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17

Aprile 1857,Londra.

Caro diario,

Era da tanto tempo che non stavo così male né me ne morivo di tornare in questo status. Louis non risponde alle mie lettere né ai petit bleu.
Mi sono umiliata così tanto per lui in questi dì che mi disprezzo da sola. Le giornate sono un ammasso informe fatte di porridge al miele, lacrime e la sola compagnia di Elizabeth che si sta rivelando un'ottima amica. Se devo esserti sincera però, sento molto la mancanza di Richard. Sapere che ha deciso di seguire un amore così ingenuo e precario piuttosto che l'amicizia di una vita, mi fa sprofondare ancora di più nel mio abisso di tristezza. Ma del resto come biasimarlo? Anche io se fossi colta da un amore così travolgente me ne scapperei con quella persona. Forse è stato questo il problema con Louis, lui mi amava veramente e io volevo solo una compagnia passeggera.
Questo pensiero mi tormenta ed è stato esso a spingermi a cercarlo più volte.
Non so se ciò che dico collima con i gesti del mio corpo. La notte fatico a prendere sonno senza più sentire il suo braccio che avvolge la mia vita e il suo sbuffo sottile di sonno muovermi i capelli. Forse il nostro era solo la il bulbo d'inizio del nostro amore, ma non siamo stati in grado di annaffiarlo né di prendercene cura facendolo marcire prima che potesse sbocciare.
L'unica cosa che mi tiene ancora in vita è la mia partenza per l'Italia. Tommaso per me è sempre stato come la sedia dopo una giornata a lavorare nei campi, o un sorso di acqua dopo aver corso per tutta una tenuta.
Spero che il suo affetto nei miei confronti non sia diminuito né mutato. Sarebbe il colpo definitivo per il mio tenero cuore e il corpo ne soccomberebbe.
Sono talmente confusa che non trovo neanche un filo logico nei miei pensieri e di conseguenza neanche su carta ne hanno. Perdonami se sto macchiando le tue candide pagine con il mio sangue peccaminoso, ma le ferite sulla mani tardano a guarire. Sento ancora il collo bruciare laddove la catenina è stata staccata con forza, ma forse è solo il dolore dell'anima che mi amplifica i sensi facendomi sentire cose che in realtà non ci sono.
Ogni volta che guardo fuori dal vetro della finestra mi immagino di vedere la carrozza di Louis che viene a prendermi o quella di Alex per andare a prende un tè in città. Anche lui se la passa male in questo periodo, sembra che Nina lo abbia rifiutato definitivamente.
Mi sento così in colpa, so che se intervenissi le sorti in tavola si ribalterebbero completamente ma a mala pena ho trovato le forze per scrivere qui, figuriamoci sostenere un discorso di un peso così rilevante. Prima della mia partenza cercherò di combinare qualcosa per il loro bene.
Forse Alex domani verrà a trovarmi ma non lo so ancora con certezza. Dovrei proprio farmi un bagno, verto in condizione pietose.
Elizabeth è tanto cara, mi dice sempre che sono bellissima e che non devo abbattermi. Che troverò un altro uomo e che nessuno avrà sospetti dato che sono vedova. Ma come posso crederle? Nessun uomo ha mai dimostrato interesse in me quando avevo solo 16 anni, ben prima che entrassi nel mondo del teatro, quindi che ne abbiano ora mi è ancora più impensabile.
Se domani riceverò la visita del mio amico, gli chiederò se avrà piacere di venire con me a vedere uno spettacolo a teatro.
In fondo lo avevamo già detto e non credo ci sia miglior modo per distrarre le nostre menti da pensieri cupi. In questo momento, sembra essere l'unica nave di salvataggio nei dintorni della mia zattera e spero che non se ne vada ignorando i miei segnali.
Credo strapperò questa pagina, non ha minimamente logica ciò che scrivo. Sono solo pensieri sconclusionati messi qui. Non so veramente cosa fare, mi sento così abbandonata come una bambina che perde di vista i genitori tra la folla. Avrei tanto bisogno di una dolce mano che mi prendesse e conducesse in un luogo sicuro, in cui poter respirare di nuovo. Chiedo forse tanto? Non ho una famiglia amorevole che mi sostiene, non ho un matrimonio, non ho più il mio sogno, non ho un figlio.
Questa cosa mi strugge, vorrei tanto avere un piccolo pargolo fra le braccia. Lo crescerei con tutto l'amore che non ho mai ricevuto avendo la certezza di avere un amore ricambiato a vita. Vederlo crescere giorno per giorno, mese per mese, anno per anno. Tenergli la manina mentre accenna i primi passi, dargli da mangiare, cucire vestitini e bamboline di pezza. Ma anche questo è destinato a restare un sogno. Dio ha per me altri piani o forse vuole solo farmi scontare i peccati commessi. Comunque vada, questa esistenza è un vero martirio e spero di non tornare mai più.

Sempre tua,
Marie.

Bbbuona sera ed eccoci qui con nuovo capitolo! Si lo so,non è molto lungo ma il dolore di Marie esige di essere sofferto.
Se vi è piaciuto stellinate e fatemi sapere nei commenti.

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