Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Ponti


Quando una persona diventa importante nella nostra vita, anche solo per poco tempo, rimane impossibile chiudere completamente i rapporti con lei. Si forma infatti un legame tra due anime, una sorta di ponte che in poco tempo riesce ad avvicinare due estremità di un impervio abisso. La costruzione di questo ponte è sempre lenta e mai priva di difficoltà, tuttavia inevitabile, soprattutto se l'altra persona è stata, anche solo un giorno, la ragione che stava alla base di ogni nostro gesto o decisione. Solo il fatto di pensare a colui che è stato così importante per noi, contribuisce a mantenere quel ponte ben saldo, bisognerebbe essere delle macchine per annullare i ricordi e i sentimenti ad essi collegati. Il segno che lasciano inizialmente questi legami è molto profondo, si potrebbe paragonarlo benissimo ad una ferita. Fanno male, sono intensi, ma si tratta di un dolore che andiamo a cercare perché la sua assenza ci farebbe soffrire ancora di più. Il tempo e le varie vicissitudini lo fanno affievolire ma non scomparire mai completamente. Il legame tra due anime è dinamico, si trasforma di continuo, però non può mai essere distrutto.

Kisame tutto questo lo sapeva bene. La prima persona ad avere lasciato un segno indelebile su di lui stimolando la costruzione di un ponte era stato Sasori. Nonostante la connotazione negativa presa dal rapporto all'inizio, per anni Kisame si era chiesto dove fosse, cosa stesse facendo, se le varie tappe normali che esistono nella crescita di un ragazzo le stesse raggiungendo anche lui. Fino a che non lo aveva visto arrivare nella sua palestra scoprendo che anche per il rosso quel ponte era stato indistruttibile. Il fatto che adesso Sasori stesse con Sarana rafforzava ancora d più i legami. C'erano dolore e incomprensioni nel passato, ma Kisame era sempre stato dell'opinione che più un cammino è difficile ed enigmatico, più diventi interessante e ci renda orgogliosi di averlo vissuto e consolidato. Non aveva avuto ancora occasione di parlare con Madara; Itachi gli aveva confermato quello che già sapeva, era stato lui ad avere la peggio dall'incontro imprevisto di qualche giorno prima.

Caspita se è così, la verità è come un pallone trattenuto a forza sott'acqua, quando decide di venire a galla nessuno è in grado di fermarlo, lo fa con una violenza tale che chi lo riceve in faccia non può evitare di farsi male.

Non aveva ancora avuto modo di chiarirsi con Madara però una cosa era certa, il loro rapporto aveva cambiato forma ma non intensità. Stessa cosa accaduta con Naruto e Tayuya. Kisame sorrise uscendo dalla camera quella mattina ancora solo in boxer e canottiera, era stato totalmente solo in passato ma ora aveva la fortuna di ritrovarsi circondato da persone che erano state tutte fondamentali per lui e avrebbero continuato ad esserlo per sempre. Ognuna a modo suo, unica e irripetibile come ciascuno di noi. Sperò che anche per Itachi fosse così, il ponte che era stato costruito tra lui e Nagato rimaneva prezioso soprattutto adesso che il rosso stava ritrovando sé stesso. Lo era sicuramente, il moro non avrebbe mai potuto dimenticarsi di qualcuno, aveva un cuore talmente grande che sembrava non entrarci neanche in quel corpo sottile.

Kisame si fermò osservare Itachi passando davanti alla porta del bagno, era scalzo sul soffice tappetino verde davanti al lavandino. Kisame aveva notato con piacere il suo non smettere mai di usare lo smalto viola da quando gli aveva confessato di adorarlo. Indossava soltanto dei comodi pantaloni con cui aveva dormito neri, lunghi e larghi per forza di cose visto che appartenevano a Kisame. Il busto era nudo, la pelle candida i muscoli tonici anche se appena accennati. Era ancora molto magro e questo rendeva visibile il costato e le ossa del bacino. Reggeva il suo elastico rosso tra le labbra morbide intento a raccogliersi i capelli con le mani eleganti, intanto si guardava nello specchio.

"No, lasciali liberi, sono così belli" Kisame lo aveva fermato giusto un secondo prima che li legasse.

Itachi si era voltato nella sua direzione lasciandolo nel dubbio se si fosse accorto o meno di lui anche prima. Itachi capitolò infilandosi l'elastico al polso mentre un tenero sorriso gli incurvava le labbra. Kisame non aveva resistito al richiamo di quella bocca, di quel corpo, di quello sguardo di ossidiana lucida...

Lo strinse dolcemente tra le braccia baciandolo, gli occhi chiusi per permettere alle loro anime di comunicare senza interferenze. Quello era il ponte principale che aveva costruito nella vita, come tutte le migliori opere destinate a durare, era iniziato più di sei anni fa per essere terminato solo pochi giorni prima. Sarebbe stato il pilone portante di tutta la rete di rapporti che Kisame aveva, per sempre. L'attesa aveva reso quel legame speciale come niente al mondo lo era mai stato. Per Itachi era lo stesso così, anche se non glielo aveva confessato apertamente ne aveva avuto la certezza la sera prima. Kisame non aveva resistito alla tentazione di entrare dentro la cabina della doccia con lui appena dopo due minuti che il moro aveva aperto l'acqua. Era accaduto tutto senza bisogno di parole, tra nuvole calde di vapore e condensa sulle superfici zigrinate di plastica. Itachi si era voltato non appena lui aveva toccato la porta scorrevole, gli occhi neri già languidi, la bocca socchiusa, l'acqua che gli appiccava i capelli sulle spalle e le lunghe ciglia tra di loro. Kisame aveva preso di petto il getto senza staccare gli occhi da quelli di Itachi, come se attraversasse una cascata. I capelli blu oltremare si erano abbassati bagnandosi arrivandogli oltre il mento. Aveva stretto il corpo esile di Itachi tra il suo e la parete di piastrelle. Itachi arcuava la schiena flessuosa strofinandogli il suo sesso eccitato tra le gambe muscolose. Kisame non aveva saputo resistere a questa posa provocante. Lo aveva preso lì, frontalmente e in piedi mordendogli avidamente le labbra vellutate, stringendo quella vita agile e stretta. Il moro si aggrappava ansimando alla sua schiena possente, le unghie premevano sulla pelle levigata. Era stato rapido ma non per questo meno intenso e coinvolgente. La certezza che quel legame fosse unico al mondo, se nella doccia era stata sicura poco dopo divenne granitica e irremovibile. Erano coricati a letto affettuosamente abbracciati, scivolare nel sonno accompagnati da dolci baci e carezze era il desiderio di entrambi. Itachi era scoppiato improvvisamente in lacrime, quella voragine che aveva nell'anima iniziata in una domenica di primavera si faceva ancora sentire. Il suo ritenersi indegno di amore gli generava ancora sensi di colpa. Kisame si era pentito, nei giorni precedenti, di non avergli esternato tutto ciò che pensava per cui colse l'occasione per farlo in quel momento.

"Itachi, eppure sei intelligente, che colpe può avere un bambino? Lo sai che io sono una persona estremamente sincera e schietta anche a costo di rimetterci io stesso. Sasuke ti ama come non ha mai fatto con nessuno, stravede per te e lo ha sempre fatto anche quando pareva essersi perso nella nebbia. Non ha mai pensato per un solo attimo che tu gli abbia distrutto la vita, anzi, non sa come avrebbe potuto fare senza di te. Sono stato in sua compagnia per un giorno intero, l'ho calmato con le parole giuste, hanno funzionato perché erano vere. Così come è vero quello che sto affermando ora, ti puoi fidare se ti dico tutto questo. Non permettere al passato di mangiarsi il vostro futuro."

Guardò Itachi in preda ai singhiozzi con un sorriso dolce e disarmante; la testa del moro era posata sulla sua spalla, gli occhi disperati fissi nei suoi, le lacrime bagnavano a bagnare il cuscino. Kisame gli aveva passato un braccio sotto la schiena in un gesto protettivo, gli posò l'altra mano sul petto massaggiandolo piano. Una devastante apprensione lo attanagliò saggiando involontariamente il suo battito irregolare. Era quello il motivo che aveva segnato la fine della sua carriera di acrobata, così era finito a fratturarsi la spalla con tutte le relative conseguenze. Non c'era bisogno di aggiungere altre parole, ora. Kisame gli posò un lieve bacio sulla fronte continuando a tenerlo stretto, i suoi problemi di salute avrebbero potuto trovare sollievo solo con l'amore e tutte quelle premure per cui Itachi si era sempre considerato immeritevole. Non era avvezzo a riceverne, era evidente. Quello che provava adesso Kisame non lo aveva mai sperimentato in vita sua, era talmente eccezionale e meraviglioso da sopravvivere anche dopo che del mondo intero non sarebbe rimasta altro che la cenere.

Itachi stava finalmente finendo di essere tormentato dall'eccessivo autocontrollo. Eretto per proteggere Sasuke e tutte le persone entrate in contatto con lui, creato per impedirsi di sbagliare e distarsi, concepito perché il timore di far soffrire gli altri per causa sua era stata una costante da quando aveva avviato quel trattore. Quelle lacrime ne erano la dimostrazione, il dolore stava finalmente fluendo fuori da lui certo di trovare qualcuno ad accoglierlo e capirlo.

Ora sì, siamo una cosa sola, Itachi. Ci accogliamo a vicenda come le linee del tuo tatuaggio. Finalmente me lo hai concesso. Sono pronto e immensamente felice.

Kisame lo aveva cullato piano finché il moro non si era addormentato accarezzandogli il collo con il respiro, un sonno finalmente privo di incubi. Itachi lo aveva lasciato fare abbandonandosi finalmente tra le braccia di qualcuno. Anche Kisame si era arreso al torpore ed erano rimasti così, sentendosi a vicenda fino alla mattina.

Anche ora si stavano sentendo in quel bacio davanti allo specchio del bagno, si sentivano sempre, anche se distanti. Lo avrebbero fatto lavorando, mangiando, persino litigando; alla fine amarsi significava questo, essere in due ma contemporaneamente una cosa sola, sempre. Ormai erano tutt'uno. Itachi finalmente si era seduto su quella sedia dove Kisame lo aveva a lungo immaginato. I dialoghi erano reali, ora, non più solo fantasticati.

"Allora riprendi i tuoi allenamenti" Kisame posò davanti al compagno, già seduto al tavolo della colazione a versarsi del succo d'arancia, una ciotola di yogurt, cereali e frutta.

Kisame sorrise, era felicissimo che Itachi avesse iniziato a mangiare in modo sano, aveva ripreso un po' di colore sul viso nonostante fosse ancora molto magro. Al moro piaceva lo yogurt intero naturale mentre Kisame andava matto per quello alla fragola, era questa l'unica differenza che c'era nel suo piatto che si mise davanti sedendosi a sua volta.

"I lavori nella parte dove dovremo insegnare io, Shisui e Yahiko sono già cominciati, non vedo l'ora di iniziare e devo essere in forma per quel momento. Non so come ringraziarti, Kisame, e anche Kakuzu che ha reso possibile tutto questo."

Itachi era sembrato un raggio di sole in mezzo alla tempesta, uno di quelli che, bucando il coperto, faceva brillare la pioggia come schegge di diamanti trasformandola in qualcosa di meraviglioso in barba alla sua violenza. Il sole tornato dopo tanto buio per non andarsene più. Kisame si alzò dalla sedia solo per dargli un bacio.

La giornata era trascorsa così, serena. A Kisame era sembrato che la sua palestra fosse invasa da polvere di stelle. Entrava dalle vetrate, era negli occhi e nei sorrisi dei suoi amici, usciva dalle casse della filodiffusione. Si fermava poi su di lui, quando guardava Itachi allenarsi e venirgli incontro tra una serie e l'altra, per una carezza, un sorriso o un bacio.

A settembre Kisame si sarebbe cimentato nelle sue prime gare di culturismo, Itachi stava per diventare un insegnante di danza acrobatica, lì, a pochi metri da lui, con suo cugino e altri amici. Magari tutti insieme avrebbero fatto un bel regalo a Kakuzu. Un sogno. Percorrere altri ponti adesso sarebbe stato molto più facile, sia Kisame che Itachi lo avrebbero fatto sereni e con il sorriso sulle labbra.

Due ponti molto importanti si sarebbero intersecati quella sera stessa. Avevano programmato di uscire con Naruto e Nagato, due persone molto importanti della loro vita come Kisame e Itachi, a loro volta, lo erano per loro. Non aveva nessuna importanza se i loro rapporti si erano trasformati in qualcosa di diverso, erano stati legami indissolubili e lo sarebbero stati per sempre.

Kisame stava rifinendo gli ultimi dettagli del suo abbigliamento davanti alla specchiera della camera, sistemò bene il colletto della camicia di raso blu scuro a maniche corte. Il quarzo opalino era sempre là, bianco latte con i suoi bagliori rossastri. Non era necessario un cambiamento ora, era tutto perfetto, tuttavia ormai ci si era affezionato a quella pietra. Se ne era innamorato in una pacifica serata di mezza estate quando un grande cambiamento era imminente, poi era rimasta. Un sacco di volte l'aveva pregata di fare sfoggio del suo potere per cambiare qualcosa di cui non vedeva la fine.

Non stasera, forse non più.

Lo sguardo gli cadde sul bracciale con il teschietto mentre infilava la camicia della cintura dei pantaloni blu elettrico e brillante di pagliuzze argentate. Era sempre là al suo polso destro. Gli sfuggì un sospiro malinconico.

Anche tu sei un ponte che voglio ripercorrere al più presto. Uno dei più belli.

Un lieve rumore alla sua destra gli fece alzare la testa, un secondo più tardi il suo viso si illuminò di splendore. Itachi era sulla soglia, stupendo in un modo di vestire diverso dal solito. Giacchetta e pantaloni di jeans, sebbene fosse ormai l'inizio di giugno il suo corpo esile gli faceva sentire un po' di freddo la sera. La camicia bordeaux aveva i primi due bottoni sganciati lasciando intravedere la collana donata da Sasuke che lui non toglieva mai, tranne quando si era esibito al Susanoo. Gli stivaletti dello stesso colore della camicia ma con le stringhe e le suole nere. Kisame si sentì sciogliere rendendosi conto che il moro faceva attenzione a tutti quei dettagli che a lui piacevano. Le unghie viola, i capelli sempre sciolti.

"Ti sei messo in testa di farmi morire? Se desideri liberarti di me puoi anche dirlo apertamente."

Kisame andò incontro a quella visione, le sue braccia avvolsero il corpo sottile di Itachi passando sotto il jeans della giacca. Le mani di Itachi circondavano le sue spalle possenti, respiravano forte mentre le loro labbra schioccavano in uno di quel baci che non erano mai abbastanza. Non si staccarono nemmeno quando le mani di Kisame scesero ad afferrare le natiche piccole ma perfette del moro. Il bacio continuò mentre Itachi si ritrovava caricato in braccio e trasportato lungo il corridoio, Kisame si fermò solo un attimo per permettergli di recuperare il portafoglio di entrambi dal tavolo della cucina e per fargli sfilare le chiavi dal portone, la sua mossa di chiuderlo con un calcio ormai era diventata una prassi. Ridevano nell'ultimo chiarore del tramonto come due ragazzini che scoprono in contatto fisico per la prima volta. Kisame posò a terra il compagno indugiando ancora sulle sue labbra sul retro del Land Rover Defender. Uno sguardo e l'ultima carezza tra i lunghi capelli furono il segnale della partenza.

Kisame aveva scelto ancora quel pub che era stato proposto da Deidara quando aveva aperto da poco la sua palestra. L'aspetto che maggiormente gli era rimasto impresso di quel posto era il grande giardino, il biondo quella sera di quasi tre mesi fa, aveva ben saputo utilizzarlo per conquistarsi Karin, ma Kisame adesso si rendeva conto che poteva avere una utilità differente. Itachi e Nagato sarebbero potuti uscire per parlarsi mentre lui e Naruto potevano restare al tavolo o viceversa. Sorrise sentendo la mano di Itachi posarsi sulla sua coscia d'acciaio mentre guidava.

I nostri ponti vanno percorsi in tranquillità, so che tu mi consentirai di farlo come io lo lascerò fare a te.

E poi Kisame aveva già in serbo una sorpresa di cui nessuno degli altri tre aveva la minima idea.

Naruto e Nagato erano già là, nel giardino, seduti ad un tavolo di legno con davanti così tanta roba che avrebbero potuto mangiarci benissimo cinque persone. Due boccali di birra da un litro, panini di ogni genere, crocchette di patate e di pollo. Vedendo arrivare Kisame e Itachi si voltarono all'unisono nella loro direzione come se non aspettassero altro. Erano l'immagine di una di quelle foto di compleanno in cui, un inesperto fotografo, scatta sforzandosi di far entrare l'intera tavolata nell'obiettivo. Dopo vari tentativi, finirà per chiedere irrimediabilmente ai soggetti di stringersi ed assumere posizioni innaturali. Magari il festeggiato, confinato a capotavola, finisce per vedersi meno di tutti quanti sovrastato dalle teste degli altri invitati voltati in direzione della macchina fotografica. Tuttavia quasi sempre queste foto rappresentano uno dei migliori momenti di spensieratezza delle persone ritratte finendo nel cassetto dei loro ricordi più belli. E, come in uno di questi vecchi scatti, il sorriso di Naruto illuminò ogni cosa, sembrava splendere ancora di più delle lampadine colorate che si incrociavano nel cielo del giardino. Kisame aveva visto altre volte quel fulgore, tuttavia questa volta aveva qualcosa di profondamente diverso anche se non meno intenso. Il biondo contava sull'ausilio dell'altro viso che splendeva di fronte a lui. Nagato inclinò la testa lateralmente accennando un sorriso, il movimento non gli fece scivolare il ciuffo a nascondere l'occhio destro e metà viso come accadeva in passato, quel colorito violaceo che Itachi ricordava adesso si era trasformato in un rosa molto chiaro. Il moro si sentì avvolgere dalla gioia vedendolo così, con l'aspetto che era destinato ad avere, il vero sé stesso con l' affettuosità finalmente emersa dal dolore sedimentato per anni. Pur conoscendolo da tanto, Itachi e Kisame era come se incontrassero Nagato adesso per la prima volta.

"Eccovi finalmente!" Naruto si alzò dalla panca di legno andando verso di loro, un'onda che li avrebbe travolti dolcemente, senza fare male.

La sua camicia beige svolazzava nella parte finale essendo sbottonata e fuori dai jeans neri. Abbracciò Kisame ridendo, si erano incontrati a metà del loro ponte solido e bellissimo, costruito su una storia fantastica e unica. Naruto rivolse a Itachi uno splendido sorriso toccandogli affettuosamente una spalla; la persona che era stata sotto la maschera dietro cui si era fatta conoscere non era riuscita a nascondere la sua eccezionalità. Mai, a nessuno dei due.

Nagato si era fermato al fianco del biondo con il suo sorriso mite, semplice, come il suo modo di vestire. Una maglietta bianca con due ali dorate disegnate. Ali di angelo, forse voleva rappresentare il suo stato d'animo per aver ritrovato il sé stesso perso per strada. Calzoncini corti di jeans con qualche piccolo strappo qua e là. Nessuna paura di mostrare le cicatrici che aveva sulle braccia, erano ormai sigillate nel passato, una gabbia che Nagato aveva deciso di chiudere a chiave per sempre.

Non permettere al passato di mangiarsi il tuo futuro.

Itachi si lasciò sfuggire un sospiro impercettibile ripensando alle parole di Kisame, avvertì chiaramente gli occhi diventare lucidi.

Nagato dimostrò di aver captato alla perfezione i sentimenti del moro: "dai, vieni a sederti."

Nagato gli aveva circondato la vita con un braccio invitandolo a prendere posto sulla panca accanto a lui. Tutti notarono come in quel momento Itachi fosse più magro di Nagato, questo particolare li rese vittima di una stilettata. Tuttavia fu solo il rosso ad intuire perché fosse l'unico ad indossare una giacca nonostante la serata calda, sapeva perfettamente come la magrezza innaturale facesse sentire freddo. Quando Nagato si alzò dalla panca con la sua espressione mite offrendosi di accompagnare Itachi dentro a prendere da bere, Naruto non poté fare a meno di annuire appagato sia in loro direzione che in quella di Kisame.

Nagato e Itachi percorrevano il loro ponte ora, seguendo i lampioni sferici che conducevano all'ingresso del pub. Abbracciati e inseparabili come lo sarebbero sempre stati.

Il rosso decise di iniziare a parlare appena iniziato quel cammino. Aveva percepito il malessere di Itachi, non solo dalla sua magrezza, quegli occhi di cui si era innamorato anni fa ancora gridavano dolore nonostante quell'urlo si fosse fatto un po' meno intenso avendo trovato finalmente qualcuno capace di comprenderlo.

"Itachi, per prima cosa io devo chiederti scusa. Come avrai sicuramente intuito la persona che hai visto l'ultima volta che ci siamo parlati era un altro Nagato. La persona che sono adesso non offenderebbe mai qualcuno costretto dalla vita ad arrangiarsi come meglio può, soprattutto se lui è l'unico rimasto al mondo per il fratello minore. Ti comprendo allo stesso modo in cui ho compreso Yahiko. Se sono riuscito io a perdonare me stesso, se ce l'ho fatta a recuperare quel bambino che ero e che si era perso nel buio prendendolo per mano senza vergognarmi di lui, puoi benissimo anche tu assolvere quel ragazzino che non sapeva guidare il trattore."

Itachi si era arrestato ad un passo dall'entrata, aveva chinato il capo e strizzato gli occhi mentre una lacrima silenziosa gli solcava una guancia scavata. Nagato lo aveva abbracciato senza smettere di sorridere.

"Non bisognerebbe essere felici vedendo qualcuno piangere, lo so. Tuttavia il tuo caso è particolare. Ti stai liberando di quelle barriere che ti tenevano prigioniero e che tu stesso avevi innalzato. Il merito di questo è di Kisame, finalmente hai compreso cosa significhi avere qualcuno al tuo fianco con cui condividere ogni cosa, dolore compreso."

Itachi lasciò andare un sospiro tremante: "Nagato, questo non vuol dire che io non ti abbia voluto bene. L'ho fatto e anche tanto, non smetterò mai. Non posso dimenticare le tue carezze il giorno in cui ti raccontai tutto, mi addormentai tra le tue braccia, voglio che tu sappia che quella non è stata una cosa da poco. Purtroppo non eravamo pronti, non volevamo bene soprattutto a noi stessi."

Il rosso lo aveva scostato dolcemente la suo corpo per guardarlo negli occhi : "lo so come ne ero consapevole allora, me lo hai sempre dimostrato in mille modi che non sono mai caduti nel vuoto nonostante le apparenze. Il rischio che avete avuto di perdermi è stato a causa dell'altro Nagato e del mostro che lo mangiava dentro. La colpa non è stata di nessuno, tantomeno tua. Naruto ha saputo eliminare quel mostro per consentire al vero me di venire di nuovo alla luce. Non hai idea, Itachi, è stata una sensazione davvero fantastica, un po' come nascere una seconda volta. Dai, ora fammi uno dei tuoi meravigliosi sorrisi che voglio vederti rilassato e tracannare una bevuta uguale alla mia."

"Non capisco per quale motivo oggi il pub è così vuoto, mi sarei aspettato di meglio da una serata di inizio estate" Naruto sorseggiava beatamente la sua birra gigante completamente rilassato sulla panca di legno.

Solo un secondo più tardi il biondo aveva guardato Kisame sorridendo, entrambi erano tacitamente d'accordo che, se anche fossero stati in mezzo ad un campo di stoppia seduti su delle presse di paglia pungenti, niente avrebbe potuto eguagliare la felicità provata da tutti quella sera. Naruto giustamente orgoglioso della trasformazione di Nagato, Kisame appagato per aver ritrovato una persona importante della sua vita e per aver permesso ad Itachi di fare altrettanto. Li avevano osservati allontanarsi contenti e meravigliati di come Nagato riuscisse a far vibrare positivamente l'anima di chiunque, ora. Itachi non avrebbe potuto che giovarne.

Naruto tornò alla carica divorando una crocchetta di pollo: "Allora Kisame, preparati a trasformarti da personal trainer a infermiere di manicomio: da domani io, Nagato e Kiba veniamo ad allenarci da te. So che lo puoi fare."

Il biondo aveva sottolineato le sue parole con un occhiolino.

"Beh, non può farmi che piacere. Tu per me non sei il sindaco o l'ex, sei un amico prima di tutto, così come lo sono Nagato e Kiba. E poi quando ci saranno anche i corsi di danza di Itachi, Yahiko e Shisui potrete scegliere quello che volete. Attenzione, però, Itachi è un perfezionista che non perdona."

Risero entrambi allegramente. Rievocare i ricordi di gioventù con Kiba non avrebbe potuto che essere estremamente piacevole. Sarebbe diventato un immenso gruppo di amici. Kisame si era sempre ritenuto senza speranza, la certezza che nessuno lo avrebbe mai accettato lasciandolo nella solitudine era stata radicata dentro di lui per lunghi anni. Ed ecco un sogno spalancarglisi in una porta di luce. Era stato Naruto a consegnargli le chiavi pregandolo di oltrepassare la soglia.

Come se avesse letto i suoi pensieri, il biondo si fece leggermente più serio: "Kisame, io avevo intuito che la tua persona speciale era arrivata ancora prima di te. Dalla sera in cui te l'ho presentata, alla festa della nostra laurea quando ancora indossava una maschera. Per questo ti dissi che dovevi attraversare quella porta anche se ti faceva paura. Avevo ragione, no? Credo di avervi salvati entrambi in questo modo."

Il sorriso di Naruto si era allargato facendosi più solare.

"Che tu abbia dei super poteri ormai è innegabile" Kisame sorrise ritirando la sua bevuta dalla cameriera "Non oso immaginare quanto abbia impiegato Nagato a guarire da tutti i lividi che gli hai fatto per rimetterlo sulla strada giusta. Sono immensamente felice di vedere come ora, anche la curva più pericolosa del mondo, non lo sposti più dalla sua direzione."

Brindarono sorridendo mentre Itachi e Nagato stavano tornando da loro. Il moro e il rosso parevano camminare avvolti dalla luce.

Risero ancora tutti e quattro all'unisono quando un Ammazza la vecchia strombazzato nel parcheggio fece capire loro per quale motivo il locale fosse semivuoto e che ora sarebbe iniziato il divertimento, quello vero. Kisame si era preso la libertà di invitare altri amici facendo una sorpresa a tutti.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro