm, nella quale trova rifugio dopo un estenuante viaggio in un deserto, nel quale ha affrontato pericolose battaglie.

In questo nuova uscita,il titolo Bearer Of Many Names si riferisce ad una creatura mistica che vive nelle grotte nascoste del mondo acquatico del primo album, chiamate Udun-ba.

Queste grotte inducono uno stato sognante nel protagonista e le acque che vi scorrono sono argentee, come il lago nel quale sfociano questi fiumiciattoli. Udub-ba invece è una creatura di pietra, una specie di oracolo che anticipa eventi o narra eventi accaduti a Umno.

La creatura, dopo che Umno si è arricchito interiormente durante questa permanenza, gli indica il luogo dove scoprirà un'antica spada (rappresentata nel logo della band).

Siccome questa intervista si è svolta prima della release, il cantante e chitarrista intervistato, non si sbilancia oltre e la mia full-immersion nella storia finisce qui, perchè su Metal Archives non sono reperibili le lyrics.

Probabilmente dovrei ascoltare gli album in ordine di pubblicazione, ma il tempo è poco e la recensione riguarda solo questa uscita, quindi cercherò di essere accurata, tenendo conto della storia e cercando di capire come si è materializzata concretamente nella sua forma musicale.

Stavolta farò uno strappo alla regola: siccome nel canale di YouTube della Transcending Obscurity Records son state pubblicate le tracce una ad una, vi lascerò qui i video, così potrete viaggiare nello stesso momento che commento le tracce!

Mettetevi comodi, si parte!

1. Enshrined in Indissoluble Chains and Enlightened Darkness

https://youtu.be/058eNuhgkoQ

Questa traccia iniziale mette l'ascoltatore nelle condizioni di - almeno - riuscire a immaginare come sia questo nuovo mondo nel quale viene immerso.

Dura ben 29 minuti e poco più, ma è strutturata in modo tale che non risulti ripetitiva o noiosa, infatti vi posso identificare diverse sezioni e influenze.

Abbiamo in prima battuta una dimensione quieta, ma oscura e fortemente atmosferica, caratterizzata da un'introduzione in pulito e lenta, finalizzata a dare un senso di suspence; in secondo luogo, vi sono parti che sono puramente black metal, ed in alcuni punti le vocals riconducono sia a questo sottogenere che al death metal, ma l'influenza preponderante è quella doom/sludge, riconoscibile dalle sonorità molto sfocate, cupe e distorte delle chitarre.

Al di là della varietà musicale di questo brano, devo sottolineare che è possibile sentire la volontà di raccontare una storia, tant'è vero che non mancano i suoni ambientali che fanno immaginare questa location fredda e dominata dall'elemento acquatico - riguardo a questo, ho trovato notevoli quei synths che riproducevano il gocciolare dell'acqua dalle stallattiti - , ed ho anche l'impressione (che resta tale, perchè non è disponibile il testo della canzone) che ci sia anche un'alternanza dei punti di vista: presumibilmente la creatura è rappresentata da quelle vocals death, estremamente gutturali e cavernose, mentre Umno dovrebbe essere la controparte "black metal".

In poche parole, in questo primo pezzo gli Eremit sono stati in grado di mantenere sempre alto il coinvolgimento, cosa assolutamente positiva!

2. Secret Powers Entrenched in an Ancient Artefact

https://youtu.be/vZaglOyRHtI

L'intro mi aveva veramente colpita, perchè sentivo un'energia più stoner metal, piuttosto che sludge, sebbene non sia in mid-tempo.

Quest'approccio più "luminoso" e avventuroso - che è udibile nella prima metà della canzone - lo trovavo adatto al tema del ritrovamento dell'antica spada (indicata a Umno da Udub-Ba, la creatura di pietra della canzone precedente): c'è persino un piccolo intermezzo pulito e con un ritmo della batteria più dinamico del solito!

Però, devo ammettere che a circa poco più della metà della canzone, ho cominciato a percepire la struttura della canzone come troppo statica e ho cominciato a chiedermi se il tema non potesse essere rappresentato diversamente, pur mantenendo la base sludge/doom.

D'altro canto ho anche pensato che, magari, la parte più ripetitiva di questa canzone potrebbe narrare un errare in isolazione in un territorio deserto, ma son poi giunta alla conclusione che indipendentemente da ciò, il sound diventa canonico e poco sorprendente.

E' una traccia riuscita a metà.

3. Unmapped Territories of Clans without Names

https://youtu.be/UMY4V-MBh-Q

E' stato confortante sentire l'inizio tribale e bellico dell'ultima canzone, dove la batteria è  protagonista.

Per quanto riguarda lo stile, ritorna un certo sentore stoner, ancora amalgamato alla rozzezza dello sludge metal, ma non si cade nella monotonia della traccia precedente.

Si ritorna ad una certa ecletticità - come in apertura - ma più attenuata: vi sono ancora synths inquietanti, ma più sporadici ed elementi melodic death doom, che sono più condensati nella seconda metà del brano e francamente mi hanno sorpresa: penso che smorzino molto bene l'osticità dei riffoni sludge e creino un'atmosfera di desolazione che si addice ad un post-guerra.

Bene, è giunta l'ora delle conclusioni.

Penso che gli Eremit abbiano il pregio di distinguersi dalla grande quantità di band sludge metal esistenti, grazie all'inserimento nei loro brani di elementi che spaziano dallo stoner al death al black metal, persino con punte ambient, che sono funzionali a ricreare il contesto della storia.

La lunghezza dei brani può essere vista sia come un pregio che un difetto: può essere un pregio perchè effettivamente solo attraverso una lunga canzone si può riprodurre un pezzo complesso della storyline, ma può anche essere un difetto perchè ci vorrà più tempo all'ascoltatore ad assimilare e ricordare il disco.

Per quest'ultima ragione, è importante che dica che quest'album non può e non deve essere ascoltato mentre si è distratti o per puro svago superficiale, ma mi sento anche di dire che vale la pena cimentarsi nel suo ascolto, perchè nella maggior parte dei casi la lunghezza dei brani non è sinonimo di noia!

Come ultimo appunto, mi sento di consigliare quest'album a chi è già abituato a generi e bands che fanno della monotonia la loro peculiarità, come Burzum e tutto ciò che è atmospheric black metal, ma anche il funeral doom death metal, che è il doom lentissimo e statico per eccellenza.

IL MIO VOTO PER QUEST'ALBUM E': 8

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Anche questa recensione è giunta al termine! Fatemi sapere cosa ne pensate: vi sentite temerari o lo passate?

Personalmente mi piacciono le sfide e son stata contenta di non essermi fatta prendere dal timore di annoiarmi, quindi credo che approfondirò la band!

Intanto, come al solito linko nei commenti i canali ufficiali della band!

Al prossimo disco!

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