Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 5 "Incontri e Rivelazioni"

Un'altra giornata era passata alla Banca di Spagna.

Gli ostaggi, seppur terrorizzati, non davano molti problemi, mentre le guardie della sicurezza erano state semplicemente ammanettate ad un tubo d'acciaio; Nairobi aiutata da Bogotà e dai suoi complici, aveva iniziato ad estrarre l'oro e a fonderlo. 

Firenze, nella momentanea incapacità di Palermo di prendere il comando, guidava il gruppo, o almeno controllava che tutto andasse bene; anzi Nairobi gli aveva fatto pure i complimenti per il suo operato. Per quanto riguardava Palermo, essendo praticamente non-vedente, stava tutto il tempo attaccato al braccio di Firenze, ed ascoltava ogni cosa da lei detta; odiava ammetterlo, ma quella ragazzina faceva davvero un bel lavoro, ovviamente non lo avrebbe mai detto ad alta voce, nemmeno sotto tortura. 

Non aveva avuto bisogno di un antidolorifico, solo un paio di volte di cambiare il bendaggio, e con questo si era scoperta anche un'altra cosa: strano ma vero, Palermo non si faceva toccare da nessuno, proprio gli dava noia; dopo aver litigato con tutta la banda, aveva acconsentito a farsi toccare solo da una persona sola, e ovviamente questo compito a chi poteva essere toccato, se non a Firenze?

Finalmente era arrivato il momento di togliere le bende a Palermo, così quella mattina lui, Firenze, Denver e Tokyo si riunirono di nuovo nell'ufficio del Governatore. "Ora ti toglierò le bende, tu dovrai tenere gli occhi ancora chiusi..." spiegò la ragazza, sfilando delicatamente le bende: la pelle intorno era stata pulita e molte delle ferite si erano cicatrizzate. 

Ora arrivava la verità.

"Ok, ora ti coprirò l'occhio sinistro, te dovrai aprire l'occhio destro e dirmi cosa vedi", la tensione era palpabile, tutti stavano sudando freddo, addirittura Firenze era agitata, "Cosa vedi?" chiese lei, Palermo aprì l'occhio destro e "Vedo la tua faccia da adolescente stronza mestruata... ti vedo mocciosa" rispose con un sorriso di scherno; nonostante le molteplici offese, la ragazza sorrise.

"Bene, ora proviamo l'altro occhio" così dicendo Firenze coprì con una mano l'occhio destro di Palermo per fargli aprire il sinistro, ma quando le offese non arrivarono, e la faccia dell'Argentino si incupì, tutti i presenti si agitarono. "Vedi tutto nero?" "No, ma molto sfocato, riesco solo a distinguere le sagome" "Bene, non preoccuparti, quasi sicuramente con un po' di riposo, guarirà... Ecco mettiamoci una benda" così dicendo la ragazza prese una benda nera con una croce bianca, e la mise sull'occhio dell'Argentino.

Quando ebbe finito vide che Palermo si vergognava di quell'accessorio, così lo guardò, sorrise e gli disse, "E Jack Sparrow muto... dai Capitan Palermo, mi sono stancata di stare al comando"; "Voi andate dagli ostaggi, io voglio stare un po' da solo, per abituarmi a vedere con un occhio solo, in più devo chiamare il Signor Professore" disse Palermo, marcando le ultime parole, con un tono carico d'astio; mentre tutti uscivano, l'Argentino gridò, "è tornato il Patriarcato!".

All'entrata della Banca, dove venivano tenuti tutti gli ostaggi, la situazione era tranquilla, a fare da guardia c'erano Stoccolma e Matias. Arturito, che era entrato apposta nella banca, iniziò a dire al gruppo, "Oh, ascoltate, mettiamoci tutti in piedi, noi gli serviamo per cui non ci faranno nulla, abbiamo ferito uno dei loro, possiamo ribellarci", "Ma che cazzo fai, vuoi un pugno?!? già nella prima rapina hai fatto quasi ammazzare tutti, giuro che stavolta ti uccido io prima", a parlare era stata una ragazza, capelli neri lunghi lisci, occhi verdi smeraldo, occhiali semplici con montatura nera, la tuta rossa non dava modo di capire bene il suo fisico.

"Ma chi credi di essere, presuntuosa arrogante..." rispose Arturito indignato, "Ma io ti apro la testa in due, brutto pezzo di merda, ti taglio il cazzo e te lo appiccico in testa, così sembrerai un unicorno che ce l'ha moscio" mentre tutti la guardavano sconvolti, "Silenzio lì" urlò Matias, "Ma zitto, brutto cagasotto senza palle" rispose la ragazza misteriosa. Quel siparietto venne interrotto da un forte fischio, che fece girare tutti verso le scale; in piedi in cima, stava Firenze con un ampio sorriso, "Che succede qui Matias?", il ragazzo ancora sconvolto rispose, "Questa ragazza ha creato scompiglio tra gli ostaggi, e mi ha mancato di rispetto" "Perché non è una testa di cazzo sto qui?, per di più stava pensando di rubare un'arma per scappare" intervenne subito lei, indicando un Arturito ancora sconvolto. Firenze senza dare il tempo a nessuno di continuare, disse: "Tu vieni con me" iniziò indicando la ragazza misteriosa, "Matias, alla prima mossa di Arturito sparagli", concluse Firenze andando in un'altra stanza con la ragazza misteriosa.

Arrivarono in uno dei numerosi uffici della banca, era tutto abbastanza in ordine per essere nel bel mezzo di una rapina; "Siediti" disse Firenze tranquilla, la ragazza invece era un po' agitata, sì aveva sempre pensato che i rapinatori avessero ragione, già nella prima rapina lo pensava, ma Firenze nella prima non c'era, quindi non la conosceva, e non sapeva cosa aspettarsi.

"Come ti chiami?", la ragazza misteriosa, seppur agitata rispose, "Azzurra, Azzurra Travis" "Ti devo fare i miei complimenti, era l'ora che qualcuno dicesse quelle cose ad Arturito; a proposito puoi chiamarmi Firenze" gli disse la ragazza; quell'ostaggio le ricordava dannatamente suo fratello (per il carattere, anche lui era diretto e impulsivo, ma anche dolce, insicuro) per cui voleva metterla a suo agio. "Parlami di te" gli disse Firenze, iniziando a camminare per la stanza, camminare l'aveva sempre rilassata. "Mi chiamo Azzurra Travis, sono nata in Italia a Pisa, ma vivo a Madrid da ormai 5 anni, mi ci sono trasferita per studi, sono single, e ho seguito minuto per minuto la prima rapina, conoscevo tutto di voi; so che te non c'eri, ma vi davo e vi do tutt'ora ragione. Avete fatto bene per me." la ragazza disse ciò tutto d'un fiato. Firenze si fermò, stette un minuto a guardarla, e poi disse: "Ascolta io non posso fare amicizia con un ostaggio, Palermo mi fucilerebbe. Ma se hai bisogno di qualcosa, o vuoi semplicemente uscire da lì, al mio turno di guardia chiedi di andare in bagno, ti ci porterò io, non è tanto ma potrai stare cinque-dieci minuti in tranquillità" le spiegò Firenze, se non l'avesse aiutata, avrebbe avuto i rimorsi per un bel po', e in quel momento c'erano fin troppi motivi per non dormire. Azzurra dal canto suo, era un po' stranita, ma gran parte di lei vedeva una somiglianza tra lei e quella rapinatrice, aveva capito che era uno dei capi, ma non le sembrava come ad esempio Berlino nell'altra rapina, sembrava più... umana.

"Se vuoi posso tenere le orecchie aperte su Arturito e gli altri, e se organizzano qualcosa ti avverto" gli propose timidamente Azzurra con un lieve sorriso, "Mi faresti un grande favore Azzurra, grazie" rispose Firenze con un sorriso sincero, "Vieni ora ti devo riportare giù con gli ostaggi, e ricordati di parlarmi come a qualsiasi altro rapinatore, davanti ad altri" gli ricordò la ragazza, "Certo, fidati di me" la rassicurò lei. Uscirono dalla stanza e scesero le scale.

Ignari che qualcuno aveva ascoltato ogni singola parola.

Dopo aver lasciato Azzurra, ed essere rimasta altre cinque minuti con gli ostaggi, Firenze girò un po' per la Banca, ritrovandosi infine in una piccola stanza, con dentro tre macchinette automatiche, dei bicchieri di plastica, e una macchina per il caffè, probabilmente la "Sala Bar". La ragazza osservò tutto, soffermandosi sui bicchieri in plastica...


Firenze, 4 mesi prima

Era già passato un mese, dal primo incontro con la banda.

Era agosto pieno, le giornate erano afose e lunghe, e il gruppo era sempre più affiatato. Ormai erano diventati tutti un'unica grande famiglia, certo ognuno aveva le sue preferenze, ma tutti riuscivano a stare bene con tutti a grandi linee; perfino Palermo si era in qualche modo "integrato", si in qualche modo...

Quella sera, con il sole ancora alto nel cielo, il gruppo stava passando il tempo nell'enorme giardino del Monastero, quando Firenze, complice anche un goccio d'Alcool propose, "Giochiamo ad Obbligo o Verità?", tutti la guardarono con aria interrogativa, così lei continuò "Praticamente funziona, che io giro una bottiglia, e in base a chi si ferma, io devo dire alla persona Obbligo e Verità, e la persona deve scegliere, se Verità deve rispondere ad una domanda, qualunque essa sia, solo con un sì o con un no, se invece sceglie Obbligo deve fare una cosa che gli dico io, non ci si può denudare" spiegò la ragazza con un sorriso, "E baciare?" chiese Tokyo, con un sorrisetto furbo, "Solo baci a stampo, niente limoni" concluse Firenze ridendo. "Dai proviamo" disse Nairobi, venendo poi appoggiata da tutti"; "Una delle regole era niente informazioni personali..." disse il Professore mentre leggeva un libro, Firenze glielo chiuse, e disse "Un'altra regola era anche niente relazioni personali, eppure qui sono quasi tutti accoppiati... Per cui stasera si fa un'eccezione, e gioca anche lei """prof"""" concluse la ragazza; il Professore inizialmente provò a sottrarsi, ma alla fine cedette alle suppliche della banda.

Il gioco cominciò: fu molto divertente, Tokyo dovette baciare Lisbona, Marsiglia dovette imitare Palermo, si scoprì che Bogotà aveva avuto come animale domestico un piranha, e che il Professore non era mai andato in discoteca, poi toccò a Palermo che dovette, seppur riluttante, abbracciare Nairobi, ed infine l'ultimo turno fu di Firenze, che intanto aveva smaltito un po' la sbronza. "Obbligo o Verità?" gli chiese Nairobi, "Verità" rispose la ragazza con uno sguardo di sfida, tutti erano molto curiosi: se c'era una cosa che avevano imparato sulla ragazza era che non gli piaceva affatto parlare della sua vita privata, (a parte Palermo, quella sera, nessuno aveva più saputo niente della sua vita).

"Ok allora... sei innamorata di qualcuno?" chiese Nairobi con un sorriso, tutti persero un po' l'entusiasmo, credendo di sapere già la risposta, ed invece "Sì" quella parola, aveva fatto scioccare tutti i presenti, perfino il Professore la stava guardando. "Avete capito bene, io sono innamorata di una persona, direi anche molto innamorata" disse tranquillamente la ragazza, sorseggiando un po' di vino. Nairobi non disse nulla per un minuto, e poi "VOGLIO SAPERE CHI E'!!!!" urlò saltando in piedi dalla sedia, Nairobi era quella un po' più pettegola della banda, e shippava tutti con tutti. Stranamente però anche gli altri membri erano curiosi, persino il Professore, (ma ovviamente non lo diede a vedere).

Firenze, che non gli era mai piaciuto raccontare gli affari propri, "Scusate ma ormai è tardi, vado a riposarmi" così dicendo si avviò verso il monastero, ma alla base delle scale si fermò, girò un poco la testa, e disse: "Comunque è qualcuno della banda", e se ne andò.

La bomba era stata sganciata.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro