Tutta la notte
Angolo autrice:
Buongiorno stelline 🌻
Ho deciso di pubblicare oggi anziché ieri così da poter commentare insieme la puntata nei commenti! Cosa ne pensate?
Scrivetemi qui la vostra finale ideale (a quattro), sono molto curiosa!
Tutta la notte,
Tutta la notte, tutta la notte, tutta la notte,
tutta la notte con te
Aprì gli occhi lentamente, la testava che sembrava scoppiargli e la consapevolezza del proprio corpo ancora da recuperare.
Passò qualche secondo prima che si rendesse conto del peso sul proprio petto, ancora qualcuno per percepire una folta massa di capelli scuri solleticargli il naso.
Le braccia avvolte attorno ad un busto sottile, un calore sul cuore che certamente non proveniva da se stesso.
Avevano dormito insieme.
Che avessero...?
Ma no! Bastò poco per accorgersi che aveva ancora tutti i vestiti indosso e poi, ubriaco com'era la sera prima, non sarebbe riuscito a fare proprio niente.
Ed allora come avevano fatto a finire nello stesso letto? Non aveva mai dormito con qualcuna, neppure con Marghe, e si ritrovò a pensare che fosse una sensazione davvero rilassante.
Il respiro di Giulia sul petto, il suo corpo che si alzava e si abbassava lentamente, il profumo dello shampoo al cocco...
<< Lo so che sei sveglio >>
Fece per alzarsi, ma Sangio la trattenne contro di sé.
<< Fingiamo che non sia così >>
La sentì ridacchiare e, sebbene non potesse vederla, scoprì che la sua mente riusciva a riprodurre l'esatta immagine senza alcuno sforzo.
<< Come siamo finiti qui? >>
<< Non ti ricordi proprio niente? >>
Lui scosse la testa e Giulia alzò un po' la propria per poterlo guardare negli occhi.
<< Ti è venuto un forte mal di testa dopo che... Insomma, dopo che... >>
<< Dopo che mi hai baciato? >>
La ragazza arrossì di colpo, rispondendo così nella maniera più palese possibile.
Il suo imbarazzo aveva sperato che Sangio si fosse dimenticato anche del bacio, ma non poteva mentire a se stessa: il fatto che se lo ricordasse, in fondo in fondo, la rendeva felice.
<< E poi? >>
<< E poi mi hai chiesto di dormire con te >> ridacchiò lei, ma solo per nascondere la tenerezza di quella frase, la stessa che la notte prima aveva usato anche lui.
Non l'avrebbe mai creduto possibile, eppure l'alcol aveva lasciato uscire la versione di Sangiovanni più sincera possibile, liberandolo da ogni freno la sua mente gli ponesse da lucido.
Avrebbe dovuto raccontargli anche di quanto avesse insistito, di come lei fosse ansiosa all'idea di stare nella stesso letto e di quando lui le aveva promesso che non l'avrebbe toccata con un dito, sebbene lei non trovasse quell'opzione poi così sbagliata.
<< Ed ora siamo svegli >> mormorò lui, accarezzandole il viso con una mano mentre passava l'altra tra i suoi capelli.
<< Già >> sussurrò lei e ne ebbe appena il tempo, perché subito le labbra di lui si sporsero per schioccarle un bacio sulle proprie.
Sangio avrebbe volentieri approfondito il bacio, non poteva negarlo a se stesso e non poteva più fingere, non dopo le parole della sera prima.
Eppure una parte di lui, la più infantile, quella che solo lei era riuscita a tirare fuori, si ritrovò a punzecchiarla ancora.
<< Ma non ti piaceva Esa? Che fine ha fatto? >>
Giulia si tirò su a sedere di scatto e lui si sentì un coglione: aveva appena rovinato l'unico momento veramente romantico che avessero mai avuto.
<< Non sono io quella fidanzata >> gli disse allora Giulia, molto più innervosita di quanto credesse di essere.
La verità era che ogni momento che vivevano insieme sembrava essere intriso di ansia, come se stessero perennemente facendo la cosa sbagliata.
Uscire fuori al freddo pur di darle la sua giacca, dichiararsi da ubriaco, chiederle di dormire insieme e poi baciarla al risveglio...perché faceva quelle cose se poi non aveva alcuna intenzione di lasciare Margherita?
<< Non credo di potermi ritenere ancora fidanzato, non dopo stanotte >>
Cosa voleva dire quella frase?
Lui non lo sapeva. E Giulia tantomeno.
Era stata una frase così spontanea che non sapeva neppure lui quale significato attribuirle.
<< Mi hai detto che lei ti piace >>
<< Già >>
<< E quindi? >>
<< E quindi non lo so >> sbuffò lui.
Giulia avrebbe voluto ricordargli le parole della sera prima, dirgli quanto ci aveva creduto e quanto bello era stato addormentarsi abbracciata a lui e svegliarsi così al mattino.
Avrebbe voluto dirgli che, se avesse davvero provato qualcosa per Margherita, non l'avrebbe guardata in quel modo; avrebbe voluto pregarlo di darle un'occasione per farsi conoscere meglio e per dimostrargli che era molto più della bambina che gli altri vedevano dall'esterno.
Ma se c'era una cosa su cui i suoi amici avevano ragione era proprio quella: lei non doveva pregarlo, era lui a doverla scegliere.
E così si alzò in piedi, seppur con una fatica che in vita sua non aveva mai fatto.
<< Io torno in camera, tra un po' ho lezione >> mormorò poco convinta.
<< Giù... >>
Sangio aveva allungato una mano per prendere la sua, come a volerla trattenere, sebbene neanche lui sapesse davvero il perché.
Era solo che svegliarsi accanto a lei era stato così bello da non lasciare spazio ad altri pensieri, nè rivolti a Margherita nè a qualsiasi altra cosa.
Quando stava con Giulia, dimenticava perfino la musica. E questa, che era la cosa più bella del mondo, era anche la sua paura più grande.
<< Devo andare, Giò >> disse allora lei, pronunciando il suo vero nome per la prima volta.
Quello rese tutto molto più reale: non c'era più Sangio ma c'era Giovanni, non l'artista ma la persona, non lo scudo ma i sentimenti.
E lui, come spesso succede a chi fatica a mostrarsi per ciò che è davvero, non lo resse...tacque.
*
<< Non ti piaceva un altro, ma che fine ha fatto? >>
La cazzata che aveva detto a Giulia poche ore prima adesso, scritta su carta e canticchiata, si sposava perfettamente con il resto della canzone.
Ormai era fatta: la base l'aveva prodotta in settimana ed il testo l'aveva appena finito...doveva solo cantarla.
<< Finita? >>
Enula, distesa accanto a lui sul letto, smise un attimo di fumare per rivolgergli quella domanda.
Era mezzanotte passata da un pezzo e, mentre Aka era uscito con Martina e Deddy sembrava essersi traferito in camera di Rosa, lui aveva chiesto alla sua amica di aspettare che scrivesse le ultime barre prima di andare a letto.
Il rapporto tra loro era diventato ormai così inequivocabile che perfino stare stesi assieme a notte fonda non lo metteva a disagio: Enula sapeva bene quali erano i suoi sentimenti, anzi a volte gli sembrava che ne capisse anche più di lui stesso.
<< Devo leggere o me la canti? >>
<< Non lo so... >> mormorò lui, leggermente in imbarazzo.
A differenza di Gucci Bag, quella canzone era molto più personale e proprio per questo lo rendeva più insicuro.
<< Canta, dai! >>
E la cantò.
Il titolo della canzone era Lady e raccontava di una ragazza e di come il suo essere apparentemente infantile l'avesse conquistato, al punto da essere lui stesso a chiedere a Cupido di lanciargli una freccia nel petto per stare con lei.
Non aveva pensato a Giulia mentre la scriveva, o almeno non consapevolmente.
Ma Deddy aveva detto che le prime frasi sembravano riferite a lei ed Enula lo guardava con un sorrisino malizioso che non ammetteva altre interpretazioni.
Fu per questo che iniziò a pensarci, non certo perché se ne fosse reso conto da solo: eppure, mentre la cantava, improvvisamente notò tutte le frasi che sembravano descriverla a pieno, dall'essere bambina al primo bacio, dal rossetto rosa all'entrata nella sua vita in punta di piedi.
Dio...come aveva fatto a non capirlo?
Le aveva scritto una canzone.
Enula saltò in piedi, battendo le mani come se fosse una sua fan più che un'amica.
<< Mi piace tantissimo >> esclamò << Secondo me con questa spacchi >>
Lui le sorrise, ma qualcosa dentro di sè era cambiato.
Le aveva scritto una canzone.
L'aveva scritta per lei e non se n'era neanche accorto.
<< A cosa pensi? >> domandò la ragazza, rendendosi conto che la sua mente sembrava viaggiare da tutt'altra parte.
Lui scosse la testa, mordicchiandosi il labbro a disagio.
<< L'ho scritta per Giulia... >> mormorò, aggiungendo poi un insicuro e tremendamente tenero << ...vero? >>
Enula sollevò le spalle, ma non poté non ridacchiare.
<< Io penso che sia abbastanza palese, ma devi essere tu ad ammetterlo >>
E così finalmente annuì.
Dopo averlo negato tanto a lungo, quella fu la prima volta in cui si concesse di ammetterlo a se stesso.
<< Ieri sera le ho fatto una specie di dichiarazione sdolcinata >> le raccontò, continuando poi a dirle del bacio fino ad arrivare a quella mattina.
<< Tu sei tipo la mia migliore amica qui dentro, Enu >> le disse poi, facendola sorridere soprattutto per il modo imbarazzato in cui aveva cercato di camuffare una frase dolce con quel tipo << Quindi dimmi la verità...cosa devo fare? >>
Lei lo guardò arricciando le labbra in modo divertito.
<< Sangio, non c'è niente che tu debba fare, c'è solo quello che vuoi fare e non c'è bisogno che te lo dica io >> gli passò una mano tra i ricci, spettinandoli ma stranamente senza dargli fastidio.
Sembrava un cagnolino addomesticato, affezionatosi ormai alla sua padrona tanto da permetterle di accarezzarlo. A pensarci, il suo rapporto con Enula era stato un po' così: era partito in modo completamente diffidente, ma poi si era affezionato a lei ed aveva imparato a lasciarsi andare.
Forse, se avesse saputo fare lo stesso con Giulia, le cose sarebbero andate altrettanto bene.
<< Tu lo sai benissimo quello che vuoi, devi solo trovare il coraggio di farlo >>
Gli sorrise.
E lui sorrise a lei.
Aveva ragione, l'aveva sempre avuta.
Si alzò in piedi di botto, recuperando il cellulare dal pavimento e prendendo già a torturarsi i capelli con le dita, come faceva ogni volta che veniva sopraffatto dal nervosismo.
<< Che ti prende, Giò? >>
<< Devo parlare con Marghe >>
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