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XLI° LA FINE DI UN VIAGGIO - PARTE TERZA

Corsivo: punto di vista di Jareth (dialoghi e riflessioni)

Normale: il Cuore di Sarah

"Sarah... Mi senti?" la chiamò. 

"O tu, ospite forestiero," iniziò ad invocarlo la sua voce, "che peregrini in questo luogo, a te dico che non posso mentire e chiamarti, quindi, straniero, perché la tua visita mi era già stata preannunciata da molto prima dell'invito avvenuto. 

In effetti, non sono estranei a me i tuoi occhi e la tua persona. 

Perché in questa regione sei sempre stato. 

Di me hai detto che ero uno sciocco, che correvo, battendo così veloce, in cerca di nuovi sogni, in cerca di un amore che potesse durare. 

Amore che ho cercato, trovato e sopito, in me. Amore che risiede nella tua immagine quando si accosta alla mia." illustrò, soave. 

Cosa, o meglio, chi stava parlando attraverso di lei? E perché suscitava in lui tali emozioni? 

Aveva già conversato con la sua Mente. Eppure... Niente in confronto! 

Se dovevano trovare il cuore e l'anima di Sarah... Qualunque cosa si servisse del suo corpo doveva appartenerle lo stesso! 

E se non fosse stata la sua Mente a rivolgersi direttamente a lui? 

Chi poteva essere lo stupido che correva in cerca di nuovi sogni? Di un amore che potesse durare... Nel suo cuore? 

La risposta gli apparve ovvia. 

"Queste sono le parole che le ho cantato al ballo!Metterò la luna nel tuo... Cuore. Tu sei... Il cuore di Sarah." sbalordito,spalancò la bocca dalla sorpresa. 

"L'ultimo messaggero del viaggio. Dunque, avvicinati." lo incoraggiò a tornare accanto al loculo vuoto. 

"Tu che puoi aprire le mie porte," gli consigliò, ponendo una mano sul suo petto, proprio sotto al medaglione e sopra ad ogni suo battito, "fallo col racconto della nostra vita assieme.". 

Incantato, quasi si dimenticò delle parole appena udite. 

Le aveva ascoltate, certo! Ed attentamente. 

Ma qualcosa di, al contempo, sottile e più grande lo rapiva e distraeva. 

Capì perché: il manifestarsi del cuore di Sarah nella stessa Sarah lo stava meravigliando ed affascinando, per via del fatto che contenesse tutti i suoi sentimenti. 

E li sentiva sulla pelle, caldi quanto il sole, a sua volta. 

Come se fosse stato toccato da un invisibile onda. 

Un'energia fortissima che acuiva i suoi sensi magici, interagendo con essi in un dialogo senza linguaggio, un silenzio colmo di sensazioni. 

Comprese: era l'innegabile amore umano. 

L'amore, nudo, libero, nella sua forma più pura, separato dalla Mente. 

Neanche avrebbe osato lontanamente immaginare, in ogni sua vita, d'essere amato così tanto. E di potere, un giorno, percepirlo. 

Il Cuore si accorse della sua risposta che tardava ad arrivare. 

Un solo pensiero attraversava la sua testa,denso di nostalgia, su cui concentrò tutto il suo desiderio: gli mancò terribilmente essere umano ancora per poter piangere, un ultimo pianto implorava. 

Stavolta, avrebbe pianto né per il dolore né dalla commozione. 

Stavolta, l'avrebbe fatto dalla gioia. 

Ed ad intuire ciò che voleva, il Cuore,sorridendo di un sorriso simile ad una stella, mise una mano sui suoi occhi e successivamente la scostò, rapido. 

Così Jareth sentì le lacrime nascere nei suoi occhi e sul suo viso per raggiungere, salate, la bocca, pronta a riceverne il sale. 

"Grazie." scandì, respirando profondamente, sollevato. 

L'ultimo pianto. Per la gioia provata. Se ne sarebbe ricordato sempre. 

"Il racconto della nostra vita assieme è ... Il libro che ha riscritto al lago Sarah. Le vicende de - Il Labirinto -." affermò, sicuro. 

Non appena lo fece, il Cuore estrasse da una tasca dei pantaloni di Sarah il volume, pieno di vita nuova e glielo consegnò. 

Così, lo inserì nell'incavo nello spessore del muro. 

I due indietreggiarono, lasciando che la parete lo assorbisse, in un lampo di luce e si spalancasse, per rivelare un ambiente inconsueto al di là di loro. 

"Ti indicherò la via per l'uscita." dichiarò il Cuore. 

"Ecco,l'anima che mi è legata, di cui sono il portavoce, si esprime e ti dice di seguirla. 

Segui il suo flusso con me e non ti smarrirai. Passa sulle sue acque.". 

Passa sulle sue... Acque? Di cosa stava parlando? 

Quando varcò la soglia, intuì tutto. 

Sembrò che il romanzo fosse stato la chiave inserita nella toppa. Ne sorrise, felice. Le parole che componevano la loro storia avevano un significato tale da aprire la via per l'anima di Sarah! 

Scrutò un cielo limpido notturno pieno di stelle, dall'altra parte, che si rispecchiava su di un fiume, con il correre delle sue nuvole. Acqua e cielo,infatti, si confondevano, toccandosi. 

"Ti avevo detto, Sarah, che la tua anima era meravigliosa." sillabò, lento, a sé stesso. 

Quel panorama aveva qualcosa di paradisiaco. Anche soltanto fissarlo nella mente gli provocava uno stato estatico. 

Quale beatitudine! Avrebbe voluto immergersi e distendersi,galleggiando, trascinato via, nuotando senza alcun timore. 

Camminarono su una lingua di terra e raggiunsero la riva del canale, su cui era disposto un ponte in legno, a cui erano legate delle canoe. 

I loro passi scricchiolarono sul pontile in modo confusionario. Se ne sorprese. 

"Non è l'eco del suono che facciamo noi, coi nostri piedi, in questo posto isolato,che rimbomba così, dentro di te. Presta più attenzione." l'assistette il Cuore. 

Il re, allora, si bloccò esattamente dov'era, sopraffatto dal putiferio crescente, sempre più forte e vicino. 

Cercò la fonte del frastuono proiettato su entrambi, almeno inizialmente. 

E la individuò. Nel pendente al suo collo. Proveniva da lì. 

Per lo stupore, si coprì il volto con le mani e rise. Rise ancora. Giunse le dita,come pregando, davanti al naso ed alle labbra. "Non le sto immaginando, allora...Queste sono... Le riconosco! Le loro voci lontane..." chiuse gli occhi. 

"Le voci di tutte le caotiche creature che mi hanno fatto soffrire l'emicrania per l'eternità! 

Che mi esasperavano nella sala del trono. I... Miei... Selvaggi,indomabili... Goblins." concluse espirando forte, toccando il medaglione. 

"Stanno arrivando. Saliamo su di una barca. Con le altre, si accoderanno. Apriamo le fila." disse il Cuore di Sarah. 

Una volta issatisi, si lasciarono trasportare dal torrente. 

Ed oramai distanti, infatti, li videro imitarli. 

"Il loro è stato un lungo sonno." considerò il Cuore. 

"C'è da comprenderli, se adesso, ridestati, fanno tanta baraonda! Troppa la gioia dietro il loro rumoreggiare! 

Non appena si sono risvegliati, emergendo dal deserto, alla vittoria della tredicesima ora, hanno udito la voce del loro re e della loro regina ed adesso si appropinquano alle gondole per tornare a casa. 

Guarda, Jareth: essi sono il tuo popolo.".

"Il mio popolo, sì..." ribadì il sovrano, sospirando. 

L'assenza dei suoi sudditi l'aveva lacerato e logorato senza un attimo di sosta. 

E adesso che li aveva ritrovati, era convinto che le sue potenti braccia non sarebbero bastate per abbracciarli tutti. 

Sarebbero state troppo piccole,troppo corte, troppo rudi per piegarsi in quel gesto così poco familiare per lui. 

Per abbracciare i suoi mostruosi, irriverenti, maleducati e scatenati figli. 

"Non unicamente l'affetto si dimostra stringendosi l'un l'altro, allacciandosi nel buio." Intervenne ascoltando le sue emozioni il Cuore. 

Prese una sua mano e ne girò il polso per disegnare un cerchio con l'indice sul suo palmo. 

"L'espressione di sé stessi è il migliore rimedio per le nostre mancanze."gli spiegò. 

Il monarca, perciò, intese. 

"Accendila lanterna, così che possiamo, come faro, traghettarli verso il reame che si sta rigenerando oltre il limite del regno del Labirinto della Mente di Sarah Williams." aggiunse poi la sua guida. 

Così, l'imperatore asserì: "Sei nel giusto. Essi sono il mio popolo." senza ammissione di replica. 

Aveva ritrovato il suo posto nel mondo con loro. Facevano in modo che lui avesse un posto a cui appartenere. Nel quale stare. 

Si contemplò le mani: da quanto tempo non ne scaturiva più nulla. O meglio, niente che avesse mai conosciuto. 

Ma Sarah... Sarah ne aveva fatto sorgere qualcosa di nuovo e miracoloso: l'amore.La comprensione. La fiducia. 

Su questi pensieri forgiò dei cristalli iridescenti che soffiò verso tutte le piroghe presenti, più o meno prossime. 

Non aveva memoria di averne modellati tanti. E talmente solidi. 

Tanti quanti le sue creature, molte più di ogni sogno destinato a dissolversi col ritorno alla realtà, secondo la mutabilità volubile dei desideri dei viventi. 

Le sfere,fluttuando, raggiunsero le lucerne e si insinuarono in esse, per illuminare la strada. 

Un solo globo restò nelle sue dita ed ad esso, osservando il suo riflesso che veniva riprodotto in altre centinaia e migliaia di altre superfici cangianti, disse: "Miei cittadini, mia stirpe, voi siete la vita e lo spirto di Goblin. Finché sarete con me ed io con voi non morrà e non moriremo noi. Lunga vita al Labirinto per i secoli dei secoli!". 

Li udì esultare nella lingua del Dedalo con le più grandi grida che avesse mai sentito. Rise. 

Poco dopo si rivolse al Cuore: "Hai detto che l'Underground si sta rigenerando al di fuori della Mente di Sarah. Ciò perché non l'ha creduto più esistente e possibile nei suoi ultimi anni mortali. Ed adesso che è tornata ad avere fede in esso... Non poteva semplicemente ricrearsi qui, perché significherebbe plasmarne una sola copia nella sua testa. Invece, la forma originale del Sottomondo, nella sua concretezza fisica è sempre stata nel... Fuori, come lo chiama il Cane da guardia*. Sarah sta operando un vero e proprio trasferimento di coscienza.Incredibile.". 

Il Cuore annuì. "Devo avvertirti del fatto che, al contrario dei tuoi sudditi, al vostro ritorno sarà Sarah ad assopirsi. Ma non averne timore: ciò accadrà per tre motivi diversi. 

Il primo: ha fatto uno sforzo immane per incontrare i suoi sembianti e distruggerne alcuni per ritrovare sé stessa e nel tempo in cui dormirà, una volta finita questa avventura, sentirà la necessità, con un sonno febbrile, di ricostituire e ricostruire e ristabilire il Labyrinth Mind dalle sue fondamenta, enumerando le perdite ed elaborando gli incontri ed i lutti. 

Il secondo: essere posseduta prima dalla sua Mente e poi dal suo Cuore non le sta causando poca fatica. 

L'ultima ragione: nel giro di poche ore, Sarah è errata a tutti gli effetti in tre mondi differenti. E' passata dal Sopramondo che ha sempre abitato al Background del Labirinto della sua Mente per poi fare ritorno, tra poco, al tuo Sottomondo. E' stata un'esperienza traumatica e scioccante, perché non è un essere immortale e magico come te che, a suo piacimento,può migrare da una dimensione ad un'altra senza accusare l'esaurimento.

 Posso assicurarti che si riprenderà molto presto. E' forte. 

Ma bada: sta a te custodirla. 

Vedi, questa corrente sulla quale stiamo passando? E' il fluire delle lacrime che nascono dagli occhi di Sarah. 

Da esse fuoriuscirete e tornerete nell'esatto istante in cui siete stati portati nella sua mente.Accanto a voi avrete l'automobilista e lo scenario dell'asfalto della strada,dei palazzi, degli alberi che, da assottigliati, crollando, riprenderanno corpo e si risolleveranno come materia e forme non più astratte. Prima che questo accada, dovrai averla già allontanata dal luogo dell'incidente.". 

Di rimando lo stregone chinò il capo, facendo cenno di approvare il piano. 

Alzò lo sguardo verso il cielo con le sue stelle e le sue nuvole. 

Fissò le iridi blu su una di esse che, spostandosi, rivelò, aprendosi come una conchiglia, una perla incastonata tra le sue pieghe: una sfera di cristallo, dalla grandezza considerevole, sospesa in aria sopra le loro teste.Bucata. 

Il Signore del Labirinto si soffermò su quell'immagine: un'area, in basso, mostrava come dei segni di... Rottura. Come se, spezzandosi parzialmente,il globo avesse perduto una porzione del vetro, lasciando soltanto dei bordi taglienti alle estremità. 

Alle orecchie del mago arrivò il suono del forte vento che fischiava attraverso di essa, componendo una splendida musica. Una folata, delle note che sapevano di... Libertà. 

Quella era... La sua prigione. 

La sua prigione distrutta, dalla quale era evaso per salvarla dall'incidente. 

E prima dell'avvenimento, in cui era stato rinchiuso, sebbene non gli apparisse più il termine adatto, nei tempi addietro... Nella mente di Sarah? No, negava l'evidenza. 

Ecco che le braccia potenti, forse, troppo piccole, troppo corte,troppo rudi per piegarsi nel gesto di un abbraccio così poco familiare per lui, avvolsero con un incontrollabile impeto il Cuore di Sarah. 

Sarah gli faceva fare cose di cui non pensava essere capace. L'aveva abbracciata mille volte nelle ultime ore ed ancora gli pareva la prima. 

Le sue speranze avevano avuto l'ennesima conferma. 

"Mi avevi custudito in uno spazio in cui né la Daimon né nessun'altro mi avrebbe mai potuto toccare, a parte te, dopo essermi ammalato."commentò accorato il fabbricante di sogni, in preda ad un'epifania. La più mirabolante delle rivelazioni. 

"Stavo morendo e mi tenevi In una terra incontaminata. Un lido che non appartiene né alla Terra che Sarah abita né al mio mondo. Una parte immune a qualsiasi magia: l'anima dell'essere che amo.Come un sogno di cui ero l'oggetto da proteggere.". 

 "Questo è il regno dello spirito che governo..." gli rispose il Cuore. "E le sue forze, seppur umane, sono inarrestabili e sconosciute. 

Più si tenta di possederle, più si librano in alto nel loro volo sopra le cose. 

Non potranno mai essere incatenate. 

Gli incantesimi dei Sigilli del demone, su di esse, non hanno potuto nulla. 

Ricorda, mia dolce metà, ciò che ti dice il Cuore: la sfera interiore di ognuno di noi non ha confini a cui sottostare, cresce e si espande continuamente, come l'universo stesso. 

E le sue risorse, inestimabili, sono infinite ed eterne. 

E quindi come porvi dei limiti imposti da altri che non siamo noi stessi? 

Nemmeno noi stessi potremmo mai ordinarle di smettere di sentire,di vivere e di sognare.".



* Capitolo 11 parte seconda, il Cane da guardia (soprannome per uno dei sembianti di Sarah) descrive il Fuori, ovvero "il mondo reale all'esterno della Mente di Sarah".

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