Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

19

Aprile 1857, sud Londra.

Un insistente raggio di sole mi colpì in pieno viso costringendomi a muovermi alla ricerca di uno spiraglio di ombra. Quando finalmente lo trovai, ormai il mio cervello si era svegliato anche se affaticato dai fumi dell'alcool residui. Mi girai su un fianco facendo scorrere le mie gambe nude sulle lenzuola pulite che scrocchiavano ancora. Mi voltai nuovamente e istintivamente strinsi il petto forte che si trovava al mio fianco. Di scatto aprii gli occhi e mi misi a sedere coprendo le mie nudità con il cotone leggero.
«Oh mio Dio...»la stanza intorno a me non era quella confortevole della mia casa ma bensì quella della locanda.Verteva i condizioni pietose. I vasi di fiori freschi erano stati rovesciati e giacevano sul pavimento insieme al loro contenuto. Gli abiti erano sparsi ovunque e calici di vino svuotati riempivano i comodini. Le tende erano state strappate dall'asta e gettate sul letto sui stavo giacendo. Il corpo mascolino vicino a me, probabilmente infastidito dai miei movimenti. Mi allungai per scoprirgli il volto dal guanciale usato come rozzo para sole. «Alex?... Oh santo il signore!» Saltai fuori dal letto trascinando con me le lenzuola quando mi resi conto di chi fosse. Con orrore constatai di essere completamente nuda e di avvertire un familiare senso alla mia intimità. Mi affrettai a raggiungere lo specchio nella piccola latrina e rimasi disgustata dai segni violacei che marchiavano la mia pelle. In un mobiletto trovai della cipria, probabilmente dimenticata da qualche attrice durante un soggiorno prolungato in quella stessa stanza, e cercai di coprire quei segni di disonore. Tornai nell'ambiente principale e un grugnito si levò dalla bocca del ragazzo che, e con fatica, si levò facendo pressione sulle braccia che lo sostenevano. Mi guardò palesemente assonnato e confuso. «Che succede?» Gracchiò ancora con i residui del sonno che demordevano a lasciarlo.
«Non lo so, dimmelo tu! Cos'è successo?!»Ero nel panico più totale, possibile che fossi finita a letto con lui? Non potevo né volevo crederci. «Perché cosa...» Strabuzzò gli occhi rendendosi conto di essere nudo e scatto fuori dal letto come Dio lo creò. «Copriti per la miseria!»
Mi poggiai le mani sul volto per non guardare ma feci cadere il telo che copriva il mio corpo. Urlai doppiamente imbarazzata e mi voltai cercando di raccogliere le stoffe. Alcuni rumori provenirono dal suo lato per poi avvicinarsi a me.
«Tieni, metti questa intanto.»Mi porse la sua casacca e subito mi nascosi dietro il paravento per potermi vestire, fortunatamente era abbastanza lunga da coprire la maggior parte delle mie cosce. Mi misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro e tornai da lui che si era infilato i pantaloni della sera precedente. Lo guardai a lungo alla ricerca di una spiegazione che era piuttosto ovvia, ma la mia mente si rifiutava categoricamente di accettare la realtà.
«Credo che ieri sera abbiamo esagerato con il vino.»Sospirò e si mise seduto sul bordo del letto facendomi cenno di raggiungerlo. Mi sedetti ben composta al suo fianco e mi mossi sentendo dei doloretti sgradevoli sulle natiche.
«Se non ricordo male, ho vinto a bigliardo e ci siamo appartati in un angolo. Poi abbiamo deciso di profanare il pianoforte...»
«Il pianoforte? Com'è possibile?! Si trova in mezzo alla sala e ci avrebbero visti tutti i clienti!» Lo guardai non capendo. Annuì guardandomi serissimo.
«Abbiamo unito i nostri corpi sul pianoforte e poi...sul bancone del bar e poi ci siamo spostati in camera. Credo proprio che abbiamo corrotto il locandiere per lasciarci fare quelle cose. Non credo fosse la prima volta che gli capitava. E comunque non ricordo di preciso come abbiamo fatto, ma ricordo perfettamente la scena.»Dei sprazzi di ricordi si affacciarono alla mia mente.

«Alex, la sala si è svuotata e siamo rimasti solo io e te...e il pianoforte sembra un luogo eccitante...» Ridacchiai mordendogli il labbro. «Non vorrai... ma si, che importa?» Mi prese per il braccio e mi trascinò vicino allo strumento. Una volta afferratami per le cosce mi poggiò sui tasti facendo stridere le povere corde. «Sbrighiamoci o il padrone ci caccerà.»
«Tranquilla, gli ho lasciato un sacchetto di sterline prima.» Mi alzò le gonne e dopo avermi spostata dalla tastiera, ed aver chiuso lo scrigno per ricoprirli, e mi fece poggiare le mie mani su di esso ed aveva tirato indietro il bacino per poi spingersi nella mia carne affamata di lui.

«Alex, basta.» Mugugnai stanca e più che appagata. Mi prese per la vita e mi buttò sul bancone. Salì su uno degli sgabelli e mi alzò nuovamente le gonne.«Sei così bella messa così.» Mi aprì le cosce senza vergogna facendo affondare il capo fra di esse. Quale piacere! Dopo avermi dato piacere a modo suo, affondò nuovamente nelle mie carni che non si rifiutarono, anzi erano ben propense a tutta quella attività extra curricolare.

Mi ridestai dai ricordi scrollando il capo come a voler cancellare quel ricordo.
«Abbiamo fatto un bel casino.» Mormorai.
«È vero, ma non preoccuparti. Sarò una tomba e faremo come se nulla fosse accaduto.»
«Alex, è già il secondo uomo con cui finisco in queste condizioni. Non posso tirare ulteriormente la corda del fato così, Dio mi punirà. So che ami Nina ma non credi che sarebbe meglio per entrambi se...ecco..»
Mi contorsi le dita ma una sua mano fermò quel gesto dettato dal nervosismo. Intrecciò dolcemente le sue dita con le mie e mi carezzò il dorso della mano con l'altro arto libero.
«Marie non credo sia una cosa saggia se ci sposassimo, in fondo non voglio che finisca come con Jamie. Non potrei perdonarmi di farti soffrire così.» Le sue parole vennero assorbite dal mio cervello come un panno asciutto assorbe l'acqua. Che schiocca che ero stata a pensare subito al matrimonio, in fondo eravamo sempre stati buoni amici e non vi era bisogno di legarsi con una fede per sistemare un danno che bastava essere accuratamente insabbiato.
«Si, hai ragione. Perdonami sono stata una sciocca.»
«Ma no, è normale che tu abbia reagito così.»
Mi sorrise dolcemente.
«Come farai con Nina?» Il suo sguardo si fece vacuo.
«Dovrei dirle tutto ma non credo sia la miglior cosa, si sentirebbe tradita su ogni fronte ma aggiungere la menzogna oltre al nostro atto sarebbe ancora più dannoso. Credo le parlerò e spiegherò cos'è avvenuto.»
«In caso tu dovessi avere problemi con lei non esitare a contattarmi, va bene?»
«Ma certo, credo andrò subito da lei. Cerchiamo di ricomporci.» Detto ciò con fatica ritrovammo tutti i pezzi del mio vestiario e mi aiutò a ricompormi. In silenzio uscimmo dalla stanza e , per destare ancora meno sospetti, passammo dalla porta sul retro della locanda. Mi avvicinai alla carrozza che mi aveva attesa per tutta la notte. Alex mi aprì la porta e mi fece salire per poi richiuderla. «Prendi la diligenza?»
«Si, accorcio i tempi in questo modo.» Annuii e lo guardai mentre il veicolo procedeva spedito verso casa. La sua immagine si fece sempre più piccola fino a scomparire dietro all'angolo di una casa. Con il dorso trovai conforto sullo schienale imbottito e guardai il piccolo soffitto colorato di blu desiderando che a quella scappatella non vi fossero conseguenze che avrei dovuto affrontare da sola.

Bbbuona sera ragazzi! Eh lo so,questo capitolo è piuttosto breve ma vedrete che mi saprò rifare.
Comunque, se vi è piaciuto stellinate e fatemi sapere ;)

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro