Vincere l'inerzia
Prima di rendersi conto che un cambiamento è necessario occorre del tempo, poco o tanto che sia dipende dalla persona. Abituarsi progressivamente è sempre necessario. Fino a che questo momento di transizione non è giunto al termine del suo corso si manda avanti la vecchia vita per inerzia, la si usa come una sorta di guscio protettivo fino a che non si acquisisce il coraggio di mandarlo in frantumi per affacciarci sul futuro. L'avvenire è sempre incerto per sua natura, per questo genera sempre una certa dose di timore, ogni porta attraversata potrebbe nascondere un trampolino di lancio o una rovinosa caduta. Chiudere la precedente porta per passare a quella successiva incute un timore talmente istintivo da aver causato la perdita di occasioni importanti a molte persone.
Shisui voleva evitare di cadere in questa trappola, forse il suo essere restio ad esporsi gli aveva fatto scivolare Itachi tra le dita senza che nemmeno se accorgesse, tuttavia adesso arrovellarsi su era completamente inutile. Avrebbe dovuto essere proiettato sull'avvenire per evitare di dover rimproverare ancora se stesso. In fin dei conti la sola ma grande utilità degli errori è rappresentata dall'impartire l'insegnamento per non rifarli che arriva nel momento esatto in cui si sbaglia.
Naruto sembrava procedere con tale sicurezza nella vita da far nascere in chiunque lo avesse davanti una estrema e gradevolissima tranquillità unita a una voglia di imitarlo irresistibile.
Beh, ci sarà pure un motivo per cui è diventato sindaco, certamente anche più di uno.
Addirittura le sue spiegazioni erano riuscite a convincere Yahiko, nonostante così in apprensione e disperato per il fratello, a lasciare Nagato nelle sue mani almeno per i primi tempi. Per lui sarebbe stata letteralmente la fine apprendere che anche il fratello faceva lo stesso mestiere di Itachi, avrebbero avuto tutto il tempo per parlare con tranquillità una volta che Nagato si fosse sentito un poco meglio.
Il rosso fiamma era parso un minimo sollevato dalle parole di Naruto, tuttavia Shisui non ne era pienamente convinto mentre lo guardava infilarsi uno dei tanti pezzi di plastica che gli facevano da pantaloni durante le loro esibizioni al Susanoo. Erano sempre di latex solo che ultimamente era passato dal rosso fuoco al verde scuro metallizzato.
Shisui e Yahiko erano entrambi immersi nei loro problemi, regnava un silenzio cupo ora in quel camerino una volta colmo delle loro risate e battute. Il confronto tra i due fratelli, in ogni caso, sarebbe stato intenso e complesso.
Sì, la colpa è mia. Ero io ad animare sempre la situazione, ora non ci riesco più.
Il moro sospirò distogliendo a fatica lo sguardo dal corpo muscoloso e pieno di piercing di Yahiko per rivolgersi alla sua destra, in direzione del ragazzo seduto lì. Si trattava dell'ultimo assunto in sostituzione di Itachi. Obito aveva preso quell'ultima decisione evidentemente in modo frettoloso, prima di abbandonare la gestione del locale per tornare esclusivamente al suo lavoro di commercialista.
Il nuovo arrivato era molto bello da guardare, ma sostituire un ex acrobata con uno che ballando aveva la grazia di un ciocco e con i clienti il calore di un freezer forse non era stata la più azzeccata delle mosse.
"Neji, hai la fortuna di essere un moro con gli occhi celesti, una rarità, evita di farti quel trucco da emo. Usa piuttosto una matita dello stesso colore delle tue iridi per metterle in evidenza."
Shisui, con la sua innata tendenza a dare azzeccatissimi consigli di immagine, era riuscito, senza volerlo, a strappare un sorriso a Yahiko. Il rosso aveva smise di provare le sue pose migliori allo specchio per godersi la scena di Shisui che, quasi sconsolato, aveva posato i suoi arnesi di make up per dedicarsi ad esaltare la bellezza di Neji.
In effetti se non puntiamo sull'aspetto stavolta siamo un po' spacciati.
Yahiko scosse la testa sconsolato consapevole che i due mori non lo avrebbero visto così intenti a prepararsi. Erano dovuti passare a una coreografia base rispetto a quelle che erano abituati a fare. Se avessero lanciato Neji quasi a casaccio, come si permettevano di fare con Itachi, sarebbe finito per schiantarsi al suolo o su una parete come un manichino da crash test.
La pertica rotante era stata rimossa del tutto dal momento che nessuno la sapeva usare, quello che prima era uno spettacolo di danza quasi acrobatica era diventato un mero mettersi in mostra. Tuttavia Yahiko era arrivato alla conclusione che era quasi meglio così, il pubblico che frequentava il Susanoo era un po' cambiato, non erano più presenti quei clienti battaglieri e a volte maleducati che c'erano prima. Ora era frequentato anche da donne e da uomini etero, tanto che era stata inserita in scaletta anche qualche ballerina.
Siccome alcuni clienti erano più attratti da Konan, la procace barista in sostituzione di Rin dai capelli blu elettrico, piuttosto che dai ballerini, lo stesso Kakuzu aveva perso gran parte del suo mordente nel mandare avanti le sue micidiali aste. Ma Yahiko era convinto che ci fosse di più, sia lo sguardo che l'atteggiamento del loro manager avevano subito un cambiamento dal giorno in cui Nagato aveva raggiunto il culmine del dolore, pareva che fare soldi non fosse più una delle cose più importanti della sua vita.
Nagato, forse hai insegnato qualcosa ad ognuno di noi solo che ancora non lo sai.
"Neji, tienili sciolti i capelli, ecco così. I ciuffi più corti, anche se ti danno fastidio, usali per fare un effetto vedo non vedo sullo sguardo" Shisui gli sistemava la chioma lunga, fluente e disciplinata come l'inchiostro che in realtà non avrebbe avuto bisogno di niente.
Se il Susanoo fosse diventato una normale discoteca ci avrebbero guadagnato tutti, più che altro Neji che di certo non sarebbe mai stato adatto a fare quel mestiere, nemmeno tra mille anni. Si vedeva lontano un miglio che era impacciato e per niente sicuro di sé. Molto probabilmente era arrivato lì con un'idea totalmente errata di quello che sarebbe andato a fare.
"Dai veni qua, principiante, che a vestirti come si deve ci penso io."
Yahiko fece cenno a Neji di avvicinarsi alla grossa stampella dove stavano tutti i loro abiti di scena. In realtà era molto più simile a un espositore da mercato o da negozio per la quantità di roba che c'era sopra. Il giovane moro osservava rapito la camminata spigliata del più esperto rosso il quale non aveva potuto fare ameno di notare come quei grandi occhi azzurri rimanessero incollati sui suoi piercing sebbene continuassero a saltare da uno all'altro. Yahiko sospirò realizzando che il corpo di Neji era troppo magro in confronto a loro due per cui, se non si pensava a qualcosa di davvero impattante, avrebbe rischiato di passare in secondo piano. Anche Itachi era un'acciuga ma lui sapeva farsi notare con ben altri metodi.
"No, qui adatto a te non c'è niente. Scusa un attimo vado a cercare qualcosa di più appropriato."
Quella a Neji era parsa una frase assolutamente normale finché non aveva notato Shisui sogghignare. Il giovane moro aveva spalancato la bocca in preda a una punta d'ansia, i suoi occhi erano rimasti incollati sull'immagine di Yahiko che si allontanava e non era stato più capace di muovere un muscolo finché non l'aveva visto tornare da lui con in mano pochi grammi di stoffa aggrovigliati di colore nero. Neji continuava a pensare che non ci fosse niente di male, in fin dei conti poteva essere sempre meglio dei pantaloni metallizzati che aveva addosso Yahiko e che di certo non lasciavano spazio all'immaginazione.
"Dai, spogliati e mettiti questi."
Il tono perentorio di Yahiko aveva fatto spalancare ancora di più la bocca al giovane, la sua mascella sembrava letteralmente slogata. Neji cercò aiuto rivolgendo lo sguardo verso Shisui ma quello non poté fare a meno di scoppiare a ridere facendolo sprofondare ancora di più nell'imbarazzo e nell'incertezza. Neji tornò a guardare il rosso che gli porgeva gli abiti, la sua mano si allungò timorosa per prenderli.
"Devo spogliarmi qui?"
Yahiko sbuffò spazientito: "Neji, se ti creiamo problemi noi che siamo tuoi colleghi e condividiamo ogni cosa come pensi di fare se qualcuno ti vuole nel privè? Su avanti, con questo sarai il protagonista della serata, darai fuoco a quel palco."
Il moro iniziò a sbrogliare la matassa leggermente rincuorato dall'occhiolino che gli aveva rivolto il rosso. La tuta intera trasparente e leopardata, una maschera da gatto di pelle nera simile a quella di Catwoman e un paio di slip dello stesso materiale con una coda finta applicata dietro, caddero sul pavimento dopo essere stati attentamente contemplati da Neji.
Shisui fece un lungo fischio di approvazione: "Dai, fammi vedere come ti stanno così posso scegliere gli accessori per completare il look."
A Neji non restò che infilarsi in fretta e furia quella tuta leopardata e altrettanto velocemente gli slip con la coda dal momento che era trasparente; con più calma si tirò indietro i lunghi capelli per infilare la maschera.
Shisui frugò per dieci minuti buoni tra la sua roba prima di consegnargli due cinghie simili a quelle che usava Itachi da incrociare sul petto, dei guanti neri lunghi fino al gomito e un collarino aderente per dare ancora di più l'idea del gatto.
"Ti presto anche i miei anfibi e poi vedrai che scintille!"
Effettivamente il corpo magro di Neji ci aveva guadagnato tantissimo da quell'outifit. Yahiko lo squadrò mantenendo la faccia impassibile e piegando la testa leggermente di lato come era solito fare, sperava che il fatto di avere il viso mezzo coperto potesse smorzare un po' la timidezza di Neji
Choji era sempre presente nel palinsesto, nessuno aveva potuto fare ameno del buon umore che portava. Ora dal pubblico si levavano per lui sono risate sincere e applausi, i clienti bulli e le loro battutacce oscene e fuori luogo erano scomparsi. Il cabarettista paffuto, liberato dalla difficoltà di dover affrontare ogni sera quel problema, aveva migliorato il suo aspetto riuscendo persino a perdere peso. Il suo aspetto era decisamente tutta un'altra cosa, la linea definita della macella era riuscita ad emergere dalle guance molto meno rotonde.
Prima di entrare in scena Neji tremava, Shisui e Yahiko se ne accorsero ma decisero di fare finta di niente. In preda a un nervosismo del genere, ogni parola poteva essere interpretata in modo errato dal moro.
Yahiko lo fece entrare sul palco con una forte pacca sul sedere fasciato da quello slip di pelle con la coda da gatto : "Dai che quando abbiamo finito ci facciamo prestare un paio di bottiglie di prosecco da Konan e facciamo follie."
La frase aveva avuto l'effetto sperato: ora Neji era quasi più impensierito dalle intenzioni di Yahiko piuttosto che da quello che sarebbe accaduto sul palco prima e nel privè poi.
I potenti riflettori che avevano puntati addosso cancellavano l'immagine del pubblico dando loro l'impressione di avere davanti solo un muro di nebbia pieno di luce, tuttavia questo non fermava i suoni. Shisui poteva udire le esclamazioni e la tensione da fiato trattenuto ogni volta che lui e Yahiko toccavano e accarezzavano il corpo inesperto di Neji cercando di scioglierlo. Il rosso tentava di fargli capire che doveva inarcare la schiena facendo il gesto del gatto che solleva la coda, Neji si sforzava di dargli retta, tuttavia le azioni gli uscivano sempre molto maldestre.
Magari anche tu hai un fratello che adesso sta a casa tranquillo senza sapere che tu sei qui, forse lo stai facendo per aiutare qualcuno perché la vita non ha saputo darti niente di meglio.
Shisui si ritrovò a pensare che non gli sarebbe interessato assolutamente se qualcuno tra il pubblico avesse notato i suoi occhi tristi e pensierosi, il vuoto che si stava facendo strada dentro di lui ormai probabilmente aveva imboccato una strada irreversibile e a senso unico.
Una di quelle direzioni che per cambiare necessitano di una forte spinta, un cambiamento tempestivo prima che finiscano per trascinarti a fondo con loro. Quel lavoro non era mai stato adatto a nessuno dei due. L' ostentata sicurezza di Yahiko aveva dato prova di fungere da maschera, adesso ci stava nascondendo dietro la sua apprensione per Nagato.
Shisui si scoprì a sentirsi sollevato quando a vincere l'asta per accaparrarsi Neji fu una ragazza, sperò che questo lo avrebbe messo meno in difficoltà. Si ritrovò a sorridere di malinconia pensando a tutti i ballerini passati di lì.
Già dal qualche tempo la sgradevole sensazione che le sue membra slanciate e sottili si stessero trasformano in pietra aveva iniziato a farsi strada, solo che ora quei sassi avevano iniziato a farsi via via più pesanti ogni giorno e diventava sempre più difficile trasportarli giù da quelle scalette per dirigersi a soddisfare i desideri di qualche cliente.
Shisui non avrebbe mai detto che quella sera avrebbe trovato il modo di vincere quell'inerzia che lo teneva crudelmente incollato alla sua vecchia vita. Il cliente che gli era capitato aveva preso accordi con Kakuzu senza che a lui nessuno avesse anticipato niente. D'altronde il manager, consapevole del suo proverbiale carattere estroverso, non si premurava mai di spiegare a Shisui fino a che punto avrebbe dovuto spingersi. Tutti sapevano che per lui non esistevano problemi di questo tipo. Per questo, quando quel tizio si denudò completamente per saltagli letteralmente addosso, Shisui riuscì a frantumare la sua corazza di pietra per spingerlo via facendolo volare per diversi metri. Il moro era rimasto accartocciato sul divano di velluto rosso circondato da lampadine aspettandosi una ramanzina da Kakuzu dal momento che il tipo era andato a lamentarsi pretendendo di essere rimborsato. Vincere l'inerzia non è mai indolore e lo scossone deve essere bello potente. Consapevole di questo, Shisui aveva guardato Kakuzu saldamente negli occhi quando era entrato nella stanza. L'omone si era seduto accanto a lui porgendogli i pantaloni di pelle borchiati che lui utilizzava da una vita per esibirsi facendoli diventare una sorta di personale marchio di fabbrica. Rivestendosi, il moro non aveva potuto fare a meno di notare lo sguardo quasi afflitto del manager e le rughe che ultimamente gli si erano formate parallele sulla fronte rude, segno di costante preoccupazione.
"Non vi voglio più vedere qui a partire da domani stesso" Kakuzu fece un esordio degno del suo carattere ruspante. Per quanto fosse spiazzante quella frase, Shisui non ne fu per niente meravigliato: "ho intenzione di licenziarmi anche io."
Shisui emise un lieve sospiro mettendosi seduto composto accanto a quello che da ora in poi sarebbe diventato un amico e niente di più.
"Tu e Yahiko avete delle innegabili abilità, direi che varrebbe la pena per voi provare a diventare degli insegnanti di danza moderna. Siete ancora giovani e posso darvi una mano io su dove rivolgervi. Quanto a me... ho capito che i soldi non possono andare più in là della tomba; è insensato sprecare la vita ad accumularne troppi visto che esistono cose molto più preziose."
Kakuzu si era alzato dando una pacca sulla coscia a Shisui prima di uscire dalla stanza senza voltarsi indietro. Il moro, rimasto solo, si era seduto di nuovo nel camerino dove si erano preparati per ben sette anni. Guardò la sua immagine allo specchio vedendo brillare qualche isolato e sottile filo candido tra i suoi ricci morbidi e neri.
"Cugi, ti ricordi di mangiare qualche volta?"
"Non hai notato che Sasuke è qui praticamente ogni fine settimana?"
"... dovrei accorciarmi le ciglia..."
"Non dirlo nemmeno per scherzo!"
"Itachi, ti vedo in forma stasera."
"Vi voglio tutti nel mio ufficio a fine turno!"
Shisui sentì gli occhi diventare lucidi, le loro voci sembravano essere state assorbite da quelle pareti per rimanere ad aleggiare nell'aria. Sarebbero rimaste per sempre in quelle stanze, qualunque cosa fosse successa, a rallegrarle con le loro risate. Shisui era stato da sempre convinto che le emozioni forti e sincere siano capaci di condizionare in modo permanente il posto in cui hanno preso forma.
Loro domani non sarebbero stati lì, era l'ultima volta che lui prendeva posto su quella sedia, ma le loro risate sarebbero rimaste là a rincorrersi in eterno.
Un rumore improvviso lo fece trasalire, si voltò e sorrise vedendo Yahiko che faceva saltare un tappo di processo abbracciando Konan, Neji accanto a loro con indosso ancora i vestiti da gatto. Shisui fu loro silenziosamente grato di essere entrati in quel momento o avrebbe cominciato sul serio a piangere.
Nessuno aveva portato bicchieri per cui iniziarono a turno ad attaccarsi alla bottiglia. Shisui non sapeva se anche Yahiko aveva fatto il discorso con Kakuzu a cui lui aveva assistito poco prima, ma non importava. Man mano che l'allegria cresceva sostenuta dal vino, crebbe in lui la certezza che non si sarebbero separati una volta terminata quella serata.
Gli occhi dai riflessi viola di Yahiko gli stavano fornendo tutte le risposte di cui aveva bisogno, era ormai finito il tempo in cui tornavano ognuno nella propria casa a struggersi di solitudine e di freddo nell'anima. Il rosso aveva preso posto accanto a lui, la sua coscia muscolosa fasciata nel latex verde metallizzato postata sulla sua, Shisui poteva sentire i piercing bucarlo leggermente anche attraverso i pantaloni di entrambi.
"Ma che bel micetto!" Konan prese posizione accanto a loro facendosi sedere un ormai alticcio Neji sulle gambe.
Le guance arrossate del giovane si intravedevano anche sotto la maschera di pelle, andarono ancora più a fuoco quando Konan lo costrinse ad ingoiare altro prosecco utilizzando la bottiglia come se fosse un biberon. Neji piegava indietro la testa per sorbirsi meglio il vino dato che lei non sembrava avere la minima intenzione di scollargli il vetro dalle labbra. La donna fece una risata divertita vedendo come il prosecco iniziava a colare lungo il collo sottile del ragazzo. Decise di graziarlo posando la bottiglia sul bancone in cui i ballerini tenevano i loro trucchi, gli fece raddrizzare l'esile busto, reso traballante dalla sbronza, iniziando a raccogliere con la lingua i rivoli di vino che gli colavano ormai sulle clavicole. I seni prosperosi tenuti alti da un body colore carta zucchero, perfettamente intonato al blu dei capelli, premettero sul petto di Neji facendolo sussultare. Konan non indossava il reggiseno e i capezzoli gonfi e turgidi sembravano voler forare la stoffa sottile.
Era entrata in scena la seconda bottiglia di prosecco, Yahiko l'aveva presa senza chiedere niente sedendo di nuovo davanti a Shisui, il sesso gonfio stava tirando il latex mentre non riusciva a staccare gli occhi dagli addominali del moro così evidenti nonostante fosse sottile Gli occhi così rari erano erano languidi e lucidi, la faccia del rosso sempre molto calma, adesso era invasa da una sfumatura rosata. Shisui ormai aveva deciso di lasciarsi alle spalle sia i vecchi freni inibitori che tutti gli scrupoli che si faceva nella vita personale quando non si trovava sul lavoro in compagnia dei clienti. Seguire il suo istinto non gli era mai sembrato così naturale e piacevole, senza timore di un rifiuto da parte della persona che aveva davanti. Nel lasciarsi andare per amore con ci sono membra che diventano di pietra, non devi stare attento a dove l'altro mette le mani o se si si spoglia troppo perché questo è un crescendo che non può farti nient'altro che piacere in quanto dedicato solo a te. Nell'amore non ti devi preoccupare di che grado di soddisfazione raggiunge l'altro e rimanere col dubbio di non avere fatto abbastanza, è la sola presenza reciproca a rendere felici entrambi. Dopo aver passato la bottiglia a Yahiko, le sue mani grandi e candite avevano iniziato a risalire le cosce del rosso che beveva senza staccargli lo sguardo di dosso. Yahiko dovette posare la bottiglia sul bancone pochi istanti dopo per evitare di strozzarsi quando le dita di Shisui tirarono fuori la losanga rosso fuoco del peli pubici dal verde scuro e brillante. Piegò indietro la testa facendo gonfiare le vene del collo sentendo le mani del moro premere sul suo sesso eccitato così prepotenti da rasentare il dolore. Le labbra di Shisui erano giunte improvvise e bollenti su quel collo bianco per cospargerlo di delicati baci. È vero che i rossi hanno il dono di possedere un particolare profumo sulla pelle, Shisui lo stava aspirando dal collo di Yahiko trovandolo tremendamente eccitante. Il rosso non riuscì a trattenere un gemito nel momento in cui Shisui si era seduto sulle sue gambe iniziando a baciarlo, sembrava succhiarlo letteralmente trascinato dal respiro accelerato. Le dita del moro iniziarono a percorrere ogni forma del muscoli di Yahiko, indugiavano sui numerosi piercing per poi continuare a farsi strada sulla pelle candida sempre più in basso, diventarono improvvisamente incontenibili afferrando il latex verde, se Yahiko non avesse assecondato il movimento per farselo sfilare Shisui lo avrebbe strappato senza pietà.
I pantaloni di Yahiko erano finiti a fare compagnia alla maschera da gatto di Neji sul pavimento ricoprendola del tutto. Il viso del giovane ora era completamente scomparso sommerso dai seni di Konan e dai suoi stessi capelli, la donna era mezza sdraiata di schiena sul tavolo e non si preoccupava minimamente di abbassare il volume dei suoi gemiti, una gamba fasciata dal collant nero con piccoli brillantini cangianti e multicolore. Stava avvinghiata alla schiena di Neji, la minigonna di pelle ormai non serviva più a niente, era risalita a scoprire completamente la giarrettiera di pizzo e il perizoma, le mani di Neji affondavano nei glutei morbidi. Il luminoso fermaglio di madreperla che aveva tra i capelli rovinò per terra con tonfo lasciando libere le ciocche blu elettrico a ricoprirle completamente il viso incollandosi a ciò che era rimasto del suo gloss glitterato. La maggior parte di esso era finito sulle guance di Neji che ora lo stava spargendo nella scollatura di lei.
Neji aveva deciso si sfilarsi gli ultimi indumenti da gatto che finirono sepolti dai pantaloni borchiati di Shisui. Il riccio aveva spinto Yahiko contro il tavolo facendolo piegare in avanti, il suo sedere e le gambe sembravano quelli di una statua scolpita nel marmo. Il rosso sentiva la mano destra del moro stringersi sulla pelle del suo sesso soffice come bambagia mentre la sinistra percorreva le forme dei pettorali e dei piercing che aveva anche lì, non avrebbe mai detto che uno fisicamente dominante come lui avrebbe potuto trovare piacere a farsi condurre da uno più magro e decisamente meno forte. La scossa elettrica che sentiva nel bassoventre si intensificò sentendo Shisui che lo mordicchiava e baciava in mezzo alle scapole, Yahiko aveva inarcato la schiena istintivamente per strusciarsi nella sua mano facendo tuttavia degli enormi sforzi per non venire subito. La bocca di Shisui gli scendeva lungo la colonna vertebrale fino a fermarsi sulle sue natiche d'acciaio, il moro si era sollevato dal contato stretto che aveva con la sua schiena lasciando solo per un secondo il rosso a chiedersi cosa stesse facendo. Le dita di Shisui si fecero strada dentro di lui mentre i suoi occhi dai riflessi così unici vedevano la gonna di Konan e il suo body finire sgraziatamente a terra.
Neji stava succhiando con forza quei capezzoli che ormai dovevano essere diventati talmente sensibili da sfiorare il dolore. Konan era sdraiata di schiena sul bancone completamente nuda facendo finire i loro arnesi di bellezza a terra ad ogni movimento, le piccole mani scomparivano tra la folta chioma di Neji il quale sicuramente le stava lasciando degli evidenti segni sul collo sottile e grazioso. Le mani del moro afferrarono la vita da vespa e questo gli servì per penetrarla con un solo colpo di bacino. Konan sgranò gli occhi marrone chiaro e la bocca si era spalancata in un grido senza suono, i suoi lineamenti si rilassarono di nuovo quando Neji afferrò le sue cosce ancora fasciate dai collant brillanti per portarsele sopra le spalle mentre si faceva strada nell'interno del suo corpo che pareva fatto di velluto bollente facendo sobbalzare i seni ad ogni spinta, Shisui pensò per un istante di non avere mai lontanamente immaginato che uno così sottile potesse avere una tale forza.
I capelli ormai sciolti di Konan ricaddero sui quelli di Yahiko fondendo le loro tinte in uno strano riflesso marrone rossastro, si mescolarono anche i loro gemiti sentendosi entrambi posseduti nello stesso momento, Shisui sentiva il calore del corpo del rosso come se lo circondasse completamente, era salito lentamente fino al collo andando completamente all'unisono con il cuore del moro.
Questo significa sentire, provare qualcosa. Facendo affidamento solo sulle sensazioni fisiche si finisce per perdere ciò che conta davvero, e cioè la complicità e la condivisone.
Non avevano certo pensato a sincronizzarsi, tuttavia raggiunsero tutti e quattro l'orgasmo insieme senza che nessuno disturbasse l'altro. Sebbene tutti consapevoli che quella sarebbe stata una esperienza unica, fu considerata dall'intero gruppo come un privilegio, quasi come se loro avessero avuto il diritto di viverla fino in fondo mentre tutto il resto del mondo no.
Restarono a ridere e scherzare fino all'alba, prima facendo ancora qualche brindisi in quel camerino, poi godendosi la luce rosa del sole nascente su una panchina come dei ragazzini davanti all'ingresso della scuola. Era stato un contatto tra anime avvenuto in modo naturale.
"Sai Yahiko, mi sento veramente soddisfatto oggi di avere iniziato Neji a qualcosa che abbia davvero un valore: l'amore, quello vero. Ho visto il cambiamento che ha fatto sotto i miei occhi e sono davvero sicuro di avergli dato esattamente ciò di cui aveva bisogno."
Il rosso non distolse lo sguardo dal finestrino dell'autobus con il quale si stavano dirigendo a casa di Shisui. Stavolta, anche se rispose senza guardare il moro nel viso, non aveva più quell'aria distaccata che lo aveva spesso caratterizzato.
"Tutto sta trovando la giusta collocazione, questo mi rende fiducioso che possa essere così anche per Nagato. Non importa che sappia subito la verità, non ho ho fretta su questo, ho bisogno solo che stia bene e che torniamo ad essere davvero fratelli."
La mano rassicurante di Shisui afferrò la sua, a volte per vincere l'inerzia le parole non servono.
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