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10

Febbraio 1857, Londra.

Tornai a casa a mani vuote ma con la testa piena di preoccupazioni.
Nella libreria avevo udito il discorso fra il libraio e un cliente abituale che era appena arrivato.
«Avete sentito dei tumulti in Italia? Sembra che stiano cercando di diventare indipendenti.»
«Ah, non riusciranno a combinare nulla. Il Papa non tarderà a farsi sentire.» aveva commentato il libraio tirando su gli occhialetti poggiati sul naso adunco.
«Credo siate nel torto questa volta messere, a quanto si mormora stanno organizzando dei complotti.» aveva risposto il giovine la quale argomentazione aveva ricevuto solo un cenno di dissenso che significava totale sfiducia in tali azioni.
«Alex»mormorai tornando al presente. La carrozza prese una parte di strada consumata e venimmo sbalzati verso il lato destro di essa.
«Accidenti che ritorno turbolento!» commentò lui piuttosto irritato.
Avevamo appena lasciato Nina presso la sua casa mentre noi due tornavamo nella mia.
Ridacchiai sentendolo inveire così per poi tornare seria.
«È vero che hai comprato casa recentemente?.» mi rivolse uno sguardo sorpreso ma annuì.
«Si, è stato un vero affare. Non dista molto dalla tua, potremo continuare a vederci.»
«Di certo non mancherà occasione. Anche se devo ammettere che la tua partenza mi rattrista. Mi ero abituata alla tua presenza.»
«Mi lusinghi così Marie. Vedrete che il nostro rapporto resterà invariato.»
Sorrisi e d'istinto poggiai la testa sulla sua spalla.
«Ma...tu e Louis siete impegnati in una qualche relazione amorosa?.» Mi tirai su e mi irrigidii.
«No, certo che no. Non tradirei mai mio marito anche se lui lo ha fatto.» risposi evasiva e guardai fuori dal finestrino.
Mi fece voltare e il suo viso era dipinta da un'espressione di compiacimento.
«Marie è inutile che menti, Louis mi ha riferito tutto sta mani e mi ha pregato di prendermi cura di te.»
Incrocia le braccia.
«Se avesse veramente voluto prendersi cura di me, sarebbe rimasto a casa piuttosto che lasciarmi così.» risposi secca.
«Lo sai che ha avuto un imprevisto, non ti avrebbe mai lasciata.»
«Ecco perché non trova moglie, mette sempre il lavoro davanti a tutto. Questo gli andrà a discapito.» detto ciò rimasi in silenzio evitando ogni tipo di dialogo. Scesi dalla carrozza con il consueto aiuto di Alex.
«Sei molto galante sai?»
«Sono solo ben educato.» disse tutto impettito e feci una risata buffa.
«Vado a mettermi in abiti comodi. Dopo ti va di leggere qualcosa in biblioteca?»
«Ma certamente, intanto mi avvio così che mi trovi quando hai finito con le tue cose da dama.»
Sbuffai giocosamente.
«Non sono così lenta!»
«Solo quel che basta per essere in linea con le canoniche regole sociali.» mi porse il braccio così che potessi afferrarlo.
«Società di qui e società di là, non pensi mai a come sarebbe bello un mondo senza sciocche regole? Un mondo dove si è liberi di essere ciò che si vuole, ovviamente si suppone che ci siano comunque delle regole civili alla base per non cadere nel caos e nell'anarchia.»
«Ah Marie, sei una sognatrice nata. Anche se devo ammettere che la tua idea, se correttamente sviluppata, mi attrae molto.»
Fu il mio turno di impettirmi orgogliosa.
«Continueremo fra poco il discorso. Ho la vera necessità di togliermi tutti questi strati di gonne.»
Lui annuì.
«Ma certo, ti aspetto fra gli scaffali.»
Sorrisi e salii le scale per poi chiamare Elizabeth e farmi smontare tutti quei fastidiosi aggeggi.
Scelsi un abito semplice di cotone rosso che lasciava le spalle scoperte. Non aveva bisogno di bustino perché al suo interno avevo fatto inserire alcune stecche per ottenere lo stesso effetto. Sciolsi i capelli e mi rinfrescai il viso con l'acqua del catino.
«Signora, vi è arrivata questa lettera dall'Italia.» mi disse Elizabeth porgendomi una spessa busta di colore bianco panna.
La presi senza esitare,non lessi il nome sapendo già di chi era, e la tagliai abilmente con il taglia carte sullo scrittoio.

Dolce mia Marie,
Come va sua nella uggiosa Inghilterra? Qui stiamo ricostruendo il mio amato vigneto che era stato deturpato da alcuni vandali di campagna. Mi dispiace che quest'anno di vino ne produrremo ben poco.
Ti scrivo per sapere come stai e come procede il tuo marito con quello,so che perdonerai i miei termini poco fini, zoticone di tuo marito senza cuore.
Spero vivamente che tu possa venire qui in Italia a trovarmi, se dovessi trovare del tempo fra un ballo spocchioso e un pomeriggio con tè amaro e scadente.
Vorrei farti vedere il baule di ricordi che recentemente ho trovato in soffitta, ci sono così tanti ricordi d'infanzia. Ah e ti ho detto anche che sto ristrutturando la nostra cara villa estiva? Sarebbe magnifico se tu potessi venire al più presto così da poter vedere i lavori e restare in quella dimora per qualche mese in onore dei vecchi tempi.
Scrivimi al più presto che me ne muoio di sapere come stai.
Tuo,Tommaso.

Ps. Conoscendo la tua indole mi sento in dovere di dirti che la situazione qui è quieta. Fortunatamente mi trovo in una zona che riscontra poco interesse quindi ho potuto procedere con le mie solite mansioni.

Al termine della lettera sentii un enorme peso dal cuore prendere il volo e librarsi in aria. Subito mi feci fornire il materiale a me necessario dalla mia cameriera per rispondere a Tommaso.

Caro Tom,
Qui va tutto bene, tra uno scandalo e l'altro. Ho scoperto che il mio caro marito ha interessi ben diversi rispetto a ciò che mi aspettavo, ma a parte ciò procede tutto regolare. Richard è venuto a lavorare da noi ed ho fatto la conoscenza di un amico di Louis, Alexander. Una persona veramente squisita con cui posso conversare liberamente.
Comunque, per rispondere alle tue richieste, sono felice del tuo invito e farò in modo di scendere appena il tempo sarà dei migliori.
Non posso viaggiare quando il tempo è incerto, sai che con le navi non ho un buon rapporto soprattutto quando il mare è particolarmente agitato. Farò tutto ciò che mi è possibile per venire a trovarti, mi manchi molto e ho sinceramente bisogno della tua genuinità. Magari potrei organizzare un viaggio con Louis in quanto in me nasce il sospetto che Jaimie non vorrà accompagnarmi. Non vedo l'ora di rivederti e di riesumare con te tutti i cari ricordi di una vita fa. Spero di poterti rivedere al più presto, ultimamente ti ho pensato molto e non vedo l'ora di essere di nuovo fra le tue confortevoli braccia. Tua, la piccola Marie Ps. Mi aspetto i tuoi deliziosi manicaretti per il mio arrivo. La pasta come la fai tu non riesce a farla nessuno, neppure il miglior cuoco in circolazione.

Revisionai la lettera più volte prima di sigillarla con la cera lacca imprimendo il sigillo dello stemma della famiglia di mio marito. La consegnai ad Elizabeth così che potesse occuparsene personalmente affinché venisse spedita. Mi alzai dalla sedia per poi lisciarmi la gonna. Mi diressi verso la biblioteca ed entrai facendo il minor rumore possibile. Dopo aver curiosato fra i vari scaffali, decisi di prendere una delle mie copie delle opere di Molière, precisamente "Les précieuses ridicules". Chi l'avrebbe mai detto che avrei scelto un'opera che attaccava direttamente il mondo dell'epoca con i suoi usi e costumi? Cercai Alex nella sala per poi trovarlo, finalmente, appollaiato su una poltroncina imbottita davanti al caminetto. Lo raggiunsi e mi misi sulla poltrona vuota al suo fianco. «Eccoti qui, ce l'hai fatta.»sorrise staccando gli occhi e l'attenzione dalle righe che l'avevano precedentemente catturata. «Perdonami ma ho dovuto rispondere ad una lettera urgente.» risposi senza specificare chi fosse il destinatario.
«Cos'hai preso?»indicò il vecchio tomo che avevo più volte rilegato in modo che non cadesse a pezzi data la sua vecchiaia.
«Una pièce théâtrale. Precisamente una delle opere più famose di Molière che critica le donne del tempo a causa della loro eccessiva e ridicola modalità di vita.»
«Sembra molto interessante, purtroppo per me non ho conoscenza di francese. Mi sono limitato ad imparare solo lo spagnolo e il tedesco.» disse con un lieve filo d'imbarazzo. «Se ti va una sera possiamo andare a teatro a vede la sua rappresentazione quando la mettono in scena. Ti garantisco che ne vale la pena.»
«È un'idea magnifica!» rispose elettrizzato.
«Tu piuttosto? Cosa stai leggendo?» mi sporsi verso di lui nella speranza di leggere il titolo sulla copertina.
«"Moll Flanders"» mi si illuminarono gli occhi. «Amo quel romanzo! Anche se la mia parte di donna è rimasta profondamente ferita dagli abbandoni dei figli.»
«Cos'altro poteva fare? Era una prostituta e non aveva danaro neanche per provvedere al proprio fabbisogno.»
«Hai ragione ma devi convenire sul fatto che indubbiamente sono eventi molto tristi. A parte ciò trovo la storia è coincisa e cruda. Adoro la forza e la determinazione della protagonista» Alex annuì. «Ma non pensi che in fondo Moll sia un po' la controparte maschile di Defoe? In fondo anche lui ne aveva passate di cotte e di crude senza mai mollare.» pensai qualche istante su ciò che aveva detto.
«Credo tu abbia ragione ma dovremmo rileggere a fondo il romanzo e poi confutare ciò che affermi.»
«Quando vuoi.» sorrisi entusiasta provando un gran moto di affetto nei suoi confronti.
«La tua compagnia è veramente importante per me, sei un caro amico.» dissi sincera dopo un attimo di silenzio. Mi guardò con cipiglio pieno di meraviglia mista a sbalordimento.
«Sei sempre così gentile Marie, sei una donna molto forte. Non conosco la tua storia ma si vede che sei una fenice risorta dalle ceneri.»
Guardai le mie mani.
«Spero solo di non bruciare ancora.»

A cena eravamo solo io ed Alex. Mio marito sembrava essersi dileguato nel nulla da giorni ma non era di mio interesse corrergli dietro come una bambinaia.
«Chissà che fine ha fatto Louis.» con la forchetta smossi,svogliata, il mio cibo che avevo a mala pena assaggiato.
«Suvvia non angustiarti così, vedrai che a breve farà ritorno.» Feci un cenno di assenso anche se dentro di me la speranza stava scemando, come il numero delle tribù di indigeni americani, cedendo il posto allo sconforto più totale. Drizzai le orecchie quando sentii il portone sbattere e dei passi veloci venire verso la sala da cena. Mi alzai dalla sedia e gli corsi incontro non appena lo vidi. Subito buttai le braccia intorno al suo collo per poi affondare il viso nel petto.
«Mio amore.» mi sussurrò all'orecchio in modo che solo io potessi udire.
«Mi sei mancata così tanto, non c'è stato momento in cui io non ti abbia pensata.» un ingenuo sorriso sbocciò sulle mie labbra e lo strinsi maggiormente.
«Promettimi che domani starai con me e che non ti allontanerai abbandonandomi di nuovo.»
«Te lo prometto, mi sono sentito un verme a lasciarti così ma ci sono stati problemi di rilevante importanza.» mormorò dispiaciuto.
«Non conta più, l'importante è che tu sia qui.»lo guardai negli occhi. In quel preciso istante mi ripromisi che qualsiasi cosa sarebbe accaduta, avrei lottato per le persone che amavo e che mai e poi mai le avrei perse senza aver prima combattuto allo stremo delle forze. Non volevo che Louis uscisse dalla mia vita e con lui neanche Nina, Alex, Richard e Tommaso. Non lo avrei mai permesso. Ma nuovamente non avevo messo in conto il destino avverso, per me non ci sarebbe mai stato nessun Deus ex machina. Nessuno ti salva se non hai avuto una buona condotta, il lieto fine è un attributo lecito solo in teatro e nei libri.

Bbbbuonasera ragazzi! sono così felice di vedere che le letture aumentano così tanto e con essa la posizione in classifica! sono veramente felice e grazie grazie di cuore a tutti. Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e stellinate. Ps. cercherò di pubblicare anche domani ma devo studiare letteratura francese :(
Ps.perdonate eventuali errori ma sono stanchissima grazie a scuola lavoro :(

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