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31 dicembre 1857 Italia, campagna Toscana.
«Tommaso! Basta mangiare!» Lo rimproverai e con la spatolina di legno gli picchiai la mano ladruncola che da mezz'ora continuava a rubare il cibo di nascosto.
«Ma come sei cattiva.» Brontolò mentre si accarezza la mano "ferita".
«Se continui a mangiare i biscotti e i dolcetti che ho preparato, per sta sera non ve ne sarà più nessuno.»
«Ma dai, ne hai fatti talmente tanti da aver stipato ogni angolo di cucina.» Mi fece la faccia tenera a cui non seppi resistere. Presi un dolcino e glielo misi in bocca.
«Ora su, vai da Gid che si agita se si sveglia non trovando nessuno.» Sorrisi mentre riprendevo con la preparazione dell'ultimo dolcino.
Mi accarezzò la vita e mi diede un tenero bacio sulla guancia.
«Grazie piccola stella.» Con eleganza uscii dalla cucina mentre gli fissavo le spalle larghe.
Il sorriso che mi era fiorito sulle labbra non scemava, ma andava bene così.
Dopoaver sistemato i dessert che avevopreparato con cura, salii in camera per poter fare un bel bagno caldo. Chiusigli occhi, rilassandomi, quando la porta si aprì rivelando Tommaso turbato dal pianto continuo di miofiglio che, indubbiamente, era affamato.
«Marie sei qui?» Lanciai un gridolino e con le mani coprii le nudità.
«Cosa fai qui?! Esci subito!» Dissi profondamente imbarazzata e irritata.
«Ma Gid sta...»
«Gid sta bene, esci un attimo così posso vestirmi e arrivo.» Sbraitai nervosanotando il suo sguardo fin troppo indulgente sulle mie gambe nude.
Annuì e se ne andò.
Chiamai Elizabeth che tardò ad arrivare, sicché decisi di uscire dalla vasca dasola e mi avvolsi nella prima cosa che mi capitò fra le mani tornando in cameradove trovai un Gideon piangente ad attendermi nelle braccia di Tom.
Lo presi con cura e, dando le spalle all'uomo di fronte a me, mi scoprii ilseno per poter dare da mangiare al mio piccino affamato.
«Perdonami piccolo, hai ragione.» Gli accarezzai una guanciotta sorridendo comeuna sciocca.
Quanto amavo vederlo così piccolo e indifeso fra le mie braccia.
«Marie che vestito metti per questa sera?» Chiese Tom rompendo il ghiaccio. Mivoltai mettere cercavo di far fare il ruttino a Gideon.
«Sono indecisa fra uno verde e uno blu.»
«Posso vederli?»
«Ovvio che no, le donne non svelano mai le proprie carte prima del tempo.»
Sorrisi per poi sospingerlo delicatamente via dalla mia camera così da potermipreparare. Elizabeth arrivò solo in quel momento e le rifilai una ramanzina. Siscusò talmente tante volte che persi il conto ma ero troppo impegnata ascegliere l'abito mentre con il braccio sinistro tenevo Gideon che ormaidormiva beato cullato dal mio calore.
Alla fine scelsi l'abito verde su consiglio di Beth.
Feci una piroetta davanti allo specchio.
«È magnifico questo colore.»
Sorrisi soddisfatta del mio gusto in abiti e decisi di vestire Gid a tono per la festa che si sarebbe tenuta in quella sera per onorare la fine di quell'anno appena passato. Era incredibile realizzare che quell'anno così ricco di eventi fosse finalmente volto a termine. Mi affrettai a scendere in salone per poter sistemare il buffet che avevo preparato con la cuoca, nonostante quest'ultima si fosse opposta fino all'ultimo secondo. A detta di Tommaso era molto gelosa del suo posto in cucina, ma non poteva contraddirmi o Tom le avrebbe fatto passare una brutta giornata. Con soddisfazione guardai il banchetto imbandito a festa e per completare l'opera, decisi di accendere le candele. «Marie oltre ad essere bellissima e bravissima a cucinare, sei anche un'ottima donna che se ne intende di composizioni su tavola.»
Gli andai incontro e gli buttai le braccia al collo.
«Sei sempre così gentile.»
«Ma io dico solo la verità piccola stella.»
Mi strinse la vita ma mi staccai appena per sistemargli al meglio il colletto della camicia e il panciotto finemente ricamato.
«Come mai questa sera hai voluto mettere un completo bianco?»Domandai mentre con le mani accarezzavo la stoffa pregiata della giacca colo bianco neve.
«Mi piaceva questo e poi avevo la smania di indossare questo panciotto color panna e damascato in oro e di certo non potevo farlo sotto ad un completo scuro.»
«Sono costretta a concordare con te anche se non vorrei.»
Ridacchiai divertita notando il suo sguardo beffardo.
«E poi questa sera dovrai stare attento a non macchiare questo bel tessuto, chissà quale onta potrebbe portare una macchia di sugo sulla tua illustra immagine.»
«Quanto sei sciocca piccola stella, comunque vada in tutta Italia le donne continueranno a tessere le lodi della mia bellezza.»
A quella frase scoppiai in un accesso di risa fin troppo sguaiato.
«Che maleducata che sei.»
Sbuffò divertito. Mi allontanai per andare a prendere mio figlio rimasto con Beth mentre la mia risata risuonava ancora forte e chiara fra le mura di quella casa.
La cena di quella sera non fu molto diversa dal pranzo di Natale se non per il semplice fatto che vino e alcolici scorsero ancor più abbondanti. Il riso non mancava sulle nostre labbra e lo scoccare della mezzanotte si faceva sempre più vicino anche se nessuno vi stava realmente badando. Una mano si posò sulla mia spalla facendomi voltare. Guardai i profondi occhi verdi di Tommaso.
«Ti va di prendere un po' d'aria sul balcone?»
«Ma certo.»Lo presi per l'interno del gomito e lo seguii dopo aver preso il piccolo in braccio non volendolo lasciare solo. Prima di uscire nella notte scura mi mise la sua giacca sulle spalle in modo da poter proteggere me e il pargolo dal freddo.
«Non pensi che sia magnifico poter concludere un anno e poterne iniziare uno nuovo sperando che sia migliore di quello appena passato?» Domandai io dopo alcuni istanti di silenzio.
«Si ma se non si volesse far passare perché ora come ora si sta bene con ciò che si ha?»
Mi prese delicatamente la mano e mi voltai verso lui.
«Si ma a volte tutto quello che è accaduto prima ti fa venire comunque voglia di voler cambiare libro.»
Mormorai e sorrisi a Gideon profondamente addormentato.
«Sai mi sei mancata molto in questi anni.»
Con uno scatto mi ritrovai fra le sue braccia, al caldo e al sicuro. Lo sentii poggiare il mento sul mio capo.
«Ti voglio bene Tommaso.»
Mi strinse maggiormente per la vita ma con molta cautela per non stritolare la creatura fra noi. Sospirò appena come se fosse stato sul punto di dire una cosa per poi decidere di non darle voce.
«Anche voglio bene a te e al piccolo e sempre ve ne vorrò.»
Poggiai la testa sul suo petto e aspettammo insieme l'inizio del nuovo anno con la sola compagnia della luna piena e delle stelle.
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