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Capitolo 1

<< ALDO >>

Il profilo fletteva sul vetro dell'infisso che dava al cortile antistante, il naso greco tendeva alla perfezione. Solo e pensoso pianificava i soliti affari, la fronte corrugata talvolta volgeva su se stessa.

Levò il mento altrove, la medesima ferrea espressione svolazzava al di là delle siepi e della fontana ancora spenta sperdendosi nell'infinito nonostante la visuale che vi si prospettava dinanzi era ben più che limitata. Si carezzava il collo come spinto dalla frenesia incombente, un alone di nervosismo vegliava sulle membra ed era il suo costante angelo custode del male.

Villa San Martino si estendeva per vasti ettari di terreno al di qua della campagna lombarda, un edificio color crema dalle tegole di un arancio tenue trasparivano lasciandosi cullare da un chiaro di luna crescente. Un plenilunio latteo pareva sorvegliarlo da est, evanescente e fuggiasco tra le nuvole che cotonavano la notte ormai piuttosto vicina.

Lo studiolo dal mobilio in ciliegio lo coglieva all'usuale ora, la sua giornata e così la sua vita erano scandite da un severo ordine spazio-temporale nonchè alias del suo portamento men che mai scomposto. Cadenzata, non sgarrava neppure di una sola virgola e puntualmente era lì che in quell'esatto frangente crepuscolare si trovava.

In realtà, scorreva gran parte dei suoi momenti racchiuso in quei radi metri quadri di parquet chiaro. Era il suo bunker, il suo più fedele o men che sia stato confessionale.

Era proprio in quel gabinetto che ritrovava se stesso, la sua forza di andare avanti nel mondo che ruotava attorno, quello era prettamente il suo. Era consueto ormai leggervi quotidiani, classici di filosofia e il suo sguardo era attento, scapigliato.

In effetti, vi era dell'altro che tra tutto questo poco tornava. La sua vigilanza era solo come biglietto da visita, a dir il vero. La sua rigida presunzione era solo di mera facciata, il classico abito burocratico da mecenate romano.

Era come uno scherno, una gloria vana ma indisturbata. Una forma di rispetto verso la parte più interiore di sè da sfoggiare ovunque ma anche una maschera, una forma di difesa verso il prossimo e che spesso persino lì dentro esercitava, semmai particolarmente come per proteggersi da se stesso ed era la persona che talvolta più disprezzava.

Tuttavia, non era solo questo. Neppure si contavano gli scheletri che meschinamente preservava nell'armadio. 

L'uniforme era smorta, macchiata dalle stesse mani. Era un uomo che aveva ben poco di buono, prometteva e riprometteva di smettere ma la sua sete di vendetta giammai si placava.

Il suo spirito machiavellico pulsava dentro al petto, colpevole del copioso sangue venalmente versato. Era un'anima crudele dei più notturni inferi, un essere malvagio e scaltro, annichilito. 

Il mal di trincea permaneva alle medaglie lasciate marcire tra le acque del Lago di Como prima di intraprendere la via a ritroso, era in un certo senso la precisa quintessenza di una mera vittoria mutilata.

Macchie d'inchiostro:

Allora, tanto per cominciare, vorrei darvi alcune delucidazioni...

Il mal di trincea (il termine più giusto forse sarebbe Shell Shock cioè shock da granata oppure esplosione) o così come era chiamato a quel tempo ma anche prima visto che il termine venne coniato a seguito della Prima Guerra Mondiale era un "male" che colpiva esclusivamente i soldati ovviamente coloro che avevano appunto fatto vita di trincea nonchè un qualcosa di veramente infernale da sopportare. Oggi gli psicologi parlano di disturbo da stress post-traumatico ovvero almeno all'incirca il "trauma" stesso, un qualcosa di veramente difficile da curare e soprattutto in quel periodo dato che la medicina era agli albori e le cure erano quelle che erano. Infatti, molti non sapendo come fare ma in parte anche gli specialisti stessi consigliavano di rifugiarsi nella droga quale l'oppio puro che andava assai in voga per l'epoca che era. La cocaina, per esempio, aveva fatto da poco la sua apparizione su mercato. Una politica economica senza controlli e una maggiore libertà agevolarono il suo ingresso oltre che la produzione che ne era divenuta senza dubbi scellerata. La si poteva trovare ovunque e in qualunque cosa, persino la Coca Cola inizialmente la conteneva e per questo si chiama così. Coca dalle foglie della coca ma possiamo dire quindi anche la cocaina stessa e Cola da quelle di cola. Era divenuto anche questo un ottimo psicofarmaco al quale già lo stesso Sigmund Freud ricorreva e non solo, poteva essere considerato anche un analgesico per qualsiasi altro "male" e un po' come l'altro oppiaceo quale la morfina per cui venne fatta la stessa cosa. Oggi ovviamente il primo degli ingredienti sopra citati è stato bandito dal commercio mentre l'altro meno dannoso ancora lo si può trovare. Certamente nessuno ancora oggi conosce la vera ricetta di tale prodotto visto che questa rimane comunque segreta. Oggi, ritornando al primo argomento, il PSTD è tornato di gran lunga anche se potremmo dire che è un qualcosa che non è mai tramontato. Tuttavia, il mondo è sempre stato in guerra e di lì è un termine che non è mai stato lasciato. Lo ritroviamo con la guerra del Vietnam, con le spedizioni militari in Iraq e via dicendo. Certo, adesso da più di un anno a questa parte è come se questo termine si fosse di nuovo radicato. Da quando, il 22 febbraio 2022, è tornata alle porte dell'Europa la guerra e non ci ha lasciati più. Migliaia i soldati ucraini morti e altrettanti i mutilati nel corpo e ancor prima nell'animo, sembra a volte di ritornare a quel tempo e talvolta pare perfino che questo si sia fermato. Certo, c'è da dire che ai giorni nostri il Disturbo sia arrivato già prima di quella data, fluiva come un fiume in piena però non in campi di battaglia perchè è tra le corsie d'ospedale che prolifera ancora oggi e tutto cominciò a partire dalla fine del 2019 quando la pandemia del Covid19 ci travolse come mare in tempesta senza lasciarci più.

Vi è piaciuta? Che ne pensate?

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