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Tornare a casa

Bocca secca e un fastidioso mal di testa, Jughead Jones si era risvegliato così dopo quella festa, era rimasto solo vicino al faló, che ormai si era spento lasciando solo braci rossastre ad illuminare ció che lo circondava.
Dal casolare provenivano ancora delle voci, ma li fuori non c'era più nessuno, non avevano avuto neanche l'accortezza di svegliarlo quegli idioti.
Afferró il telefono dalla tasca del suo inseparabile giubbotto di pelle e guardó sgomentato il display.
Erano già le 5.00 e tra tre ore doveva essere a scuola, chissà quanto era preoccupato Archie, però notó che il rosso non gli aveva scritto neanche un messaggio, probabilmente credeva fosse rimasto da Fangs, meglio così.
Si alzó di scatto e se ne pentì subito dopo, ebbe un tremendo capogiro che gli annebbió la vista per alcuni secondi.
Tornato lucido si diresse verso la costruzione alle sue spalle per salutare Penny, ma la regina dei Ghoulies non si trovava da nessuna parte, qualcuno gli disse che era già andata via con quel Malakai.

Tornato a casa Andrews che erano già le sei passate si diresse in camera sua cercando di fare meno rumore possibile e si concesse qualche altro minuto di riposo.
Il fastidioso suono della sveglia poco dopo gli annunciò che la pacchia era finita e che doveva iniziare a prepararsi sebbene non ne avesse alcuna voglia.
Purtroppo aveva già saltato abbastanza giorni e se voleva diplomarsi quell'anno non aveva altra scelta se non andare a scuola nonostante il terribile mal di testa e le occhiaie che gli solcavano il volto.
Non sapeva come si sarebbe dovuto comportare con Fangs e gli altri serpents dopo ieri pomeriggio, ne tantomeno con Betty, che casino.
Il rosso lo intercettó in corridoio mentre scendevano per la colazione, lanciandogli sguardi indagatori.

Archie: devo ammettere amico che ieri sera con quel messaggio mi hai completamente spiazzato.
E io che credevo che finalmente stessi iniziando ad ammettere i tuoi sentimenti per Betty! E invece passi la notte con il tuo ex, quello che ti ha lasciato su due piedi nel momento del bisogno. E vedo che la notte non l'avete passata a dormire, guarda che occhiaie che hai!

Il tono che aveva usato celava una punta di delusione, chissà perché ma il suo migliore amico voleva a tutti i costi che lui e Betty stessero insieme.

Jug: Si sai, ieri Fangs è passato a trovarmi e ci siamo chiariti, pensiamo di tornare insieme, credo.
Perché butti sempre Betty in mezzo? Noi due non siamo fatti per stare insieme Archie, mettitelo in testa una buona volta!

Quasi urló quelle parole, pentendosene immediatamente, non voleva perdere la pazienza con il rosso, ma sentir nominare sempre quella ragazza lo mandava fuori di testa.
Chiese subito scusa, attribuendo il suo pessimo umore al poco sonno, così scesero insieme a far colazione.

Alla Riverdale Hight la mattinata di lezioni trascorse in fretta, Jughead non riusciva a restare concentrato per più di cinque minuti, così si ritrovó a scarabocchiare il quaderno la maggior parte del tempo.
Fangs non l'aveva ancora visto, in corridoio invece aveva parlato con Toni e SweetPea, si erano scusati con lui, probabilmente dietro suggerimento di Fangs e lo avevano invitato a pranzare con loro a mensa come ai vecchi tempi.
Jug disse che ci avrebbe pensato su, non ne aveva voglia in realtà, così quando suonò la campanella si avvió nel suo solito nascondiglio.
Poco prima di varcare la soglia però si fermó ad ascoltare, c'era già qualcuno all'interno, due ragazze stavano litigando, gli parve di aver sentito la voce di Betty e infatti i suoi sospetti vennero confermati quando l'altra ragazza, Cheryl Blossom, uscì da lì sbuffando e guardandolo torvo.
Cheryl: Vai a consolare la tua principessina Jones, mi sembra abbastanza sconvolta dopo la nostra chiacchierata.
E se ne andó ancheggiando sbattendogli i capelli fulvi sul viso.
Jughead vedendo la bionda in lacrime si fiondó da lei, chiudendo la porta.
Provó a consolarla in tutti i modi, ma sembrava come assente, così si limitó ad abbracciarla.
A quel contatto la ragazza parve tornare finalmente in sè e si strinse ancora di più a lui. Smise di piangere, asciugandosi le lacrime salate con il bordo delle maniche.

Betty: Scusami Jug, ti ho inzuppato la maglia di lacrime!

E rise, quel suono cristallino al corvino parve la melodia più bella del mondo, e fissandosi la felpa umida si mise a ridere anche lui.

Jug: figurati Betty, cos'è successo con Cheryl?
Betty: detesto ammetterlo, ma avevi ragione.
Tra le Vixen ci sono tensioni in vista della prossima partita, Cheryl voleva assicurarsi che le obbedissi, così ha fatto delle ricerche sul mio passato e ha minacciato di diffonderle se non faccio come dice lei.
Jug: È così terribile quello che ha scoperto?

A quella domanda a Betty tornarono gli occhi lucidi, il ragazzo se ne accorse e la strinse di nuovo a se, giocando distrattamente con una ciocca dei suoi capelli biondi.

Betty: si Juggie, se si venisse a sapere... non potrei restare più a Riverdale. Sono venuta qui per ricominciare da capo, non voglio che il passato torni a bussare alla porta.

E proprio in quel momento qualcuno effettivamente entró dalla porta, era Fangs, che cercava il suo ragazzo visto che non si era presentato a pranzo.
Vedendo la scenetta con la bionda andó su tutte le furie, iniziando a sbraitargli contro, geloso. Arrivó persino a chiamarla puttana.
Il corvino tentó di farlo ragionare, mentre Betty provava a capire la situazione.
Alla fine fu costretto a trascinarlo fuori, mentre con un'occhiata di scuse salutava Betty.

Jug: ma che cazzo ti prende? Mo sei geloso pure delle amiche? Valle a chiedere subito scusa !
Fangs: Non ci penso neanche! Ho visto come stavate abbracciati, proprio una bella coppietta!
Ieri hai scopato me e oggi vuoi scopare lei?
Se torni con me devi tornarci sul serio Jughead, non puoi andare ad abbracciare le tue 'amichette'.
Ti ho visto questi mesi sai, ti tenevo d'occhio, sempre insieme a quella biondina.
Jug: Fammi capire, mi stai dicendo che io e Betty non dovremmo più parlarci? Ma ti senti? Siamo colleghi Fangs, tra di noi c'è un rapporto di collaborazione, tutto qua, non farti inutili paranoie, non voglio lei, voglio te. E ora scusami ma ho lezione.

Se ne andó quasi correndo, qualcosa si ruppe in lui, pronunciare ad alta voce quelle parole gli era costato tantissimo. Vedere Betty piangere era stato orrendo, poi però l'aveva abbracciata e il suo profumo le aveva riempito le narici, un mix di vaniglia e rose, che ancora si sentiva addosso.
Uscì in cortile e per tentare di scrollarselo via si accese una sigaretta e scrisse un messaggio di scuse alla bionda mentre aspirava il fumo denso buttandolo fuori formando dei cerchi.

"Fangs voleva scusarsi con te Betty, è stato un idiota, siamo tornati insieme e ora è geloso anche dell'aria. 🙄"

La risposta della ragazza non tardó ad arrivare:

"Non ti preoccupare non è successo nulla, mi fa piacere che siate tornati insieme, e grazie del supporto morale😘"

Lesse la risposta e mise via il cellulare dirigendosi verso l'aula di letteratura.
Era in ritardo, così la professoressa lo obbligó a leggere un brano dal romanzo che stavano studiando.
Era un testo su un omicidio, un giallo di Conan Doyle, ma più il ragazzo andava avanti nella lettura e più veniva travolto da una strana sensazione, come se dei ricordi lottassero per farsi strada nella sua mente.
Poi, come un fulmine a ciel sereno improvvisamente ricordó tutto, il piano di Penny per incastrare suo padre! Come aveva potuto dimenticarlo? Maledetta Jingle Jangle.
Sconvolto si allontanò dall'aula, bloccandosi subito dopo, non sapeva che fare.
Avvisare suo padre? Parlare con Penny? Mettere in guardia Tallboy?
Ogni ipotesi aveva pro e contro, se lo avesse detto a FP avrebbe dovuto ammettere di essere un Ghoulies, Penny poteva ridergli in faccia mentre avvisare il serpents poteva non essere abbastanza.
Alla fine decise di parlare con suo padre. Era giunto il momento. Si era cacciato in una situazione più grande di lui, non poteva lasciar morire un innocente, se suo padre si fosse incazzato se lo sarebbe meritato.
E con questa determinazione si presentò alla rulotte dei Jones.
Trovó FP in cucina intento a stapparsi una birra, quando lo vide apparve sorpreso, ma l'espressione del figlio lo spinse a chiedergli cosa fosse successo.

FP: Jug cosa ci fai qui? Non dovresti essere a scuola a quest'ora?

Jug inizió a raccontargli tutto, pareva un fiume in piena, gli disse di come si fosse avvicinato ai Ghoulies dopo che se ne era andato di casa, di come Penny lo controllasse con la droga, di come volesse vendicarsi, gli raccontò persino di Betty di come l'amasse e di come volesse proteggerla.
FP rimase senza parole, dopotutto Jug era ciò che gli rimaneva della sua famiglia, lo amava nonostante tutto e lo perdonò, perché infondo era colpa sua e lo sapeva.
Non disse nulla, si limitò ad abbracciarlo, per la prima volta dopo mesi, quelle braccia non lo toccavano per fargli del male ma per trasmettergli amore.

FP: Jug è tutta colpa mia, scusami. Ti giuro che non berró più, sarò un buon padre per te da oggi in poi. Torna a vivere qua e vedremo insieme come risolvere questo casino, so che sei un ragazzo coraggioso per cui ti prego, sii i nostri occhi e le nostre orecchie nei Ghoulies, scopri di più su questo piano, io e gli altri serpents troveremo un modo per mettere fuori dai giochi quella puttana una volta per tutte. Far diventare mio figlio uno schiavo di quella droga? Me la pagherà te lo giuro Jug.

Il ragazzo pianse, pianse finché non ebbe più lacrime, assicurò a suo padre che avrebbe scoperto quanto più presto possibile il piano completo, poi si diresse da Archie per andare a riprendere la sua roba.
Nonostante glie lo avesse promesso tante volte che avrebbe smesso di bere, quella fu l'unica in cui gli sembrò del tutto sincero, e poi gli mancava terribilmente, nonostante tutto, era sempre suo padre.

Raccontò brevemente agli Andrews il colloquio con suo padre, omettendo la parte di Penny, i due erano felici di vederlo così sereno, gli dissero che quella sarebbe sempre stata casa sua e che poteva tornare quando voleva.
Jug li ringraziò, fece i bagagli e tornò nella sua vera casa, quella piccola rulotte in cui era cresciuto, ma che in quel momento gli sembrò una reggia.
Perché 'casa' non sono quattro mura, 'casa' è dove hai il cuore, la famiglia, ed FP era ciò che rimaneva della sua famiglia.

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