Amore giusto, amore sbagliato
ATTENZIONE: questo capitolo contiene una scena di incesto, tuttavia è molto leggera e non sarà consumata fino in fondo.
"Sasuke, non si può certo affermate che il tuo amico sia brutto, anzi, tutto il contrario, ha delle pose perfette, molto fine. Ma, per la miseria, è uno scheletro. Mi piacerebbe prenderlo in considerazione però questo ragazzo a quanto pare non sta bene. Si è ridotto in questo stato per candidarsi? Ti somiglia anche di viso. Comunque non è adatto, tratti troppo marcati, una marea di difetti. Belli i capelli peccato sembrino leccati dalla mucca. Mi dispiace."
Genma alzò lo sguardo dalle foto che Sasuke gli aveva sottoposto. Se non fosse stato per il suo orrendo vizio di tenersi sempre qualche oggetto in bocca da ciancicare e per quello sguardo eternamente indagatore su qualunque persona avesse davanti, avrebbe avuto anche un aspetto gradevole. I lisci capelli castani lunghi fino alle spalle sarebbero stati meravigliosi con quei riflessi rossastri che vantavano, se non li avesse tenuti imprigionati nelle perenni bandane che aveva in testa. Ne aveva un sacco e di diversi colori tuttavia avrebbe potuto benissimo farne a meno.
È un esaminatore, giudicare è il suo mestiere, forse ha sempre bisogno di mordicchiare qualcosa per scaricare la tensione. Ha uno stile personale seppure molto discutibile.
Oggi i suoi incisivi leggermente consumati da quel capriccio, se la stavano prendendo con il bastoncino di un lecca lecca finito da un'eternità. Sasuke non gli aveva detto che quello ritratto in quegli scatti ottenuti di nascosto, in realtà era suo fratello. Non poteva farlo, non dopo che Genma aveva visto i soggetti in foto.
Itachi aveva decisamente bisogno di cambiare vita. Era più di un mese che era tornato nella casa di famiglia insieme a Sasuke ma appariva profondamente depresso, non mangiava praticamente niente e passava spesso intere giornate raggomitolato sotto le coperte nella sua stanza. A volte Sasuke si infilava nel letto con lui, lo sentiva rilassarsi sotto le sue carezze. Il minore gli posava la testa sulla spalla e rimaneva lì immobile come se la presenza del suo Nii – san lo facesse sentire protetto da incubi e dolore. Solo adesso Sasuke si rendeva pienamente conto di quanto gli fosse mancato.
Qualunque fosse stato il lavoro notturno che Itachi svolgeva lo aveva abbandonato, il minore si era sentito sollevato di questo dal momento che non era mai stato convito della storia che facesse il guardiano. Avevano avuto davvero pochissime occasioni per parlarsi e questi suoi dubbi non erano ancora stati chiariti.
Senza fretta, Nii -san, hai tutto il tempo che vuoi. Io sono certo che un giorno mi dirai tutto.
Sasuke era stato assunto come modello in questa agenzia, per ora i suoi incarichi riguardavano foto per pubblicità commissionate da varie aziende di make up, stilisti e parrucchieri. A lui andava bene così, era un lavoro che gli piaceva e si era tolto le grane di andarsene a cercare uno che fosse inerente al corso di studi. Genma aveva iniziato a fargli capire come lui fosse il migliore elemento di cui disponevano per questo stava cercando di proporlo anche per importanti sfilate. A Sasuke era venuto in mente che anche Itachi potesse essere un candidato ideale per questo gli aveva scattato quelle foto di nascosto.
"No, Genma, è così magro di natura, ti assicuro che non lo ha fatto per farsi assumere qui. Ti ringrazio comunque per averlo preso in considerazione."
Con il cuore a pezzi, Sasuke si era ripreso la cartellina per tornarsene a casa.
Itachi non aveva fatto nessuna dieta per fare il modello tuttavia era evidente che non stava affatto bene. Non era nemmeno in quel modo di nascita, come aveva spiegato a Genma anche se lo sguardo tagliente del manager gli aveva fatto intendere di non averla bevuta fino in fondo.
Sasuke sentiva di nuovo il cervello su di giri, per quello negli ultimi giorni si era recato sul posto di lavoro a piedi. Le cuffie inforcare a tutto volume e il passo sostenuto non bastarono a scaricargli la tensione generata da quanto era stato riprovevole per procurarsi quelle foto. L'idea iniziale non era stata neanche completamente sbagliata, una serata piacevole tra due fratelli che si ritrovano dopo un sacco di tempo. Si stavano rilassando sul divano dopo cena, il televisore era acceso ma con il volume annullato. Itachi più che mangiato aveva piluccato pochi bocconi, come al solito. Stava raggomitolato nella maxi felpa nera della Marvel che gli aveva regalato Sasuke dopo pochi giorni che stavano di nuovo sotto lo stesso tetto, era davvero gigante, gli arrivava sotto le ginocchia. La schiena appoggiata al bracciolo, la spalla destra sulla spalliera, i piedi eleganti su cui metteva lo smalto viola, sbucavano da sotto la felpa appoggiati sulla seduta. Itachi aveva molto apprezzato quel dono, non lo toglieva mai stando in casa.
"Nii – san, questo dobbiamo assaggiarlo assolutamente. Mi attrae un sacco, non ho mai provato niente del genere."
Sasuke era riapparso dalla cucina dove era sparito pochi secondi prima senza che il maggiore chiedesse niente. Teneva in una mano una bottiglia di vino rosato, la condensa formatasi sul vetro dimostrava che era molto fresco, due calici di vetro nell'altra mano.
Quando non si trovava sul lavoro, accecato dai flash continui e dalle luci, Sasuke perdeva quelle pose impostate ordinate dai fotografi tornando a camminare a gambe divaricate e a sedersi appoggiando la caviglia destra sul ginocchio sinistro mettendo in evidenza i muscoli forti e asciutti dei polpacci e delle cosce. Riusciva ad averli abbastanza sviluppati pur non facendo molto sport, andava solo a correre un paio di volte alla settimana, ora indossava soltanto un t- shirt grigia e un paio di boxer aderenti neri. Si stupiva ancora di come Itachi riuscisse ad apparire fine ed elegante inconsapevolmente, senza sforzo, qualunque cosa facesse. A suo avviso Genma avrebbe dovuto prenderlo in considerazione solo per questo.
"Effettivamente nemmeno io, vediamo se il mio Otouto ha avuto una buona idea."
Gli aveva sorriso lievemente accennando un occhiolino, Sasuke era stato felicissimo di aver visto quello sprazzo di luminosità sul viso del fratello dopo settimane di buio assoluto.
Itachi allungò le gambe sulla seduta del divano accettando il primo bicchiere, Sasuke era leggermente preoccupato perché stata bevendo senza aver mangiato praticamente nulla, tuttavia la contentezza per il loro rapporto ritrovato gli faceva ignorare ogni cosa.
"Devo farti i miei complimenti, Otouto, la gente non apprezza il vino rosato di solito, accusa anche le persone a cui piace di non capirci niente. Sai che ti dico? Il giudizio degli altri non dovrebbe mai condizionare la vita di nessuno."
Sasuke rise scuotendo la testa, incredibile come Itachi riuscisse ad infilare discorsi filosofici praticamente in ogni più piccolo aspetto della vita, anche questo contribuiva a riempirlo di fascino. Il minore si sentiva al settimo cielo vedendo il fratello con l'umore così sollevato.
Avevano entrambi fatto il secondo brindisi, Itachi stese del tutto le sue gambe affusolate posandole sopra quelle del fratello, le punte tese, le caviglie unite e le ginocchia leggermente flesse. Sebbene al massimo dell'eleganza, non era una posa studiata, non lo erano mai. Le spalle di Itachi si erano rilassate sui cuscini, il corpo era riemerso un po' dalla felpona.
C'era qualcosa nella testa di Sasuke che scalpitava. Se avesse versato il terzo bicchiere per entrambi la bottiglia sarebbe presto terminata, per cui il minore rallentò di proposito l'atto di bere per permettere a Itachi di svuotare il suo bicchiere prima che capitasse lo stesso a lui. Utilizzando quello stratagemma, Sasuke riempì il bicchiere del fratello per altre due volte. Le guance del maggiore erano piacevolmente arrossate, gli occhi lucidi, posò il calice finalmente vuoto sul pavimento abbandonandosi di schiena sui cuscini. Sasuke si bevve d'un fiato quello che gli era rimasto nel bicchiere, voleva avere le mani libere per poterle posare sui polpacci del fratello. Sulle prime rimase immobile rendendo quel contatto più lieve possibile, poi accorgendosi che i muscoli di Itachi non si erano irrigiditi iniziò a massaggialo piano. Era salito fino all'inizio delle cosce, un poco più su del ginocchio, Itachi aveva emesso un piccolo gemito chiudendo gli occhi mentre abbandonava la testa sulla spalliera del divano completamente molle.
Sasuke sbuffò leggermente, cosa c'era di male? Era semplicemente l'emozione di essersi riunito col fratello dopo tanti anni. Confuse ciò che sentiva con l'esplosione delle emozioni che si era impedito di provare per un sacco di tempo.
Sono sempre stato il peggior nemico di me stesso.
Le mani erano salite ancora attratte dalla pelle setosa di Itachi, si facevano strada sulle cosce slanciate sollevando il bordo della felpa, qualcosa gli disse di fermarsi quando mancavano pochi millimetri a scoprire la sua intimità. Sasuke si ritirò momentaneamente raddrizzando la schiena senza tuttavia scollare gli occhi dal fratello che ora sembrava addormentato. Restò pietrificato fino a quando Itachi sospirò cambiando posizione, Sasuke non riusciva a capire se dormiva o se era semplicemente stordito dal vino. Il maggiore aveva fatto leggermente forza con le gambe per appoggiarsi più saldamente alla spalliera, la felpa era salita spostata da quel movimento. I boxer neri e aderenti che indossava Itachi vennero allo scoperto. Nonostante fosse magrissimo le sue proporzioni rimanevano perfette. Itachi si era abbracciato la vita con le mani, come se stesse rabbrividendo. Sapeva che non avrebbe dovuto, tuttavia Sasuke si sentiva attratto da quelle pose inconsapevolmente armoniose. Si biasimava selvaggiamente mentre il suo busto iniziava a piegarsi sul corpo del fratello come sfuggito alla sua volontà. Lo scoprì fino quasi al petto tirando su la maxi felpa. Essendo così magro gli addominali erano evidenti pur non essendo molto sviluppati. Sasuke si fermò un istante a fissare il ventre di Itachi muoversi al ritmo del respiro.
Fulminea gli venne un'idea per aiutare Itachi a trovare un lavoro ma soprattutto a creargli un'occasione per fargli riprendere in mano la vita. Sasuke sapeva che i tempi non erano maturi per portare avanti un discorso proiettato nel futuro, Itachi era ancora troppo depresso per guardare avanti dopo quanto successo a Nagato. Salì velocemente le scale di legno per entrare in camera sua, ne era riemerso senza maglietta, con la fotocamera in mano e il cavalletto.
C'era bisogno di atteggiarsi a delinquente per fare delle foto?
Finito di porsi quella domanda, si ritrovò di nuovo di fronte al divano su cui giaceva Itachi in preda alla sbronza di cui lui era stato complice.
Sono pessimo, sono un vigliacco!
Intanto la fotocamera era già in cima al cavalletto con quell'obiettivo simile ad un occhio arrabbiato già sfoderato. Sasuke la impostò in modalità video. Dopo essersi assicurato che Itachi fosse bene a fuoco, premette il pulsante di avvio. Si chinò di nuovo sul maggiore consapevole di stare entrando nell'inquadratura, Sospirando scivolò sopra il corpo del fratello, ci si appoggiò lentamente mentre gli veniva meno il sostegno della mano che stava usando per sciogliergli i capelli, aveva cercato di fare il movimento progressivamente per non svegliarlo, l'elastico rosso scivolò via in un baleno da quei capelli corvini lisci come l'olio.
Sasuke rimase ad ammirare il bellissimo viso, i segni del dolore e il pallore accentuato gli fecero sentire una stretta al cuore, lo accarezzò. Poi si era voltato per un secondo a guardare quell'obiettivo impietoso.
Ma che diavolo sto facendo?
Il più piccolo si inginocchiò combattuto, si sarebbe preso a schiaffi da solo. Si avvicinò di nuovo cercando di convincersi che non ci fosse niente di male a ricavare solo delle immagini da far vedere a Genma. Si chinò di nuovo su Itachi sfilandogli la felpa per lasciargli addosso solo i boxer e la semplice collana che lui stesso gli aveva donato. Passandogli una mano dietro alla schiena e l'altra sotto alle gambe iniziò a sollevare Itachi adagio.
Sasuke aveva la testa del fratello appoggiata sulla spalla, il suo respiro gli sfiorava la pelle bianca del collo. Si alzò fino a staccare il sedere di Itachi dal divano, il peso gli fece digrignare i denti quando gravò completamente sulle sue braccia, ma rimase saldo e silenzioso nel timore di svegliarlo. Finalmente in piedi, Sasuke si voltò verso quel feroce obiettivo, avvicinò il viso a quello di Itachi, i loro nasi identici e perfetti si sfiorarono come anche le loro labbra.
"Otouto... che fai? Mi fa male la testa..."
Sasuke si fermò terrorizzato, Itachi aveva solo biascicato con la voce impastata dalla sbronza, non aveva nemmeno aperto gli occhi. Il minore non era sicuro se si stesse rendendo conto o meno della situazione o di essere in boxer in braccio al fratello davanti all'obiettivo di una fotocamera. Le loro labbra si erano appena sfiorate.
"Tranquillo, Nii – san. Ti metto a letto, ok?"
"Ti voglio bene" Itachi sussurrò abbracciandolo.
Sasuke lo aveva risteso sul divano tirando un sospiro di sollievo. La saggezza di suo fratello gli era venuta in soccorso sia pure inconsapevolmente, come d'altronde era stato per tutta la vita. Gli rimise la sua adorata felpona nera della Marvel, lo coprì con cura con un soffice plaid e lo baciò sulla fronte decidendo di lasciarlo tranquillo.
"Ti voglio bene anche io."
Spense quella fotocamera infernale togliendola dal cavalletto, osservò con lo sguardo vuoto quell'occhio furioso richiudersi. Risalì le scale portandosi dietro i suoi dispositivi sperando che l'indomani Itachi non ricordasse più niente. Si buttò di schianto sul letto, i suoi occhi si persero sul soffitto oltre il lampadario verde acqua di carta. Riaccese la fotocamera per vedere se poteva trarne qualcosa di buono da far esaminare a Genma.
Perdonami ancora Nii – san, ti voglio bene ma ti ho dato l'amore sbagliato. Sono sempre troppo irruente per riempire i vuoti che mi sono aperto con le mie mani nel cuore. Ora ho capito che devo amarti nel modo giusto, sappi che farò tutto solo per darti una mano.
Decise di iniziare subito, si mise al computer cercando di estrapolare dal video dei fotogrammi che potessero essere interessanti per far notare Itachi da Genma. In alcune immagini apparivano insieme, tuttavia non era necessario confessare al suo manager che era erano fratelli anche se l'estrema somiglianza che avevano avrebbe potuto non lasciare ombra di dubbio. Una volta che gli scatti uscirono dalla stampante in forma cartacea non esitò a eliminare quel dannato video dalla fotocamera.
Non aveva più senso neanche tenere quei fotogrammi stampati, ora. Genma aveva dato il suo verdetto e comunque Sasuke non era sicuro che Itachi fosse davvero tagliato per fare il modello, non gli era mai piaciuto stare al centro dell'attenzione malgrado la attirasse inevitabilmente a causa del suo aspetto e dei modi di fare. Anche se Genma lo avesse assunto a lungo andare quel mestiere lo avrebbe logorato all'inverosimile.
Sasuke era fermo in strada davanti a un cestino dell'immondizia da cinque minuti buoni meditando sul destino da riservare a quelle immagini; se davvero le avesse gettate non avrebbe avuto mai più l'occasione di riottenere qualcosa di simile. Quella fatta nei confronti del fratello era stata una vigliaccata che non aveva certo intenzione di ripetere.
No, Nii – san, è stato il mio ennesimo errore, non ho giustificazioni stavolta. Come ho potuto solo concepirla una cosa del genere? Con tutti i problemi che hai questa era l'ultima cosa di cui avevi bisogno.
Pensando questo aveva ridotto a striscioline le foto con le mani, l'averle distrutte lo fece sentire talmente sollevato da farlo sorridere; decise di sfilarsi le cuffie dalle orecchie e di camminare con calma fino a casa godendosi i suoni della città. Rientrando a casa, Itachi avrebbe trovato sul serio la vita a cui aveva diritto, stavolta.
Il maggiore rientrò dopo poco, Sasuke aveva sentito il movimento del portone aperto e richiuso il più piano possibile. Si ripulì velocemente le mani dalla farina di riso con cui stava preparando i dolcini preferiti del fratello. Sasuke detestava i dango e i dolci in generale, tuttavia Itachi ultimamente riusciva a mandare giù poco altro, e poi aveva deciso di fargli una sorpresa. Sasuke si avviò sorridente verso l'ingresso per accogliere il fratello nel migliore dei modi ora che finalmente la loro vita sembrava aver imboccato la giusta direzione. Si fermò inclinando la testa lateralmente abbagliato dalla luce che entrava dalla porta a vetri. Itachi era là in controluce, Sasuke riusciva a scorgere solo una sagoma buia a parte i pantaloni rosso scuro di pelle e gli stivaletti neri, non ricordava di averlo visto così elegante ultimamente, era però immobile e silenzioso in un modo inquietante.
"Nii – san?"
Sasuke iniziò ad essere attanagliato dal dubbio che quello fosse in realtà un estraneo, forse un rapinatore. Lo chiamò ancora un paio di volte con la voce che tremava ma sentendo l'adrenalina che lo stava preparando all'azione nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno. Finalmente Itachi si decise ad emergere dalla zona d'ombra, le lacrime gli cadevano dal mento come un rubinetto rotto, il viso quasi completamente sommerso nel capelli, tremava. Sasuke non lo aveva mai visto così distrutto, non aveva mai avuto modo di sapere come era cedendo alle emozioni.
"Nii – san, ma cosa ti è successo?"
Sasuke lo accompagnò a sedersi sul divano, gli cinse la vita rendendosi conto di quanto avesse il costato sporgente. Si scioglieva di amore adesso, di quello giusto, quello che da adesso in poi non gli avrebbe fatto mancare più. Gli offrì una tazza di tè e un piattino con i suoi dolcini preferiti, le mani tremanti di Itachi accettarono mentre gli occhi, anche se incapaci di arrestare le lacrime, lasciavano intravedere un sorriso e un ringraziamento sincero.
"Otouto, devo dirti diverse cose importanti, ti ruberò forse un sacco di tempo."
"Tutto quello di cui hai bisogno, ti ascolto."
Il momento era giunto. Nonostante tutto Sasuke si sentì sollevato.
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