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Gennaio 1857,Londra.

Guardai fuori dalla finestra della mia camera,verso il giardino perfettamente curato all'inglese.
Il ghiaccio tintinnava contro le pareti del bicchiere di cristallo colmo di whisky.
Bevvi un corto sorso di quella bevanda ambrata e sospirai
Mio marito stava tardando come al solito da lavoro.
Mi scostai dalla finestra e mi sedetti sul divanetto.
La vestaglia, finemente decorata e trasparente, che stavo indossando si aprì leggermente rivelando il mio corpo nudo.

Sentii il rumore della carrozza rientrare e le voci del cocchiere e dello stalliere indaffarati a discutere sui cavalli e su dove sistemare il veicolo.
Ebbi un fremito.
Jamie era tornato e un sorriso mi si stampò sul viso.
Nonostante vivessi una vita noiosa e biega fatta di sale da tè,pettegolezzi futili e noiose partite di cricket,lui era la mia boccata di aria fresca nonostante le falle del nostro matrimonio.
E poi c'erano i miei genitori che da quando mi ero sposata,o meglio mi avevano fatta sposare a forza più di un anno fa,mi stavano con il fiato sul collo per avere un erede.
Un erede che non arrivava perché il mio matrimonio non era mai stato consumato.
Non ci eravamo mai congiunti sul talamo e non ne avevo mai capito il motivo.
Più volte ero entrata nel discorso ma lui,sempre nervoso e schivo,aveva declinato l'argomento dicendo che era frutto dell'eccessiva stanchezza dovuta dal lavoro.
Ormai esausta della situazione,avevo deciso di prendere le redini in mano e di mostrarmi provocante nel tentativo di scatenare la sua attenzione.
La porta si aprì e gli andai subito in contro.
«Ben tornato a casa mio caro.»mi misi sulle punte e gli lasciai un soffice bacio sulle labbra.
«Ma che bella accoglienza.»mi sorrise dolce.
Gli sistemai i capelli biondi leggermente arruffati poi chiusi la porta una volta che lo ebbi tirato dentro.
Subito cominciò a guardarmi agitato,come se fossi un criminale.
Gli presi la mano e lo portai sul letto.
«Ti va se ti faccio rilassare un po'?»sorrisi contenta quando lui annuì.
Gli tolsi la giacca e il panciotto e gli massaggiai piano le spalle tese.
Premetti il mio seno abbandonte contro la sua schiena per provocarlo ma lo sentii irrigidirsi ancora di più.
Mi morsi il labbro e gli presi una mano.
"Dai Marie,non puoi continuare ad esistare." pensai.
Portai il suo arto verso i miei fianchi e poi lo feci scendere sul mio pude.
Appena tocco la mia zona più segreta schizzò in aria e mi guardò truce.
«Come ti sei permessa? Sei forse impazzita? Io torno stanco dal lavoro e tu pensi solo al tuo benessere! Sei un'egoista Marie. Vedi di non farmi più questi sciocchi scherzi da ragazzina.»
Rimasi paralizzata dalle sue parole ma ero troppo cocciuta e ostinata per lasciar stare.
«Ma perché non mi vuoi? Cos'ho che non va? Siamo sposati da un anno e mi hai sempre respinta! Vuoi che chiami un dottore per farti visitare? Non è normale questo tuo comportamento.»dissi indispettita.
Lo vidi boccheggiare alla ricerca di una risposta.
Risposta che mai ricevetti perché prese le sue cose e scappò dalla stanza lasciandomi sola.
Poggiai i piedi a terra e mi tirai su dal giaciglio.
Chiusi la mia vestaglia e con uno spillo di legno indiano mi feci su i capelli.
Una sigaretta sfilai dal porta tabacco in argento e la accesi con un fiammifero.
Tornai al bovindo della finestra e mi sedetti sul bordo.
Ero stanca.
Passavo le giornate a bere e fumare aspettandomi cosa? Un principe per salvarmi?
Bevvi un lungo sorso dal bicchiere, precedentemente abbandonato, che mi mandò a fuoco la laringe e poi un tiro di tabacco.
Chiusi gli occhi ed espirai dopo molto.
Sognavo ancora la sensazione del parquet sotto i piedi,le luci puntate,il profumo di tende di velluto rosso,le risate e gli applausi del pubblico.
Tutto completamente finito.
Quando finalmente aprii le palpebre ormai si era fatto buio.
Dei nitriti di cavalli giungerso al mio orecchio poi una cameriera bussò alla mia porta.
«Madame,ci sono delle visite per voi.» mi disse in tono gentile al di là del legno.
«Un momento,non sono presentabile.»
Indossai un vestito sempliccissimo bianco da camera.
Giusto per non mostrare le mie nudità,anche se alla fin fine non me ne importava poi molto.

Andai alla porta e lentamente girai il pomello dorato.
Trattenni il respiro quando aprii e lo vidi.

Salve cari lettori! Come avrete notato ho inserito le foto degli abiti. Continuerò a metterne mano mano nei vari capitoli per coinvolgervi maggiormente.
Fatemi sapere cosa ne pensate!

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