Schegge e bagliori di una nuova vita
La rapidità con cui si vide cambiare le cose intorno lasciò Kisame letteralmente di stucco al punto che ebbe quasi l'impressione di essere atterrato su un altro pianeta.
La sera della Vigilia la sua famiglia era raggiante come non la vedeva ormai da anni, immagini talmente lontane da farlo finire spesso a chiedersi se quegli occhi pieni di gioia e quei sorrisi sinceri fossero esistiti sul serio, se fossero stati frutto di un sogno o semplicemente un di suo desiderio tanto intenso da sembrare vero. Nel momento in cui si erano scambiati i regali alla mezzanotte della Vigilia, Kisame si era chiesto cosa potessero contenere quelle sottilissime buste, poco più spesse di un foglio di carta, che il padre, con il visto pieno di orgoglio, gli aveva porto. Kisame aveva sentito la mascella scendergli quasi sul pavimento mentre il padre gli spiegava che si trattava di un abbonamento annuale per la palestra e di uno per la scuola di wind surf.
"Così dovrai fare meno sacrifici per i tuoi studi in scienza motorie."
Kisame stentò a credere alle sue orecchie, dovette vincere una specie di paralisi per muoversi volendo abbracciare suo padre. Da una vita non percepiva la magia delle feste invadere quelle mura.
La causa ero io, l'essenziale è averlo capito in tempo.
Aveva riprovato a chiamare un paio di volte Madara nel corso della serata ottenendo sempre lo stesso segnale di linea disattivata, tuttavia la sensazione di pace e tranquillità che stava attraversando durante quella sera gli impedì il nascere di ogni sensazione negativa che inevitabilmente si sarebbe fatta strada in altre occasioni.
La famiglia aveva festeggiato praticamente tutta la notte, sembrava quasi che nessuno volesse farsi scivolare tra le dita quella gioia ritrovata con tanta fatica, come se potesse scomparire esattamente nel momento di chiudere gli occhi per arrendersi al sonno.
Proseguì anche il giorno dopo con la stessa intensità, quello di Natale. Kisame aveva notato come i genitori si scambiassero occhiatine divertire e radiose ogni volta che il suo cellulare squillava. Erano messaggi di Sarana, naturalmente e, forse per la prima volta, lui si credeva felice di riceverli. Gli orecchini blu a goccia che la madre aveva indossato immediatamente e con molta gioia, brillavano quasi quanto i suoi occhi. Kisame non faceva che colpevolizzarsi per aver spento quella luce per così tanti anni. Invece il telefono di Madara risultava sempre staccato.
Domani andrò a trovarlo a casa di Obito. Non desidero riprendere la relazione vorrei semplicemente sapere come sta e essere messo al corrente se fosse successo qualcosa di grave, in fin dei conti rimarrà per sempre qualcuno con cui ho condiviso quattro anni e mezzo della mia vita.
La festa di Capodanno da Kiba era ormai organizzata, Sarana aveva addirittura offerto a Kisame di andare in macchina insieme con lui.
Sarana verrà a sapere sicuramente che lo conosco di già, cercherò di non portare il discorso su Obito e Madara in sua presenza.
Il fatto che comunque la ragazza gli avesse fatto questa proposta dimostrava come lo considerasse già una persona importante nella sua vita. Kisame sentiva ciò come una liberazione, lo sollevava dal legame con Madara trasformando gli ultimi suoi pensieri residui nei confronti del moro in semplice preoccupazione per la sua salute. Per questo non gli creò, il giorno dopo, la minima difficoltà il fatto di incamminarsi verso casa di Obito deciso a comprendere una volta per tutte cosa stesse succedendo.
L'elegante palazzo era sempre come lo aveva lasciato quella sera.
Mi hai detto ti amo quel giorno.
Kisame aveva sollevato lo sguardo in direzione della grandi finestre del primo piano, l'appartamento di Obito. Era lì che avevano fatto l'amore l'ultima volta, su quel divano bianco in quella stanza dalle grandi finestre. La ringhiera del piccolo balcone era avvolta da piccole lampadine blu e bianche.
Senza esitare Kisame premette il pulsante del campanello. Non ottenendo risposta, sospirò continuando a tenere gli occhi celesti fissi sulle finestre. Suonò una seconda volta, in fin dei conti non stava commettendo niente di sbagliato, al massimo la conversazione sarebbe finita con uno scambio di auguri. Con la coda dell'occhio catturò un lieve movimento della tenda bianca, qualcuno era in casa, dunque. Kisame alzò lo sguardo in quella direzione scoprendo che quella persona si era nascosta di nuovo dietro alla tenda. Attese fiducioso immaginandola dirigersi verso il portone per farlo entrare. Tuttavia presto si rese conto che il tempo necessario per fare questa operazione era già trascorso da un pezzo. A questo punto era chiaro che chiunque fosse nascosto là dietro non aveva la minima intenzione di farlo entrare. Kisame sospirò rendendosi conto che era inutile insistere ancora.
Cosa ti è successo, Madara? Eri tu là dietro?
In tutti modi avrebbe dovuto farsene una ragione, evidentemente le ultime parole che gli aveva dedicato non erano state sincere.
Non ho più tempo per soffrire e per far star male coloro che amo, ho una nuova vita davanti a me, ora.
Si incamminò verso casa pensando a cosa avrebbe potuto portare a casa di Kiba per la festa di Capodanno e deciso a non farsi più condizionare da eventi e persone per i cui atteggiamenti lui non aveva nessuna responsabilità.
Quando la Peugeot 208 di colore blu elettrico si fermò bruscamente e sgommando sotto al suo palazzo, Kisame era già in strada da una ventina di minuti stringendo tra le grandi mani due grosse bottiglie di spumante e cercando di tenere contemporaneamente in equilibrio la torta di fragole che aveva preparato sua madre appositamente per l'occasione. Era quasi saltata dalla gioia quando le aveva confessato che aveva in programma una festa con tutti i suoi amici per Capodanno e che sarebbe uscito per comprare qualcosa da mangiare da poter portare.
"Neanche per sogno, preparerò io qualcosa di delizioso. Vedrai che i tuoi amici ne rimarranno talmente soddisfatti da ricordarsi di te per il resto delle loro vite" aveva esclamato la donna stringendolo e baciandolo sulla testa.
La macchina si arrestò di colpo fermando la sua rapida corsa e mandando un martellante suono di basso da discoteca attraverso i finestrini serrati. La madre di Kisame si era affacciata alla finestra udendo quel baccano improvviso, lui la rassicurò con un sorriso e salutandola con la mano accorgendosi della sua espressione corrucciata. Lei gli sorrise, la contentezza di vedere il figlio condurre finalmente una vita normale superava ogni cosa, sparì di nuovo dentro casa questa volta con il volto illuminato da un sorriso.
"Perbacco, Kisame, ma guarda in che modo dobbiamo ritrovarci. Non mi avevi detto di conoscere Sarana" Kiba era uscito tutto pimpante e sorridente dalla Peugeot.
Kisame notò che indossava una pelliccia, tuttavia non si trattava di quella che lui stesso aveva scelto e che avrebbe dovuto essere regalata da Madara.
Non devo farmi prendere dall'ansia, potrebbe aver preferito questa per mille motivi. Spero che qualunque discorso io cerchi di affrontare non prenda subito una piega negativa. Parleremo dopo, non in presenza di Sarana.
"Come stai?" gli chiese il castano abbracciandolo.
Aveva un poco abbassato il volume dello stereo ma il fatto che ora la portiera fosse aperta rendeva il fracasso il doppio di prima.
"Io benissimo, non sai che piacere mi abbia fatto l'invito a questa festa."
"Il piacere è mio, soprattutto di rivederti. Accidenti quante cose hai portato, ti ringrazio! Dammi pure faccio io" gli occhi scuri di Kiba si erano sgranati vedendo tutti pacchetti che aveva in mano l'amico, li prese per sistemarli nel bagagliaio.
Kisame si accomodò sul sedile posteriore, da quello del passeggero Sarana si era voltata verso di lui rivolgendogli un sorriso smagliante, una manina avvolta in un guanto a righe dai colori pastello, si posò su una guancia leggermente arrossata.
"Ci divertiremo tantissimo, Kisame. Grazie di essere venuto."
Lui le rispose incurvando le labbra carnose e annuendo leggermente mentre si domandava per quale motivo Naruto, che era il migliore amico di Kiba, in quel momento non fosse lì. Decise tuttavia che questo sarebbe stato uno degli argomenti di cui discutere non in presenza di Sarana. Il castano si rimise al posto di guida e ripartì sgommando tanto che Kisame fu brutalmente sballottato sul sedile dal momento che non aveva fatto ancora in tempo ad allacciarsi la cintura. Kiba e Sarana parlavano quasi urlando per sovrastare lo stereo lanciato al massimo. Obito, Naruto e Madara non furono mai nominati e Kisame si stava chiedendo il motivo già da un po'. Kiba li frequentava da una vita, usciva con loro giornalmente, eppure per lui sembravano essere spariti dalla faccia della terra. La ragazza non faceva che parlare di una sua amica, bravissima a cantare, che avrebbe animato la serata facendo karaoke. Una certa Tayuya che già da un anno studiava flauto al Conservatorio. Kisame non faceva che porsi domande che per ora avrebbero dovute rimanere senza risposta.
Anche Sarana conosce Naruto, Obito e Madara?
La strada che portava alla casa in campagna di Kiba era stretta e tortuosa, il castano imboccava le curve a una velocità tale che Kisame, nonostante il frastuono dello stereo, riusciva a sentire gli oggetti che si spostavano da un parte all'altra all'interno del bagagliaio, sperò che le bottiglie di spumante rimanessero intatte.
"È una casa talmente isolata da non essere nemmeno raggiunta dalla rete elettrica" spiegava Kiba guardando Kisame attraverso lo specchietto retrovisore continuando a contrastare con la voce il basso martellante "io e Naruto eravamo già lì questa mattina per accendere il gruppo elettrogeno e fare un po' di pulizie."
Ecco che una prima domanda aveva avuto un'involontaria risposta. Naruto ci sarebbe stato, Kisame si sentì molto sollevato senza capirne chiaramente il motivo.
L'abitazione era effettivamente isolata, anche la sua immagine e il modo in cui era inserita nel paesaggio circostante facevano impressione. Piccola, molto moderna, Kisame da fuori riusciva a scorgere il rosso scuro dei muri e le ampie finestre senza tende. Abbandonata in mezzo a un campo brullo di erba secca, probabilmente reduce da qualche mietitura estiva di chissà cosa e non ancora lavorato. Non aveva giardino, era semplicemente sospesa in quella piatta e desolata distesa. Non era circondata da nessun tipo di recinzione e non esisteva un cancello, Kisame aveva intuito al volo che quel campo sconfinato avrebbe dovuto fungere da parcheggio per la serata.
Kiba si arrestò bruscamente davanti alla casetta, il frastuono dello stereo fu sostituito da quello del generatore che andava a tutto gas. La strada, che era stata asfaltata chissà per quale miracoloso motivo, proseguiva per raggiungere altre case un poco più avanti, comunque abbastanza lontane da non essere disturbare da qualunque cosa fosse successa nel corso della serata. Kisame si sentiva emozionato, si rendeva conto che lui non era mai stato invitato ad una vera e propria festa. Questa, poi, si prospettava decisamente interessante e divertente.
Tutto grazie a te, Sarana.
Le sue labbra si mossero automaticamente in un sorriso guardando il suo viso delicato e gentile.
"Alla buon'ora, Kiba, lo sapevo che non avrei dovuto lasciarti andare a prendere una ragazza, chissà cosa hai combinato!" Naruto era apparso sulla soglia con il suo sorriso smagliante, sembrava illuminare tutto, la casa, il campo desolato, e Kisame era sicuro che avrebbe fatto lo stesso con l'intera serata.
Lo saluto abbracciandolo, il biondo era sinceramente felice di vederlo e che fosse tra gli ospiti di quel Capodanno.
Ancora no, non è il momento di parlare.
Kiba era finito con lo scaricare dalla macchina quasi esclusivamente bottiglie di ogni tipo, vini, liquori e spumanti di ogni genere.
"Che ne dici, Kiba, riusciremo anche a mangiare qualcosa oltre a bere?" osservò Naruto mentre aiutava il castano a portare tutto dentro.
Nonostante fosse pieno inverno il biondo stava in camicia azzurra con le maniche arrotolate fino a tre quarti a mettere in evidenza la pelle delle braccia di quella delicata tonalità rosea. Gli altri non potevano mai fare a meno di ridere ogni volta che Naruto diceva qualcosa, la sua allegria era talmente contagiosa che avrebbe aderito anche sui muri. Kisame ebbe proprio l'impressione che persino quella casa solitaria fosse felice di essere così animata quella sera.
Era molto carina anche dentro quella casetta, salotto e cucina stavano nello stesso ambiente, non sarebbe potuto essere altrimenti viste le ridotte dimensioni che già si notavano da fuori. Mentre il piccolo tavolo della cucina, anch'essa molto moderna, fu ben presto invaso da bottiglie e cibo di ogni genere, quello di legno e più grande del lato salotto era già apparecchiato per la cena.
Un camino piccolo, ma che mandava un infernale calore, si trovava subito dietro alla porta spostato sulla destra, più vicino al lato cucina piuttosto che al salotto, ma quella scelta era stata semplicemente dettata dall'organizzazione forzata dello spazio ristretto.
Ora Kisame capiva perfettamente perché Naruto era vestito praticamente in stile primaverile, lui stesso si era affrettato a togliersi il giubbotto per rimanere con un maglioncino viola scuro che sarebbe stato comunque troppo per quel calore.
Dannazione, se mi avessero avvertito prima sarei venuto in maglietta.
Un divano bianco per quattro persone, faceva da divisorio ai due ambienti con funzione di cucina e salotto, Naruto ci si era seduto con le gambe accavallate iniziando il metodo di rilassamento che piaceva tanto a Madara. Sarana, seduta accanto a lui, accettò subito quando il biondo allungò la mano verso di lei.
Si conoscono, allora.
Kisame prese posto alla sinistra di Naruto, se voleva cercare di scoprire qualcosa doveva fare in modo che la conversazione iniziasse e proseguisse nel modo più spontaneo possibile.
"Qualcosa da bere?" chiese Sarana tendendo la mano verso Kisame.
"Sì, volentieri ti ringrazio" disse Naruto sorridente, poi rivolgendosi verso Kisame: "ha la mano fatata con i cocktail, la migliore barista che io abbia incontrato nella mia vita."
"Adesso non esagerare" Sarana si agitò sul divano in quello che sembrava una punta di imbarazzo, ma il suo visto era illuminato di gioia : "cosa preferite?"
Kisame rimase letteralmente di stucco vedendola accettare sia la sua richiesta di un Cosmopolitan, sia quella di Naruto di un Miami Vice. Lo meravigliava sempre di più quella ragazza, osservava il suo sedere leggermente formoso sotto la gonna a tubo di velluto bordeaux convincendosi che poteva piacergli. Che, in fondo, era fortunato e che non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Intanto li aveva raggiunti anche Kiba con un calice di vino rosso tra le mani.
Kisame era determinato a sondare il terreno, decise di iniziare con molta delicatezza: "Non sapete come sono entusiasta di avervi incontrato di nuovo, tuttavia non vorrei fermarmi a questa sera e perderci di vista una seconda volta. Sono ancora validi gli inviti che mi avevate fatto per visitare tutti i vostri locali preferiti?"
Kiba e Naruto si guardarono un attimo a vicenda, poi fu il biondo a proseguire: "Rivedere te sarebbe un immenso piacere, lo sai, purtroppo non ti nascondo che siamo un po' preoccupati per Obito, è da prima di Natale che non riusciamo a contattarlo."
"Lo stesso è successo a me, sia lui che Madara sono totalmente irreperibili, ho suonato anche a casa ma nessuno ha risposto."
"Forse sono partiti per farsi una vacanza decisa all'ultimo momento" ipotizzò Kiba.
No, in casa c'era qualcuno nascosto dietro la tenda. Tuttavia Kiba e Naruto non sanno niente di quella sera, meglio così.
La cosa fu confermata dal sorriso spensierato di entrambi.
"Ecco a voi, ragazzi!" Il ritorno di Sarana con le bevute per tutti li costrinse per forza di cose a concludere quel discorso su cui comunque non esisteva altro da dire.
"Sei un angelo!" le disse Naruto allargando il suo sorriso.
La ragazza lo guardò solo un attimo per poi rivolgere il suoi occhi scintillanti verso Kisame che la ringraziò gentilmente. Gli si era seduta accanto facendo aderire i loro corpi di proposito, Kisame poteva sentire il calore della sua pelle che, unito a quello del camino, stava iniziando a farlo sudare. L'imbarazzo e gli atroci dubbi su come avrebbe dovuto comportarsi con quella ragazza con tutte le ragazze lo fecero desiderare di sentire presto l'effetto dell'alcol, se non altro avrebbe permesso ai suoi muscoli irrigiditi di sciogliersi un poco.
Naruto aveva ricominciato a parlare, rivolto quasi sempre verso Kisame, dei locali e delle uscite che facevano lui e Kiba, in particolare aveva ripreso il discorso, già accennato in precedenza, di questo night chiamato Susanoo in cui ritenevano di spassarsela tanto. Sembrava che da quella sera in casa di Obito, durante la quale si erano conosciuti per la prima volta, non fosse passato nemmeno un giorno.
Gli occhi turchesi di Naruto brillavano di eccitazione mentre raccontava: "Sai Kisame, ultimamente ci sono dei nuovi ballerini al Susanoo. Un moretto molto sexy e un rosso con una quantità spropositata di piercing che non avrei mai potuto immaginare. Purtroppo se vuoi avere una minima possibilità con loro devi vincere quella specie di asta inventata da quello spilorcio del loro manager. Ne pensa sempre una nuova sparando cifre sempre più grosse. Tuttavia non ho intenzione di darmi per vinto, Kisame, prima o poi sfonderò. "
Kisame doveva ammettere che i racconti di Naruto lo avevano sempre incuriosito tantissimo e invogliato a farsela sul serio qualche uscita con lui e Kiba, tuttavia adesso era necessario che trattenesse il suo entusiasmo dal momento che Sarana gli stava appiccicata. Decise di trasmetterlo al biondo usando i suoi occhi di ghiaccio, Naruto gli rivolse un sorrisetto beffardo, segno che aveva compreso. La ragazza effettivamente si stava un po' annoiando di quei discorsi fatti esclusivamente da e per gli uomini. La porta spalancata all'improvviso con un brusco tonfo soffocò il suo ennesimo sbadiglio.
"Dannazione, Kiba, per trovare questo posto ho sbagliato strada per ben due volte."
Una ragazza dai lunghi capelli rossi era apparsa da quella porta che aveva quasi rischiato di demolire con la sua veemenza. Da sotto la giacca nera imbottita si vedeva spuntare un abito lungo e bianco costellato di paillette, decisamente in netto contrasto con il giubbotto casual trapuntato, le Converse bianche di tela e la fascia elastica che teneva tra la chioma a trattenere un ciuffo ribelle che le ricadeva sugli occhi marrone scuro. Nonostante fosse magra e i suoi capelli stupendi e molto femminili, aveva qualcosa di grossolano sia nel timbro della voce che nei modi di fare.
Almeno il colore della fascia e delle scarpe è abbinato al vestito.
Kisame storse un po' la bocca mente Sarana si alzava di scatto dal divano per correre incontro alla nuova arrivata.
"Tayuya!" le saltò letteralmente al collo.
"Calma tesoro, anche se capisco che ti stavi annoiando con tutti questi maschioni" la rossa masticava sgraziatamente la gomma "Ho portato anche i rinforzi, solo che non so dove sia finita Hinata."
Una moretta assai graziosa ed elegante, molto in contrasto con la prima ragazza, apparve sulla soglia dietro di lei.
"Vedo che stasera abbiamo delle facce nuove" Tayuya venne avanti sicura in mezzo alla stanza fino a fermarsi davanti al divano.
Kisame, sentendosi direttamente chiamato in causa, si alzò in piedi per presentarsi.
"Wow, e bravo Kiba." esclamò la rossa annuendo in segno d'approvazione mentre faceva scorrere gli occhi dall'alto in basso sul fisico del ragazzo che aveva davanti.
Kisame, a disagio, si affrettò a rimettersi a sedere pur di togliersi da quella situazione. Per fortuna Tayuya era uscita di nuovo per recuperare la sua attrezzatura da karaoke trascinandosi dietro il padrone di casa.
La moretta graziosa che era arrivata con la cantante, era l'unica che sembrava effettivamente non entrarci niente con quel gruppo di scalmanati, le sue movenze apparivano sempre lente e calcolate, era evidentemente molto timida. Fu così anche quando prese una sedia per posizionarsi seduta di fronte Naruto.
Accidenti se lo mangia con gli occhi. Mi sento dispiaciuto sapendo già che rimarrà delusa, sembra così gentile.
In effetti il biondo le prestò attenzione solo nel momento delle presentazioni.
"Naruto, che nome splendido. Cosa fai nella vita?"
"Dopo il diploma prenderò la laurea in scienze politiche, il mio sogno è quello di diventare sindaco di questa città."
Gli occhi celesti di Hinata divennero ancora più grandi di quello che erano mentre intrecciava le piccole mani vicino al petto in segno di ammirazione: "Riuscirai sicuramente, Naruto, sei un ragazzo molto sveglio e simpatico, a mio avviso sei un leader nato."
In verità il biondo non vedeva l'ora di tornare a ridere e scherzare con Kisame, tuttavia per rispetto a Sarana, evitarono di tornare ancora sul discorso del Susanoo.
Kisame si sentì fermare il cuore nel momento in cui Kabuto fece il suo ingresso dalla porta, si sarebbe aspettato tutti tranne lui. Il nerd si vantò più o meno con tutti di essere giunto in taxi, Kisame fu lieto che le diverse persone che ormai erano presenti all'interno del salotto costituivano una distrazione sufficiente per non essere costretto ad averci un contatto diretto ed esclusivo. Ogni volta che lo guardava non poteva fare a meno di sentire quel nodo di disgusto nella gola pensando ai mostri a cui era capace di dare vita.
Intanto Tayuya aveva appena finito di montare la sua console sulla parete opposta a quella di quel caminetto che sembrava eruttare lava, a sinistra dell'ingresso.
"Ehi, Kiba, sei sicuro che quella carriola là fuori regge?" chiese la cantante riferendosi al gruppo elettrogeno.
"Vai tranquilla, è impostato al massimo, abbiamo dieci kilowatt in casa."
Tayuya alzò il pollice in segno di approvazione prima di recarsi al tavolo delle bevute, Sarana la raggiunse preparando altri cocktail per tutti. L'aria si fece densa di fumo e carica di risate, avevano acceso il televisore senza volume solo per sapere in tempo reale quanto mancava alla mezzanotte.
Un clacson intonò ammazza la vecchia in strada.
"Ecco quel matto di Deidara, si riconosce da lontano." esclamò Kiba scolandosi l'ennesimo bicchiere di vino "animerà indubbiamente la serata."
Un biondo dai capelli folti e lunghissimi entrò dalla porta. Kisame si rese subito conto di quanto fosse importante per lui non passare inosservato. Di certo madre natura ci aveva messo del suo, quella chioma dorata era abbondante certamente il doppio di una persona normale, tanto che gli aveva consentito di legarne una parte in un codino a fontana e di lasciarsi un ciuffo a coprire l'occhio sinistro e quasi metà del viso, pur lasciando una grande quantità di capelli scendere liberi e fluenti sulle spalle e fin oltre la metà della schiena.
Non se ne vedevano da anni di codini come quello, eppure mi sono sempre piaciuti. L'espressione era davvero molto particolare, gli occhi celesti, rimarcati pesantemente con la matita nera, sembravano avere le pupille dilatate. Indossava un cappotto molto elegante di colore verde scuro con inserti di pelle nera sui polsi e sui gomiti, pantaloni molto attillati di pelle dello stesso colore. In mano aveva una scatola di quelle che solitamente si usano per spedire pacchi postali.
"Buonasera a tutti. Ho un regalo per te, Kiba, in verità direi che è per tutti" il biondino ghignò in modo sarcastico facendo capire a Kisame che quella scatola non era forse innocua come sembrava.
Deidara si avvicinò sorridente posando la scatola sul tavolo del salotto dove tra poco si sarebbero riuniti per la cena. Il padrone di casa si era avviato felice per vedere cosa contenesse seguito dagli altri che erano molto curiosi, soprattutto Kabuto e Hinata. Il sorriso si spense sul viso di Kiba non appena, alzando un lembo della scatola, si ritrovò davanti una sezione molto corta di un tubo di metallo chiusa da sue grossi bulloni alle estremità da cui partivano diversi fili colorati che andavano ad unirsi a quello che sembrava un timer. Una batteria, forse appartenuta in precedenza a un cellulare, era a sua volta collegata da altri cavi in uscita da timer che andavano poi a rientrare nel metallo.
"Ma questa è una bomba!" esclamò Kiba con il viso sconvolto.
Il suo strillo fece levare dalla stanza diversi gridolini di stupore e spavento, Kisame deglutì, Sarana si era portata le mani al viso per coprire la bocca spalancata. Solo Naruto era rimasto calmo e in panciolle sul divano. A Kisame parve di vedere gli occhi di Hinata dilatarsi di ammirazione ancora di più di come le era successo nei confronti di Naruto.
Vorrei sperare che sia solo una mia impressione.
"Le mie creazioni sono tutte fatte a mano, pezzi unici, ne ho altre in macchina in onore di questa splendida serata" gli occhi di Deidara scintillavano di quella che sembrava follia allo stato puro.
"Vorresti dire che hai la macchina imbottita di esplosivi? Caspita Deidara, sei più pazzo di quello che ho sempre pensato " Kiba non riusciva a riprendere il controllo dei muscoli facciali.
"Andiamo Kiba, visto che hai invitato una cantante suppongo che tu apprezzi l'arte" il sorriso del biondo si faceva sempre più beffardo mentre la pelle rosata si arrossava per il caldo e l'eccitazione "non vedo perché tu debba perderti la sua massima espressione, sono certo che tutti quanti finirete per gradire."
Kiba cercò a stento di mantenere la calma: "d'accordo Deidara divertiti pure, ma visto che siamo circondati da un terreno desolato cerca almeno di tenerti a distanza."
"Mi hai preso per uno sprovveduto? È scontato che l'artista conosce alla perfezione le sue opere."
Il castano sospirò di rassegnazione mentre rivolgeva lo sguardo verso un divertito Naruto e uno sconcertato Kisame. Il biondo, tronfio, si tolse il cappotto lanciandolo su una sedia con un gesto teatrale esibendo una maglia nera a collo alto in tinta con gli stivaletti di pelle.
Ora che tutti gli ospiti erano arrivati decisero di mettersi finalmente al grande tavolo di legno del salotto per la cena, Tayuya avrebbe iniziato a cantare subito dopo. Sarana si sedette subito accanto a Kisame, ormai la sua vicinanza era stata tacitamente prenotata per quella sera, tuttavia lui fece in modo di ritrovarsi con Naruto di fronte, anche non sapeva bene spiegarsi l'esatto motivo ma si sentiva illuminato dalla sua presenza. Dovette fare degli sforzi immani per non ridere vedendo i disperati tentativi di Kabuto di attirare l'attenzione di Hinata mentre lei teneva gli occhi fissi su Deidara come se fossero stato incollati col mastice. Sarana aveva voluto anche Tayuya accanto.
"Mi godo un po' ora la tua presenza prima che la scena sia nelle tue mani."
Il contrasto sia caratteriale che di aspetto tra le due ragazze era sempre più evidente agli occhi di Kisame. Per quanto Sarana era gentile e raffinata, Tayuya era impetuosa, chiassosa e a momenti anche un po' sboccata.
È una brava ragazza, sarei uno stupido a lasciarmela scappare.
Alla fine il timore di Kiba, secondo cui non ci sarebbe stato nulla da mangiare ma solo da bere, non si concretizzò ma, anzi, tutti furono stupiti dalla quiche di zucchine e formaggio di Hinata e dalla torta di fragole di Kisame il quale ricevette una marea di complimenti.
"Beh, sarà meglio che io inizi a preparare il mio spettacolo" affermò Deidara alzandosi da tavola con le guance arrossate dagli svariati cocktail che stavano rallegrando la festa per infilarsi il suo cappotto verde scuro.
"Quindi non sarai qui con noi a brindare a mezzanotte?" la delusione si faceva strada sul viso delicato di Hinata.
"Baby, un artista dà la sua stessa vita per lo show, egli mette l'anima dentro le sue opere, e io adesso non posso fare a meno di mostravi e di vivere io stesso la mia anima."
"Deidara, vedi non fartela uscire dal corpo l'anima stasera. Non ti garantiamo di riuscire a recuperare tutte le tue briciole sparse per il campo" Naruto rideva a crepapelle.
"Sentimi bene biondino, io non ho tempo per chi non capisce il significato della mia arte" Gli occhi celesti di Deidara mandavano scintille mentre le sue strane pupille sembravano essersi dilatate ulteriormente "tu invece, Hinata, mi sembra una tipa sveglia. Prendi una bottiglia di spumante e due bicchieri, avrai l'onore di brindare con me mentre ci godiamo lo spettacolo."
La mora arrossì portandosi una mano al viso, ma subito dopo si alzò dalla sedia con gli occhi che le brillavano per seguire quel biondo svalvolato all'esterno. Pochi secondi dopo li sentirono partire a tutto gas su quella macchina che era una specie di polveriera con le ruote.
Kabuto abbassò la faccia facendo in modo che il riflesso degli occhiali nascondesse la sua espressione, Kisame fu certo che non avrebbe più pronunciato quasi nessuna parola per il resto della serata.
"Ho capito, i pezzi da raccogliere saranno più del previsto" commentò Naruto sorbendosi l'ennesimo cocktail prima di lasciarsi andare ad altre risate.
Stavolta anche Kiba e Kisame furono trascinati dalla sua ilarità.
Tayuya, ritenendo che la serata si fosse scaldata abbastanza, decise di avviare la sua console. La rossa cantava divinamente e con il suo carattere frizzante sapeva coinvolgere a tal punto che la timida e gentile Sarana sorprese tutti afferrando un microfono iniziando a fare un duetto con la sua amica. Kisame rimase stupito per l'ennesima volta scoprendo che quella ragazza aveva anche una voce da angelo.
Naruto fece ridere tutti ancora una volta inseguendo Kabuto con il microfono in mano per costringerlo a cantare. Kiba rise talmente tanto guardando quella scena da rovesciarsi il bicchiere sulla camicia rossa. Mentre le ragazze si divertivano a cantare, i ragazzi si erano scatenati ballando in mezzo al salotto. Kisame si sentì girare la testa un po' per l'alcol un po' perché Naruto gli aveva afferrato la mano per trascinarlo nel divertimento. Non riusciva a capire perché era sollevato dal fatto che in quel momento Sarana fosse impegnata a cantare con la sua amica lasciando lui a perdersi nel turchese di quegli occhi che aveva davanti.
Tayuya non aveva mai smesso di tenere d'occhio lo schermo del televisore silenzioso, per non lasciarsi scappare la mezzanotte. Quando annunciò che mancavano cinque minuti, Sarana distribuì a tutti calici di vetro prendendo le due bottiglie di spumante che aveva portato Kisame. Tutti sapevano che Deidara e Hinata in quel momento non ci sarebbero stati, ma ormai conoscevano talmente bene quel biondo stravagante da lasciarlo fare senza più stupirsi.
Dieci secondi, ogni ragazzo stava pensando dentro di sé ai propri sogni, speranze e propositi per l'anno che stava arrivando, Kisame aveva sempre considerato questo un momento magico, un po' come se la vita e tutti gli errori commessi avessero potuto ricevere una sorta di reset per poter ricominciare da capo il giorno successivo.
Sei... Perché ho sempre l'impressione di fallire con tutti? Ho cercato di fare del mio meglio stasera eppure non piaccio mai alle persone, per l'anno che sta arrivando mi impegno ad essere più empatico e comprensivo. Kabuto.
Cinque... Questa festa è stata una bella idea, conoscere persone nuove forse a volte è l'unico modo che ti consente di lasciarti alle spalle quelle negative. Kiba.
Quattro... Vorrei sul serio farti felice e vederti sorridere sinceramente, te lo meriti. Tuttavia qualcosa stride, non so bene cosa. Se dovesse essere la mia presenza a impedirti di essere lieto sono pronta a farmi da parte, ma non posso arrendermi senza tentare. Sarana.
Tre... Ho tutta la vita davanti e devo sfruttarla al meglio, dare il massimo delle possibilità senza mai tirarmi indietro, per tutti. Vorrei diventare sindaco perché non sopporto le ingiustizie, come non sopporto di vedere le persone infelici che si stanno lasciando sfuggire la vita tra le mani non rendendosi conto che un giorno potrebbe essere troppo tardi. È mio dovere fare qualcosa, sempre! Naruto.
Due... Io chi sono? In che direzione ho scelto di andare? Ogni volta che si prende una decisione si finisce col far male a qualcuno, se stessi compresi. Potrò mai trovare la pace? A volte mi sento intrappolato come in un sogno che non ha niente di vero. Non so ancora che persona sono, ma non credo di non valere proprio niente. Kisame.
Uno... La solitudine e il dolore si mascherano in tanti modi. A volte posso apparire agguerrita e tosta, ma è solo perché ho paura di essere ferita. Quando non riseco a raggiungere i cuori delle persone con le parole lo faccio con la musica, l'unica lingua universale che tutti capiscono perché parla direttamente all'anima. Spero che l'immagine della vera me si formi comunque in fondo ai vostri occhi. Tayuya.
Tutti questi desideri e speranze furono affidare a quel brindisi che si scambiarono con un sorriso. I volti erano invasi dalla magia, Kisame si chiese quanti effettivamente si sarebbero impegnati al massimo per mantenerla viva per tutto l'anno. Per tutta la vita. Kisame si era reso conto in quel momento che non aveva mai pensato a Madara nel corso della serata.
Cosa desideri tu per il tuo futuro? Non mi importa di quello che farai, voglio solo che tu sia felice.
Un fragore improvviso li fece sobbalzare facendo tremare i vetri delle finestre. Sarana si strinse al braccio di Kisame.
"Per la miseria!" esclamò Naruto strozzandosi quasi con lo spumante "quel dissennato di Deidara fa sul serio."
"Spero che Hinata non faccia tanto l'incosciente, purtroppo tende a farsi trascinare sempre troppo" Tayuya appariva visibilmente preoccupata per la sua amica.
"Beh, Kiba, se una di queste esplosioni dovesse essere per caso compatibile con la frequenza di risonanza dei muri la casa si sgretolerebbe in un istante."
Tutti si voltarono sconcertati in direzione di Kabuto non capendo un bel niente del suo discorso.
Una seconda deflagrazione molto più potente della precedente fece tremare il terreno, il gruppo elettrogeno perse qualche giro lasciandoli al buio per diversi secondi.
"Ehm... perché non usciamo a vedere cosa sta combinando Deidara? Non escludo che potrebbe essere interessante da guardare" Kiba cercava di nascondere la preoccupazione ma si percepiva comunque forte e chiara nella sua voce.
Lo seguirono tutti all'esterno senza commentare. Le osservazioni di Kabuto, per quanto incomprensibili, erano riuscite comunque a fare breccia in tutti loro. Si immersero nel fresco della notte, Kisame si sentì sollevato per un momento, in casa faceva davvero troppo caldo, forse sarebbe stato il caso di spegnerlo quel caminetto infernale.
Un bagliore bianco attirò i loro sguardi in mezzo al campo, volteggiava nell'aria. Sul momento nessuno era riuscito a capire di cosa si trattasse. Man mano che i loro occhi si abituavano al buio la scena si faceva più comprensibile. La macchina di Deidara era parcheggiata poco distante da quell'oggetto volante, sebbene comunque molto lontana dalla casa. Qualcuno, di tanto in tanto, si muoveva con una torcia elettrica in mano, la luce del bagagliaio della macchina si accendeva quando si avvicinava, probabilmente Deidara faceva avanti e indietro per recuperare progressivamente i suoi ordigni artigianali. L'oggetto volante aveva delle ali, la sua forma ricordava vagamente un grosso uccello o un aereo di piccole dimensioni, la distanza rendeva impossibile capirlo. Fece una veloce virata rilasciando nell'aria una miriade di oggetti più piccoli, alcuni di essi esplosero in aria, altri toccando il terreno, l'effetto fu una raffica di violenti botti le cui scosse telluriche giunsero fino al loro piedi. Scintille arancioni e rosse invasero l'aria rischiarando per pochi secondi la notte, il fracasso fu infernale. Kisame si voltò d'istinto verso la strada lungo la quale quel pomeriggio, arrivando, aveva scorto altre case isolate.
Siamo davvero sicuri che nessuno sarà disturbato da questa festa?
Tuttavia sorrise, era una serata da ricordare, farla rimanere impressa nelle loro menti quasi un dovere e Deidara aveva trovato il modo di farlo. La creatura volante puntò velocissima verso di loro, nonostante fosse lontano il biondo doveva averli scorti. Era un uccello bianco muoveva le ali facendo sentire lo spostamento d'aria fino in terra. Nessuno fece commenti ma Kisame fu certo che ognuno si stesse chiedendo come avesse fatto Deidara a costruire quella diavoleria. Dalle sue ali si staccarono altri oggetti dritti sulle loro teste. Sarana gridò, Kisame deglutì vedendo trasalire Naruto. Scoppiarono in aria in rapida successione.
Troppo tardi!
Erano colpi innocui, una pioggia di scintille variopinte ricadde sulle loro teste lasciandoli estasiati e divertiti. Erano talmente tante e luminose che parvero cancellare il mondo intero.
"Devo concederglielo, ci sa fare!" ammise Kabuto.
L'uccello tornò rapidamente e silenzioso da dove era venuto, si fermò un attimo sull'estremità del campo, non era mai giunto così lontano, sparì quasi dalla loro vista. Fecero appena in tempo a vederlo lanciarsi in picchiata dritto verso la terra. Fu un finale autodistruttivo, un impatto devastante, non appena toccò il terreno si levò una sfera bianca e lucente, un piccolo sole che illuminò la notte trasformandola in giorno. La terra tremò, si ritrovarono tutti con il sedere in terra senza nemmeno essersene resi conto. Tuttavia ridevano immersi in quel bagliore accecante che sembrava avere delle lucciole argentate all'interno, carico di nuove speranze. Kisame sentì qualcosa di caldo e vellutato posarsi sulla sua bocca, le labbra di Sarana, ricambiò il bacio stringendosela al petto.
Ha lo stesso colore del mio quarzo opalino quel fulgore, sì sarà decisamente un anno diverso.
Alcune schegge, effetti collaterali dell'esplosione, caddero a poca distanza fa loro come una pioggia cristallina e tintinnante senza tuttavia colpirli, era incredibile come Deidara avesse calcolato tutto alla perfezione.
Quando Deidara rientrò nella casa fu accolto da un applauso. Aveva sfondato, la scena era stata sua, il suo viso roseo era illuminato da un immenso sorriso. Hinata era al suo fianco visibilmente orgogliosa, la guance arrossate forse non solo dal vino.
La festa proseguiva spensierata, ormai tutti erano finiti col perdere il loro freni inibitori, la stessa Tayuya aveva iniziato a mettere musica molto ritmata per stimolare gli amici a danzare. Mentre tutti ricercavano i deliziosi cocktail di Sarana e venivano da lei serviti con un sorriso, Kisame si era recato al piano di sopra della piccola casa raggiungibile da una scala di legno per andare in bagno. Udì dei rumori provenire da quella che era la stanza da letto, realizzò che in effetti Deidara e Hinata era scomparsi subito dopo terminato lo spettacolo pirotecnico.
In ogni caso non sono affari miei. Io sono un ospite stasera, molte persone mi hanno conosciuto proprio oggi.
Qualcuno spalancò quasi con violenza la porta mentre lui si stava liberando, era di spalle per cui non vide di chi si trattava.
"Scusa, non sapevo che fosse occupato" l'inconfondibile voce di Tayuya, a quanto pare erano tutti presi così tanto dal divertimento da non essersi accorti che la musica stava andando in automatico.
Kisame si era affrettato ad uscire per non essere d'intralcio, ma la rossa, invece di entrare in bagno subito dopo, rimase lì davanti a lui con una sigaretta tra le dita sfoderando un sorrisetto quasi beffardo. Si vedeva chiaro adesso che non si sentiva per niente a suo agio con quell'abito da sera. In verità era un modello che oltretutto si adattava anche male alle forme del suo corpo. Troppo largo sul seno piccolo e sulla vita sottile, poco volume sui fianchi, lo spacco che scopriva la gamba sinistra iniziava decisamente troppo in basso, appena sopra il ginocchio.
I misteriosi rumori che continuavano a provenire dalla stanza accanto fecero allargare il suo sorriso e illuminare i suoi occhi marroni di furbizia. Si avvicinò alla porta di legno socchiudendola per guardare dentro senza nessuno scrupolo. Soffocò una risata facendo cenno a un sempre più sconcertato Kisame di raggiungerla.
Accidenti, questa ragazza è davvero sfacciata.
Si avvicinò anche lui accostando gli occhi celesti alla fessura, visto che non riusciva a scorgere niente a parte una debole luce rossastra e qualche vestito abbandonato sul pavimento, Tayuya aprì un poco di più la porta sogghignando in silenzio. Kisame non poteva fare a meno di tenere gli occhi incollati alla scena.
Deidara aveva letteralmente costretto Hinata a una posa da acrobata, quasi in verticale con le mani appoggiate per terra, lui le aveva afferrato le cosce stringendosele alla vita mentre penetrava senza pietà la sua carne tenera e bianca. I lunghi capelli di lei spazzavano senza grazia le mattonelle mentre ondeggiava senza un gemito sotto quei colpi quasi bestiali. Il biondo si accaniva sui suoi glutei floridi, Kisame si stava sforzando di concentrarsi su quella forma a clessidra così perfetta da sempre considerata l'ideale per un corpo femminile, ma in realtà era attratto dal sedere magro ma tonico di Deidara. La vista della sua pelle rosea e delicata e delle gambe che parevano scolpite nel marmo fece gonfiare il suo pene all'istante. Non gli era successo guardando il corpo di Hinata, non era accaduto dopo il bacio rubatogli da Sarana, ma ora, guardando quella folta chioma bionda. Deidara emetteva dei grugniti informi sfogandosi sulla ragazza, se non dava spettacolo in ogni occasione non era contento.
Kisame si sentì rifilare una gomitata nel fianco, Tayuya non poté trattenere una risata strozzata. Questo aveva interrotto i suoi dubbi su chi decidere di far soffrire: se stesso o gli altri.
Deidara si era voltato di scatto nella loro direzione facendoli trasalire, il suo viso aveva un'espressione quasi diabolica, gli occhi celesti mandavano scintille di rabbia: "Come vi permettete? Dopo quando scenderò di sotto vi farò vedere io!"
Kisame fece appena in tempo a rendersi conto di come il biondo non avesse il minimo timore del suo fisico imponente, prima che lui lasciasse andare di schianto Hinata per terra per correre totalmente nudo a chiudere la porta in faccia ai due spioni. Tayuya si prese il legno direttamente sul corpo e questo la fece rovinare a terra addosso a Kisame. La rossa si fece la caduta ridendo, si calmò solo quando sentì chiaramente l'erezione del ragazzo sotto di lei.
"Ehi, abbiamo qualcuno che si è svegliato quaggiù."
I capelli ramati sommergevano il viso imbarazzato di Kisame mentre lei lo guardava mordendosi il labbro inferiore. Le mani iniziarono ad accarezzare il fisico muscoloso, Kisame deglutì sentendole insinuarsi sotto il maglione per finire a contatto con la sua pelle accaldata. Deglutì con la bocca secca sentendola strofinarsi e spingere contro il suo bacino, si irrigidì non trovando nessuna via d'uscita a quella situazione, teneva le mani alte sopra la testa per evitare di sfiorarla anche per errore.
Un singhiozzo strozzato appena percettibile, Tayuya non ci aveva fatto caso ma lui sì, si voltò appena in tempo in direzione delle scale per vedere un turbinio di lisci capelli castani che scendevano veloci ma silenziosi.
"Tayuya, io non credo che sia il caso."
"Perché?" gli occhi marroni erano lucidi di desiderio.
"Io forse non conosco bene me stesso. Non abbastanza, non ancora."
Se la scostò di dosso gentilmente ma al tempo stesso con molta decisione prima di imboccare le scale senza più voltarsi indietro. Stavolta il calore che sentiva sulle guance non veniva dal camino.
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