5: Lakelight Lily
Un bacio in riva al mare.
Era ancora meglio di tutto ciò che Clorinde aveva sognato, per anni.
Stringere a sé la persona che amava, sapere di essere ricambiata, era la cosa migliore del mondo.
Non era brava a cogliere i segnali altrui, e una parte di lei credeva davvero di non poter meritare l'amore di Navia. Si era sempre imposta di non illudersi troppo, di non interpretare i suoi gesti di affetto come un qualcosa di più, per non dover soffrire dopo, davanti a un rifiuto.
Invece, Navia provava lo stesso. Clorinde non riusciva ancora a credere che fosse tutto reale, mentre la stringeva forte, quasi temendo di vederla svanire dopo quel bacio.
Per fortuna, anche quando si scostarono, Navia non si allontanò del tutto. Dopo il primo bacio, rimase vicina a Clorinde, con il viso a pochi centimetri dal suo, i loro respiri ancora intrecciati. Per un attimo nessuna delle due disse nulla, come se volessero assaporare quella vicinanza appena scoperta. Poi, con un sorriso timido ma radioso, Navia posò di nuovo le labbra su quelle di Clorinde, stavolta con maggiore dolcezza, un tocco che sembrava confermare le sue intenzioni.
Clorinde si lasciò andare, ogni resistenza ormai svanita. Quando le mani di Navia si posaro leggere sulle sue spalle, sentì un brivido percorrerla, ma non di freddo: era la consapevolezza che quel momento era reale, che Navia la desiderava quanto lei. La baciò a sua volta, più profondamente, lasciando che i sentimenti a lungo repressi trovassero finalmente voce in quel contatto.
Navia era ancora leggermente fredda, a causa del bagno in mare e del fatto che indossava soltanto il costume da bagno; Clorinde le accarezzò la schiena con delicatezza, fremendo appena, nel passare le dita sulla sua pelle scoperta.
Quando si staccarono di nuovo, entrambe avevano le guance arrossate, e Clorinde si passò una mano tra i capelli, un po' impacciata. "Forse... forse dovremmo ricomporci," mormorò, la voce tremante di emozione.
"Tu dici?" Navia ridacchiò piano, un suono melodioso che fece sorridere anche Clorinde. Si sistemarono un po', cercando gli asciugamani per coprirsi mentre la brezza del tramonto si faceva più fresca. Navia, con un sorrisetto malizioso, lanciò uno sguardo di lato a Clorinde. "Sai, in realtà l'avevo già capito da un po'."
Clorinde si voltò verso di lei, sorpresa. "Cosa?"
Navia si strinse nelle spalle con aria divertita, ma i suoi occhi brillavano di affetto. "Che ti piaccio," disse con un tono leggero, ma con una sincerità che non lasciava dubbi. "I fiori che mi hai portato a casa, gli sguardi che mi lanciavi quando pensavi che non me ne accorgessi... e tutte le attenzioni che hai avuto per me in questi anni. Erano così... belle. Sei sempre premurosa, nei miei confronti.", mormorò, prendendole la mano. Clorinde la strinse senza indugio,sentendosi arrossire fino alla punta delle orecchie.
Sapeva essere una persona composta, ma quando si trattava di Navia, evidentemente, non era molto in grado di trattenersi. "Non pensavo fossi così attenta," mormorò, abbassando lo sguardo, ma un piccolo sorriso le increspò le labbra. "Credo di non essere stata molto brava a nasconderlo..."
"Per fortuna," rispose Navia, avvicinandosi per sfiorarle la guancia con una carezza lieve. "Se non l'avessi capito, avrei perso questa occasione. E non avrei mai voluto perderti di nuovo."
A quelle parole, Clorinde si sciolse del tutto. Si lasciò andare contro Navia, avvolgendola tra le braccia con un calore che trasmetteva tutto ciò che non era riuscita a dire con le parole. "Non sai quanto sei importante per me," sussurrò. "Non voglio più tenere nulla nascosto. Voglio esserci per te, sempre."
Navia sorrise, stringendola a sé. "Grazie," rispose semplicemente. Poi si strinse un po' di più a Clorinde, lasciandosi cullare dal calore che l'altra le trasmetteva. Gli asciugamani avvolgevano entrambe, ma era la vicinanza di Clorinde, la sicurezza delle sue braccia, a scaldarla davvero. Il tramonto dipingeva la scena di sfumature dorate, e il mare davanti a loro sembrava scintillare di luce liquida.
Clorinde, con un gesto lento e premuroso, sistemò meglio l'asciugamano sulle spalle di Navia, accarezzandole piano un braccio con il dorso della mano. "Va meglio così?" chiese a bassa voce.
Navia annuì, socchiudendo gli occhi. "Va benissimo."
Si lasciò avvolgere dalla sensazione di calore e sicurezza che la vicinanza di Clorinde le trasmetteva. Le dita di Clorinde, forti ma incredibilmente delicate, si muovevano lungo le sue spalle e i suoi capelli, sistemando con cura l'asciugamano. Ogni gesto sembrava carico di una premura che Navia non aveva mai sperimentato così intensamente.
"Sei sempre così attenta," disse Navia piano, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa contro la spalla di Clorinde. "Mi fai sentire... protetta. È una sensazione bellissima."
Clorinde sorrise, il cuore che sembrava sciogliersi a quelle parole. "È che non voglio che tu abbia freddo," rispose, un po' imbarazzata, anche se la sua mano rimase ferma sulla spalla di Navia, trasmettendo calore.
Navia sollevò lo sguardo verso di lei, con quel sorriso luminoso che tanto adorava. "Sai che non è solo questo. È sempre stato così con te, Clorinde. Anche quando ci siamo allontanate e non parlavamo molto, avevo la sensazione che ti prendessi cura di me a modo tuo. Mi tenevi d'occhio a distanza anche se sapevi che non volevo parlarti, solo per assicurarti che nessuno mi attaccasse." Si fermò un attimo, la curiosità che le brillava negli occhi. "Ma dimmi, quando... quando hai capito di provare qualcosa per me? Quando ho iniziato a piacerti?"
Clorinde sorrise, a quel ricordo ormai fortunatamente lontano. Aveva effettivamente tenuto d'occhio Navia per tanto tempo, addolorandosi nel vederla sola, senza il padre o qualcuno che la aiutasse. Proteggerla a distanza era il minimo che aveva potuto fare per lei.
Poi si irrigidì per un istante, sorpresa dalla domanda diretta, ma la dolcezza nello sguardo di Navia la spinse a parlare. Fece un respiro profondo, cercando di mettere ordine tra i ricordi e le emozioni. "Non è stato un momento preciso," iniziò, la voce un po' incerta, "ma... credo che sia iniziato quando eravamo adolescenti."
Navia sgranò leggermente gli occhi, visibilmente sorpresa. "Davvero? Così tanto tempo fa?"
Clorinde annuì, un lieve rossore che le colorava le guance mentre evitava per un attimo il suo sguardo. "All'inizio pensavo fosse solo un'amicizia. Sai, quella sensazione di voler essere sempre vicina a te, di divertirmi sempre con te. Ma poi... ci sono stati momenti in cui mi sono resa conto che non provavo lo stesso per nessun altro. Non era solo amicizia. Era qualcosa di più. Ogni volta che ti vedevo, ogni volta che ridevi, era come se... il mondo si fermasse."
Navia la guardò, sorpresa e intenerita. "Davvero?" chiese piano, il tono incredulo ma carico di dolcezza. "E hai portato dentro tutto questo per anni, senza dirmelo?""
Clorinde annuì, con il cuore che le batteva all'impazzata, e abbassò la voce. Ormai si erano già dichiarate, ma esporsi così tanto, parlare apertamente dei propri sentimenti, era totalmente nuovo per lei. Tuttavia, si fidava di Navia, e voleva parlargliene. "Ho cercato di ignorarlo, per paura di rovinare quello che avevamo. Poi, ho iniziato a pensare che non avrei mai potuto essere all'altezza. Pensavo... pensavo che non fosse possibile che tu potessi sentire lo stesso per me."
Navia sorrise, posando una mano sulla guancia di Clorinde, accarezzandola con delicatezza. "E invece lo sentivo," disse, la sua voce un sussurro che sembrava avvolgerle entrambe. "Quando ti ho persa, mi è crollato tutto il mondo addosso. Sono felice che tu abbia trovato il coraggio di dirmelo, adesso.", aggiunse, accennando poi una piccola risata. "Anche perché temevo di farmi scoprire anche io, in questi giorni. Starti accanto così tanto tempo mi ha messo alla dura prova."
Clorinde si rilassò sotto quel tocco, chiudendo per un attimo gli occhi. "Avrei dovuto dirtelo prima," mormorò. "Ma ero così spaventata..."
"Non importa," rispose Navia con un sorriso rassicurante. "Lo hai fatto ora, ed è questo che conta."
"Già. Sono fortunata ad averti.",disse Clorinde, sentendo il proprio sorriso ampliarsi.
Restarono così, per un po', avvolte negli asciugamani e nella reciproca compagnia, mentre il sole scivolava oltre l'orizzonte, tingendo il cielo di arancione e porpora. Clorinde continuava a sfiorarle le spalle, quasi senza accorgersene, come se volesse imprimere quel momento nella memoria. Navia si lasciò andare completamente, appoggiandosi al suo petto e intrecciando le dita con le sue.
Mentre la sera calava lentamente, Clorinde si chinò per posare un ultimo, delicato bacio sulla fronte di Navia, stringendola un po' più forte tra le braccia. Non c'erano più dubbi, né paure: solo la certezza che, finalmente, si erano trovate davvero.
****
Un'ora dopo, Clorinde e Navia si incamminarono fianco a fianco verso casa, le mani che si sfioravano di tanto in tanto come a cercare conferme di quel legame appena rivelato. L'aria della sera si era fatta più fresca, spingendole ad accelerare il passo.
Mancava un ultimo passaggio per trovare tutti gli indizi per la loro missione: dovevano trovare dei fiori che crescevano in riva al lago, ben visibili alla luce notturna. I gigli lagoluce, per la precisione.
Avevano deciso, tuttavia, di cambiarsi e indossare qualcosa di più pesante, prima di avventurarsi di nuovo nel bosco. Non era certo il caso che prendessero inutilmente freddo.
Una volta arrivate in albergo, Clorinde aprì la porta e lasciò che Navia entrasse per prima.
"Devi assolutamente farti una doccia calda," disse Clorinde, con tono premuroso, chiudendo la porta dietro di sé. "Non vorrei che ti venisse un raffreddore dopo tutta quella brezza sul mare."
Navia sorrise, girandosi verso di lei con un'espressione divertita. "Ti preoccupi sempre così tanto per me?"
"Non ci posso fare niente," ammise Clorinde con un lieve sorriso. "Vai tu per prima. Mi preparerò i vestiti, nel frattempo."
"D'accordo.", approvò finalmente Navia. Le stampò un bacio sulle labbra, prima di infilarsi nel bagno.
Clorinde si rilassò, sentendo il rumore dell'acqua che scorreva, mentre si toglieva i sandali e sistemava gli asciugamani umidi, scrollandoli dalla sabbia.
Era ancora incredula di ciò che era appena successo. Rimanere da sola con i propri pensieri, con la consapevolezza dell'affetto di Navia, la fece inevitabilmente sorridere. Si perse nei propri pensieri, mentre sceglieva dei vestiti puliti, fino a quando Navia non aprì la porta del bagno.
Navia uscì dal bagno avvolta in un asciugamano bianco, che le avvolgeva il corpo appena sopra il petto, lasciando le spalle scoperte. Il suo viso era arrossato, forse per il calore della doccia. I capelli bagnati le ricadevano in morbide ciocche sulle spalle nude, e l'asciugamano era decisamente troppo stretto intorno al suo corpo; probabilmente, sotto non portava nulla.
Clorinde, che stava sistemando le loro cose vicino al letto, alzò lo sguardo e la vide. La vista di Navia così, con quella naturalezza che la rendeva ancora più bella, le fece mancare un battito. La aveva già vista in costume poche ore prima, ma il pensiero che ora fosse completamente nuda sotto quel sottile tessuto la fece arrossire lievemente.
I suoi occhi si fermarono un po' troppo a lungo sul corpo di Navia, seguendo il percorso delle gocce d'acqua che le scivolavano sulla pelle, sulla curva del petto leggermente esposta. Quando si rese conto di stare fissando troppo minuziosamente la sua figura, abbassò rapidamente lo sguardo, cercando di nascondere il sorriso imbarazzato che le si stava formando sul volto.
Navia, notando di certo il suo silenzio e il modo in cui l'aveva guardata, inclinò la testa di lato con un sorriso malizioso. "Tutto bene, Clori?" chiese, con tono leggero.
Clorinde sobbalzò, distogliendo lo sguardo in fretta. Era piuttosto sicura che Navia avesse capito tutto, ma non era ancora in grado di processare un modo adeguato di agire.
Era ancora così difficile realizzare che ora Navia era, in un certo senso, sua. Che avrebbe potuto baciarla ancora, stringerla a sé. Processare una tale fortuna la stava facendo comportare in maniera così impacciata da renderla quasi ridicola.
"Sì, sì! Va tutto benissimo!" mentì, forse un po' troppo rapidamente. Sentiva il calore salirle alle guance, ma cercò di mantenere la compostezza. "Scusa, devo... devo fare una doccia anch'io. Sai, la sabbia è ovunque." aggiunse, afferrando in fretta l'asciugamano pulito e dirigendosi verso il bagno con passi veloci, quasi fuggendo.
"Sì, sì, immagino. Buona doccia." Navia rise piano, divertita dalla reazione di Clorinde, mentre la guardava sparire dietro la porta. Clorinde, chiusa nel bagno, si appoggiò con la schiena contro la porta, prendendo un respiro profondo per calmare il battito accelerato del cuore.
Poco dopo, Clorinde si sforzò di scrollarsi di dosso l'imbarazzo e entrò nella doccia, lasciando che l'acqua calda scivolasse sulla sua pelle, portando via quell'agitazione.
Chiuse gli occhi per un momento, godendosi la sensazione dell'acqua che le rilassava i muscoli e lavava via ogni traccia di tensione. Con calma, iniziò a lavarsi, prendendosi del tempo per immergersi nel profumo di sapone e di sistemare bene i capelli. Voleva essere bella, sistemata con cura, soprattutto adesso. Passò le dita tra le ciocche, assicurandosi che fossero ben pulite e morbide, prima di sciacquarsi con cura.
Una volta terminata, spense l'acqua e si avvolse in un asciugamano, asciugandosi con cura, prima di indossare i vestiti. Non credeva che sarebbe riuscita a mantenere abbastanza compostezza per passare di fronte a Navia così scoperta.
Si diede un ultimo sguardo allo specchio, notando la propria espressione così diversa dal solito: emozionata, con gli occhi viola colmi di felicità e sorrise a se stessa. Era una sensazione nuova, quella di sentirsi così viva, e le piaceva.
Quando uscì dal bagno, trovò Navia già vestita, senza cappello, con una semplice fascia scura. Navia si girò verso di lei con un sorriso radioso, che fece battere di nuovo il cuore di Clorinde. "Sei pronta?" le chiese dolcemente, con un tono che mescolava affetto e complicità.
"Certo. Andiamo subito?", domandò Clorinde, prendendo la propria spada e lo zaino con gli oggetti più essenziali, tra cui le lanterne per illuminare i passaggi più bui.
"Meglio levarci tutto il prima possibile, e fare gli ultimi passaggi domani, che dici?", concordò Navia, porgendole la mano. "A proposito, lasciamo all'albergo le lettere da mandare a Neuvillette e Wriothesley, così ci raggiungeranno nei prossimi giorni per consegnare la spada al mittente della lettera."
Clorinde, suo malgrado, concordò. Con i fiori che avrebbero trovato quella sera, avrebbero ufficialmente concluso la lista degli oggetti richiesti dal misterioso mittente. Restava soltanto da provare a mettersi in contatto con lui: la parte più temibile di quell'avventura. Era inevitabilmente preoccupata, per quanto fosse consapevole che, in caso di inganno, avrebbe potuto battere quella misteriosa persona a duello abbastanza facilmente. Aveva anche Navia, Wriothesley e Neuvillette dalla sua parte, ma non sapere a cosa andava incontro non era una situazione ideale.
Tuttavia, non poté fare a meno di pensare che quella ricerca aveva decisamente dei lati positivi: l'aveva avvicinata a Navia, fino ad arrivare a un punto che non avrebbe mai sperato di raggiungere.
Una volta che furono entrambe pronte, le due donne uscirono insieme dall'albergo; la frescura della sera che le avvolse, mentre si incamminarono verso il lago, in cerca dei gigli.
****
Il lago si apriva davanti a loro come un'immensa distesa d'acqua calma, riflettendo il cielo notturno cosparso di stelle. Le onde leggere lambivano la riva in un sussurro sommesso, mentre il vento dolce della sera accarezzava le fronde degli alberi circostanti. L'aria era satura di un profumo fresco e leggermente dolciastro, quello dei gigli lagoluce, che crescevano rigogliosi lungo le sponde.
I gigli lagoluce, fiori dai petali bianchi e luminosi, risplendevano nella notte, emanando una luce soffusa che avvolgeva tutto intorno a loro in un'aura quasi magica. Ogni fiore sembrava danzare alla brezza, unire il cielo e la terra in un abbraccio di pura bellezza. Navia e Clorinde si fermarono, incantate da quello spettacolo naturale che pareva creato apposta per loro.
Navia si chinò a sfiorare uno dei gigli con la punta delle dita, sorridendo alla vista di quella luce gentile. Clorinde, al suo fianco, osservava la scena con occhi pieni di meraviglia. Era un momento perfetto, uno di quelli che si custodiscono per sempre nel cuore.
"Beh, questi fiori sono stati decisamente più facile da trovare, rispetto alla spada o alle conchiglie.", commentò Navia, a bassa voce, con tono allegro.
Clorinde si voltò verso Navia, osservandola attentamente; lo spettacolo naturale intorno a loro era bello da togliere il fiato, ma era difficile non concentrarsi du di lei. I suoi occhi brillavano alla luce dei fiori, il riflesso dell'acqua danzava sul suo viso, illuminandole le iridi azzurre.
"Navia," iniziò a dire, la voce carica di emozione, "grazie. Grazie per essere stata al mio fianco, per avermi aiutata a completare tutto questo. Non avrei potuto farcela senza di te."
Navia si raddrizzò, il suo sorriso illuminato dalla luce soffusa dei gigli. "Non c'è niente di cui ringraziarmi," rispose dolcemente. "Sono felice di essere stata con te in questa indagine. Ogni momento al tuo fianco è stato speciale."
Poco dopo, Clorinde si abbassò leggermente e raccolse un giglio lagoluce. Si girò verso Navia, il fiore ancora tremolante tra le sue mani.
"Tienine uno per te, da parte mia" mormorò, porgendole il fiore. "Ho..cercato che significato ha, quando cercavo di capire quella strana lettera.", ammise, guardando con una certa emozione l'espressione di Navia incuriosirsi, e trovando il coraggio di aggiungerlo: "Il lakelight lily, il giglio lagoluce, significa 'attesa' e 'promessa eterna'."
Navia sussultò, prima di prendere delicatamente il fiore dalle mani di Clorinde. La sua espressione si fece più commossa: la luce dei suoi occhi si mutò in un leggero tremolio. "È...bellissimo," mormorò, prendendo il giglio con cura, accarezzandone la superficie con la punta delle dita. "Hai...pensato di dedicarmi un significato del genere?"
"Sì." Clorinde sorrise, il viso illuminato da una gioia sincera, vedendola così riconoscente. Sentì la tensione abbandonare ogni muscolo del volto, ormai sereno e rilassato. "Nelle antiche leggende di Fontaine, si raccontava che una Signora delle Acque aveva un fiore come questo all'ultimo Cavaliere del Lago, il suo amato, come dono di addio."
Navia fece un cenno interessato con il capo, ascoltandola rapita, prima di esitare appena, con una punta di timore nella voce. "Di..addio?", ripetè, forse preoccupata che Clorinde potesse stare usando quel fiore, quella storia, per separarsi da lei, ora che avevano finito quella missione.
La sola idea era totalmente assurda, per Clorinde, che di rimando, posò una mano sulla sua.
"Soltanto un addio temporaneo. Come era stato il nostro.", precisò, accarezzandole piano le dita. "Ancora oggi, a Fontaine, si offre questo fiore a un amato che sta per intraprendere un lungo viaggio. La sua luce azzurra serve a fare in modo che il suo amato possa sempre ritrovarlo e tornare al suo fianco, seguendo il suo bagliore.",le disse, sorridendole di nuovo. "Vorrei che tu lo conservassi, e che lo portassi con te. Così, saprai che non sarai mai più da sola. Saprai che ti troverò sempre."
Navia la ascoltò, emozionata, stringendosi poi il fiore al petto. Una leggera patina le velò gli occhi: lacrime di gioia, le uniche che Clorinde avrebbe mai voluto vederle versare, da quel momento in poi. "Ma certo. Lo terrò con me" disse con dolcezza, ricambiando la stretta della sua mano. "Così da ricordarmi che non importa più che cosa accadrà: da oggi in poi, torneremo sempre l'una all'altra."
"Sempre.", confermò Clorinde, sentendo il sorriso sul proprio volto allargarsi.
Poi, con un gesto lento e delicato, si chinò verso Navia; le loro labbra si sfiorarono le sue in un bacio dolce e carico di sentimento.
Le loro mani si cercarono, intrecciandosi con naturalezza. Clorinde si avvicinò di un passo, riducendo la distanza tra loro, sentendo il tepore di Navia contro di sé, reale e tangibile in contrasto con il freddo della notte. Avrebbe voluto fermare il tempo a quel momento, pensò per un istante, prima di cambiare idea: le avrebbe precluso di conoscere il futuro che la attendeva al fianco di Navia.
***
Recuperati una quantità sufficienti di fiori, Clorinde e Navia passarono altri minuti in riva al lago, rilassandosi in quel piacevole scenario. Rincasarono all'hotel ormai a tarda notte, dopo una lunga passeggiata.
Dopo essere entrate in hotel, si fermarono un istante sulla soglia della loro stanza; il silenzio della sera avvolgeva il corridoio, interrotto solo dal lieve suono dei loro respiri. Di colpo, essere tornate in uno spazio così privato, dopo tutto ciò che era accaduto durante il giorno, le racchiudeva in un'atmosfera più calda e delicata.
Clorinde chiuse la porta alle loro spalle, il suono del chiavistello che scattava sembrava suggellare il momento. Era riuscita a baciare Navia a lungo, a esprimere i propri sentimenti con naturalezza, a essere più sciolta. Ma adesso, in camera insieme a lei, a un passo dal condividere di nuovo il letto, si sentiva così agitata che il cuore le martellava con forza nel petto.
Navia si voltò verso di lei, il viso ancora illuminato da un sorriso dolce, e prima che Clorinde potesse dire qualcosa, Navia fece un passo avanti, prendendola per mano. Si avvicinanò fino a sfiorarle le labbra, lasciandola quasi senza fiato. "Grazie per oggi," mormorò, le sue parole appena un sussurro.
Clorinde non riuscì a rispondere subito con le parole. Invece, si chinò leggermente, catturando le labbra di Navia in un bacio inizialmente dolce, premendovi le proprie. Poco dopo, quel bacio trasformò in qualcosa di più profondo, più urgente. Schiuse le labbra sulle sue, assaporandone la morbidezza, prima che Navia sospirasse delicatamente, lasciandovi libero accesso. Bastarono pochi istanti prima che la lingua di Clorinde accarezzasse la sua, e che i loro sospiri si accorciassero, tra un bacio e l'altro.
Navia si avvicinò di più; il suo corpo si premette contro quello di Clorinde, con malcelata impazienza. Clorinde lasciò scorrere le mani ai suoi fianchi, lentamente, sopra la sua camicia leggera. Navia era leggermente più bassa di lei, senza il solito cappello in testa, e aveva di certo la forza di una guerriera abituata a combattere con una spada. Clorinde, tuttavia, voleva essere ancora delicata con lei, mentre si permetteva, per la prima volta, di sfiorare le linee del suo corpo. Navia, in tutta risposta, lasciò scorrere le mani fino alle proprie spalle, ancorandola.
"Clorinde," sussurrò contro le sue labbra, il suono del suo nome un mix di desiderio e necessità.
Clorinde sentì un brivido attraversarle la schiena, riconoscendo abbastanza facilmente le emozioni dietro a quel tono, provandole a sua volta.
"Navia..." La sua voce era spezzata, colma di emozione. La tenne stretta, come se il mondo esterno potesse svanire in quel momento.Sentiva il calore di Navia contro di lei, il suo profumo che la avvolgeva, un richiamo irresistibile che la trascinava sempre più in profondità.
Le loro mani si esploravano con delicatezza, un tocco alla volta, come se volessero memorizzare ogni linea, ogni curva. Clorinde sentiva il cuore battere all'impazzata, ogni fibra del suo essere concentrata su Navia. Le accarezzò il viso, le dita che tracciavano la linea della mascella fino a perdersi tra i suoi capelli biondi, morbidi.
"Clorinde, ferma tutto tu, se vuoi, perché io..." confessò Navia, la sua voce tremante di desiderio. "..vorrei soltanto continuare. Ma non voglio che tu..te ne penta, o metterti fretta, o.."
Quelle parole accesero un tepore ancora più forte dentro Clorinde. Le girava la testa, ma non voleva assolutamente fermarsi. Forse era tutto molto impulsivo da parte di entrambe, ma era la cosa giusta. Non si sarebbe mai pentita di ciò che stava per fare.
Le prese il viso tra le mani, guardandola negli occhi, senza esitazione. "Anch'io non voglio fermarmi, Navia."
Navia sorrise, tirandola in un altro bacio, questa volta più intenso, affondandole le dita tra i capelli. Si mossero lentamente verso il letto, ancora avvolte l'una nelle braccia dell'altra, i baci che non si interrompevano mai, ogni passo un'anticipazione di ciò che stavano per condividere.
Arrivate al letto, si lasciarono cadere sul materasso, Clorinde sopra di Navia, le mani che si intrecciavano mentre si guardavano negli occhi, i respiri mescolati. Clorinde si fermò per un momento, il desiderio evidente nei suoi occhi, ma anche una dolcezza infinita.
La guardò con cura, imprimendosi nella memoria la splendida visione che aveva davanti: Navia che la osservava colma di aspettativa, i suoi capelli sciolti e leggermente spettinati che le ricadevano sul cuscino. Le sue spalle si alzavano e abbassavano rapidamente, il corpo teso dall'emozione. Il suo rossetto ormai svanito, sostituito da un rossore sulle labbra, il segno dei propri baci. Era bellissima. Lo era sempre stata.
"Sei sicura?" chiese, la sua voce un sussurro pieno di cura.
Navia annuì, tirandola verso di sé con un sorriso radioso. "Non sono mai stata così sicura di nulla in vita mia."
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note dell'autore
Ho due passioni:
-far dare i fiori/oggetti del luogo ai personaggi, assegnare un fiore a ogni ship nelle mie fanfiction (qua si vede il mio kinnare zhongli ahaha): il fiore di romartine alla wriolette, la noctilucous jade alla chili, e il lakelight lily alla clorivia ora
-interrompere sul più bello il boombayah time
detto ciò, buon anno <3 ahah
spero di aggiornare più in fretta! sorry ma tra bronchite, pleurite e costola rotta è da un mese che sono mezzo rotto ahahah
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