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6: Forever Mine


NOTA DELL'AUTORE

Hello! Siamo al penultimo capitolo, ebbene sì :'D ce la stiamo facendo ahaha

PIccola nota importante: in questo capitolo a livello di trama non succede niente, è tutto r18, quindi leggete pure a vostra discrezione

E' la prima volta che scrivo una scena tra due signorine, quindi non solo ci ho impiegato un mese, ma ho fatto anche tantissima fatica...spero veramente non risulti brutta o troppo volgare o boh ahaha, paranoie mie. Ci ho provato perché anche loro due meritavano un po' di fun time :3

detto ciò, spero vi stia piacendo la storia <3

Kieran

***********

Il cuore di Clorinde batteva forte, mentre guardava Navia stretta a sé, distesa sul letto. Le sue mani erano morbidamente aggrappate alla propria schiena, e i suoi occhi riflettevano fiducia e desiderio. 

Era un momento speciale. Inaspettato, forse, per quanto i loro sentimenti fossero stati ormai rivelati. Ma di certo, non meno agognato da tempo. Clorinde voleva che fosse perfetto per entrambe.

"Sono sicura", sussurrò Navia, con la voce piena di convinzione. "Non sono mai stata così sicura di qualcosa in vita mia".

Clorinde sorrise, con tutta la felicità che poteva provare. Si chinò, catturando le labbra di Navia in un bacio lento, l'ennesimo di quel giorno, alternato tra un sospiro e l'altro.

Era iniziato tutto così, quella sera: con un bacio, un abbraccio più stretto, e la consapevolezza che si amavano finalmente salda. Poi, nessuna delle due sembrava essere riuscita a trattenersi, e adesso Clorinde era sopra di lei, a cavalcioni, con le ginocchia premute ai lati dei suoi fianchi,  con attenzione, come se temesse di sopraffarla. Ma Navia non sembrava minimamente turbata da quella posizione—anzi, la guardava con quegli occhi chiari e radiosi, pieni di fiducia.

Clorinde sentì un brivido attraversarle la schiena. Era lì, sopra di lei, con il corpo premuto direttamente contro quello di Navia, e si rese conto di desiderarla come mai in vita sua.  Voleva più che mai essere la persona a cui Navia si affidava completamente, quella che poteva renderla felice, proteggerla, amarla come meritava: e se poteva dimostrarle quel pensiero con dei gesti più diretti, lo avrebbe fatto. L'avrebbe riempita di attenzioni, fino a quando non avrebbe più pensato a nient'altro che a sè.

Sotto di lei, Navia era uno spettacolo. I suoi capelli biondi si spargevano sul cuscino come raggi di sole; alcuni ricci ribelli incorniciavano il suo volto e le sue guance lievemente arrossate, non tanto per il calore della stanza, ma per l'emozione del momento. Le sue labbra erano leggermente socchiuse, il respiro corto, come se stesse trattenendo l'attesa. Clorinde lasciò che lo sguardo scivolasse più in basso, sulle linee del suo collo, sulla curva delle spalle appena scoperte dalla maglia leggera.

 Sembrava una visione, qualcosa di troppo bello per essere reale.

Eppure, era lì, sotto di lei, con le mani che ancora si aggrappavano debolmente alla propria schiena, come se non volesse lasciarla andare. Clorinde trovò qualcosa di incredibilmente dolce in quel gesto: Navia, sempre così forte e indipendente, ora era vulnerabile in un modo che non aveva mai visto prima, a offrirsi a sé.

Il cuore di Clorinde batté più forte. L'idea di poter avere tutta la fiducia di Navia, di poterla stringere, baciare e amare senza più alcun timore, la riempì di un calore travolgente.

Si chinò di nuovo, lasciando che le loro labbra si sfiorassero in un altro bacio. "Sei bellissima," le sussurrò piano, facendola sorridere.

"Anche tu.", mormorò Navia, accarezzandole piano la schiena con le dita.

Clorinde sentì il desiderio scorrere sotto la pelle come un fuoco lento, qualcosa di profondo e inarrestabile, ma al tempo stesso incredibilmente dolce. Ogni fibra del suo essere voleva memorizzare quella notte, ogni dettaglio di Navia: il modo in cui il respiro le si spezzava leggermente quando le loro labbra si incontravano per un bacio, il suo calore contro di sé, la fiducia assoluta che le leggeva negli occhi.

Le sue dita si mossero lungo le braccia di Navia con una delicatezza quasi sacrale, come se stesse sfiorando qualcosa di estremamente prezioso. 

La sua pelle era calda sotto a quel tocco leggero, percorsa da leggeri brividi che non sfuggirono allo  sguardo attento di Clorinde.

Clorinde si chinò, lasciando che le sue labbra seguissero la linea morbida del collo, depositando baci leggeri, quasi riverenti, lungo la curva della sua spalla, dove era scoperta dalla camicetta senza maniche.

Si prese il suo tempo, lasciando che anche Navia percorresse con le mani le linee del proprio corpo, scivolando sui fianchi, aggrappandosi poi alle stringhe del corsetto. 

Clorinde la lasciò fare, lasciando scivolare le dita sui bottoni della camicetta di Navia, uno dopo l'altro, con una lentezza deliberata. Quel tessuto chiaro e sottile si aprì piano, rivelando la pelle liscia sotto di esso, illuminata appena dalla luce soffusa delle lampade.

Navia si fermò per un istante, lasciò che Clorinde prendesse l'iniziativa, il suo sguardo fisso su di lei, pieno di una fiducia.

Quando la camicetta scivolò dalle spalle di Navia, rivelando più di quanto Clorinde avesse mai osato sognare, si sentì sopraffatta dalla sua bellezza. Non era solo la delicatezza della sua pelle, o il modo in cui la luce danzava sulle linee delle sue spalle o sulla curva del petto ancora stretto dal reggiseno, ma l'espressione che Navia aveva sul viso: una lieve e insolita timidezza mista a desiderio; aveva il respiro trattenuto e le guance arrossate, mentre si lasciò guardare dagli occhi totalmente rapiti di Clorinde.

Clorinde si chinò di nuovo, lasciando una serie di baci morbidi sulla linea del suo collo, fino alle clavicole. Le sue mani le percorsero i fianchi, con un'adorazione silenziosa.

Navia sospirò; il suo corpo si rilassò velocemente sotto il tocco di Clorinde, lasciandosi andare completamente. Le prese il volto tra le mani, e quando si baciarono, le loro labbra si scontrarono con più urgenza. Clorinde chiuse gli occhi, lasciando che la lingua di Navia accarezzasse e cercasse la propria, persa nel calore della sua bocca. Quando si scostò, i loro respiri si spezzarono, ma non poterono fare a meno di sorridersi.

Le mani di Clorinde tremarono leggermente, mentre raggiunse la chiusura del reggiseno di Navia. Volevano entrambe la stessa cosa ed era convinta di ciò che stava facendo, ma quella sarebbe stata la prima volta che le toglieva i vestiti, e non poteva fare a meno di essere emozionata.

Con gesti attenti, lo slacciò, facendo scivolare lentamente le bretelle lungo le sue spalle. Il tessuto cadde, rivelando i seni morbidi e pieni di Navia, i capezzoli già tesi per l'eccitazione.

Clorinde trattenne il respiro di fronte a quella visione. Aveva già visto Navia in costume da bagno, e anche quando indossava il suo solito corpetto, qualche volta le era caduto lo sguardo sul punto in cui era più scollato, o sul punto tra la sua gonna e le sue calze in cui le cosce erano scoperte. Ma adesso, ciò che stava ammirando era speciale. Navia era quasi del tutto spogliata per sé, pronta a essere sua. Si sentiva così fortunata da esserne sopraffatta.

Non era mai stata a letto con nessuno, e non poteva certo definirsi spigliata, in quel campo. Tuttavia, sperò che lasciarsi guidare dall'istinto e da ciò che provava fosse sufficiente a fare sentire bene Navia.

Si abbassò, tornando a baciarle le spalle, per poi scendere e sfiorarle con le labbra il seno. Ne avvolse uno nella presa delicata della mano, stringendolo piano, compiacendosi nel sentire il suo respiro più accelerato.

Poteva sentire il tepore della sua pelle, il battito regolare del suo cuore. Chiuse gli occhi e le sue labbra le sfiorarono il capezzolo, provocandolo con un tocco leggero della lingua, prima di chiudere la bocca attorno ad esso, succhiando dolcemente.

Il corpo di Navia si inarcò, un gemito soffuso sfuggì dalle sue labbra. "Clorinde..." sussurrò, la voce velata di bisogno.

Le mani di Clorinde si spostarono sull'altro seno, accarezzandolo con le dita, pizzicando con delicatezza il capezzolo; soltanto a toccarla, si sentì percorrere da un fremito. Strinse appena le gambe, consapevole di quanto fosse già eccitata. 

Navia le strinse le spalle, scivolando poi lungo la sua schiena, attirandola più vicina, incitandola a continuare. "Non fermarti," implorò con un filo di voce, un misto di desiderio e supplica.

Clorinde non aveva alcuna intenzione di fermarsi. Voleva darle tutto, dimostrarle quanto significava per lei. Si mosse con un equilibrio attento tra dolcezza e urgenza, mentre le sue labbra e le sue mani esploravano ogni centimetro della pelle di Navia.

Quando tornò a sollevare il capo e a baciarla, Navia la attirò a sé e raggiunse i bottoni della camicia di Clorinde, slacciandoli con movimenti rapidi e urgenti. La aprì con un'impazienza ormai del tutto evidente, prima di spogliarla a propria volta, slacciandole il reggiseno e lasciando che si stringessero l'una all'altra senza quasi più niente addosso. Navia la accarezzò a sua volta, sui fianchi, sul seno e sulle spalle, esplorando il suo corpo.

 Clorinde sorrise compiaciuta, felice di quell'audacia ritrovata da parte di Navia: era stato bello vederla totalmente rapita da sé, ma sentire quanto la desiderasse, lasciarsi togliere i vestiti da lei era altrettanto piacevole.

Si scostò appena, quel tanto che bastò per stendersi di lato a lei, e tornò ad abbracciarla. 

Bastò poco, perché si ritrovassero avvinghiate l'una all'altra, il petto di Navia premuto contro al proprio, mentre Clorinde tornò ad ancorarsi ai suoi fianchi. Il contatto diretto con la sua pelle calda era così piacevole da farle girare la testa. Quando lasciò scivolare le mani tra le sue cosce, nel punto in cui non erano coperte dalle calze, la sentì fremere. Le mani di Navia si mossero lungo la propria schiena, stringendola più forte, prima che Clorinde insinuasse una gamba tra le sue, premendo un ginocchio tra di esse.

Navia portava una gonna, offrendole un accesso molto più semplice.

Si fermò per un momento, guardando Navia negli occhi, per assicurarsi che fosse ancora a suo agio, ancora disposta. 

"Sei... sicura?" sussurrò Clorinde, la voce più dolce di quanto avesse mai sentito uscire dalle proprie labbra.

Navia le sorrise. "Sì," rispose piano, con una fermezza che fece tremare Clorinde. "Vai avanti."

Le dita di Clorinde scivolarono lentamente lungo le cosce di Navia, esplorando la morbida pelle sotto le calze. 

Poi le lasciò risalire tra le sue gambe, e quando raggiunsero il tessuto già bagnato delle sue mutandine, non poté fare a meno di notare quanto Navia fosse già eccitata. Un sorriso di compiaciuta soddisfazione le curvò le labbra. Con un tocco delicato ma deciso, iniziò a massaggiare il punto sensibile attraverso il tessuto sottile, premendovi piano l'indice.

Navia gemette piano, il suo corpo si inarcò leggermente contro la mano di Clorinde, spingendola a continuare. Le mani di Navia si mossero lungo la schiena di Clorinde, stringendola più forte, mentre il suo respiro diventava sempre più affannato.

Clorinde, percependo la risposta di Navia, si permise di esplorare ancora di più. Le sue dita scivolarono sotto al tessuto, sfiorandola finalmente tra le gambe, dove era ormai bollente e pronta per lei.

Clorinde iniziò a toccarla, con movimenti lenti e circolari che facevano tremare Navia di piacere, lasciando scorrere il dito avanti e indietro sulla sua intimità.  

Navia si aggrappò più forte al suo fianco, il respiro accelerato mentre le dita di Clorinde la esploravano, soffermandosi sul clitoride e poi sfiorandole l'apertura, senza ancora entrare.

"Clorinde," mormorò Navia, la voce tremante. "Non fermarti."

Clorinde, sentendosi incoraggiata, decise di spingersi oltre. Con un movimento delicato ma deciso, fece scivolare un primo dito dentro di lei, e sorrise, sentendosi avvolgere dal suo stretto calore. 

Non aveva mai pensato di arrivare a farle una cosa simile. Non si era neanche mai permessa di sognarlo. Ma adesso, Navia non stava desiderando altro che sentirla dentro di sè, e Clorinde non desiderava altro che soddisfare quel suo desiderio.

Era ancora un po' tesa, ma si sciolse poco dopo, quando Clorinde le diede modo di abituarsi, lentamente, ascoltando il modo in cui il suo respiro si regolarizzò.

Le baciò la guancia, accarezzandole il viso con la mano rimasta libera, morbidamente, prima che si rubassero uno sguardo. 

Voleva perdersi nei suoi occhi, in quelle iridi azzurre che la guardavano con totale adorazione, mentre Clorinde era dentro di lei.

Era la sua ragazza, finalmente. Non riusciva ancora a crederci.

Navia gemette piano, e il suo corpo si inarcò contro la mano di Clorinde, spingendola a muoversi più profondamente. Uscì lentamente da lei, prima di riaffondare piano, muovendosi per la prima volta.

"Sì," sussurrò Navia, la voce carica di desiderio. "Così..."

Clorinde aumentò la pressione, muovendo il dito dentro e fuori, sentendo il ritmo crescere insieme al respiro affannato di Navia. Quando ne lasciò scivolare due, e poi tre, si deliziò di ogni suo gemito, di ogni volta che Navia sussultava, inarcandosi contro di sè, chiedendone di più. Piegò appena le dita dentro di lei, compiaciuta di vederla chiudere gli occhi con espressione estasiata. 

Ogni suo gemito, ogni suo sospiro era una conferma del  desiderio che provava, del modo in cui si stava lasciando andare del tutto. 

Clorinde era decisamente felice di vederla in quello stato. Ma voleva di più. Voleva sentire Navia completamente, voleva darle tutto il piacere che poteva.

Si spostò leggermente, e scostò la mano con delicatezza, prima di tornare sopra di lei. Si sistemò tra le sue gambe, trattenendo a stento un sorriso, quando riconobbe una certa frustrazione nella sua espressione, nonostante il suo sorriso incuriosito. Non era certo felice di quell'interruzione, ma fortunatamente, Clorinde aveva l'intenzione di riprendere presto.

"Ti fidi di me?", le mormorò, con attenta dolcezza, guardandola negli occhi. "Vorrei farti sentire ancora meglio."

"Certo.", rispose Navia, con un sussurro; i suoi occhi erano quasi avidi, quando seguirono i successivi movimenti di Clorinde.

Clorinde scese lentamente, baciando la pelle morbida del suo addome, sollevandole la gonna e sfilandole del tutto le mutadine. Le sue labbra scivolarono sulle cosce di Navia, prima di fermarsi tra le sue gambe.  Navia abbassò lo sguardo su di lei e trattenne il fiato, prima di sorridere, con un cenno di assenso. Lasciò scivolare le dita tra i propri capelli, stringendoli piano e spingendola verso di sé.

 Clorinde si chinò, lasciando scorrere lentamente la lingua sulla sua intimità; quando finalmente raggiunse il clitoride, lo accarezzò con movimenti lenti e circolari. 

Quando poi le labbra di Clorinde si chiudono intorno al suo clitoride,
Navia gemette forte, e il suo corpo si inarcò contro la bocca di Clorinde, mentre strinse più forte la presa sulla sua nuca. 

Clorinde sollevò lo sguardo su di lei, beandosi della visione della sua fidanzata con un'espressione totalmente persa, adorante; distesa sul materasso, con le gambe aperte e appoggiate contro alle proprie spalle, era totalmente a propria disposizione. Le sue labbra erano dischiuse in sospiri, il suo bel viso era arrossato.

 Fu a quel punto che Clorinde entrò di nuovo; le proprie dita scivolarono di nuovo dentro Navia, e suo respiro si fece più rapido, mentre si muoveva dentro di lei. Continuò a darle piacere con la bocca, mentre tracciava, con la lingua, quel punto sensibile che la faceva sussultare e gemere. 

Navia non l'aveva ancora toccata, ma Clorinde era così eccitata, soltanto toccandola e guardandola, che si sentì percorsa da un brivido intenso.

Lasciò affondare tre dita dentro di lei, muovendole più forte, fino a quando non sentì Navia stringersi intorno ad esse.

Le mani di Navia afferrarono le lenzuola, il suo corpo era ormai teso. 

"Ti prego", sussurrò, con la voce piena di disperazione. "Non fermarti...ci sono quasi".

Clorinde non aveva alcuna intenzione di fermarsi. Voleva che quel momento fosse perfetto per Navia, per dimostrarle quanto ci tenesse. Continuò a muoversi con un misto di urgenza e tenerezza, nonostante il proprio respiro fosse ormai affannato, lasciando che le dita e la lingua lavorassero in armonia, portando Navia sull'orlo del piacere.

Quando il corpo di Navia si tese e il suo respiro accelerò, Clorinde capì che era vicina. Si mosse più velocemente, sentendo il proprio stesso desiderio crescere mentre sentiva Navia abbandonarsi sempre di più ai propri gesti. 

Si mosse più velocemente, le sue dita e la sua lingua lavoravano in armonia, portando Navia all'apice del suo piacere.Il corpo di Navia si inarcò, il respiro affannoso mentre raggiunse l'apice, stringendole forte i capelli.

Clorinde la strinse forte a sua volta, scostandosi da lei soltanto quando fu sicura di aver finito, di aver lasciato Navia senza fiato, totalmente soddisfatta. Non desiderava altro che renderla felice.

"Clorinde..", mormorò Navia, con voce affannata ma indubbiamente felice, attirandola subito tra le proprie braccia. "Grazie. E' stato..davvero bello."

Clorinde sorrise, ricambiando l'abbraccio, lasciandola sistemare contro di sé per baciarle dolcemente le labbra, assaporando il calore del suo respiro. La strinse a sé, sentendo il battito accelerato dei loro cuori all'unisono, passandole lentamente le dita sulla schiena, e tra i morbidi capelli biondi.

Restarono lì, avvolte l'una nell'altra, i loro respiri ancora irregolari, i cuori che battevano all'unisono. Il mondo intorno a loro si era dissolto, lasciandole sole nella loro perfetta realtà.

Clorinde le sfiorò la fronte con un bacio, lasciando che le sue labbra vi indugiassero per un istante. "Sono così felice di essere qui con te," mormorò, con infinita dolcezza.

Navia le accarezzò il viso con un sorriso. "Anch'io," rispose piano. "Anch'io."

Poi, con sorpresa di Clorinde, che si era concentrata così tanto sul piacere dell'altra da dimenticare quasi di sé stessa, Navia lasciò scorrere le dita tra le sue gambe. Si staccò leggermente da Clorinde, guardandola con un sorriso intenerito. "Mi sembra che ti sia piaciuto guardarmi," disse, la voce leggermente maliziosa, sistemandole una ciocca spettinata dietro all'orecchio, prima di sussurrare contro di esso. "Non posso lasciarti andare a dormire così, adesso, dico bene?"

Clorinde arrossì leggermente, sentendosi improvvisamente vulnerabile. "Non devi per forza..." iniziò a dire, ma Navia la interruppe con un bacio.

"Lo so. Infatti voglio farlo," sussurrò Navia, guardandola negli occhi. "Meriti di provare lo stesso piacere che mi hai dato."

Clorinde sorrise, sentendosi amata e desiderata, e accogliendo volentieri quel gesto. "Va bene," rispose allora: il proprio cuore le martellò con impazzata nel petto, mentre permise a Navia di toccarla a sua volta.

Navia la guardò con un sorriso dolce e determinato, prima di oltrepassare il tessuto delle sue mutande e iniziare a toccarla con movimenti lenti e circolari, sentendo il suo respiro accelerare. Clorinde gemette sommessamente, il suo corpo tremante sotto le carezze di Navia, così inaspettate e gradite. Era ormai eccitata da diversi minuti, ma soltanto in quel momento si rese totalmente conto dello stato in cui versava, reagendo immediatamente al tocco di Navia. Era già pronta per lei da diverso tempo, dunque Navia non trovò particolare difficoltà a toccarla.

 Percorsa da brividi, si lasciò facilmente andare, sentendo il piacere crescere dentro di lei. Navia aumentò la pressione, muovendo le dita con più intensità e lasciandole entrare dentro di sé. Si mosse sempre più forte, e a Clorinde non restò altro da fare che affidarle totalmente quel desiderio, fino a quando non raggiunse l'apice del suo piacere. 

Clorinde si abbandonò completamente tra le braccia di Navia, il respiro ancora affannato, il cuore che martellava forte nel petto. Si sentiva avvolta da un calore nuovo, diverso, un'emozione che la lasciava vulnerabile e felice allo stesso tempo.

Navia la strinse più forte, accarezzandole piano la schiena con movimenti lenti, rassicuranti, come se volesse prolungare quell'intimità appena condivisa. 

Dopo tanti anni di esitazione e attese silenziose, era confortante sapere che non si sarebbero più separate. Ciò che era successo quella notte era soltanto il preludio di ciò che le attendeva in futuro.

Si guardarono negli occhi, e Clorinde si perse nel riflesso gentile dello sguardo di Navia, così pieno di affetto, di tenerezza, di qualcosa che andava ben oltre la semplice passione. Non aveva mai desiderato nessun altro se non lei. Ormai, ogni dolore del passato non aveva più importanza.

Navia sorrise piano, le dita che sfioravano la sua guancia con infinita dolcezza. "Clorinde..." sussurrò, con un filo di voce, quasi con timore, come se stesse per dire qualcosa di troppo grande da contenere.

Clorinde posò una mano sopra la sua, intrecciando le dita con delicatezza. "Dimmi"

Navia inspirò profondamente, poi chiuse gli occhi un istante, come per trovare il coraggio. Quando li riaprì, erano colmi di una luce che fece tremare Clorinde. "Io..ti amo."

Due semplici parole, eppure furono tutto.

Clorinde sentì il cuore fermarsi per un istante, prima di riprendere a battere con una forza nuova, più sicura, più determinata. Le labbra le si incurvarono in un sorriso incredulo, mentre si stringeva ancora di più a lei.

"Anche io ti amo, Navia. Ti amo da moltissimi anni"

Non ci fu bisogno di dire altro. Si baciarono di nuovo, ma questa volta il bacio non era colmo di desiderio, non era affrettato né frenetico. Era dolce, lento, il sigillo di una promessa appena fatta.

Navia si rannicchiò contro di lei, il viso nascosto nell'incavo della sua spalla, e Clorinde le passò un braccio attorno, proteggendola come aveva sempre desiderato fare. Come avrebbe sempre fatto, d'ora in poi.

Si addormentarono così, avvolte l'una nell'altra senza neanche trovare il momento di rimettersi il pigiama, mentre la notte scivolava silenziosa fuori dalla finestra. 

Clorinde non era mai stata così felice in tutta la sua vita.

Il giorno dopo, avrebbero finalmente concluso la missione. Ma adesso, voleva soltanto pensare a Navia.

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