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Fine Aprile 1857, Londra.

Caro Tommaso,

Mi dispiace doverti rattristare ma la partenza è stata posticipata alla prima settimana di maggio. A qua nto pare il mare della manica è piuttosto agitato e i marinai non se la sentono di portare le navi.
Ti prego perdona questo disguido,cercherò di abbreviare i tempi di discesa dalla Francia.
Con immenso affetto,
La tua piccola Marie.

1 Maggio, Londra.

Caro Alex,

Mi rattrista che non siamo riusciti a vederci prima della mia partenza dell'Italia ma credo che dopo quanto successo tu abbia avuto il tuo bel da fare con Nina e non posso biasimarti.
Lo sai che Josephine ha cercato di ricontattarmi?
Ovviamente l'ho ignorata, secondo me quella donna chissà cosa si aspettava da me. Comunque ho lasciato un fondo cassa per la scuola e alcune lettere che in caso di emergenza potrai occuparti tu delle mie finanze. In caso dovessi avere dei problemi di danaro, sentiti pure libero di prendere un po' in prestito. L'importante è che il tutto venga registrato.
Penso sia tutto per il momento, ti manderò altre lettere durante il viaggio e quando sarò in Italia.
Spero che riusciremo a rivederci presto,
Con affetto,
Marie.

Cara Nina,

Temo di essere a conoscenza del perché tu non risponda più a nessun mio invito, ma se può consolarti vorrei dirti che ciò che è successo non è stato intenzionale. Mi dispiace molto per aver tradito la tua fiducia ma ti garantisco che poi e poi avrei voluto fare una cosa del genere. Il fatto che la nostra amicizia sia finita in questo modom mi rattrista e non poco. Comunque vada, ho lasciato detto che il mio medico potrà venire da te e curarti in caso di emergenza, non esitare a contatarlo.
Spero che al mio ritorno il tuo risentimento verso di me si sarà affievolito così da poter discutere insieme e cercare di rimettere insieme il nostro rapporto. Durante il viaggio ti terrò informata degli sviluppi,
Sempre tua,
Marie.

Caro Richard,
Come stata su? La Scozia è sempre fredda come a lungo mi hai narrato? Spero proprio di no, non riesco proprio ad immaginare un luogo in cui regni il gelo. Ti scrivo per dirti che sto partendo per l'Italia e che quindi, se vorrai scrivermi, dovrai farlo all'indirizzo che scriverò a piè di pagina. In caso voi abbiate problemi ho lasciato a Roland, il maggior domo, una sacca di danaro per voi che potrete ritirare in qualsiasi momento.
Salutami quell' incoscente ed evita di stare sempre in giro con il gregge, l'odore di pecora è piuttosto sgradevole.
Sempre tua,
Marie.

Maggio 1857, South Hampton.

«Elizabeth, è veramente una magnifica giornata non credi?» Le sorrisi mentre ci concedevamo una breve passeggiata sul molo in attesa che i loro bagagli venissero caricati sulla nave.
«Molto bella, ci voleva proprio un po' di sole.» mi convenne sorridendo.
«Beth, secondo te sono ingrassata?» Mi guarda l'abito giallo limone che tanto adoravo stringermi sul seno.
«Ma no, vedrete che è solo un po' di gonfiore dovuto al viaggio. Appena saremo in Italia sarete più bella che mai.»
«Oh Elizabeth, non hai la minima idea di quanto sia bella l'Italia e di che ottimi cibi e vino è fornita.» Strinsi meglio la mano intorno al suo interno gomito.
«Sono stata fortunata che voi abbiate scelto me e nessun'altra per potervi accompagnare.»
«Oh cara, non avrei potuto scegliere che te. Suvvia raccontami di tuo marito, non ho avuto la premura di chiedertelo prima. Che sbadata che sono stata.»
Il suo volto si incupì per poi sorridermi.
«Mi ha lasciata per un'altra donna quindi il problema non si pone.»
Mi arrestai costringendo anche lei a farlo.
«Come mai non me lo hai detto? Avresti dovuto, avrei potuto aiutarti.» Dissi con tono più da rimprovero che di veritabile preoccupazione.
«Non avrei mai potuto, avete già così tanti problemi dei vostri. Poi non dovete curarvi di ciò che mi accade fuori dal lavoro.»
«Sono una pessima amica, mi dispiace tanto per quello che è capitato con lui. » La strinsi in un tenero abbraccio che sembro confortarla.
«Quando arriveremo da Tommaso vi presentero a lui, chissà che non nasca la scintilla dell'amore fra di voi.» La sua candida pelle divenne rossa come le braci ardenti di un fuoco.
«Non sono nessuno, sono solo una povera ragazza che non ha neanche più la sua virtù come tesoro.» Sventolai una mano come a voler dissipare quei pensieri.
«Non angosciarti per questo, Tommaso non vi bada. Lui ama una persona per com'è e poco gli importa del suo passato.» Le presi le mani e le strinsi mentre la guardavo negli occhi.
«Non voglio che tu ti svaluti così va bene? Sei una donna forte, saprai rifarti in questo mondo.» Mi voltai quando udii il rumore della campana che avvertiva i passeggeri delle nave della White Star Line che era ora di salire a bordo perché di lì a poco il vascello sarebbe salpato. Avevo preso i biglietti migliori per quel viaggio perché volevo vedere se la classe che la White Star vantava era così eccellente da lasciare senza fiato i passeggeri. E poi amavo viaggiare comoda senza dover pensare a nulla e volevo che fosse un bel viaggio anche per la mia accompagnatrice dato che era la sua prima navigazione.
«Conviene che saliamo altrimenti ci lasceranno a terra.» Con passo svelto raggiungemmo il pontile e lo salii per prima con lei al seguito. Ci dirigemmo sul punto A riservato alla prima classe. Mi sporsi dal parapetto per salutare le persone rimaste al molo. Anche se non conoscevo nessuno, mi piaceva quella tradizione.
«Signora Marie fate attenzione ve ne prego.» Elizabeth mi tenne per la vita per paura che io potessi cadere oltre la balaustra.
Quando lasciammo il molo per poter finalmente uscire dal porto, e tuffarci nel mare della manica, mi scostai dal bordo.
«Fra quanto vi sarà la cena?» La ragazza infilò una mano nella tasca del grembiule bianco e ne tirò fuori un piccolo orologio in ottone. Aprì con cura lo sportelletto.
«Fra un paio di ore.»
«Non ti nascondo che ho un po' di fame sai?» Dissi pensierosa immaginando un banchetto di paninetti salati ripieni.
«Se volete posso farvi portare del tè con degli stuzzichini in cabina.»
Battei le mani, contenta di quella proposta.
«Che splendida idea! Mentre tu prepari il tutto io vado nella saletta del telegrafo così da poter mandare un messaggio a Tommaso.» Detto ciò ci dividemmo e scesi nella sotto coperta della prima classe. Seguii le indicazioni elegantemente scritte su placche dorate ma mi persi ugualmente.
Fermai un uomo di bell'aspetto ingessato nel suo completo bianco della White Star.
«Mi scusi, saprebbe dirmi dove si trova il telegrafo? Mi sono perduta.»
«Ma certamente.» Sorrise per poi pormi il braccio.
Esitai prima di prenderlo.
«Non vi dispiacerà se vi accompagno personalmente a destinazione.»
«Affatto.» Mentre percorrevamo i vari corridoi, osservai l'ambiente circostante constatando che era ben tenuto e molto elegante. Ci fermammo davanti al locale e con un movimento fluido sfilò la mia mano dal suo braccio per poterla racchiuderla in una delle proprie. Si abbassò e baciò le mie dita.
«Mi fareste l'onore di dirmi il vostro nome?»
«Marie.» Risposi asciutta non volendo perdere troppo tempo.
«Marie come?» Chiese curioso alla ricerca del mio cognome.
«Non credo sia rilevante signor...» Lasciai la frase in sospeso in attesa che lui mi rivelasse la sua identità.
Si mise sull'attenti e mi guardò fiero.
«Sono il Sergente Robert Wahlberg, al vostro servizio.» Fece un profondo inchino e io alzai gli occhi al cielo esasperata da tutte le cerimonie in cui la nostra società ristagnava.
«Vi ringrazio per l'aiuto, siete stato molto cortese Sergente Wahlberg.»
«È mio compito fare in modo che i nostri passeggeri abbiano il miglior servizio possibile, soprattutto le belle e giovani donne come voi.»
«Vi ringrazio.» Appoggiò una mano sul petto prima di fare un lieve inchino e congedarsi.
Entrai, finalmente, nella sale e mi affrettai a sedermi sulla sedia davanti al telegrafo.
Prima di digitare il messaggio lo scrissi su di un pezzo di carta per stabilire il testo.

SONO SULLA NAVE.STOP. STO BENE.STOP.SPERO ANCHE TU.STOP.MI MANCHI.STOP. ASPETTAMI.STOP.MARIE.

Rimasi a lungo ad osservare le venature del legno del tavolo. Improvvisamente il macchinario cominciò ad emettere suoni e mi premurai di trascrivere il messaggio e tradurlo. Speravo fosse una sua risposta ma era praticamente impossibile. Infatti vi era un messaggio piuttosto fuori luogo e inappropriato.

MI MANCHI.STOP. IL MIO LETTO È FREDDO.STOP.SENZA TE.STOP. NON TRADIRMI. STOP. FAI UNA BRUTTA FINE.STOP.ROSALIE.STOP.

Abbandonai il messaggio sul tavolo nella speranza che se ne sarebbe occupato il gestore della sala, anche se sembrava svanito e totalmente non curante del suo lavoro. Tornai sui miei passi e raggiunsi la Hall dove chiesi le indicazioni per la mia camera. Mi fermai davanti alla porta bianca con scritto il numero 36.
Bussai e pochi attimi dopo Elizabeth mi aprì.
«Signora meno male che siete tornata, stavo iniziando a preoccuparmi.»
«Perdonami Beth ma mi sono perduta e ci ho messo più del dovuto.» Entrai nella cabina constatando che dal duro parquet dei corridoi si passava ad una soffice moquette.
«Non si preoccupi. Ormai il tè si è freddato.»
«Non importa, ormai manca poco all'orario di cena.» Mi tolsi le scarpe e osservai la stanza. Vi era un enorme letto a baldacchino con tende e coperte di un amabile color rosso borgogna. Un piccolo camino si trovava difronte al giacilo con davanti disposte delle poltroncine imbottite. Tramite un grande arco a tutto sesto, si accedeva alla sala adiacente dove vi era un piccolo angolo adibito a studio con scrivania e una minuscola libreria e il tavolo su cui si potevano consumare i pasti. L'ambiente era piuttosto scuro per colpa del continuo legno ma dei quadri e delle piante erano stati sistemati in modo da ravvivare l'ambiente.
«Apriresti le tende delle finestre per cortesia? È tutto troppo cupo.» Fece immediatamente ciò che le avevo chiesto mentre frugavo in uno dei miei tanti bauli alla ricerca di un abito. Presi un abito lilla, che avrò indossato seppur una volta, e lo porsi alla ragazza. «Indossalo così potrai venire a cena con me senza destare sospetti.»
«Se volete posso far portare la cena in camera senza che vi scomodiate.»
«No.» Risposi lasciava. «Non voglio restare qui, usciamo suvvia e godiamoci la vita che offre questa nave.» Tirai fuori un abito roteando su me stessa.
Era un magnifico abito a balze rosa e ricamato con finissimo pizzo inglese. Lo sistemai sul materasso per poterlo ammirare al meglio. Elizabeth tornò poco dopo indossando il mio abito che le stava a pennello, come se le fosse stato cucito in dosso. «Ti sta d'incanto Beth! »Le sorrisi meravigliata per poi farle cenno di avvicinarsi.
«Vi ringrazio. Fece un lieve inchino. «Tranquilla, dico solo la verità. Ora aiutami ad indossare il mio abito.» Si avvicinò e con cura mi slacciò l'abito giallo crema.
«Avete fatto un'ottima scelta con quello rosa, trovo che quella tonalità risalti il vostro incarnato»Fece scivolare via il corpetto ricamato e la gonna per poi riporli.
«Lo sai che ho un debole per quel colore.» Allentò i lacci del bustino per poi ristringerlo con forza.
«Per la miseria! Mi farai morire soffocata!» Sbraitai indispettita nel sentirmi il torace così compresso.
«Signora, a dir la verità ho stretto meno della metà di come faccio di solito. Siete sicura di sentirvi bene?»
«Ma si certo! Solo evita di stringermi come un' insaccato così.»
«Come desiderate.»
Regolò la presa in modo tale che potessi respirare senza dover sentire delle fitte allo sterno per un'azione così semplice. Con difficoltà indossai l'abito che avevo scelto ma fui costretta a cambiarlo. Il mio seno minacciava di esplodere facendo saltare la scollatura. Con immensa amarezza ne scelsi uno più accollato e sui toni dell'azzurro.

«Siete un incanto.»
«Come no.» Liquidai in fretta i complimenti di Elizabeth essendo ormai di pessimo umore per via del mio corpo che si gonfiava per la pressione marina.
«È meglio se ci apprestiamo ad andare a cena o non ci serviranno nulla. Ho saputo che le cucine non hanno molta flessibilità.» Mi avvertì Elizabeth e velocemente raggiungemmo la Hall da dove venimmo accompagnate alla sala per la cena. Rimasi inorridita dal pessimo gusto con cui era stata arredata la stanza. Era piena di vasi di cristallo, quadri con cornici in oro e altro vario ciarpame che creava un connubio piuttosto discutibile. Prendemmo posto ad un tavolo appartato e Beth si prese alcuni minuti per poter esaminare a fondo l'immenso menu proposto per quella sera.
«Ma dobbiamo mangiare tutto o possiamo scegliere?»
«Puoi scegliere.» Sorrisi divertita dalla sua ingenuità e ordinai dell'agnello e un contorno di patate al forno mentre lei il salmone in crosta di non so che cosa. Un'ora più tardi eravamo ancora sedute al tavolo nel vano intento di finire il dessert. «Basta, non ne voglio più.- Scansai il piatto con sdegno mentre lei si fece forza per poterlo finire.
«Cosa volete fare ora?» Domandò dopo essersi tamponata le labbra con il fazzoletto di stoffa. Per tutta risposta misi una mano davanti alla mia bocca, incapace di contenere il mio sbadiglio.
«Credo andrò a riposare. Questo continuo oscillare della nave non mi fa affatto piacere.» Con Elizabeth al mio fianco, tornammo in camera. Mi sentivo lo stomaco pesante e tutto il cibo che minacciava di tornare su. Feci appena in tempo a raggiungere il bagno della mia cabina per poter dare di stomaco. Beth mi accarezzò la schiena come a voler attutire gli spasmi del mio corpo. Quando ebbi finito di rigurgitare mi accompagnò fino al letto.
«Ora vi sdraiate tranquilla e cercate di riposare, questo mal di mare non ci voleva proprio.»
Mi infilai sotto le coperte dopo che mi ebbe messo la camicia da notte.
«Resti qui con me vero?»
«Ma certo.» Mi prese una mano e la strinse delicatamente.
«Riposo un attimo gli occhi.»
«Fate pure, resterò qui con voi per assicurarmi che stiate bene.»
Senza rendermene conto, caddi in un sonno profondo ma irrequieto.



Buonasera cari lettori, mi dispiace per il disguido di ieri sera ma è stato un vero trauma. Oltre a non avermi fatto pubblicare, Wattpad è stato anche così gentile da cancellare i 3/4 del mio lavoro e oggi ho dovuto reinserire tutto. Spero che il capitolo vi piaccia e stellinate se è veramente così.

Ps. nei prossimi giorni sarò veramente piena di compiti in classe e interrogazioni, cercherò di pubblicare ogni 24h, abbiate fiducia ;)

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