A white Christmas
"I'm dreaming of a white Christmas
just like the ones I used to know,
where the tree tops glisten
and children listen,
to hear sleigh bells in the snow, oh, the snow."
«Zachary, Zachary! Si può sapere che stai combinando? Chiudi immediatamente quella finestra, fuori si gela!»
«Smettila di borbottare, Dorian, e vieni con me sul balcone!»
Dorian sbuffa con esagerata teatralità davanti all'insolita richiesta; non ha la benché minima intenzione di lasciare il divano e il confortevole tepore del salotto per assecondare quel matto del suo fidanzato in un'altra delle sue strampalate idee.
Tuttavia – circostanza del resto prevedibilissima –, la sua manifesta ritrosia non scoraggia affatto il ragazzo, che gli si avvicina deciso e con un ghigno tanto malizioso quanto sospetto stampato sul bel volto.
«Suvvia, tesoro, non farti pregare. Fidati di me,» insiste Zachary, ammiccando, «potrei stupirti».
La leggera pressione della mano di Zachary sulla sua spalla è sufficiente a suscitare in Dorian un profondo turbamento, come sempre accade nei momenti in cui la ricerca – il bisogno – di un qualsiasi contatto fisico, da parte di entrambi, li porta a essere così terribilmente, meravigliosamente vicini.
Con un gesto quasi involontario l'uomo si alza, scrollandosi di dosso il plaid e qualche briciola (i biscotti all'arancia e cannella di Mrs Rawlins si sono dimostrati, al solito, una vera e propria bomba), e si lascia docilmente condurre verso la portafinestra, non riuscendo a sentire altro al di là del calore di Zachary e delle sue dita forti e risolute, teneramente intrecciate alle sue.
Una volta raggiunto il minuscolo terrazzo, affacciato sopra i tetti illuminati di Manhattan, Zachary leva gli occhi al cielo, e comincia a inspirare ed espirare lentamente, mentre sul suo viso affiora un'espressione estasiata in grado di renderlo ancora più incantevole e seducente di quanto già non sia.
«Sta per nevicare».
«Ah sì? E da cosa lo deduci?»
«Le previsioni meteo dell'ultima app che ho scaricato non sbagliano mai, sono precise al secondo».
Dorian non riesce a capire cosa lo faccia più ridere, se la smorfia seria di Zachary (ma quanto è adorabile la sua fronte corrugata?) o l'assoluta convinzione con la quale ha pronunciato queste parole.
«Beh, sai come la penso a proposito della tua smodata fiducia nella tecnologia, ma a quanto pare questa volta la tua app-o-come-diavolo-si-chiama ha ragione, visto che effettivamente sta cominciando a nevicare».
Il breve squittio di gioia che prorompe dalle labbra di Zachary appare a Dorian in tutto simile al suono di mille campanelle d'argento, e quando, nel giro di pochi minuti, si ritrovano circondati da un vortice di fiocchi madreperlacei, non può fare a meno di notare come le scintillanti gemme di ghiaccio esaltino il naturale splendore della pelle del giovane, avvolgendolo in un alone luminoso, magico.
Anche la sua bocca, atteggiata ora nel sorriso più ammaliante che Dorian abbia mai visto, spicca impudente sul suo volto, e invita a posare su di sé un'appassionata scia di piccoli baci, avidi di assaggiare di nuovo il suo sapore, dolce e irresistibile come il succo dei rossi frutti di bosco ai quali tanto assomiglia.
«Anche quella notte nevicava, ricordi?»
«E come potrei dimenticarlo?»
Dorian annulla le distanze e attira Zachary a sé, facendo aderire la schiena del ragazzo al suo petto; poggia le mani sopra i suoi fianchi, respirando piano il profumo dei suoi capelli, e gli scocca un lieve morso sulla pelle morbida del collo.
«Questo è il nostro primo Natale insieme». La voce di Zachary è poco più di un sussurro, un mormorio basso e suadente immerso nell'irreale quiete della sera. «E sarà un bianco Natale».
«Per me potrebbe essere di qualunque colore, azzurro, verde e persino fucsia, come i capelli di Mirabel» replica Dorian, ridacchiando, e intanto si china e cerca le labbra di Zachary, le cattura, le tormenta per un tempo lunghissimo e infine le coinvolge in un bacio lento, intenso, agognato. «L'importante è essere, qui, adesso, con te».
«Sei felice, Dorian?»
«Più di quanto tu possa immaginare, amore mio».
"I said, I'm dreaming of a white Christmas
with every Christmas card I write,
may your days be merry and bright
and may all your Christmas' be white."
{Words count: 621}
Nota:
Buonasera a tutt*!
Potevo mica lasciare questi due cupcakes orfani del racconto di Natale, no? ^^
È tutto scandalosamente dolce, tutto un orrido e abusato cliché ma oh, io con loro ho bisogno proprio di questo, di immaginarmeli insieme, felici e zuccherosi. Insomma, Zachary e Dorian per me sono una strada spianata verso il coma glicemico, però diamine, non è che posso sprofondare unicamente nell'angst più nero e disperato solo perché gli altri due deficienti con le cose carine e fluffose non vanno d'accordo, ecchecavolo.
Perdonate lo sclero, spero che anche questo raccontino vi sia piaciuto, se vi va, fatemelo sapere ^^
Soundtrack: White Christmas, (nella versione di) Michael Bublé, perché se vogliamo ammazzarci di diabete è giusto farlo nel migliore dei modi.
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, a chi voterà, commenterà, o aggiungerà questa raccolta a uno dei suoi elenchi di lettura.
Un bacione e... BUON NATALE. Vi auguro di trascorrerlo nel modo più sicuro e sereno possibile, anche se sarà sicuramente diverso e strano e malinconico, viste anche le disposizioni del nuovo DPCM. Cerchiamo di resistere, ok?
A presto :*
P.S: Zachary, essendo originario di New Orleans, i Natali innevati immagino che abbia cominciato a "conoscerli" dal vivo solo dopo essersi trasferito nel Vermont a studiare. Ma mi piace l'idea che a lui piaccia l'idea di un Natale con la neve, non so se mi spiego.
P.P.S: tranquilli, Mrs Rawlins non rimarrà a lungo da sola. I due giovanotti partiranno il 26 per raggiungerla e trascorrere con lei gli ultimi giorni dell'anno 😉
L'aesthetic dedicato arriverà nei prossimi giorni. Intanto seguitemi su Instagram, per rimanere sempre aggiornati 😉
Finally!
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