Scacco matto
Quella notte il sonno non riuscì a rapire Jughead Jones.
Una strana inquietudine si era impossessata di lui, era tornato dagli Andrews a dormire quella sera, la soluzione migliore al momento e anche l'unica possibile, ma sperava di poter tornare presto da suo padre.
Archie non c'era, non lo aveva ancora rivisto da quando erano tornati da New York, Fred gli disse che suo figlio avrebbe dormito da Veronica quella notte, così si sentì ancora più solo.
Mandò un messaggio a Betty augurandole la buona notte, ma la ragazza non gli rispose, probabilmente si era già addormentata pensò, poi però dalla finestra vide che la luce della sua stanza era ancora accesa, al suo interno due figure stavano litigando animatamente, forse Alice aveva scoperto che Betty era stata dal padre e ora le stava facendo la predica. Quella donna era alquanto inquietante secondo lui.
Avrebbe tanto voluto essere lì con lei a consolarla, le mancava già tantissimo ma si fece forza pensando che a breve tutto sarebbe finito, o quasi, restava il problema della droga, smettere non sarebbe stato affatto semplice.
Si perché la Jingle Jingle era una sostanza che creava un'enorme dipendenza, per questo la usavano in molti a Riverdale, aveva già provato a smettere diverse volte da quando aveva conosciuto la bionda, ma non era riuscito a stare senza per più di due giorni, passati i quali iniziava a diventare nervoso, irrequieto, la vista gli si sfocava e non resisteva più. Si sentiva un debole ad essere diventato uno schiavo di quella roba, ma come aveva detto alla ragazza in carcere, tutti fanno degli errori e Penny si era approfittata dei suoi.
Visto che non riusciva più a dormire ed era stufo di girarsi e rigirarsi nel letto si mise al computer, aveva voglia di scrivere, lo faceva spesso quando aveva la mente troppo occupata, si lasciò guidare dall'istinto, le parole sgorgavano fuori senza filtro, un flusso di coscienza che esprimeva tutte le emozioni che provava in quel momento, i suoi sentimenti e le sue paure, quelle pagine parlavano del per lo più di lei, c'era da aspettarselo, quella ragazza ormai era in tutti i suoi pensieri, ma parlavano anche di suo padre, del loro rapporto, del suo migliore amico e dei suoi progetti per il futuro.
Si disse che un giorno lo avrebbe fatto leggere a Betty, se mai ne avesse avuto il coraggio.
Alla fine prese sonno solo a tarda notte ma riuscì a riposare solo per un paio d'ore, finché il suo telefono non iniziò a vibrare, svegliandolo.
Come aveva intuito suo padre Penny non aveva perso tempo, non erano neanche le otto del mattino e la regina dei Ghoulies lo stava già cercando, quale modo migliore per iniziare la giornata?
Fu una conversazione breve, lei gli disse dove e quando incontrarsi e senza neanche salutarlo riattaccó.
Aveva solo mezz'ora per farsi una doccia e raggiungere il luogo prestabilito, nel frattempo avvisò suo padre dell'incontro, casomai qualcosa fosse andato storto avrebbe saputo dove cercarlo, poi si ficcó sotto il getto d'acqua. Gli tornó in mente un flashback, lui in quella stessa doccia dopo aver fatto l'amore con Fangs, gli sembravano secoli fa, mentre in realtà non erano passati che un paio di mesi, i più intensi della sua vita, senza dubbio.
Si mise una delle sue t-shirt con la S, una camicia a quadri e un paio di jeans, il suo solito outfit, completato ovviamente dal suo immancabile cappello.
Non lo toglieva quasi mai da quando aveva dieci anni, sua madre glie lo aveva cucito per il suo compleanno, lui le aveva chiesto una bicicletta, ma all'epoca non avevano soldi neanche per mangiare e quindi dovette accontentarsi di quel regalo. Quando lo vide, avvolto da un nastro colorato ci rimase male, ma sua madre gli disse "un re non ha bisogno di una bicicletta Jug, ma di una corona, e questa è la tua"
I primi tempi non lo toglieva mai neanche per dormire, soprattutto dopo che sua madre se ne era andata pochi giorni dopo, era una delle poche cose che Gladys gli aveva lasciato di se.
E ancora adesso, dopo sette anni, quel cappello rappresentava per lui l'unico legame che aveva con lei.
Penny lo stava aspettando in sella alla sua moto nello spiazzo davanti al porto, il luogo dove una volta il ragazzo faceva le consegne per lei.
Jug cercò di mostrarsi tranquillo ma in realtà era attraversato da una tempesta di emozioni dentro, per tenere la bocca impegnata ed impedirsi di dire sciocchezze si accese una sigaretta, aspirando il fumo e cercando di calmarsi, di solito funzionava, la nicotina lo rilassava, ma quella volta fu inutile anche quello.
Penny: Jughead, finalmente, sai che odio i ritardatari! Ma considerati fortunato, oggi è il grande giorno e come sai ho bisogno di te, Tallboy è stupido ma non seguirebbe mai un Ghoulies e non possiamo rapirlo perché è sempre circondato dai serpents, ma al figlio del suo capo non dirá certo di no, soprattutto se gli dici che quest'ultimo è in pericolo, uh sono sicura che non esiterà neanche un secondo quell'idiota e tu lo attirerai dritto nella nostra trappola.
Jug: Non merita di morire
Ecco l'aveva detto, a bassa voce, quasi un sussurro, ma la regina lo aveva sentito. Fu un grosso errore, ma cercò di rimediare.
Penny: ragazzino, stai forse mettendo in dubbio i miei ordini? Devo forse ricordati quello che succederà alla tua cara biondina se non mi ubbidirai?
Jug: Non sono d'accordo, ma non significa che non ti ubbidirò, non lo porterò da nessuna parte mi dispiace, ma ti dirò dov'è e mi assicurerò che sia solo, ma poi me ne vado, o così o niente Penny, non voglio vederlo morire per causa mia.
La donna nonostante le proteste alla fine accettò l'accordo, per fortuna di Jug che così poteva attuare l'ultima parte del piano e levarsela di torno per sempre.
Jug: Ora starà lavorando al White Wyrm, ma stacca alle 6 questo pomeriggio e so dove abita, in una catapecchia ai margini del bosco, li nessuno potrà sentire né vedere nulla. Farò in modo che gli altri serpents non ci siano.
Penny: Perfetto, mi condurrai lì allora, insieme a Malakai ovviamente, vediamoci al Pop's e ci occuperemo di lui. Tieni, la tua ricompensa in anticipo.
Disse lanciando al ragazzo un sacchetto pieno di droga, quest'ultimo finse di accettarla, ma quando la donna sfrecciò via in sella alla sua moto la lanciò in acqua, determinato a smettere come mai prima d'ora.
Attese alcuni minuti, tanto per assicurarsi di essere solo e chiamò FP per raccontargli gli ultimi sviluppi del piano, poi tornò a casa di Fred, dove finalmente aveva fatto ritorno anche Archie.
Il rosso lo tartassò tutto il giorno di domande sul presunto colloquio con il college, Jug cercò di mentire nel modo più convincente possibile, ma Archie lo conosceva troppo bene e ben presto si accorse che il corvino non gli stava dicendo la verità.
Alla fine il ragazzo dallo strano cappello gli confessò che quella del colloquio era una scusa, ma non approfondì oltre l'argomento, dicendo che spettava a Betty scegliere di dirglielo o meno visto che era una cosa che riguardava solo lei.
Il suo migliore amico ci rimase male per la bugia, ma alla fine capì che probabilmente Betty aveva avuto le sue buone ragioni per tenere lui e V all'oscuro.
Jughead era in vena di confessioni quel pomeriggio, così disse ad Archie anche che lui e Betty l'avevano fatto.
Archie: Era ora! Pensavo voleste aspettare il matrimonio come Bella ed Edward di Twilight! Vi mangiavate con gli occhi e a New York non vi siete separati un secondo, amico tu sei innamorato mi sa.
Jug: Si Archie e lei lo sa, ce lo siamo detti durante... beh hai capito. E solo che, ho paura, di farla soffrire, di mandare tutto a puttane, ma voglio cambiare, per lei, voglio essere ciò di cui ha bisogno, perché io ho bisogno di lei.
Archie: Se lo vuoi davvero accadrá e poi, sei già cambiato da quando è entrata nella tua vita, quasi non ti riconosco più, sorridi, esci con gli amici, hai fatto pace con tuo padre, sono fiero di te Jones, e se ti serve qualsiasi cosa, una spalla su cui piangere, un consiglio, un complice, sappi che io ci sono per te.
Jug: Lo so Archie, grazie.
Tra una partita alla play e l'altra arrivarono le cinque e mezza e con esse diverse emozioni, speranza, paura e un pizzico di euforia, quella sera, nel bene o nel male avrebbe deciso il suo futuro, ma si sentiva pronto ad affrontare anche questa sfida, la più grande, perché sapeva che il suo premio, se vi fosse riuscito, sarebbero stati due occhi verdi e una coda di cavallo da amare alla luce del sole, senza più ostacoli.
Al Pop's Penny e Malakai stavano sorseggiando un caffè, aspettando l'arrivo di Jughead Jones.
Quando lo videro finalmente arrivare sfoderarono uno dei loro sorrisi più inquietanti, sembravano dei pazzi, e forse lo erano, si diressero immediatamente verso di lui, impazienti.
Il trio uscì dalla tavola calda, appartandosi in un angolo nascosto e lontano dalla strada per discutere della prossima mossa, alla fine, dopo numerosi litigi, decisero che Penny e Jug sarebbero andati per primi, e che Malakai sarebbe arrivato solo in un secondo momento, per destare meno sospetti.
Il ragazzo dallo strano cappello finse di chiamare uno dei serpents che vivevano con Tallboy, inventando una scusa per attirarli tutti fuori, in modo che la donna credesse che il loro obiettivo fosse rimasto solo.
Mentre guidava la regina deI Ghoulies verso la trappola, Jug stava sudando a freddo, erano in moto, lei gli stringeva la vita per non cadere, il vento freddo di gennaio sferzava i loro volti, mentre si avvicinavano al luogo della resa dei conti.
Ora era arrivata la fase più difficile per il corvino, lì, davanti a quella catapecchia ai margini del bosco doveva far confessare Penny, così lo sceriffo nascosto nella vecchia casa avrebbe potuto arrestarla senza bisogno di spargimenti di sangue.
Provò a parlare, ma aveva un groppo in gola, deglutì con forza, poi ci riprovò, stavolta con più determinazione.
Jug: Penny, sei davvero sicura di voler far uccidere Tallboy da Malakai? Potresti che so spaventarlo e basta, sei brava nelle torture, te lo assicuro.
Penny: Oh Jug, bel complimento, ma è così che deve andare, Malakai uccide Tallboy, FP viene incolpato e io potrò finalmente regnare anche sui serpents. Devi ammettere che è geniale, e grazie al tuo aiuto sta per compiersi, ora andiamo a bussare al nostro amico.
Ma il loro amico non era in casa, ad aprirle infatti non fu Tallboy bensì lo scriffo, dichiarandola in arresto a mo di benvenuto.
La faccia che fece la donna quando vide Tom Keller fu impagabile, la arrestarono immediatamente, mentre alcuni agenti erano già sulle tracce di Malakai.
Quando si accorse della trappola guardò il corvino, che era rimasto fuori ad aspettare, negli occhi e gli promise che l'avrebbe rovinato, fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.
Quei gelidi occhi blu fissi nei suoi gli provocarono la pelle d'oca, tanto erano pieni di odio, era sicuro che avrebbe mantenuto la parola, ma per il momento Penny Peabody non rappresentava più una minaccia né per lui né per Betty.
Quella notte la maggior parte dei Ghoulies venne arrestata, alcuni invece si arresero, altri ancora fuggirono spaventati senza ormai una guida.
Riverdale venne ripulita dai criminali, era tornata la pace.
Jughead partecipò come poté alle operazioni di cattura guidate dallo sceriffo, ma quando finalmente si conclusero il suo pensiero fisso era Betty Cooper, voleva rivederla, nonostante fosse ormai notte, non riusciva ad aspettare neanche un minuto di più.
Tornò a casa Andrews a prendere il mazzo di fiori che le aveva comprato quel pomeriggio e si precipitò da lei, era giunto il momento di farle una domanda importante.
Attraversò di corsa il vialetto, arrivò sotto la sua finestra, ci tirò contro un sassolino e come Romeo ,attese che la sua Giulietta si affacciasse al balcone.
La ragazza ci mise qualche minuto ad arrivare, stava già dormendo, infatti, quando lo vide lì sotto, con in mano i fiori e un sorriso da far invidia agli angeli pensò di stare ancora sognando.
Quando finalmente la vide il ragazzo si arrampicò fino alla sua stanza utilizzando una sclata poggiata lì vicino, voleva dirglielo guardandola negli occhi, con le mani intrecciate alle sue.
Betty: Jug che ci fai qui?
.......CONTINUA NEL PROSSIMO CAPITOLO, cosa le chiederá mai?😏❤️
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