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24

Giugno 1857 Italia, nei pressi di Volterra.

Cacciai un enorme respiro di sollievo quando la carrozza si fermò davanti all'enorme via di Tommaso. Il viaggio era durato un'infinità. Una volta che mi ero ripresa in forze, avevamo proseguito senza sosta ma al confine ci fermarono per dei controlli che durano più del previsto. Poi tutto l'attraversamento del settentrione. In breve eravamo arrivati con ritardo ed esausti come pecore che tornano dal pascolo in montagna. La porta venne aperta velocemente prima che potessi farlo io. Davanti mi ritrovai il viso sorridente di Tommaso.
«Tom!» Urlai contenta e buttai le braccia intorno al suo collo. Mi sostenne al volo senza battere ciglio e mi strinse in un caldo abbraccio.
«Che bello rivederti.» Dissi con le lacrime agli occhi.
«Anche per me, piccola stella.» Gli scoccai un enorme bacio sulle guancia prima di staccarmi e prenderlo per il braccio.
«Entriamo in casa che sono esausta.» «Ma certo, così mi racconti anche com'è andato il viaggio.» Diede precise istruzioni a Beth e alle sue cameriere su dove disporre le mie cose e di mostrare alla mia accompagnatrice il suo alloggio. Gli sorrisi e dopo aver sparso la mia roba in giro per la sua casa, mi sedetti sul comodo divano sprofondando nell'imbottitura.
«È stato orribile, il viaggio in nave un tormento per il mare mosso. Senza parlare del blocco al confine, una situazione ridicola. Ma io dico, non si vede che sono inglese?» Ridacchiò divertito e mi porse un bicchiere di brandy che elegantemente rifiutai. «Marie che non beve? Cosa starà mai succedendo. Comunque fanno molti controlli per paura di possibile trasporto illegale di armi e altre cose varie.» Scherzò prima di sedersi al mio fianco e mettersi le mia gambe sulle ginocchia.
«Non ne ho voglia.» Risposi evasiva. «E comunque non mi sembra di avere la faccia da trafficatrice.»
Mi imbronciai facendolo ridere nuovamente.
«No piccola stella, ma gli italiani che vengono messi lì spesso sono dei tontoloni che rispettano gli ordini come muli senza usare la testa.» Gli sorrisi e lo vidi slacciarmi le scarpe. «Che intenzioni hai?»
Sollevai un sopracciglio. Mi guardò perplesso e finì di fare il suo lavoro prima di rispondere.
«Ti faccio stare più comoda no?»
«Oh beh.»
Bofonchiai.
«Ti vedo diversa, sembri più luminosa.»
Il suo sguardo sospettoso mi mise a disagio.
«È quest'aria pura che mi rivitalizza.» Risposi senza esitare ma non sembrai convincerlo a pieno.
«Vuoi mangiare qualcosa?»
«Si te ne prego, dei paninetti salati magari.»
Mi mossi entusiasta nel sentire quella proposta. Si alzò e sparì in cucina. Presi un libro dal tavolo e lo guardai accuratamente. Cominciai a leggere le prima pagine fino ad essere completamente risucchiata dalle parole. Mi ridestai solo quando Tommaso arrivò con il cibo. Guardai l'ora e mi accorsi che era passata più di un'ora.
«Li hai presi a Roma questi panini?»Si grattò la testa e disagio incapace di guardarmi.
«Ho capito, eri indaffarato con una cameriera.»
«Perdonami.» Feci spallucce e presi il alcune delle delizie che aveva appena portato. Per Tommaso andare a donne era come respirare, indispensabile.
«Mi devi ancora raccontare cos'è successo con Louis.» Nel sentire quella frase per poco non mi andò di traverso il boccone. Presi il bicchiere d'acqua sul vassoio e ne bevvi un lungo sorso.
«Nulla di importante.» Pigolai non volendo rivangare il passato.
«Perché hai una mano sul ventre? Ti senti poco bene?»
Con una mano mi toccò delicatamente una spalla e mi rivolse il suo sguardo più preoccupato. Scoppiai in lacrime non essendo più in grado di reprimere i miei sentimenti.
«Marie, che succede? Sentiti libera di parlarmene.»
Mi strinse forte e mi coccolò finché le mie lacrime non ne ebbero a sufficienza di uscire dai miei occhi stanchi.
«Sono veramente in un mare di guai...»Mi asciugai le ciglia con il fazzoletto di stoffa che Tommaso mi porse.
«Cos'avrai mai combinato? Suvvia, non sei mica gravida o vedova.»
Cercò di sdrammatizzare ma un nuovo accesso di pianto esplose sul mio volto. Tommaso sbiancò ma attese pazientemente che io mi calmassi. Mi ci volle un po' prima di riuscire a trovare il coraggio. Gli raccontai tutto, da Richard al finto funerale passando per la mia storia con Louis e la brutale rottura. Terminai con la mia uscita con Alex che non era finita come previsto e il suo intento di sposarsi con Nina. Ora mi ritrovavo sola con quella piccola vita dentro di me che cresceva ogni giorno sempre di più.
«Oh piccola stella...no preoccuparti, ti aiuterò io. Se dovesse servirti potremmo anche sposarci così il piccolo o piccola non resterebbe senza cognome.» Sorrisi rincuorata dalla sua gentilezza ma scossi la testa. «Non ci siamo mai amati Tommaso e non credo sia giusto nei confronti di Alexander, è suo figlio e dovrà prendersene cura.»
Mormorai cercando di essere il più convincente possibile non tanto per lui quanto per il mio animo. In cuor mio sapevo che non avrebbe mai lasciato Nina per me, ma con un figlio in arrivo di certo non poteva scherzare così. Era una sua responsabilità quanto mia. «Vedrai che lo farà, altrimenti mi vedrò costretto ad agire.»
Disse tutto solenne facendomi ridere. «Non ti burlare di me.» Lo guardai finto seria per poi scoppiare nuovamente in una fragorosa risata. «Perdonami, è solo che sei veramente buffo.»
«Comunque non saresti mai dovuta diventare così intima con Louis.» Mi disse con tono da ramanzina.
«Lo so ma ero così sola e sembrava amarmi.» Risposi mentre mi mordevo l'interno guancia per il nervoso.
«Non parliamone più di lui, sarà meglio.»
Annuii e gli baciai la guancia per poi stiracchiarmi.
«Devi togliere il bustino, non fa bene al bambino.» Disse con uno sprazzo di apprensività.
«Non preoccuparti, Elizabeth lo ha modificato. Ha tagliato il sotto e lasciato il sopra così che possa sostenere le mie morbidezze.»
Sorrisi soddisfatta nel vederlo preso alla sprovvista.
«Sei diventata più intelligente con il passare degli anni?» Con un colpo veloce mi slacciò la crocchia.
«Uffa!» Protestai e cercai di allungarmi per riprendere le forcine. «Io ora ti ridò le forcine ma tu ti metti qui subito e scrivi una lettera a quel Alexander va bene?»
«Non c'era certo bisogno di fare questa scena.» Sbuffai. Presi carta, penna e calamaio.
«Comunque non mi sarei mai aspettato un tale comportamento da Louis, non era mai stato un tipo brillante ma era gentile. Chissà cosa gli sarà preso.» Non gli risposi. Aveva detto che non ne avrebbe più parlato ed ora eccolo lì ad infierire. Quell'argomento era ancora troppo doloroso per me da consentirmi di poterne parlare a cuor leggero. Intinsi delicatamente la punta bianca della piuma nell'inchiostro nero come la pece. Soppesai per alcuni momenti le parole da scrivere poi , senza esitare ulteriormente, iniziai a tracciare il testo.

Caro Alex, Finalmente sono arrivata in Italia, è veramente tutto magnifico qui e spero che per te e Nina vada tutto bene in Inghilterra. Non so se questa sarà una lettera che gradirai dato ciò che stai per leggere, ma spero con tutto il cuore che tu possa trarre il meglio dalle righe che qui di seguito troverai. Probabilmente sarai incredulo e non vorrai credermi, ma porto in grembo nostro figlio. Come lo so che è nostro? Non credo che tu te ne intenda di mestruazioni.(perdonami questo termine piuttosto volgare, ma non sapevo cos'altro scrivere.) Mi dispiace che tu debba scoprirlo così, se lo avessi saputo prima non mi sarei mossa dalla nostra terra madre. Capisco che è un momento delicato per la tua relazione, ma lo è anche per me e sarei veramente felice se tu potessi raggiungermi e assistere alla gravidanza e nascita di nostro figlio o figlia. Mi dispiace di essere come una tormenta che si abbatte su una zattera me ritenevo più giusto informarti da subito, in fondo credo che dovremmo creare una famiglia insieme per il bene del nostro infante. Spero tu possa capire e attendo con ansia una tua risposta. E' un grande evento che non cambia solo la mia vita ma anche la tua.
Sinceramente tua,
Marie.

Rilessi attentamente la lettera sotto lo sguardo vigile di Tommaso. Le ultime righe mi risuonavano nella mente come una cantilena. Era veramente una cosa giusta? Ero pronta a togliere alla mia cara amica l'unico uomo che l'avesse mai amata? Sospirai e chiusi la lettera nella busta. Non mi restava che attendere la sua risposta.

Bbbuona sera lettori! Sono così contenta che la storia sia in quarta posizione! Mi sprona tantissimo a non mollare!
Vi adoro.
Stellinate se vi è piaciuto e fatemi sapere.

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