23
Maggio 1857 Francia, Antibes.
«Signora fermiamoci, avete una cera pessima.»
«No proseguiamo, manca poco per arrivare a Cannes.» Elizabeth si sporse e guardò fuori dalla finestrella della carrozza per vedere dove ci trovavamo. Mi tenni la testa con le mani mentre ondate di nausea sconquassavano il mio corpo.
La porta si aprì facendo entrare una grande folata di vento che sembrò essermi di sollievo.
Sentii urlare degli ordini ma con la mente ero troppo impegnata a cercare di non dare di stomaco per badare a cosa stesse realmente accadendo. «Andiamo.» Elizabeth mi fece scendere a forza. Cercai di oppormi ma fu piuttosto inutile. Non appena mi tirai su diedi copiosamente di stomaco sul terreno. La mia amica si parò davanti a me per coprirmi da sguardi indiscreti. Con il suo fazzoletto mi pulì dolcemente la bocca. Grazie a lei e al cocchiere raggiungemmo una locanda, della piccola cittadina, che si affacciava sul mare. Presero una stanza a pian terreno per evitare l'incomodo delle scale.
«Stendetevi, ora penserò io a voi.»Non replicai e mi distesi. «Attendete, sarà meglio liberarvi dal bustino.»Tornai seduta e mi spogliò senza problemi. Mi coprì con le coperte prima di andare fuori e recuperare i miei bauli con le cose più necessarie. Indossai la mia solita e morbida camicia da notte prima di affondare la testa nel comodo cuscino. «Bevete un questo.»Davanti ai miei occhi mise un bicchiere d'acqua che bevvi d'un soffio poi mi porse una tazza di tè caldo con del miele.
«Come vi sentite ora?»Domandò dopo che ebbi finito di sorseggiare la mia bevanda.
«Come se una mandria di pecore mi fosse passata sopra.» Mormorai e istintivamente mi portai una mano sul ventre. Da quel giorno a Parigi non avevamo più toccato l'argomento. «Posso vedere?» Annuii e lentamente mi scoprì fino alla vita.
«Sapete ero la sorella di mezzo nella mia famiglia e dopo la morte di mia madre, ho aiutato le mie sorelle maggiori a portare alla luce i loro figli.»
Delicatamente mi tastò la pancia, seppur piatta, come se fosse alla ricerca di un ulteriore segnale che confermasse i nostri timori.
«Non dev'essere facile improvvisarsi levatrice da un giorno all'altro.»
«Non lo era, ma ho imparato in fretta.» Tirò giù le lenzuola per poi prendere posto al mio fianco. «Dovreste mandare una lettera a Louis anche se non siete più in una relazione.» Mi tormentai le mani e guardai il copriletto come se fosse chissà quale opera d'arte.
«Cosa mi nascondete?»
«Oh beh nulla.» Risposi affrettata facendomi saltare allo scoperto.
«Se non volete dirmelo non ci sono problemi.»
Sorrise per incoraggiarmi e mi accarezzò dolcemente il braccio per confortarmi.
«Io... dopo l'ultima volta che sono stata con Louis ho avuto le mestruazioni...poi io..ecco, non ci sono più stata...- Cercai di sfogare il nervosismo mordendomi a sangue il labbro inferiore. -Cosa intendete dire?» Arcuò le sopracciglia chiare con un misto di curiosità e preoccupazione.
«Ti ricordi quella sera che sono andata a teatro con il signor Alex e ho fatto ritorno solo il giorno seguente?» Si portò le mani sulla bocca per coprire la sua espressione di stupore. «Non mi dite che...»
«Non lo so.» Piagnucolai.
«Ricordo ben poco di quella sera ma so che ho giaciuto con lui, più volte.» Sentii le lacrime pizzicarmi agli occhi. Ero in un pasticcio molto più grande di me.
«Se io fossi veramente in dolce attesa come potrei assicurargli un buon futuro? Non ho una famiglia, non avrebbe un cognome e di certo il cuore di Alex appartiene ad un'altra donna... non ho speranze.» Una lacrima sfuggi dai miei occhi e mi apprestai ad asciugarla. Quella piccola vita dentro di me non aveva neanche iniziato a svilupparsi che già lo attendeva un futuro arduo e con ben poche prospettive.
«No, non piangete.» Con le sue braccia sinuose mi avvolse in un abbraccio confortante.
«Vedrete che non appena saprà della notizia non potrà restare indifferente, in fondo si parla di suo figlio no? Troveremo una soluzione e state certa che io sarò sempre al vostro fianco.»Con le mani massaggiò la mia schiena.
«Speriamo Elizabeth, se dovesse essere tutto veritiero il mio cuore potrebbe cedere dalla gioia, ma da una parte avrei una profonda tristezza. Non so se sarò in grado di fornirgli tutto ciò di cui ha bisogno.»
«Ai bambini non servono grandi cose oltre ai beni di prima necessità. A loro basta l'amore della loro mamma per vederli sorridere?»
«Ne siete certa?»
Posai il mio sguardo su di lei, era veramente una cara ragazza e il nostro legame di amicizia diventava sempre più profondo. Sapevo di poter contare su di lei sempre e comunque. -Ma certo, dovete stare tranquilla su questo.- Sorrise amara e guardò l'imbrunire fuori dalla finestra. Chissà che anche lei non avesse qualche scheletro nell'armadio.
Il giorno seguente avevo decisamente recuperato le forze e con la mia solita compagna mi diressi alla primo locale dove potessi mandare un messaggio con il telegrafo a Tommaso.
STO BENE.STOP.HO GRANDI NOTIZIE.STOP.ARRIVO FRA POCO.STOP. ASPETTAMI.STOP.NON MANCA MOLTO.STOP.MARIE.STOP.
«Vi andrebbe di fare una passeggiata e andare in spiaggia? Ho sentito dire che in questa parte della Francia il mare è splendido.»
Le sorrisi visibilmente entusiasta di quella proposta.
«Si, certamente.» Tenendoci sempre a braccetto, andammo verso la grande distesa blu. Ci togliemmo le scarpe e, guardandoci bene dal non farci vedere le caviglie da qualche estraneo, ci sedemmo su di uno scoglio piuttosto smussato che consentiva di accomodarsi senza alcun fastidio.
«Vi ricordo che dopo pranzo verrà il dottore a farvi visita.»
«Cosa mangiamo per pranzo?» Cambiai argomento non volendo parlare di dottori.
«Potremmo fermarci a quel ristorantino che abbiamo visto nella viuzza per venire qui.» Propose dolcemente avendo capito che non volevo rivangare nuovamente l'argomento del pomeriggio.
«Quello con la facciata piena di fiori e l'insegna ricamata?.»Annuì.
«In realtà avevo in mente di proporti quello ma mi hai preceduta.» Mi sorrise complice.
«Ormai vi conosco troppo bene.»
«Allora dovrei far meglio a tenere nascosti i miei segreti più profondi, Dio non voglia che poi mi ricatti.» Scherzai provocando la sua iralità.
Le sorrisi e mi calcai al meglio il capello bianco sul capo. Aprii la mia cartelletta di cuoio ed estrassi il carboncino. Disegnai velocemente il mare davanti a me e la porzione di spiaggia che si estendeva fino a perdita d'occhio. Dopo ben poco mi stancai, il disegno non era mai stato uno dei miei maggiori talenti. Presi un foglio pulito e iniziai a scrivere una lettera.
Caro Alex,
Come stai? Spero tutto bene, qui il tempo in Francia è magnifico e mi manca davvero poco per poter raggiungere l'Italia. Ti scrivo non solo per avere tue notizie ma per dartene di mie.
In questo punto mi bloccai, a cosa serviva mandare una lettera se poi si rivelava solo che un falso allarme? Chiusi velocemente la cartella e guardai Beth che era rimasta in silenzio a contemplare la bellezza che ci circondava.
«Che ore sono?»
Abilmente estrasse l'orologio e vi guardò le lancette.
«È ora di andare a pranzo.» Annuii e ci ricomponemmo. Una volta sedute sulla piccola veranda decisi di prendere la parola.
«Come mai non hai avuto figli?»
Mi guardò spiazzata a quella domanda e nervosamente si sistemò la gonna.
«Non mi sono venuti...non ho mai capito se dipendesse da me o da mio marito. Comunque sia, non ha più importanza.»
«Saresti stata una splendida madre.» Sospirò triste e non rispose.
Decisi di non indagare oltre.
Tornammo nella locanda con le pance piene di pesce arrosto e strani delizie panificate francesi.
«Avevate ragione, il cibo di qui non ha nulla a che vedere con quello che mangiamo su.»
Sorrisi soddisfatta.
Dopo una mezz'ora arrivò il dottore, un uomo basso e panciuto con dei lunghissimi baffi pettinati con zelo e i capelli da un lato appiattiti da molta crema per i capelli.
Mi visitò senza perdere tempo per poi sentenziare ciò che aveva da riferirmi.
«Il n'y a pas doutes, vous êtes enceinte.»
Buttai la testa indietro sul materasso.
Da lì a pochi mesi la mia vita sarebbe cambiata radicalmente.
Bbbbuonasera gente! Che bello vedere che crescete così tanto e che la storia continua a scalare la classifica! :3 speriamo di raggiungere i primi posti.
Se vi è piaciuto stellinate ✩ e fatemi sapere.
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