XLI° LA FINE DI UN VIAGGIO - PARTE SECONDA
Corsivo: punto di vista di Jareth (dialoghi e riflessioni)
Grassetto: Sarah (dialoghi)
Il re deglutì, frastornato. "Andartene?" ripeté, preoccupato.
"Ho la stessa sensazione di quando... Ha parlato attraverso di me la mia stessa Mente. Prima che salissimo le scale a chiocciola gemelle per scoperchiare i miei ricordi.".
"In tal caso, potrebbe essere così. Forse vuole comunicare di nuovo attraverso di te per indicarci l'uscita, per raggiungere il tuo cuore, la tua anima. Non ti ha fatto soffrire fisicamente farle da canale." rifletté il sovrano.
"Ho paura." gli confessò di getto Sarah.
"Anche se so che ormai abbiamo vinto entro la tredicesima ora.
So che abbiamo risolto l'indovinello del Labirinto.
So che abbiamo sciolto il rompicapo del Dedalo sottopostoci per capire come mai vi abbia perduti, per ritrovarli.
So che ho riconquistato il mio Io originale.
So che abbiamo sconfitto la Daimon ed Oblio.
So che con la mia Mente è andato tutto bene.
So che non dovrei!
Ma ho paura lo stesso.
Sono molto sciocca?" rise, con le lacrime agli occhi.
Jareth, allora, fece aderire il palmo di una mano ad una sua guancia. "Tu non sei mai sciocca." mormorò scuotendo la testa.
"E' che..." cominciò l'altra, a capo chino.
"Per la prima volta nella mia vita, ho quello che voglio.
E ci ho messo tanto, troppo tempo, per comprendere cosa desideravo. Ho te..." sorrise, languida, "ho un'esistenza felice che mi aspetta nel tuo Labirinto, nell'Underground... Con i miei amici di sempre... Gogol, Bubo, Sir Didymus.
Ho ritrovato me stessa, anche.
E l'idea di perdermi ancora mi terrorizza.
Se non tornassi, dopo essere stata posseduta di nuovo dalla mia Mente?
E, sai, quando ero felice, di tanto in tanto, negli anni passati, puntualmente mi succedeva qualcosa di tragico.
L'ultima volta, mia madre mi ha lasciata e mio padre si è risposato e la nuova matrigna ha dato alla luce un figlio inaspettatamente presto.
Se adesso... Io non posso nemmeno pensarlo, ora! Non ci riesco.
Inoltre, devi ammettere che questo viaggio non è stato dei più leggeri.
Innumerevoli, più di quanto mi aspettassi, miei sembianti ci hanno creato non poche difficoltà.
E se in questo cuore di cui tanto si parla, in quest'anima trovassimo qualcosa di terribile che potrebbe farci del male, come gli immago?".
Il Signore del Labirinto, dolce, le sorrise. "Questo non è possibile." la rassicurò, mesto.
Passò le dita fra i suoi capelli dall'attaccatura della fronte fino alle radici della nuca.
"Come fai a saperlo?" insistette la giovane donna.
Si accostò sempre di più. "Per questo.". E fece scorrere, delicato, i polpastrelli sulle lettere del tatuaggio sul retro del suo collo, sotto la folta chioma.
"Il mio tatuaggio?" tentennò Sarah. "L'hai visto... Nei miei ricordi. Capisco. Ma cosa c'entra?".
Il monarca, citò: "- Essere o non essere -.
Ebbene, chi, più di te, non ha vacillato e dubitato su sé stesso?
Riposi sempre in queste parole. Ti ci svegli al mattino e lotti fino alla sera per conquistarle." le sussurrò ad un orecchio.
"Ogni giorno, riprendi da dov'eri rimasta. Da dove ti eri fermata.
Oggi sono oppure non sono? Scelgo di essere oppure di non essere?
Sono un non essere? O sono e basta? O entrambe le cose?
Ed una persona che si fa così tanti scrupoli è una persona saggia e coscienziosa che fa di tutto per non nuocere agli altri, nemmeno a sé stessa.
Chiunque, al tuo posto, non si preoccuperebbe nemmeno al riguardo.
Gli altri vagano già come morti. O quantomeno sonnambuli.
Io ti conosco, Sarah Williams. La tua anima, il tuo cuore, sono meravigliosi.".
"Lo dici come se sapessi come sono fatti, come se ci fossi già stato.".
"Io sono il fabbricante di sogni." le bisbigliò lo stregone, tornando a proteggere il tatuaggio distendendo la tenda delle ciocche nere su di esso, per chiuderlo al resto del mondo.
"Ed a forza di scorgere dentro ai tuoi, sai, mi sono fatto un'idea.".
"Mi hai sempre spiata. Stalker!" rise lei.
In tutta risposta, aggrottò la fronte, perplesso.
"Non sai cosa significa, vero?" aggiunse l'altra, immediatamente.
"Contrito alla sola idea, ma no, questo vocabolo giunge nuovo." scherzò e l'assecondò. "Mi rincresce, preziosa.".
"Ricordami di farti un corso accelerato sulla mia lingua quando usciremo di qui. Hai tante parole da aggiungere al tuo dizionario assieme ai Nrocpop.".
"Sarà fatto. Comunque non vorrei contagiarti: si dice Popcorn." ammiccò, alzando le sopracciglia.
"Hai imparato!" esclamò la giovane donna, felice.
"Forse sapevo fin dall'inizio come si chiamassero." strizzò l'occhio.
"Ma... Allora perché?" lo spintonò giocosa, tentando di spostarlo di peso aggrappandosi alle sue spalle.
A sua volta, il mago l'afferrò per la vita, imprigionandola in un abbraccio. "Per vederti strabuzzare gli occhi al cielo, ad esempio. Questo potrebbe essere uno dei motivi. Ragionevolissimi, come puoi constatare tu stessa." confessò.
La baciò a lungo.
E poi aggiunse: "Ti amo, Sarah. Ti amo quando sei. Ti amo quando non sei.
Ti amo anche quando non sai chi sei.
Perfino se non ci credi.".
La vide chiudere gli occhi.
Poco dopo, li aveva riaperti di scatto, improvvisamente.
Ne intuì che, probabilmente, il suo corpo era stato ceduto alla sua Mente.
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